Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 7 - 15 aprile 1902

170 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI 'J'ripoli. Si torna al brigantaggio collettivo"?- La spedizione di Tripoli è all'ordine del giorno ..Negano gli organi ufficiosi che ad essa si pensi, ma queste denegazioni non hanno alcun v11lore. Possiamo forse ammellere che a Tripoli non andrebbero con piacere né l'on. Giolilli, né 1'011. Zana•delli, ma la loro volontà e le loro simpatie o antipatie in queste quistioni non contano. Se essi fo%ero veramente decisi a non rinnovare all'Italia le lristi avventure africane, potrebbero abbandonare il poi.ere, ma non impedire l'cwoenùnento. Ci consta che la occupazione di Tripoli fu consentita dalla Francia all'Italia, esplicitamente, fin dal 1899; l'intervista t1·a il conte di Bulow ed un reporter di un giornale di Roma, dà q11asi l'impronta ufficiale alle intenzioni che vengono attrihuile al governo italiano. Tulle le denegazioni, quindi, dei suoi organi e tutte lo dichiarazioni in senso contra1·io che potrà fare l'on. Prinelli a)la Came,·a non sono soltanto vane ma anche ridicole. Non si tratta che di aspella1·e l'occasio:1e fRvorevole o di crea1·e al'lifìciosamenle e disonestamente il pl'elesto per intervenire nella Tripolilania ':! nella Cirenaica. Se il governo italiano esita ancora, ciò avviene, a nof'lro avviso, per assenza di coraggio nello assumere la responsahilitù di un allo manifesto ed ingiustificato di ostilità contro la Turchia; la quale esercita in quella plaga africana un dominio non nominale, ma effellivo. Il governo italiano forse assumerehbc rruesla responsabilità per prendersi la rivincita ùella disfalla di Abba Carima, sicu1·0, come esso si deve sentire, di potere avere ragione della debole lfotl11ottomana. La resistenza che potl'ebbero opporre i venti o trentamila soldati tu1·• chi non lo scoraggerebbe; essa, anzi, servirebbe a re11. dere militarmente più glol'iosa ed impo1'Lante l'i1npresa. È molto probabile però che se si ottenne il ptwet della Germania e della Fl'ancia non si abbia ancora ottenuto quello dell'lngl,illerra cl,e avrù potuto metto1·e addosso il suo avido sguardo sulla Cirenaica limitrofa all'Egitto, oppure aspetta una propizia occasione per contraccambiare il consenso al brigantaggio italiano con quello su di un altro brigantaggio proprio. Come verrebbe accollo in Halia lo annunzio della spedizione di Tripoli t Noi crediamo che s'ingannino grossolanamente coloro i quali a/formano che il popolo italiano in grande maggioranza si mostrerebbe avverso. Molti fattori esistono in favore della reviviscenza del sentimento che si esplica nel brigantaggio collettivo, volgarmente chiamato politica cotoniate. È in molti il desiderio della rivincita di Abba Carima: questo desiderio è ardente in alto e nelle sfere militari, e non vi sono. estranei molti di quei boni borghesi che sono affetti da sincera megalomania. Non sono poco numerosi gl'individui i quali vedono una buona speculazione nella progettata avventura; e sono, infine, numerosissimi coloro i quali vedono davvero nella Tripolitania e nella Cirenaica un ottimo affare per conto dell'Italia ed un vasto campo dove indirizzare le centinaia di migliaia dei nostri emigranti, senza far perdere loro la impronta della nazionalità p1·opria. Ai primi, nulla abbiamo da obiettare: essi sono perfettamente logici e provvedono ai loro bene intesi interessi di classe, desiderando Ia spedizione. Essi, del resto, non si limitano a volere andare nella Tripolitana, ma guardano con bramosia ali' Albania ed ai Balcani come campi di azione dova potrebbero raccogliere quelli allori che ritengono indispensabili per la loro esist~nza. Ed in proposito, agli amici nostri rammentiamo un articolo del nostro Direttore, pubblicalo alcuni mesi or sono nel Secolo, e in cui si melleva in guardia la democrazia contro le nuove e int1·aprendenti tendenze che in fatto di politica estera si manifestavano nelle nostre alle sfere. Agl'llaliani che astraendo da ogni considerazione morale ~uardano di buon occhio ad una futura manifestazione di brigantaggio collettivo credendolo vantaggioso dal lato economico al proprio paese, noi non abbiamo bisogno di ripetere lulto ciò che abbiamo sc1·il.lo in questa Rivista; tullo ciò che hanno dello e scriLto gli uomini che alla medesima fanno capo dal 1885 al giorno d'oggi (1). A costoro va indi1·izzata l'ironia finissima che Carlo Russo ha versato in un al'lirolo del Tempo di Milano sulla conquista det mondo, sul .flirt internazionale italiano, sulla f'atuilà cou cui si pensa di andare a buttare centinaia di miliopi in Africa, mentre tanti rni11arciosi problemi, economici e sociali, rimangono insoluti in Italia, ·p,·ecisamente per maucanza di da11aro. Con ciò, r1uanlun'lue 11011 re ne fosse stato il bisogno, abbiamo dichia1·alo esplicito il pensiero nostro sulla deplorevole avventura bl'igantcsca che si va m111.urc1ndo. Possiamo noi sperare d'impedirla'? Possiamo noi attenderci dall'Estrema una e/Ticace e Yilto1·iosa opposizione 1 Non siamo cosi ingenui da pe11sarlo. Egli è vero che il Guascone del sociàlismo ha fallo appello all'ope1·a concorde dell'l!.'8tt·l'ma pe1· impcdi1·e la spedizione di Tripoli; rna come essa potrà farlo cogli ordinamenti politici attuali? Potrà e;;sa distruggere l'art. 5 dello Statuto? Essa non potrà che presentare qualche interpellanza, come ha gii, fallo l'on. Miralielli. Alla interpellanza si risponderà dal Governo con vaghe parole o si 1wglie1·anno addirittu1·a i propositi attribuitigli; un brutto giorno, poi, il fallo compiuto verrà annunzialo. Così l'Estrema ?.vrù potuta scinrlere la prop1·ia 1·esponsabililà da quella dei governanti; avrà potuto fare la sua doverosa anticipala protesta, ma non avrà polulo impedil'e il fallo. Questo, però, poirà servire a distaccarla detìnitivamente dal Ministero. ('erchè un avvenimento del genere di quello che discutiamo, possa essere impedito dalla maggioranza del popolo o da coloro che lo rappresentano, occorrerebbero per lo appunto quegli ordinamenti politici che sono stati sinora calunniati e derisi dai socialisti come 1°idi~ coli ed inutili. Le dissertazioni dotte e brillanti sui rapporti tra militarismo e politica coloniale, l'invocazione dell'autorità di Spencer, di Darwin o di Marx per condannarla, si riducono ad una vana e meschina esercitazione retorica quando si consacrò la dottrina, l'eloquenza, l'ingegno a combattere le istituzioni efficaci ad impedire gli attuali lemuti avvenimenti politici (2). (1) Raccomandiamo ai lettori la seconda edizione della Politica coloniale dell'on Colajanni nella quale troveranno ampiamente svolte le ragioni contro il brigantaggio collettivo. Per gli abbonati della Rioislct il prezzo da L. 3,50 è ridotto a L. 1,50. (2) Quello che valgano le istituzioni in falto di politica colonia]., potremmo saperlo benissimo se potessimo leggere i documenti che appartennero a Francesco Crispi e che non sappiamo se siano sfuggiti attraverso i famosi suggelli di Villa Lina. Che cosa pos· sano contenere quei documenti altra volta abbiamo accennato; poe• siamo anche oggi farne menzione prendendo atto della valanga di ' ◄

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