Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 5 - 15 marzo 1902

RlVISTA POPOLARE Dl POUTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 115 lare, èhe suscitò molti commenti e abbastanza vivaci. Alcuni gli rimprove1·arono che egli suonasse)e campane a morto della monarchia, e che se la intendesse perciò coi repubblicani; ·altl'i invece giudicarono che egli si sbaglidsse nelle sue previsioni. A tutti egli rispose nella Vita lnterna~iunu/e del 20 Febbraio con un articolo che non potemmo rilevare nel N•· precedente della Rivisfo per la solit>1 tirannia dello spazio. Il ritardo, però, non diminuisce in guisa alcuna la importam:a delle cose da lui dette. « monarchico di buon senso dovesse sempre dir corna « della repubblica e del socialismo, in tutto e per tutto ; « e come se un repubblicano od un socialista, di buon « senso ancora, dovesse sempre dir male della monar- « chia. Queste sono stupidità così g1·ossolane e sciocche « (quando non sono malignissime) che non entrarono « mai e non potranno mai entrare nella mia Lesta. La « quale, da un gran pezzo, è solita a giudicare (bene o « male che sia) da sé, senza aver prima ottenuto il « placet di nessun partilo. Se disciplina di partito deoc Egli scrive : « Cosi per la " Vita lnternazionale come « per l'egregio Calvi, la mo- « narchia in Italia sarà po- « polare o non sarà. Io, in- (( vece, ritengo che la mo-' « narchia popolare, come la « s'intende ora, non potl'à « sostenersi a lungo in Ita- « lia, per le ragioni già dette « altra volta. Delle quali vo- « glio ripetere questa sola; « che una monarchia popo- « lare ed un governo popo- « lare quindi, non possono « a vere per iscopo, imme- « diato e diretto, se non il <( soddisfacimento delle aspi- " razioni verso quelle che il « popolo adesso ama chia- « mare « le proprie rivendi- " ca::ioni )>; rivendicazioni, « le quali, dovendosi pur ri- « durre, un giorno o l'altro, « ad una forma concreta di « governo, non potranno con- <( cretarsi appunto che 11clla « forma repubblicana, a cui « esse irresistibilmente mi- « rano e conducono. Impe- « rocchè: o io non intendo « nulla delle cose di questo « mondo, o Lulto il movimen- « to popolare che ci avvolge « e travolge, è un movi- « mento socialistico - rcpub- « blicano. Capisco anch'io, « per corto che sia, che se « quel rnovirr.ento fosse, in- « ~•ece,sinceramente monar- « chico, la monarchia ne ver- « rebbe di molto rafforzata: « ma poiché, anzi, esso è « contro la monarchia, que- « sla, seguendolo, non può UN libro di premio ai nostri abbonati Sia.mo lieti di annunziare ai nostri amici ed abbonati che mercè la cortesia dell'autore G. Renzi e dell'editore Colombi noi possiamo dar loro in premio I'elegantissimo volumetto del primo sugli Anciens LUgimes e la Democrazia diretta con lniroda::ione cli Arcangelo Ghisleri. Non esageriamo affatto assicurand·o che il libro del nostro amico e collaboratore Renzi è uno dei pi.ù forti, che sorra argomenti politici si siano pubblicali da alcuui anni in qua in Italia,. Esso costringe a pensare tanto i monarchici quanto i repubblicani, tanto i progressisti quanto i conservatori. I nostri lettori ne troveranno l'indice analitico nell'ullima pagina. Hanno cliriLlo a domandarlo tutti coloro che si trovano in regola coll'abbonamento e che aggiungeranno alla richiesta L.1,20. Avve1·tiamo i nostri amici che ue abbiamo u11 nu111ero limitato di copie. La R,•dazioue « significar rinuncia o vio- « lenza alle proprie coMin.- « zioni, io non sono pàrti- « gianu di nessunn. Monar- « chico sono e rimango, ma « a mio modo; cioè, senza " idolatrie, e con molta li- « bertà quindi e indipenden- « za di giudizi, e sino a quan- « do sarò convinto che la « monarchia serva bene alla « pl'osperità e alla grandez.za « del mio paese ». Chi ci segue da un pezzo comprenda eh~ noi riproduciamo queste parole oneste con vero compiacimento, perché noi siamo un po' nella stessa condizione in cui si trova il Prof. Vidari; siamo, cioè, repubblicani, m~ a modo nostro, e che alla· disciplina di partito non sagri~ fichiamo le nostre convinzioni. Constatato questo punto di contatto tra noi e il Professor Vidar·i, ci permettiamo di domandare: se ta monarchia secondando le rivendicazitJni popolari scaoa ta propria fossa, che cosci essa llovrebbe fure per consolidarsi? Logicamente parrebbe che egli propenda per la resistenza alle rivendicazioni popolari. Questa conclusione contraddirebbe ai propositi liberali che egli ha ripetutamente manifestalo; ma sarebbe la conclusione logica delle sue premesse nella presente discussione, come é stata da lui « (sia pure in un giorno lontano) che venirne ll'avoìta « e distrulla. Nè questo io desidero: tutl' altro! Ma, « piaccia o non piaccia, avveri-à. E i faÙi govel'nano il « mondo; non i nostri _desideri. » Que5ti prognostici, che sono confo1·mi ai nost1·i desideri, e che ci sembran0 1·isponde11tialle realtà, c'inducono a rivolgere qualche domanda ali' illustre insegnante dell'ateneo pavese. Priina di fo1·mulal'ia ~-e1·ò, ci piace riprodu1Te la 1·isposta che egli dà ai monarchici, che lo hanno accusato di e>1se1·eamico dei 1·cpubblicani e dei socialisti, solo perchè egli ha esposto quello che gli semb1·a essel'e 111 ve1·ità. irnpostatn. E questa conclusione chiara ci suggerisce a domandare: non pare al Prof. Vidad che le concessioni siano il metodo essenzialineute evolutivo ed utile che ha prolungalo indefinitivarnente la vita delle istituzioni che gli sono care'? Saprebbe egli dirci qual' è stata 11:1· sorte delle monarchie che si sono affidate alla resi- « Lojola, egli soggiunse, fu più galanluomo! Come se Il Con;.;-i·csso di 'l'o11t•s. I.a 1uancata uuità del 1oa1·tito ;.ocialista francese. La soppl•essione della Pr,~,;;itl•~nza della repnhblica. - La J'iunione del Cong1·Cstio socialista fra11ccsc in Toul's ù stata annu11-

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