Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 5 - 15 marzo 1902

114 RIVISTA POPOLARE DI POLITJC.A, LETTERE E SCIE'NZ!t SOCIA.tJ GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI ~ Repubblicani, socialisti e ministero. - La soluiionè - della crisi ministeriale, l'iniziata discussione sulle comunicazioni - non fatte! - del Presidente del Consiglio e le decisioni prese dai gruppi parlamentari repubblicano e socialista giustificano tutta la nostra condotta politica, e confP.rmano, sino nei minimi dettagli, - anche sorpassandole - le nostre previsioni. La ripresentazione del gabinetto Zanardelli era pre- .vedibile. Per poterla fare oggello di critica ci volle lutta--{acutezza e la ironia spietata e inesauribile dell'onorevole Antonio Pellegrini, che l•) considerò militariz:;ato per ordine del Re. Le critiche s9stanziali, che si possono rivolgere al ministero per l'azione spiegata negli ultimi tempi, più che dai conservatori, che aspirano a raccogli<>re la successione, vennero esposte, con forma elevata e con gr·ande equanimità, da un conservatore autentico, e che ha anche da conservare i suoi sessanta milioni di patrimonio:;dall'on. Qnin.tieri ..Ma, questi, non esitò a concludere che quali che abbiano potuto essere gli errori e le r.olpe degli on. Zanardelli e Gio\itti, bisognava dar loro il voto di fiducia, non solo come ad un pis atler, ma anche perché nella situazione in cui il ministero si era trovato, e colla eredità che aveva raccolto, non c'era da,_fare di meglio di ciò che esso aveva fatto. Queste considera:.\ioni 1·ipetute da allri oratori ministeriali di sinistra non fecero la impressione che destarono uscendo dalla bocca di un grande ed autentico latifondista del Mezzogiorno. Ma che il ministero meritasse nel momento presente l'appoggio di tutta la parte democratica risulta con maggiore evidenza dalle decisioni del gruppo parlamentare repubblicano e socialista. I rP.pubblicani dopo lunga discussione stabili1·ono ... di astenersi dal voto. Noi non possiamo rallegrarci coi nost1·i amici della decisione presa, ch'è la meno rispondente alle tradizioni del Partito, la meno opportuna nelle condizioni presenti, e che tulla la eloquenza originale e lutti i razzi brillantissimi dell'on. Pellegrini non riuscirono a giustificare. Noi avremmo comp1·eso il voto decisamente contrario in nome della logica intransigente, dell'eccidio di Berra, della militari:;za,;ionc, dell'ordine del giorno di Ancona; ma non ~omprendiamo l'astensione, e comprendiamo meno il desiderio esp1'esso di elezioni gerierali dalle qunli esca una Camera che consenta un migliore funzionam€'nto dei partiti costituzionali. E a loro che ne importa'? A decisione presa un deputato lombardo diceva : se devo stare alla Camera per astenermi, preferisco di andarmene I Ed aveva ragione. Ma chi impose l'astensi,ine ~ L'ordine del giorno di Ancona, che venne rispettato a metà. Non si poté rispettarlo interamente perché alla coscien_za della maggioranza dei deputati repubblicani ripugnava di votare contro il ministero; cosi si venne alla transazione e si deliberò di astenersi. Più clamorosa è stata la contraddizione dei socialisti; più completa la ragione che i falli ci hanno dato alla distanza di pochi giorni. Alcuni nostri amici ci u,ossero rimprovero per il giudizio severo da noi enunziato nel numero precedente sull'ordine del giorno Bissolati; qualcuno anche lo sup· pose suggerito da speci'ale animosità della Rivista contro i socialisti 1•.• Ma che animosità d'Egitto I Noi avevawo tanta ragione che il gruppo parlamentare socialista si è affrettalo a darcela piena, esplicita, diremmo ,,uasi in forma brutale, rinnegando l'ordine del giorno Bisso la ti e decidendo di votare pel ministero. Ci vollero tre giorni di animatissima discussione per venire a questa decisione. Notiamo nella discussione queste due particolarità: 1° la lealtà dell'on.· Bissolati, che non esitò a dichiarare di essersi convinto dell'errore commesso; 2° un'argomentazione nobile e generosa del-. l'on. Berlesi. A chi osservava: le masse elettorali son.o per la intransigen:;a, egli rispose : Ebbene I oggi votiamo pel mini.~tero e consolidiamo quell(l clic abbiamo ottenuto sinora in jàtto di pubblir-he libertà; domani gli elctto,·i saranno pcidrnni di sronfcs1:1arci.il bene resta al partito; il danw1 lo subiremo soltanto noi come pcr·son('. I telegramrn i dei ferrovieri e dei contadini fecero tracollnre la bilancia dal lato di B0rtesi. Cos·1 i pochi intransigenti capitanati da Ferri rirnnsero sconfitti. li gruppo socialista, poi, seppe sciegliern l'oràto1 e incaricalo di spiegare il p1·oprio pensiero. Cnn1millo Prnmpolini fu di una logica e di una eioquenzn co1nmoventi, che provoca1·0110 1'1111erventosimpatico del Presidente Biancheri. In ogni modo le decisioni d€'l gruppo repubblicano e quella del gruppo socialista hanno eYitaln lo scandalo di vedere abbatt.uto col conc0rso dei d0mocratici il rninis1.e1·0, la cui colpa maggiore, ,;econdo gli oppositori costituzionali, è quella di avere favoiitu :•organizzazione e la p1·opaganda dei sovversivi, di ave1·e permesso gli scioprri agi-ad, di avere risoluto il graYe 1-'roblema dei ferrovieri dopo diciasette anni di attesa 1 Nel voto avrà il Minislero ia maggioranza t Noi non • lo sappiamo; e se dovessimo giudicame dai grossolani errori commessi dal Gabinetto nella composizione delle Commissioni e specialmente della Giunta genera le del bilancio noi potremmo prevederne la sconfitta, tanti sono i malcontenti e gl' indignati per certe bestiali esclusioni. Dalla Giunta generale del bilancio, atl esempio, vennero escluse tutte le migliori competenze finnnziarie ed economiche - Pantaleoni, De Viti De Marco, Alessio, Maggio1·ino Fenaris, Rava-; da quella della Bibliotecn e dei trattati di commercio si escluse Luigi Luzzatti ... Una vera enormità. (1) Ma di questi errori noi non ci curiamo. Noi giudichiamo il ministero nella sua politica interna e nel 1110mento presente, sullo quistione degli sciopei-i e dei ferrovieri. Perciò lo riteniamo meritevole della vittoria, e gliPla auguriamo. * l,a u1ona1.'chia popolare - r,•oi::-nostici 1uona.t•- chici. - li prof. E1·cole Vidari è nionarchico; ma sincero. Egli non conosce gl' infingimenti ordinari di coloro che della politica fanno una speculazione; guarda m fac- .?.ia alle cose ed agli uomini, e sopratutto non si pasce d' illusioni. Nei suoi scritti, perciò, c'è una sincerità rarn, che abbiamo sempre ammirata, e che c' indusse più volte + a riprodurre i suoi giudizi, specialmente durante il periodo della reazione dal 1898 al 1900. Altra volta scrisse un articolo sulla Monarchia popo- (1) Un fatto da notare. Le migliori votazioni per la Giunta genei-ale del bilancio le ottennero i deputati dell'Estl'ema; !'on. Colajanni ri use\ il secondo.

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