Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 7 - 15 aprile 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 189 sicur11zione, da uni, parle uvl'ebbc lascialo modo alla Cassa Nazionale di C,;cl'cila1·c in fa,·01· della industt-ia sollifc1·a e delle classi opcl'aie quella bc11eOca funzione da 1,c,;su110 mai messa in dubbio ; e dall'ali 1'8 a vl'cbbc faciliLRLo e quasi p1·omosso lo studio a1noroso da pa1·lc degli Industriali associali, di non pochi miglio1·amc11Li 1·eclu111ali dagli opc1·ai in l'apporlo all'1mperfclta assisl.c11la acCOl'daLa dalla Legi~c vigente, miglio1·anw11Li già JJroposli al 11i11ist1·0 di .\;nicoltu1·a e clic si sal'chbero pl'cvisLi col 1·cgolame11Lo ddla Legge e con lo StaLuLo del Sindacalo. La limitazio11c dell'obbligo pcl' la 1·iassicu1·a,io11e lascerebbe npcrla la via pe1· IH fu11zio11e completa della Mutua Assicul'azio11c, da esen;ilada q1rn11do agli i11duslei.Ìli non convenisse più di tenere i11 pa1·Lc il l'ischio l'iassicuralo; pel'Ò dopo co&Liluila una l'iserva basLcvolo a fai· fronlc agli avvcnimcnLi di un Hnno i11<lipc•11denlc111enlc dallo <JUOLcordinal'ie di contributo sociale. Comun- 'JUC, il Sindacalo obbligalo1·io Siciliano, che 1,011 poL1·à mai essere limitalo alla sola piccola indusL1·ia, la quale l'igual'da una minima pa1·lc di lui la l'industria siciliana, e quella clic non presenta pericoli di grandi infortuni, sarebbe in ogni cnso 1·iguardalo come una coazione odiosa da color& i quali giudic11rono già, logicamente dal loro punto di vista, una violazione della libertà individuale la stessa legge 17 Ma1·zo 1898; menl1·c in ordine a questa voluta liL,erlà rimarl'ebbc fe1·ma quella di cosLiLÙire Casse privale. Ed a queslo mezzo previslo dalla Legge in vigore, può ricor1·crc un g1·a11dc i11dusl1·ialc, quando sia portato a 11011cul'arsi del principio scientifico sul quale fondasi la convenienza Onanziaria della 1lulua Assicurazione, principio obliato dalla Commissione nello avere fallo intravedere che possa cosLitui1·si più di un Sindacalo per la stessa industria solOfera, qua11do gli stessi autori della protesta invocarono la legge dei grandi numeri per additare alla rovina che dc1·ive1ebbe all'industria delle solfare da)la Mutua Assicurazione prevista per Unica Associa::ione nel disegno di Legge 8 Giugno. li Sindacalo Siciliano, con le modificazioni nella forma e le aggiunte sopra indicale, lende1·ehbc esplicitamente e decisamente a dare completa e corretta applicazione alla legge 17 Ma1·zo 1898 pe1· le solfare di Sicilia, che, per le speciali condizioni di luogo, di educazione degli operai, e di natura della stessa industria, presenta eccezionali difficoltà, tenderebbe ad affel'marc che il provvedimento sarebbe d'interesse sociale, in quanto, avvenuto un infortunio sul lavoro, nelle condizioni pl'evistc con l'art. i della Legge in vigore, dovrebbesi risan:ire il danno, qualunque si fosse la condizione dello esercente della miniera in rappol'lo alla Legge ed al Sindacalo. E questo inleresso sociale, non può essere menomalo o conleslalo da considerazioni meschino quali sono quelle con le quali tornesi dagli opposiLol'i, che, dato l'obbligo del Sindacato di conisponderc l'indennità, anche quand,) un infortunio dovesse a,•venil'e in una industria non ancora denunziala e per la quale l'esercente non a1•esse pagata alla Cassa sociale quola alcuna di contributo; dato quest'obbligo, che da solo basta a giustificare la opportunità del p1·o"vcdimcnlo slcsso, aumenterebbe (dicesi) l' onc1·e della legge a danno drgli indusl1·iali associati. Concludendo, le aggiunte e modificazioni agli art. 20 e 21 del disegno di L<'gge, motivate e giustificale, come io bo voluto solloporre al giudizio dei lellori competenti e disinteressali della Rioi;ta, si sarebbero prestale certamente a critiche pe1· parte di coloro che non saranno soddi;;fatli nemmeno della compiacenza dimostrata d11lla Commissione con la la1·vala escl•1sione del provvedimento 1,1·oposlo dal Gove1·no nel disegno di Legge; lullavi11 io oso pc1,sa1·c che la Camera, la quale ne aspcLLa ancora (o aspclle1·à u11poco!) la riprcse11La1.ionc, in base alle aggiunto e modifi,•azioni da me proposte e clic ful'OllO f'avol'evol1ncnLe apprezzale dall'c,11. Gianolio, av1·cbbe polulo giudicare della quistionc di p1·i11~ipioche implica l'obbligo all'Associazione pt'ofcssio1·alc; e allora sollanlo qualche Deputalo, come augu1·ava l'l11vrca, avrebbe µoLulo 1·i<'orda1·c quello clic avviene in Germauia, e affe1·ma1·e la convc11io1,za di accellarc l'eccezio11c oggi, a titolo di esperimento, salvo ad impegnare il Governo per lo studio del sistema, nello i11Lcndimenlo di csLendel'lo domani a tulle lo i11dustl'ic del Reg110. Po~1PEO CoLAJANsI ~·a?CA7oco oca xx:c~~~™1:~~·ocer::ococtY'l)(~or:oçcx Rileggendo la " Francesca ,, La se1·a susseguente alla « prima » della Frances<'a in Roma, io avevo con mc ìl manosc1·illo della tragedia, oLLcnulo dalla cortesia di Gab1-ielc d'Annunzio per guslal'nc - insieme a una compagnia d'eccellenti poeti e giornalisti - qualche pezzo tra' più danneggiali dalla . sovreccitazione della famosa nollc al Costan::i. Cos·1, lungi alla ottusa ululante platea, un' alL1·a /lrtatn:sca parve scoprii-misi, verso per verso, nell'agio della ripetizione: pagine di lirica, opp1·esso nel 101·0punto culminante dalle inimicizie del lubbionc, o spentesi sollo la volta del leaL1·0,splendevano; Lralli passionali o a1·guLi, Lipi, nessi, ricomparivano a galla e porgcvansi ali' allem.ionc. Alla lclL11l'a, la FrwtcC'Sca di Gab1-icle d'Annunzio è come una vigna che di botto il sole ir1 iglti. 00gi il d1·amma da.n11unzia110, replicalo in più città italiane con un crescendo di fo1'lu11a, esce {egei/ocon. cww,·e in. ctn oolctmc, come vuole ti poeta nel fiero commiato in cui ci consola con un maesl1·evole 1·iLOl'llOdella sua lil'ica alle beneamate ilale terzine, e ci dà il disappunto d'un filosofico verso di Danle, ch'è specchio a Dio, ristrello a un significato l1·oppo più modesto. Non che modesta sia l' edizione! f: in vece una mel'aviglia: stampala in caratteri cinquecenteschi a posta fusi; con alluminature e mi11iaLure e fregi del più puro greco-romano rinfrescato alle gentileize del Rinascimento; e le didascalie in rosso e la nota in calce che digrada in acuto aldino triangolo; e final111ente le musiche come sono nelle estreme pagine dc' messali antichi; e con la l'ilegalura eh' è degno sigillo al resto: essa é van lo al poeta che la diresse, gloria ai Treves che 'l'eseguirono, lode per l'i11,a-egno sveglio e collo di Adolfo de Karolis, e una prova di più che anche in materia d'arte tipografica, quando questa frolla e infistolita Italia vuol fare, ci l'icscc. SenLit-emo i minoici pa1·c1·i: l'inrerollato acume dei .::rilichini esteti a sudare enlusiasmi bruti o l'inf1·eddato senno dei gazzellieri manzoniani a caloncggia1·e su la Francesca e su l'edizione, che sono a dii· nieute due pose: poiché, nella miscredenza a1·Listica eh' é l'esponente della nosll'a nullaggine, una finestrata calda cj'invenzione e di creazione è spesso tenuta per una posa. E in conclusione, cel'ollo esteta e fiele gazzettiere non avran detto un fico. TanL' è: anche noi, italiano bo1·ghesume, adoriamo le melense ore sbadigliose degl'indigeni di V011d~1·voaei• miLLis celeb1·ali dal Poe; che si lisciavano la g1·assa faccia olandese con gli occhielli pel'ennerrteule assorti nell'oriolo: ed anche nella critica, dopo un po' di fre~Lolosa

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