Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 7 - 15 aprile 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 191 gtiato ogni rapporto tra lo studio delle di. cipline lilosoficl1e e quello delle scienze positive, prescrivendo che non si possa arrivare alla laurea in filosofia se non per la via degli studi letterari e filologici, è quanto vi può essere di più contrar-io alle esigenze della cultura filosofica moderna, la cui aspirazione è appunto quella cli riattaccarsi tlirettamente ai risu tali delle scienze speciali coordinandoli, comparando i metodi coi quali essi sono stati ottenuti, e sottoponendo ad analisi critica _i concetti fondamentali in essi implicati. E alla mancanza di solida educazioni➔ scientifica e di qualsiasi «allenamento» a quelle argo-,- mentazioni precise e a quell'ordine rigoro o che le ricerche positive esigono, che va attribuita q nel la caratteristica Yerbo:;Hà e quella singolare imprecisione cli linguaggio e di pensiet·o che tanto spesso i critici stranieri rimproverano ai nostri :;crittori di filosofia, insieme ad altri difetti non meno deplorevoli.. Vedasi per esempio l'ultimo fascicolo (Gennaio) della Rivista inglese « i\Iind » a pag. 125. ~on è da stupire, a questo riguardo, se, come appunto il Faggi stesso nota, si verifica ora da noi il fenomeno, molto signifìcativ•>, clrn una forte proporzione dei giovani recentemente nominati a11e cattedre teoriche di filosofia provengono da Facoltà diver:;e da (]Uella nella quale esclusivamente le lauree in filosofia vengono conferite. La proposta, avanzata ciel prof. Faggi, come rimedio a un tale inconveniente, è da lui enunciata nei seguenti termini: « ll Regolamento attuale concede ai laureati in lettere di laurearsi in filosofia con un anno di studi filo:;ofici complementa1•i e colla presentazione di una tesi. Lo stesso diritto si conceda ai laureati di tutte le Facoltà. Perchè chi ha una coltura matematica o fisica o biologica, o sociologica, non potrebbe ii1f'atti dedicarsi alla filosofia come chi ha una col tura letteraria che è la meno indicata all'uopo 1 » Una proposta analoga è sta,ta pme avanzata qualche anno fà dal Senatore profes,;or Carlo Cantoni, e, precedentemente, fu anche discussa dal prof. A. Labriola in un opu:;colo dedicato alla ste:;- sa questione. Come pro,;egue a notare il Faggi, essa anebbc il Yantaggio di far alfluire alla Facoltà filosofica, ora quasi deserta. o inquinata dei peggiori ctctriti della Facoltà di lettere nuovi e vitali ell'menti che contribuirebbero a rialzarne le sorti e il [H'estigio ancl1c nell'opinione del pubblico. La !facoltà cli filosofia s,irebbe messa sulla Yia di di\·entare, c·omc è sno vero compito, un anello lli congiunzione fra le scienze e le lettere, impeùe11do che queste formino dei Ntinpi chiusi senza comunicazione fra di loro con graYc danno ciel sapere e della rulturn generale. La Filosofia potrebbe allora ('Ooperarc, insieme a un al tra scienza cm inentenl<'ntc coordinatrice, la Geog·rafia (e, aggiung-erei io, insieme ancl1e alla storia delle S(' ienze, disciplina di rni si \'a sempre più ricono~cendo la g-ranrle impo1·tanzn, e che, non ostant<>, come una vera Cenerrntol::t. non trnva posto in nes:;una. FacolUt) ad impedire ('he gli :;pecialisti, siano essi scienziati o letterati, :;i rinchindauo nelle lorn ri.- cerch.e particolari perdendo di vista l'univer:;alità e l'unità del saporn e i rapporti delle scienze fisiche colle mor·al i. La stessa quistione si va ora ventilando anche in :B,rancia dove puee gli inconvenie[!ti sopra indicati sono meno g-ravi che da noi. E dedicato ad essa un elaborato articolo cli E. Goblot nell'ultimo numero della Revue de melaphysique et de Morate (Janvier 1902) nel quale la proposta stessa del Faggi, è avanzata, indipendentemente, in termini pressocchè identici, colla sola variante che il Goblot esigerebbe, dai candidati alla laurea cli filosofia, il previo conseguimento, non di una soltanto, ma di due tra le licenze speciali conferite dalle altre :B,acoltà. Il Goblot si !'iattacca a un precedente notevole articolo, pubblicato nella stessa Rivista dal Bouasse, professore cli fisica nella Uni versitù di Tolosa, articolo in cui Vt;nivano messe in luce, con finissima ironia, le conseguenZf\ disastrose per la serietà e la dignità degli. studi filosofici, derivanti dal fatto che la maggior parte (per non Jire tutti) dei professori di filosofia che si a ·su mono l'uflicio cli discutere dei fondamenti delle scienze o cli caratterizzare i metodi e i procedimenti logici di cui gli scienziati si servono nelle loro indagini, ignorano delle scienze stesse perfino i più indispensabili elementi, e non sono neppure in grado cli comprendere il significato dei termini tecnici proprii a ciascuna di esse pur non sapendo a 'tenersi dal farne uso nel modo, come è naturale, il più ridicolmente spropositato: dando luogo a tutto un genere, per nostra sventura copiosissimo, di produzione letteraria, nel quale il linguaggio augusto della scienza è assoggettato a uno scempio po,~o differente da quello che ha subito il latino cli Virgilio e cli Orazio nef!li seri tti cli :1Ierlin Coccajo e clegli altri poeti maccliero nici. Un provvedimento del genere di quello che il prof. Faggi propone, oltre al vantaggio, puramente negativo, cli scoraggiare e togliere la causa di q neste scandalose razzie 1~:;eudofilosofichc nel campo delle scienze, avrebbe d'altra parte un influenza immediata per la coordinazione e, direi quasi, l'incanalamento, di quegli sforzi isolati che ora eia di verse parti vanno facendo i nostri :;cienziati per sollevarsi a una concezione sempre più elevata e filosofica del ramo rispettivo di scienza che essi col ti vano, e per rendersi ragione delle connessioni e dei rapporti che collegano q nesto agli altri e all'organismo coerente del sapere umano. Dell'attuale svolgersi e rinvigorirsi di questa tendenza, anche presso quel la stessa nazione che nella prima metà del secolo orn trascorso è stata il teatro del le più sei vaggie orgie della speculazione a:;tratta, ci fornisce un sintomo caratteristico la recente fondazione della nuova Rivista filosoficaAnn(l,ten der Natlwphitosophie ù iretta da ·w. Ostwal<l l'eminente profef-sore di cllimica dell'Università di Lipsia, colla collaborazione del prof. E. Mach, autore di quel classico volume sulla Storia elettri .\1ecc-anica elle ormai si trova trMlotto in tutte le lingne civili ... eccettuata la no:;tra. Non è fuor cli propo:;ito riportar-e dal programma di questo nuovo organo del pensiero filosofico contern poraneo, le parnle con cui lo stesso [H··or. Q,-;twald no caratt0r·izza le tendenze e il compito: • A un e 1,ora di rlisg-rcg·azione e di eccessiva cli1·isione d0I larnro i11tcllettnale segue di nuovo 1111 periodo <li concentramento e Lli generalizzazione. Lo :;tesso :;misurato accrescersi dei risultati dc 0 1le ricerche scientifiche tende a rnndere sempre più ner;cs,;aria la cura del lor,1 ordinamento sistematico e la elaborazione delle loro parti costitntivc più importanti e cli comune interes,;e •· - • Ogni scienza si srorza di rendersi conto in modo pili prel'iso e proronclo della portata e della natura d0i pr-oprii metodi e dei proprii pri.ncipii: ognuna cerca cl i riattaccare le proprie concezioni a. quelle cito dominano nelle scienze limitrofe e cli tentarne l'applicazione al di là del campo ristretto delle ricerche speciali; mentre ll'altrn parte la filosofia diventa sempre pi.ù conscia della necessità di attingere il proprio materiale dalle singole scienze particolari, esercitando, in certo modo1

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