128 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAU fizzato dal potere; vi si può vedere messi di fronte i discorsi di Millerand ministro e quelli di Millerand deputato di opposizione. Ess1 differiscono di tono, come è naturale; ma essi hanno il medesimo contenuto. Si sente negli uni come negli altri la probità dell'oratore che ama meglio andare al di sotto che al di là del suo pensiero. Oggi non ha niente da rinnegare di Ieri; Ieri non ha niente che contradica l'Oggi. Conoscete molti uomini di Stato che affronterebbero così a cuor leggero una pruova analoga, il c-onfronto del loro presente e del loro passato 1 Lavy, nella coraggiosa prefazione che ha messo al libro, sembra credere che si produca nel temperamento della Francia un cambiamento grave; che dopo cent'anni di scosse rivoluzionarie, essa doventi o ridoventi evoluzionista; eh' essa infine sia maggiore e abbastanza intelligente per rinunziare ai colpi di mano e ai colpi di testa, per rimpiauare la forza brutale con la forza del numero ; che il socialismo, per conseguenza, è pronto a proseguire il trionfo progressivo e legale delle sue idee. Io lo auguro, ma non sono ben certo che questa rinuncia ai sogni di. violenza sia profonda e definitiva; da una parte l'impazienza, dall'altra la paura, da tutte e due le parti l' egolSmo malinteso, possono fare ricominciare le lotte sanguinose tra le classi che si contendono. Chi sa quale tat.: tica delle circostanze impossibili a prevedersi, possono suggerire in un dato momento? Si può, si deve desiderare l' economfa di una guerra civile, ma nessuno potrebbe dire: Sono finiti i giorni delle crisi dell' evoluzio·ne che si chiamano rivoI uzioni. Pur non sapendo quel che ci porti il misterioso avvenire, il passaggio di un socialista al Ministero, sarà una data nella storia del ~proletariato francese. Come ha detto non ricordo quale conservatore, sarà quando Mi.llerand scenderà dal potere elle si potrà misurare l'importanza dell'opera compiuta da lui. Si cesserà allora di vedere soltanto certi compromessi inevitabili che gli furono imposti con la funzione stessa che aveva accettata per la difesa della Repubblica, e, se si può esprimerlo così, pel mestiere di ministro della società borghese; ma ciò che egli avrà fatto per rialzare la condizione degli operai, per convertire ai sacrifici necessari i detentori del capitale, infine e soprattutto, per rendere alla Francia il senso e l'appetito dell'azione intelligente, risoluta e calma, tutto ciò resterà in piena luce, sia come l' interessante tentativo di un Turgot, ai tempi di Luigi XVI,. per fare dolcemente una parte della rivoluzione a colpi di decreti, sia come il principio di un orientamento nuovo nei partiti di avanguardia verso la trasformazione lenta e continua delle nostre istituzioni economiche. GEORGES RENARD. Per abbona'l•si alla " RIVISTA POPOLARE,, manda'l·e cm·tolina-vaglia all'On. Dr. BAPOL. OOLAJANNL Roma. Una !ftande. camotia nanoocde~ Secondo. me la discussione sull'esercizio delle no- . stre ferrovie é spostata nelle sue fondamenta; per - chè si confonde l'industria privala propriamente detta. delle ferrovie, che è quella della libera costruzione ed esercizio privato in piena -concorrenza (come è in America in Inghilterra ed in altri stati, dove l'iniziativa privata è libera di _costruire ed esercitara senza limiti ferrovie in concorrenza alle esistenti) mentre in Italia, le ferrovie, per essere state costrutte con capitale di stato, sono state circondate da una specie di privativa che costituisce un vero. monopolio di stato senza possibile concorrenza. Stabilito quindi queste due posizioni fonda men tali di diritto ferroviario, affatto diverse l'una dall'altra, cadono di per sé tutte le teorie in favore dell'industria e dell'iniziativa privata, completamente bandite dal!' Italia. Infatti, i genovesi gridano dal mare che sono mal serviti, i lombardi ed i piemontesi fanno eco dall'interno; ma anche se si volessero mettere d'accordo e farsi da loro altre linee concorrenti, sarebbe loro inibito dal governo, perché le esistenti non raggiungono le prescritte 150 mila lire d'introiti lordi per chilometro, restando cosi tarpate le ali alla iniziativa privata sull'industria dei trasporti. Per modo che, volendo ristabilita in Italia l'industria privata sui trasporti. bisognerebbe che lo Stato. vendesse all'industria privata tutte le sue ferrovie, lasciando piena libertà ali' iniziativa privata di costruire ferrovie concorrenti; cosa che non si farà. mai, percl1è non· conviene, conservando il sistema delle ferrovie di Stato, da non confondersi con l'industria privata, e da non potersi mai discutere coi criteri della libera industria privata. Ciò premesso, non resta che esaminare i risultati del sistema misto, cioè, con proprietà dello Stato, ed esercizio privato: di un monopolio di Stato. . Come tutte le misture costituiscono un falso e un inganno sulle produzioni naturali, ravvolgendo nel mistero le esplicazioni più semplici a scopo di speculazione, cosi è avvenuto ed avviene nel nostro, esercizio ferroviario. Esso è di Stato quando perde; è privato quando guadagna. Di Stato, se c'è da mi litarizzare i lavoratori della ferrovia per ragioni politiche e d'ordine pubblico; privato se si tratta di sfruttare gli stessi lavoratori. Ded.ico ai. privatisti in buona fede la seguente storia(?,\ di una vera grande camorra nazionale che ha potuto nascere e svilupparsi, grazie appunto al loro prediletto esercizio privato di privative di Stato. Non avevo mai capito la ragione perchè il governo è obbligato a pagare i noli dei vagoni ed a provvedere per gli aumenti di dotazione, sia pure a mezzo delle casse patrimoniali (istituite unicamente per non essere obbligati a dire che si davano le nostre ferrovie in esercizio all'industria privala al 72 112 per cento, mentre tutte le ferrovie del mondo vengonoesercitate sopra una media ·che varia fra il 50 ed il 60 per cento) sempre quando se ne pronuncia il bisogno nel rapporto dello sviluppo del traffico, senza che le Società esercenti sieno obbligate a loro volta a provare che i rotabili esistenti, non solo raggiungevano, ma superavano i limiti cli percorrenza prescritti dalla legge e oltre i quali restava legalmente segnata la loro deficenza. ·
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