Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 7 - 15 aprile 1902

192 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAU fra e se l'ufficio di un organo di coordinamento, di una specie rii Borsa dei valori scientifki (Verkehrs ond A11stauscl1e Centrai)•· i~ che anche l'Italia non r·imang-a estranea a questo moto di avvicinamento tra le scienze e la filosofia, è indicato abba,stanza chiaramente dal sempre crescente nmnero di quelli. tra i nos ri rnigl iori scienziati eh.e rivolgono la. loro attenzione a ri,:erche di indole filosofica o alla discussione di questioni elle, qua le ile dedna anni f'à, sarebbero state riguardate rlai loro antece,.sori, come affatto aliene dalle proprie « attribuzioni•. Per limitarmi al campo, a me più direttamente famigliare, del le scienze fisiche e matematiche mi basterà citare il lavoro pubblicato or sono due anni, rlal nostro grande astronomo Scfliavpw·elli "Satte leggi fondamentali llett'enotuzione rlette Jorm.e organiche » e, in un ordine rli idee ancor più astratto, gli sturli originali e l'econrli del pro{'. Peano (di Calcolo infinitesimale ali' Università di Torino) sulla Lor;ica matei,1alica, studi rhe hanno dato ]'impulso iniziale a tutta una serie di lavori che cominciano or-a a essere debitamente apprezzati, sebbene, come (l'ordinario avviene, prima fuori del loro paese rl'origine. come ne fa fede il posto onorevole che essi occupano nei Rendiconti del primo Conu1·esso internazionale cli Filosofia (Parigi 11)00). E a un altro ordine di speculazione matel)'latico-filosofiea, a.I riuale pure arride non minore speranza di prospero svilnpl'o, si ri1,;onnette il recente saggio, letto dal prof. ,Yolterra di meccanica ,mperiore, come ,Iiscor ·o inaugurale drgli studi all'Università di Roma, trattante Jell'Az1ptic-azione delle inalcmalicltf) atte scienJe hiotogiclle e sociali. Il prof. F. Enriques di Geometria superiore all'Università di Bologna, elle appunto in questo mese si recherà a tenere una serie di Conferenze al l'Uni versité Nouvelle diBrn xelles sulla« Filosofia elette scien::;e • scriveva nel ,vrarzocco, clel 10 (1 ennaio, a proposito della lettera ivi pubblicata dal Faggi sul soggetto cli cui parliamo: « Aderisco di gran cuore alla proposta come avviamento a quell'ideale assetto degli <;tucli in cui la filosofia venga ricongiunta alle scienze da cni emana e di cui dev'essere lo spirito vivificatore•. Concludendo è da sperare che in mezzo a questo incalzare d'una tendenza che si mani Cesta come promettitrice d'un migliore avvenire degli studi fìlosofici, i rappresentanti di quella che si potrebbe chiamare la « filosofia umciale • non trascur-ino, dal loro canto, cli facilitarne e favorirne la normale realizzazione. In caso contrario essi correrebbero il rischio di trovarsi, pii1 presto di quanto non credano, nella posizione cli quegli abitanti rii Babilonia che, come Erodoto ci racconta, continuavano nella tumultuosa agitazione dei loro f'e. stini e delle loro gozzoviglie, mentre già da più giorni le milizie persiane aYevano preso possesso dell'altro capo della città. G. VAILA'l'I.· RIVISTADELLERIVISTE Uno dei foUaiuoli: Il futuroministrosccialista. (Impressioni). - Filippo Turati ha i capricci e i nervi della prima donna. Un dispetto lo melte sottosopra. Pesta i piedi per dei nonnulla, si dispera per dei pettegolezzi e bulla via, nei momenti della collera nera, la medagliclla del legislatore, giurando agli amici e a sè stesso di voleri~ far finita con la politica che non gli lascia tempo di studiare e che gli amareggia l'esistenza da tanti anni. Siede allo scrittoio, determinalo a non aver più pensieri .che per la Critica Sociale. Percliè almeno tra lui e i suoi lell.ori non c'ò dissenso. All'indomani, gli intimi fanno di tullo per ammansal'lo; ma la bufera continua. Viene rieletto senza il suo consenso, e lui mantiene le dimissioni. , Dalle sue dimissioni léstardc son passati più di tre mesi e siamo vicini alla terza elezione; ma la scena è camhiala. La prima do1111anon si ricorda più delle tempeste e degli isterismi di ieri. Essa vuole rilornarn sul pakoscenico, vuole che il pubblico rioda la sua voce divina. Della bufera non ha più ricordo. I suoi nervi sono sedati e Filippo Tui-ali è pronto a fal'ia a pugni con coloro che si ostinano a volerlo dimissionario, porche si è 0onvi11to cbe la sua preseuza alla Camera è una necessita assoluta. I suoi rifiuti hanno !'allo nascere la randidalura protesta. E se Calcagrio significa agitazione per l'abolizione del domicilio coallo, ben venga ancl,e Calcagno. Ma il sistema della candidatu1·a protesta dove ci conduce? Dopo Calcagno non ce ne sa1·à un altro~ E gli elettori del V Collegio devono essere agitali tullo l'anno e andare all'uma ogni due mesi~ Se poi il caudidato votalo dai repubblicani volesse dire ripicca, noi ne saremmo dolentissimi. Perché Filippo Turati, quando non è infuriato dai suoi nervi, si dissenta o non si dissenta dalle sue idee, è u11 legislatore nel vero senso della parola. La Camera è il suo ambiente. E noi saremmo proprio spiacenti che con un pretesto qualurn1ue lo si lasciasse sul lastrico, anche perchè noi siamo ansiosi di rivederlo alla Camera a compiere la sua parabola pulilica. Il suo nome è nell'aria. Egli deve diventare il nostro Millerand. Si sciuperà, non si sciuperà? Non ce ne preoccupiamo. Vogliamo il suo esperimento. Noi vogliamo vedere se con un ministro socialista sia .possibile la legislazione sociale, l'epurazione della coscienza nazionale, l'elevazione del proletariato, la diffusione del beoessere generale. (La Fotta di Milano - 6 Aprile). • Ausonio LomeUino : Il Ministero delle Strade Ferrate. - Ciò, che e1·a facile prevedere, è a vvenulo - le Società si sono dichiarale impossibilitate II sopportare l'aumento di spesa che av1·ebbero dovuto introdurre nel loro bilancio, qualora avessero· concessi ed attuali i ruoli organici richiesti dai fcnovieri e .disposti dall'art. 103 del Contralto di esercizio stipulato nel 1885 collo Stato. Dopo tutto, le Società - nelt'interesse dei loro azionisti - non potevano parlare e fare divcrsamenlo da quel che han!1o parlato e fatto. Se per l 7 anni si trascinò a vuoto la quistione degli organici, la colpa non · è delle Società, per le quali l'organico numerico sarebbe la camicia di forza contabile cJ amministrativa: ma del Ministero e del Padamenlo pro tempore che sancirono il contralto di convenzione, che consegnava a mano di privali il monopolio di sfrullamenlo del lavoro su 100 mila dei proprii concittadini. La mente vasta e liberale di quel polente uomo di Stato, che fu il compianto Quintino Setta, aveva sapientemente proposto ed ottenuto dal Parlamento il riscatto delle ferrovie Romane e dell'Alta Halia: e ne aveva organizzalo l'esercizio di Stato in attesa che venisse a scadere la concessione delle li:-iee proprie della Società dette Jerro1Jie meridionali, orido riscattare anche queste e farle esercire dallo Stato assieme alle altre. li compianto Sella - partendo dal p1·incipio ecomicosociale « le strade ferrate vanno esercitale da chi ne

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