136 fl!VIS1'A POPOLARE DI POLITICI. LETTERE E 'ìCIENZE SOCIALI dr<.:a citique miliarcli di lire! I.I l{egno Unito è il principale cliente cd a,.;sorbe il 50 °[., di tali esportazioni ; ma la sezioni;) dei mercati esteri non è sodrlisf'atra, e sta preparando un esteso rapporto riguardante le produzioni agrarie che il Regno Unito riceve dagli altri paesi allo scopo di sostitt1il'li: « Sarà spw·iale oggetto di questo rapporto. dice il seg-retario per l'agricoltura, di 111cttere in evidenza le opportunitù elle e,;isto11O per estendere il, nostro com n1ercio su i mercati bl'i tanni .. i in concorrenza agi i altri [Jaesi elle ri es0rcilano un commer<.:io lucwativo. » Studi e rappoi'ti congiunti verranno quindi p11h blkati rigua1·do alla Germania, alla Frnncia ed ;ti Paesi Bassi, che asso1·bono gran parte dei prodotti agricoli americani. 'Il 1-{,o,-sati chiude qu~,;ta parte del!' intere;;sante t·elazione r.on qur,sto grido di allarme che r-iprorluciamo integr-almenle: « 1 vincoli di J'ilzza ml i grancli i:nti>1·essi cconon1iei esistenti rra I' lngliilt01Ta e gli Stati Cniti, p0r c11i q11este dne grnndi 11azioni faranno sempre <.:a11,-acomune. costituiscono giù per se stessi clei vaotagµ-i pel commercio degli Stati Uniti nel Regno Unito, ai quali vengono ora ad ,·l/!'gi11nger~i la prorerbiale iniziai iYa ed intraprnn,lenza americana. Barliau1ù quindi eh(' la inYaclente concorrenza ,tmericana non veng·a ,t l'al'ci perdere il posto el1e occupiamo pei ~111ercn.ti i,1gle,;i, il pericolo 11Jaggiore essendo per gli aranc:i, la rrntta fresca e secca, i leg1uni e le frut.ta in c·on- :st\l'l'a. Raddoppi111110 1p1indi cli energia verso i nwr0ati del Regno llnito, appro/it.t.ando d('I vantag·gio della Yicinanza e dei noli minori; e Jo stesso cl'irasi per la Gel'mania e pei P,iesi B,tssi, mercati che dobbiamo coltivare con maggiore attività ed inlt-aprendenz,L Ed ;\ questo S\'Opo ci potrnnno in parte gionlre In Jll)tizit> conti>n11Le nei 1·apport i stessi elle il segretario cltdl'agricolt,ura degliSiati Uniti sta ra,·endo compilare nell'interesse ciel 1·omuier,:io americano pei paesi ond' ò parnla. • Nt,i crediamo che .il .l{os!'-ati mostri 11n ottimismo i1Tagionevole c111nndo ,\<.:renna alla nostm nrnggiorc ,·it-inanza ed ai noli 1l'it1hassi per l' Jnghilt(HTa. Completiamo, perù, il s11Ogrido cli allarme avve1·tendo elle il compartimento dell'Agric,;oltura americano favori~ce 1lirettamente l'esportazione, assicurando ·il capitale dei prodotti esportati a coloro elle li sottopong·ono al l' esame del l' U flicio. Questa prncligiosa e peric;olosa - per noi - en-lorescenza ag1•;:i.ria a111erirana, prnva realizzata la profezia fatta. molti auni or sono. dal Le,·asse11r. e che suona così : fi·a 7Jrenela co1woi·ren:::a agi•icola americana sorà. più te111i/Jile per i prodotti ai-'borei che pei cereali. La realizzat.-i profezia la !sottoponiamo alla meditazione del I' illu:::tre Prof. Loria e degli altri clic raccomandano la sostituzione delle piante arhorec alla col tura dei cerea! i. Il nostro premio agli abbonati Vedi aooiso ultima pagina. RIVISTADELLERIVISTE A. Leroy Beaulieu: li giubileo di Leone X 111.- 11 pa pii Leone Xlii sla celebrando il venlicinqucsimo a1111ivc1·- -;111·iodella sua esaltazione alla caLLedra supr·e111a. Nel '1878, il giorno dell'inco1·oname11Lo di Gioacl'hinf) Pecci, nessuno 1:1vrebb1· supposlo che le pe~a11Li chia\'i di S. P1et1·0 f'ossel'O dovute 1·PsLare Lanlo nelle mani sca1·ne del nuovo Leone. Prodigio più so1·p1·endenll•, egli ha sapulo ringiova11il'e l'anlica Chiesa e rin11ova1'ne, ~e 11011lo spirilo, almeno la polilica, mosl1·ando, ceni.o anni dopo la Rivoluzione, qu11I posto tenga la calted1·a 1·0111ana quando è occupata da un papa che abbia l'intelligenza dei Lempi nuovi. Se non ha polulo 1·endere 111 ponlificalo supremo il suo regno teneslre, Leone Xlii ha fallo di più per la Chiesa, ha sapulo restaurare il,, llll'elù sceltica, l'ascendenle morale del Papato. Non 11Ye11do polulo ricupe1·are Roma, ha lavoralo a 1·iconquislalo il mondo. Per misurare l'opera di Leo ne Xlii non si deve che comparal'la con quella di Pio IX. Leone Xlii e Pio IX sono due> g1·andi papi, benché diversamente e inegu11lmenle gr11nd1. 'J'1·a i due, le opposizioni sono cos·1 inanifeste che sembrano andare fino alla co11Lraddizione. Trn loro lullo é dissimile. Alla l'accia grassa, alle gol.--: pieuc, ai tralli nobilmenle regolari di l'io IX., in cui Lui.lo respirava la forza, la vita, il calo1·e di una nalura espansiva, paragonale la figura mag1·a, lunga, ossuta di Leone Xlii, queslo viso pnlliclo di asceLa, in cui Lulla la vita è negli occhi e 11el sorri~o fine delle labbrn sottili! In lui la carne e la materia seml)l'nno 1·idolle al minimo, egli é lullo spirito e tulln inlelligenza. Si di1·ebbe questo corpo, esangue e come diafano, affrancalo dai bisogni della vila, lo si dir·tbbe un'amma in un vaso di alabaslro dalle pareli diafane, un simbolo del Papato spoglialo del suo dominio temporale e del suo invilunpo male1·iale, e ridovenlaLo, lullo inliero, fede e spirito. All'inverso di Pio IX, che era un or-alore e un improvvisatore, Leone Xlii si é moslralo uno scrittore, un pensalore, amanle di medilare lungamenle, di ponde1·ne il suo linguaggio. Senza uscire dal chiostro del Valicano, senza aver guadagnala l'alleanza di alcun imper11lore e di nessun polcslalo, con la ,;ola a1·ma della pal'ola scrilla, egli ha rico11quislato u11 asce11denle che il Papalo avern pPrdulo dopo il g1·ande scisma e dopo la Rifo1•ma, La socielà moderna è nelle strellezze, e la Chiesa, di cui essa p1·elendeva di poter fare a meno,con Leone Xlii si crede in dirillo di coope1·are nlla sua salute. La Vecchia Chiesa che si vanta d'aver portalo nei suoi fia11chi la civilLà moderna, rifiuLa di credere lenninat11 111 sua missione, rifiula di l'inchiudersi nell'ombra delle sue basilicl1e per salmodiarvi in pace la sua sonnolenta lilurgia. \'i é nel fondo delle lombe degli apo~Loli, un accumulalo1·e secolare di forze mo1·ali, di cui l'elà passai e non hanno ancora spossalo l'energia, e di cui il mondo contemporaneo avrebbe torlo a non lene1· conLo. Come non rallegrarsi vedendo queste forze, una volta diflidenli di ogni libertà e di ogni libero progresso, collaborare alla grande ope,·a della pace umana e del rinnovamenlo sociale t QuesLo è ciò di cui, crisliani o i11c1·eduli, tulti gli uomini ~he pensano e lulli gli uomini che soffrono, LuLli quelli che si onorano di lavo1·are per la pacificazione della societa co11temporanea devo-
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