RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 157 compiuta dal legislatore italiano; e se e le condizioni del tempo, e ragioni di politica convenienza, e consideJ'azioni di momentanea necessìlà, fors' anche, la spiegano e in parte la giustificano - essa non è per ciò meno deplorevole, come non meno dannose ne ful'Ono per _ciò le conseguenze. E fra i danni eh' essa cagionò non piccolo sembra a me quello di aver contribuilo a diffondere e ad affol'- za1·e quel pericoloso semplicismo che l'aveva posto in essere, e di averci, così,· resi assai proclivi a trapiantare tra di noi, con leggerezza rara e senza curarci di adattarle alle particolari .esigenze della società nostra, istituz:oni che in altri paesi han fatto buona prova, e per ciò solamente che all1·ove sono state attuate con successo : - come se la ragione di questo successo risieda in un'intima virtù propria del!' istituzione stessa, e non piuttosto in determinate condizioni della società che l'accoglie. • Ancor oggi questo semplicismo - che è figlio della nostra profonda pigrizia mentale, e per ciò tanto caro alla nostra pigrissima anima latina - è assai diffuso, non ostante che ne siano fin troppo noti i deplo1·evoli effetti. Bisogna dunque combatterlo ogni qual volt& l' occasione se ne prese,:,ti; ed il combat:erlo diventa poi pe1· gli studiosi nn dovere, tutte le volte· eh' essi propongano l'attuazione di una riforma già sperimentala in altri paesi. Si dovrà allo1·a, s' io non m'inganno, porre ogni cura nel!' indag8l'e le condizioni che altrove ne hanno agevolato o determinato il successo, e nel metterle a riscontro. accertale che siano, con le corrispondenti condizioni della società nostra, per poter poi modificare opportunamente la riforma giusta le speciali esigenze di questa; la qual cosa, del resto, è conforme ai più elementari crite11 della ricerca positiva. Or proprio questo noi abbiamo trascuralo di fare, specialmente per ciò ohe riguarda l'esercizio municipale dei servizì. Noi ci siamo soverchiamente preoccupali di notare e di far rilevare il numero sempre crescente di imprese industriali che i Comuni inglesi ,gestiscono direttamente, ed abbiamo sprecate molte parole per spingere i Comuni italiani a seguirne l'esempio; ma di ciò ~he più interessava, proprio di ciò, abbiamo taciuto; e non ci siamo neppur poste le domande: - Questi risu!- tati sono per avventura dovuti a speciali condizio11i dei comuni inglesi? - Se si, si ritrovano queste condizioni nei comuni italiani? - E in luUi o in alcuni solamente! - E si ril1·ovano tutte o solo in parte? - Comunque sia, può il legislatore abbandonare all'arbitrio dègli enli locali l'esercizio delle industrie municipali'? - Se no, di quali /?Uarenlie e cautele deve circondarlo, come regolarlo? Ed intanto il buon pubblico nostro, <:he per naturale tendenza e per educazione è semplicista, ha creduto e crede - a forza di udi1'cela tanto lodare - che la municipalizzazione possa e debba essere attuata da per Lutto, e che da per Lutto essa debba dare buoni frudi, - la qual cosa eYidentemenle potrebbe anche non accadere. Grave è dunque Ja lacuna esistente nella nostra letteratura municipale; e noi tenteremo di colmarla con uno studio che fra breve pubblicheremo su queste colonne, ld al quale ci permelliamo di rimandai-e il lettore. Intanto, poi che le notizie relative alla espansione della vita municipale in altri paesi hanno il loro valore, come quelle che, mentre incoraggiano alle riforme quei municipi nostri nei quali una nuova coscienza civica s'è già formala, recano il germe fecondo dell'idea riformatrice là dove il rinnovamento non s'è ancora inizialo; e poi che il fenomeno stesso è di per sé inle1·essanle a studiarsi - noi lo seguiremo nei suoi progressivi sviluppi, e daremo a volta a volta notizie ordinale e per quanto ci .,:;arà possibile complete su ognuna delle nuovissime funzi0ni municipali, e, per ciò che riguarda la funzione industriale, su ogni singola industria separatamente. Questo modo di trattazione, che permette 111 lettore di segui1·e lo sviluppo di ogni singolo servizio o funzione, e di formarsi un'idea dcli' importanza di ciascuno di essi, mi sembra preferibile al sistema, alquanto inconcludente, da altri seguito, di raccogliere insieme brevissime notizie relative a rami di attività disparati. Nei Municipi inglesi. I telefoni (1). Ognun vede ed inlende quanto grande sia nella presente civiltà industrialP., in cui il tempo è ve1·arnente denaro, l'utilità e l'importanza di un mezzo di comunicazione semplice, rapido ed economico come il telefono; ed è quiudi naturale che i municipi inglesi - tanto solleciti degli interessi e dei bisogni dei loro amministrali - cerchino di esercitare direttamente quesL' importante servizio, di cui l'uso si diffonde sempre più cd in cui i mali derivanli dal monopolio privato diventano sempre più insopportabili. I telefoni erano da principio in mano di molte società private, di cui la più importante era la « National TelephonB Compàny ». La legge sui telegrafi del 1892 diede al Governo il diriltò di acquistare dalle società private le linee principali (trunck tines) esistenti e di impiantarne altre. Nel corso delle trattative fra il Governo e le varie società telefoniche private, queste furono tutte assol'bite dalla N. T. C.; cosicché il Governo ebbe a fare con una sola Compagnia potentissima. Le nuove trattative riuscirono ad un concordalo, il quale, mentre dava dirillo al « Post Office » di acquistare le principali linee intercomunali esistenti e di impiantarne altre nuove, abbandonava completamente alla Compagnia l'esercizio delle reti urbane. Cos·1 il concordato non solo riconosceva una Comp11gnia costituitasi per sfruttare la comùnità, ma, non tutelando in alcun modo gli interessi degli utenli. le accorda va un illimitato monopolio. La Compagnia divise il territorio in telephone areas, e restò sola padrona del campo sino al 1900. Essa aveva un capitale di oltre 3.250.000 sterline, dal quale ricavava - detratte tulle le spese e il canone di L. st. 54.000 dovuto allo Stato - un profitto nello di L. st. 217.725, che le permetteva di corrispondere ai suoi azionisti un dividendo del 7 OIQ. Il contenuto del concordato non era conosciuto, perché tanto il ministro conservatore che l' a"cva conchiuso, quanto il suo successore liberale l'aveano pudicamente tenuto segreto; ma ciò non ostante, alcune città iniziarono subito una vigorosa agitazione contro l'esoso monopolio (1) Le notizie che qui riferiamo le abbiamo attinte alle seguenti fonti: r-tuoo, StiidlcoerwciUnng und Muni;;ipcil - So;;iali1;!nu;; in 'f:nyland, -Stutt.eart, 189i, p. 249 e seg. ; Mo:-n:T, Elude sur le Socialismc muniripal a11glnia. Paris, 190!, pag. 95 e seg. ; Repo,,t /1'0,n the Joint Select Committee of the 1-fou·e of Lords ancl thc llousc o.f Commons on Nluni.- cipal Trciding, l900, p. 220 e 314; Tlw Municipal Journal (vedine specialmente i aum. 13 apri], ,1 e 29 june, 26 october 1900 - 13 december 1901 - e 3, 10, li, 24 Jauuary 1902); e The J\foniciµnl Year Book of the United f(ingclom for 1902, by R. DoNAT.D(London, Lloyd, 1902), p, 40i - 415.
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