' RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Dh•ett.ore: D.1.' NAPOf.,EONE çOLAJANNI (Deputalo al Parlamento) Esce tn Roma il 15 e il 30 d'ogni mese ITALIA: anno lire 6; semestre lire 3,50 - ESTERO: anno lire 8; semestre li1e 4,50. Un nl'unero separato Cent. 30 AnnoVIII. - N. 5 Abbona:rnento postale Roma,15Marzo1902 SOlVCNI:ARIOs ~oi: Gli avvenimentie gli uomini: (Repubblicani, socialisti e 111i11istero. - L11 1110111irchiapopolare. Proguoslici 11101111rc/Jici. - Il Congresso di Tours. La mancata 1111ità rM Parlito socialista francese. La soppressione della Presidenza delia Repubblica. - Pn 1111aco111111eu1oraz.io11e di .'vfaz_zùti.U11segnodei tempi. - Vittoria boera. Lord Methue11. Una 111ascl1erac duta). - On. 2"apoleone Colajanni: Qi.1anti uomini sono amm:1zzati ogni anno in Italia? - G. Sorel: La francia prima delle elezioni. - Gco1•ges Rena1••l: « L'opera di Millerand >J di A. Lavy. - Paolo l\1orhclli: Una grande ~a morra nazionale. - Gusta,·o Del ,·ccchio: Il pensiero sociale di Tolstoi. - Ras- ~egna Agricola Economica (La concorrenza americana). - Rivistadelle Riviste: Il giubileo di Leone XII I (R.vu,: ti, Pttris). - La'« Tradc Unions » dinanzi ai Tribunali ing-lcsi (Mouvemenl Socialisle). - Le nuove lettere di FerJinando Lassalle (.\fuoi•a~Anlologia). - Condizioni d1e scoraggiano il law1ro scientifico in America (Vorth A11urirt111&view). - Recensioni. - Illustrazioninel testo. 1\~·- :,,;:. i "-1, Pllpa l,eone: Rampolla, credele che il prossi~o Papa sarà italiano o francese? Rampolla: Io credo italiano, e.... dopo di ma, francese. (Lustig6 BUittcr di Bo.rlino).
114 RIVISTA POPOLARE DI POLITJC.A, LETTERE E SCIE'NZ!t SOCIA.tJ GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI ~ Repubblicani, socialisti e ministero. - La soluiionè - della crisi ministeriale, l'iniziata discussione sulle comunicazioni - non fatte! - del Presidente del Consiglio e le decisioni prese dai gruppi parlamentari repubblicano e socialista giustificano tutta la nostra condotta politica, e confP.rmano, sino nei minimi dettagli, - anche sorpassandole - le nostre previsioni. La ripresentazione del gabinetto Zanardelli era pre- .vedibile. Per poterla fare oggello di critica ci volle lutta--{acutezza e la ironia spietata e inesauribile dell'onorevole Antonio Pellegrini, che l•) considerò militariz:;ato per ordine del Re. Le critiche s9stanziali, che si possono rivolgere al ministero per l'azione spiegata negli ultimi tempi, più che dai conservatori, che aspirano a raccogli<>re la successione, vennero esposte, con forma elevata e con gr·ande equanimità, da un conservatore autentico, e che ha anche da conservare i suoi sessanta milioni di patrimonio:;dall'on. Qnin.tieri ..Ma, questi, non esitò a concludere che quali che abbiano potuto essere gli errori e le r.olpe degli on. Zanardelli e Gio\itti, bisognava dar loro il voto di fiducia, non solo come ad un pis atler, ma anche perché nella situazione in cui il ministero si era trovato, e colla eredità che aveva raccolto, non c'era da,_fare di meglio di ciò che esso aveva fatto. Queste considera:.\ioni 1·ipetute da allri oratori ministeriali di sinistra non fecero la impressione che destarono uscendo dalla bocca di un grande ed autentico latifondista del Mezzogiorno. Ma che il ministero meritasse nel momento presente l'appoggio di tutta la parte democratica risulta con maggiore evidenza dalle decisioni del gruppo parlamentare repubblicano e socialista. I rP.pubblicani dopo lunga discussione stabili1·ono ... di astenersi dal voto. Noi non possiamo rallegrarci coi nost1·i amici della decisione presa, ch'è la meno rispondente alle tradizioni del Partito, la meno opportuna nelle condizioni presenti, e che tulla la eloquenza originale e lutti i razzi brillantissimi dell'on. Pellegrini non riuscirono a giustificare. Noi avremmo comp1·eso il voto decisamente contrario in nome della logica intransigente, dell'eccidio di Berra, della militari:;za,;ionc, dell'ordine del giorno di Ancona; ma non ~omprendiamo l'astensione, e comprendiamo meno il desiderio esp1'esso di elezioni gerierali dalle qunli esca una Camera che consenta un migliore funzionam€'nto dei partiti costituzionali. E a loro che ne importa'? A decisione presa un deputato lombardo diceva : se devo stare alla Camera per astenermi, preferisco di andarmene I Ed aveva ragione. Ma chi impose l'astensi,ine ~ L'ordine del giorno di Ancona, che venne rispettato a metà. Non si poté rispettarlo interamente perché alla coscien_za della maggioranza dei deputati repubblicani ripugnava di votare contro il ministero; cosi si venne alla transazione e si deliberò di astenersi. Più clamorosa è stata la contraddizione dei socialisti; più completa la ragione che i falli ci hanno dato alla distanza di pochi giorni. Alcuni nostri amici ci u,ossero rimprovero per il giudizio severo da noi enunziato nel numero precedente sull'ordine del giorno Bissolati; qualcuno anche lo sup· pose suggerito da speci'ale animosità della Rivista contro i socialisti 1•.• Ma che animosità d'Egitto I Noi avevawo tanta ragione che il gruppo parlamentare socialista si è affrettalo a darcela piena, esplicita, diremmo ,,uasi in forma brutale, rinnegando l'ordine del giorno Bisso la ti e decidendo di votare pel ministero. Ci vollero tre giorni di animatissima discussione per venire a questa decisione. Notiamo nella discussione queste due particolarità: 1° la lealtà dell'on.· Bissolati, che non esitò a dichiarare di essersi convinto dell'errore commesso; 2° un'argomentazione nobile e generosa del-. l'on. Berlesi. A chi osservava: le masse elettorali son.o per la intransigen:;a, egli rispose : Ebbene I oggi votiamo pel mini.~tero e consolidiamo quell(l clic abbiamo ottenuto sinora in jàtto di pubblir-he libertà; domani gli elctto,·i saranno pcidrnni di sronfcs1:1arci.il bene resta al partito; il danw1 lo subiremo soltanto noi come pcr·son('. I telegramrn i dei ferrovieri e dei contadini fecero tracollnre la bilancia dal lato di B0rtesi. Cos·1 i pochi intransigenti capitanati da Ferri rirnnsero sconfitti. li gruppo socialista, poi, seppe sciegliern l'oràto1 e incaricalo di spiegare il p1·oprio pensiero. Cnn1millo Prnmpolini fu di una logica e di una eioquenzn co1nmoventi, che provoca1·0110 1'1111erventosimpatico del Presidente Biancheri. In ogni modo le decisioni d€'l gruppo repubblicano e quella del gruppo socialista hanno eYitaln lo scandalo di vedere abbatt.uto col conc0rso dei d0mocratici il rninis1.e1·0, la cui colpa maggiore, ,;econdo gli oppositori costituzionali, è quella di avere favoiitu :•organizzazione e la p1·opaganda dei sovversivi, di ave1·e permesso gli scioprri agi-ad, di avere risoluto il graYe 1-'roblema dei ferrovieri dopo diciasette anni di attesa 1 Nel voto avrà il Minislero ia maggioranza t Noi non • lo sappiamo; e se dovessimo giudicame dai grossolani errori commessi dal Gabinetto nella composizione delle Commissioni e specialmente della Giunta genera le del bilancio noi potremmo prevederne la sconfitta, tanti sono i malcontenti e gl' indignati per certe bestiali esclusioni. Dalla Giunta generale del bilancio, atl esempio, vennero escluse tutte le migliori competenze finnnziarie ed economiche - Pantaleoni, De Viti De Marco, Alessio, Maggio1·ino Fenaris, Rava-; da quella della Bibliotecn e dei trattati di commercio si escluse Luigi Luzzatti ... Una vera enormità. (1) Ma di questi errori noi non ci curiamo. Noi giudichiamo il ministero nella sua politica interna e nel 1110mento presente, sullo quistione degli sciopei-i e dei ferrovieri. Perciò lo riteniamo meritevole della vittoria, e gliPla auguriamo. * l,a u1ona1.'chia popolare - r,•oi::-nostici 1uona.t•- chici. - li prof. E1·cole Vidari è nionarchico; ma sincero. Egli non conosce gl' infingimenti ordinari di coloro che della politica fanno una speculazione; guarda m fac- .?.ia alle cose ed agli uomini, e sopratutto non si pasce d' illusioni. Nei suoi scritti, perciò, c'è una sincerità rarn, che abbiamo sempre ammirata, e che c' indusse più volte + a riprodurre i suoi giudizi, specialmente durante il periodo della reazione dal 1898 al 1900. Altra volta scrisse un articolo sulla Monarchia popo- (1) Un fatto da notare. Le migliori votazioni per la Giunta genei-ale del bilancio le ottennero i deputati dell'Estl'ema; !'on. Colajanni ri use\ il secondo.
RlVISTA POPOLARE Dl POUTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 115 lare, èhe suscitò molti commenti e abbastanza vivaci. Alcuni gli rimprove1·arono che egli suonasse)e campane a morto della monarchia, e che se la intendesse perciò coi repubblicani; ·altl'i invece giudicarono che egli si sbaglidsse nelle sue previsioni. A tutti egli rispose nella Vita lnterna~iunu/e del 20 Febbraio con un articolo che non potemmo rilevare nel N•· precedente della Rivisfo per la solit>1 tirannia dello spazio. Il ritardo, però, non diminuisce in guisa alcuna la importam:a delle cose da lui dette. « monarchico di buon senso dovesse sempre dir corna « della repubblica e del socialismo, in tutto e per tutto ; « e come se un repubblicano od un socialista, di buon « senso ancora, dovesse sempre dir male della monar- « chia. Queste sono stupidità così g1·ossolane e sciocche « (quando non sono malignissime) che non entrarono « mai e non potranno mai entrare nella mia Lesta. La « quale, da un gran pezzo, è solita a giudicare (bene o « male che sia) da sé, senza aver prima ottenuto il « placet di nessun partilo. Se disciplina di partito deoc Egli scrive : « Cosi per la " Vita lnternazionale come « per l'egregio Calvi, la mo- « narchia in Italia sarà po- « polare o non sarà. Io, in- (( vece, ritengo che la mo-' « narchia popolare, come la « s'intende ora, non potl'à « sostenersi a lungo in Ita- « lia, per le ragioni già dette « altra volta. Delle quali vo- « glio ripetere questa sola; « che una monarchia popo- « lare ed un governo popo- « lare quindi, non possono « a vere per iscopo, imme- « diato e diretto, se non il <( soddisfacimento delle aspi- " razioni verso quelle che il « popolo adesso ama chia- « mare « le proprie rivendi- " ca::ioni )>; rivendicazioni, « le quali, dovendosi pur ri- « durre, un giorno o l'altro, « ad una forma concreta di « governo, non potranno con- <( cretarsi appunto che 11clla « forma repubblicana, a cui « esse irresistibilmente mi- « rano e conducono. Impe- « rocchè: o io non intendo « nulla delle cose di questo « mondo, o Lulto il movimen- « to popolare che ci avvolge « e travolge, è un movi- « mento socialistico - rcpub- « blicano. Capisco anch'io, « per corto che sia, che se « quel rnovirr.ento fosse, in- « ~•ece,sinceramente monar- « chico, la monarchia ne ver- « rebbe di molto rafforzata: « ma poiché, anzi, esso è « contro la monarchia, que- « sla, seguendolo, non può UN libro di premio ai nostri abbonati Sia.mo lieti di annunziare ai nostri amici ed abbonati che mercè la cortesia dell'autore G. Renzi e dell'editore Colombi noi possiamo dar loro in premio I'elegantissimo volumetto del primo sugli Anciens LUgimes e la Democrazia diretta con lniroda::ione cli Arcangelo Ghisleri. Non esageriamo affatto assicurand·o che il libro del nostro amico e collaboratore Renzi è uno dei pi.ù forti, che sorra argomenti politici si siano pubblicali da alcuui anni in qua in Italia,. Esso costringe a pensare tanto i monarchici quanto i repubblicani, tanto i progressisti quanto i conservatori. I nostri lettori ne troveranno l'indice analitico nell'ullima pagina. Hanno cliriLlo a domandarlo tutti coloro che si trovano in regola coll'abbonamento e che aggiungeranno alla richiesta L.1,20. Avve1·tiamo i nostri amici che ue abbiamo u11 nu111ero limitato di copie. La R,•dazioue « significar rinuncia o vio- « lenza alle proprie coMin.- « zioni, io non sono pàrti- « gianu di nessunn. Monar- « chico sono e rimango, ma « a mio modo; cioè, senza " idolatrie, e con molta li- « bertà quindi e indipenden- « za di giudizi, e sino a quan- « do sarò convinto che la « monarchia serva bene alla « pl'osperità e alla grandez.za « del mio paese ». Chi ci segue da un pezzo comprenda eh~ noi riproduciamo queste parole oneste con vero compiacimento, perché noi siamo un po' nella stessa condizione in cui si trova il Prof. Vidari; siamo, cioè, repubblicani, m~ a modo nostro, e che alla· disciplina di partito non sagri~ fichiamo le nostre convinzioni. Constatato questo punto di contatto tra noi e il Professor Vidar·i, ci permettiamo di domandare: se ta monarchia secondando le rivendicazitJni popolari scaoa ta propria fossa, che cosci essa llovrebbe fure per consolidarsi? Logicamente parrebbe che egli propenda per la resistenza alle rivendicazioni popolari. Questa conclusione contraddirebbe ai propositi liberali che egli ha ripetutamente manifestalo; ma sarebbe la conclusione logica delle sue premesse nella presente discussione, come é stata da lui « (sia pure in un giorno lontano) che venirne ll'avoìta « e distrulla. Nè questo io desidero: tutl' altro! Ma, « piaccia o non piaccia, avveri-à. E i faÙi govel'nano il « mondo; non i nostri _desideri. » Que5ti prognostici, che sono confo1·mi ai nost1·i desideri, e che ci sembran0 1·isponde11tialle realtà, c'inducono a rivolgere qualche domanda ali' illustre insegnante dell'ateneo pavese. Priina di fo1·mulal'ia ~-e1·ò, ci piace riprodu1Te la 1·isposta che egli dà ai monarchici, che lo hanno accusato di e>1se1·eamico dei 1·cpubblicani e dei socialisti, solo perchè egli ha esposto quello che gli semb1·a essel'e 111 ve1·ità. irnpostatn. E questa conclusione chiara ci suggerisce a domandare: non pare al Prof. Vidad che le concessioni siano il metodo essenzialineute evolutivo ed utile che ha prolungalo indefinitivarnente la vita delle istituzioni che gli sono care'? Saprebbe egli dirci qual' è stata 11:1· sorte delle monarchie che si sono affidate alla resi- « Lojola, egli soggiunse, fu più galanluomo! Come se Il Con;.;-i·csso di 'l'o11t•s. I.a 1uancata uuità del 1oa1·tito ;.ocialista francese. La soppl•essione della Pr,~,;;itl•~nza della repnhblica. - La J'iunione del Cong1·Cstio socialista fra11ccsc in Toul's ù stata annu11-
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAL! ziata: dai socialisti italiani come il trionfo della unità del partito socialista in Francia. Nulla di più inesatto. La maggior parte delle associazioni e dei gruppi più intransigenti non vi era rappresentata; esso si può considerare invece come· la espressione di quella parte del socialismo francese, che si chiama possibilista, che fa capo a Jean Jaurés, e che ha tulle le nostre simpatie. Del dissidio, anzicché della unità, si ebbero notizie anticipate in queste dichiarazioni di H ubert Lagardelle, che dirige Le mow,ement socialiste, e che rappresenta la parte più viva e più intransigente: « Sarebbe inesatto dire del partito socialista f'rancese « che esso si accresce camminando. I venti gli sono « piuttosto contrari e i destini inclementi; esso si dimi- « nuisce camminando. Nessuno può misurare in questa « marcia della miseria crescente, la distanza che esso ha « percorso, dall' unità che cominciava, alla disorganiz- « zazione trionfante ». li Lagardelle afferma che il Congresso di Tours sarà una manifestazione senza importanza dello pseudo-socialismo corruttore, dei teorici e pratici dell'opportunismo ministeriale, e conchiude : .« Kautsky, il celebre teorico della democrazia sociali- « sta tedesca, di cui bisogna ammirare lo spirito lucido « e fermo, scriveva recentemente nella Neue Zeit che u l'unità socialista in Francia non può realizzarsi con « Jaurés, ma contro di lui. Noi non crediamo che si « debba lottare unicamente contro una sola persona: a- « miamo meglio dichiarare la guerra alle tendenze e ai « sistemi; al socialismo gooernp,tivo noi opponiamo il « socialismo rivoluzionario ». (A propos du Congrès de Tours. 1 Mars). Il programma di 1·iforme redatto dal deputato Gustavo Rouanet, e votato all'unanimità dal Congresso, è stato assai incompiutamente •·iportato dalla stampa italiana; perciò noi crediamo di fare cosa utile riproducendolo integralmente dalla Petite repubblique (1 Marzo). Programma di riforme. Il Partito socialista, che respinge la politica del tutto o niente, ha un programma di rifoi·- me di cui persegue da ora la realizzazione. I. Democratizzazione dei poteri politici. - 1 ° Suffragio universale diretto, senza distinzione di sesso, e in tutte le elezioni. - 2° Riduzione del tempo di residenza. Scrutinio di lista con rappresentanza proporzionale in tutte le elezioni. - 3° Misure legislative per assicu1·are la libertà e il segreto del voto. - 4° Diritto d'iniziativa popolare e referendum. - 5° Abolizione del Senato e della Presidenza della Repubblica. Le attribuzioni attuali del Presidente e del Consiglio dei Ministri saranno devolute a un consiglio esecutivo, nominato dal Parlamento. - 6° Regolarizzazione per legge del mandato legislativo, revocabile con la metà più uno degli elettori iscritti. - 7° Ammissione delle donne a tutte le funzioni pubbliche. - s• Libertà assoluta di stampa e di riunione sotto la sola garanzia del diritto comune. Abolizione di tutte le leggi eccezionali sulla stampa. Libertà delle associazioni civili. - 9° Piena autonomia amministrativa dei dipartimenti e dei comuni, sotto la sola riserva delle leggi che garantiscono il carattere repubblicano, democratico e laico dello Stato. li. Laicinazione cumpleta dello Stato. Separazione delle Chiese dallo Stato; soppressione del bilancio dei culti; libertà dei culti; interdizione dell'azione politica e collettiva delle Chiese contro le leggi civili e le liber·tà repubblicane. - 2° Soppressione delle congregazioni; nazionalizzazione dei beni di mano morta di ogni natura, e destinazione di questi beni aél opere di assicurazioni e d1-·assistenza sociali; in attesa, interdizione alle congregazioni di ogni intrapresa i:idustriale, agricola e commerciale. III. Organizza.tione df!mocratica e umana della giuflti,- ::ria. - 1° Sostituzione a tutti i tribunali attuali,- civili o penali, di tribunali formati da un jury preso sulla lista elettorale, e dai giudici eletti con estrazione a sorte su liste formatè dal suffragio universale. - 2' Istruzioni e perizie in tutti i gradi e su tutti i punti. - 3° Sostituzione al carattere di rappresaglia e di vendetta delle penalità attnali, di un sistema di prevenzione e di emenda del condannato· - 4° Abolizione della pena di morte. - 5' Soppressione dei tribunali militari e marittimi. IV. Costituzione delta famiglia wnforme ai diritti inclioiduali. - 1 ° Abrogazione di tutte le leggi che sta bi- . liscono l'inferiorità civile delle donne e dei fanciulli naturali o adulterini. ---:-2--° Legislazione più liberale sul divorzio, Legge sulla ricerca della paterni là. V. Educazione umana, ci,;ile e professionale. - i O Gratuità dell'insegnamento in lutti i gradi. - 2° Mantenimento dei fanciulli a carico delle collettività per il primo grado di insegnamento. - 3° Per l'insegnamento secondario e superiore, saranno messi a carico della collettività quei fanciulli che, dopo un esame, saranno riconosciuti atti a proseguire i loro studi. - 4° Creazione di un insegnamento popolare superiore. - 5° Monopolio dell'insegnarnento a tre gradi dello Sta lo; sussidariamente, interdizione a ogni membro del clero regolare e secolare di aprire una scuola e d'insegnarvi. VI. Trasformazione generale clel sistema delle imposte nel senso clella solidarietà sociale. - l' Abc,lizione di l-utle le imposte sugli oggetti di consumo di prima necessità e delle quattro contribuiioni dirette; sussidariamente sgravio di tutte l_epiccole quote fondiarie e delle piccole patenti. - 2° Imposta globale psogressiva e personale sulle t'endile superiori a 3000 lire. - 3° Imposta progre siva sulle successioni; l'imposta calcolata ad un tempo sulla cifra della successione e sull'allontanamento dal grado di parentela. - 4° Facoltà pe1' lo Stato di ottenere da certi monopoli una parte delle risorse che gli sono necessarie. VII. Protezione e regolamentazione legale del lavoro nell'industria e nell'agricoltum. - 1° Riposo di un giorno alla settimana o interdizione per gli intraprenditori di far lavorare più di sei giorni su sette. - 2° Limitazione della giornata di lavoro a 8 ore: sussidariamente, voto favorevole per ogni disposizione di legge che diminuisca la durata della giornata del lavoro. - 3° Interdizione di fare lavorare i ragazzi minori di quattordici anni; sistema della mezza giornata di lavoro per gli adolescenti, e combinazione del lavol'o produttivo con l'istruzione e l'educazione degli adolescenti. - 4° Interdizione dal lavoro notturno alle donne e agli adolescenti. Interdizione del lavoro notturno per gli operai adulti di tutte le categorie e in tutte le industrie in cui il lavorc• di notte non sia assolutamente necessario. - 5° Legislazione protettrice del lavoro a domicilio. - 6° Interdizione del marchandage e del pagamento in natura (Tr-uck-sysfom). Riconoscimento legale della messa ali' indice negli scioperi (Pichketing). - 7° Fissazione, con l'accordo delle autorità municipali e delle corporazioni operaie dell'industria, del commercio e dell'agr-icoltura, della serie dei prezzi che costituiscono il salario minimo. - 8° lnterdiziòne ai padroni di ogni riduzione di salario, sotto fol'lna di multa o altrimenti. Intervento degli operai nei regolamenti speciali delle officine. - 9° La sorveglianza delle officine, fab~ briche, miniere, cantie1·i, servizi pubblici, magazzini ecc. concernenti le condizioni del lavoro, del!' igiene e della sicurezza, sarà esercitala, in concorso cogli ispettori dello Stato, da ispettori eletti dai sindacati.operai. - 10° Estensione dei probiviri a lutti i salariati dell'industria, del .
RIVISTA POPOLARE DI POLITTCA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 117 co1111nercio e dell'agricoltura. - ii• Messa in regia del lavoro dei condannati. Il prezzo di ogni lavoro elfot-• tuato sarà il prezzo nol'malmente pagato agli operai sindacati. - ·12° Riposo legale delle donne sei setLimane prima e sei settimane dopo il parto. V Il I. Assicurazione sociale r·ontro tutti i rise/ti sociali ed economici. - 1° Organizzazione nazionale di un sistema di assicurazione sociale che si applichi alla LotaliLà dell'industria, del commercio e dell'agricoltura contro i rischi di malatlia, di disg1·azie sul lavoro, d'impotenza 111 l11vo1·0di vecchiaia e di mancanza di lavoro. - 2° Costituzione del fondo di assicurazione senza p1·elevazione !'lll~ salni; sussidiariamente, limitazione del prele~amento operalo sui sala1·i fino al terzo delle contribu7.ioni; i due altri terzi devono essere forniti dallo Stato e ds~li intrnprenditori. - 3° Miglioramento della legge struzioni di abita/\ioni a buon mercato. - 6° Amministrazione democratica dei servizi pubblici nazionali e comunali con partecipazione delle organizazioni operaie al loro controllo, con diritto di stringersi in leghe di resi- ·stenza a tutti i salariati dei servizi pubblici. - 7° Ser·• vizio nazionale e comunale e completamento delle leggi che proteggano la salute pubblica: alloggi.insalubri etc. X. Potitiradipaceinternazionatee adattazione delçol'gani.,mo militare alta difesa del paf/sr. - 1° Sostituzione delle milizie ali· esercito pe1·manenLe e adozione di tutte le misure relative, come la riduzione del servizio 111ilita1·e, che vi conducano. - 2° Rifacimento e addolcimento del codice penale milit.are; soppresssione delle compagnie di disciplina; e interdizione di prolungare il servizio militare come pena. - 3° Rinuncia a ogni gue1·,·a olrensiv11, sotto qualunque pretesto. - 4° Rinunci11 ad ogni alleanza Il libro azr.nrro del Transwaal. ' . ' / I ~r- .A';1:-~i ;;-:,.·· #P... •;,-,..:i{,.~; ! "·•:,J~; ~~:h i •sèffi?At~~J<•~: ~ ,-.!Jr:,;:, ;.' .... ,mi-~~.. . ,JJ-~•~·~ ....... : ... -t:. li.e Edoa,·tlo: Benissimo i :\[a l'azzurro non é adatto perché il rosso passa dapperlutto. (Lu,slige IJ/iiller di Berlino). sugli infortuni del lavoro e sua applicazione senza distiinione di nazionalità. - 4° Partecipazione dei lavoratori al cor.- lrollo e al fun7.ionamenlo ùel servizio di assicurazione. IX. ft.'sten:ione del domini•, e dei Sfroi~i pubblici industriati e agricoli !l<>Uo Stato. - 1° Nazionalizzione delle slrade ferrate. delle minie1·e, della Banca di Francia, delle assicurazioni, delle raffinerie di zucchero e fabbriche di zucr.hero, dell'alcool e della grande macinazione. - 2° Organizazione di un servizio pubblico di collocamento lra i lavoratori, col concorso delle Borse di lavoro e delle organizazioni operaie, e soppressione delle agenzie privale. - 3° Organizazione mediante lo Slnto di un credito agricolo. - 4° Sovvenzioni ai comuni rurali per aiutarli a comprare il macchina1·io agricolo collettivo, ad acquistare domini comunali, amministrati sollo il controllo dei comuni dai sindacati dei lavoratori rurali, e per creare dei magazzini di deposito e di 1Nirrants. - 5° Organizazione dei servizi municipali per l'illuminazione, per l'acqua, pei trasporti i II comune, e pe,· le coche n-•n i:' bia per oggetto esclusivo il mantenimento della pace. - 5. Rinuncia alle spedizioni mili lari coloniali; e nelle colonie alluali o paesi di protelloralo, s0Ll1·11zione ali' influenza dei missionari e al regime militare, e sviluppo di istituzioni proleltrici degli indigeni. In questo programma di riforme, come si veòe, non è falla parola dello scopo ultimo, delln mèta finale: il colleLLivismo. Esso rappresenta un programma minimo, che può esse1·e acceltato dai rr.pubblicani più avanzati. Non vi lrova posto del pari alcun accenno al metodo rivoluzionario, che, irnplicilamenle, viene_escluso dallo spit-i7 Lo del programma volato. Il collettivismo e i mezzi rivoluzionari, però, vengono riaffermati in una superba clù-hiara:.ione di p1·inripi ,·edalta da Jau1·ès, e che noi sentiamo vivissimo ramma1·ico di non poter pubblica1:c per mancanza di spazio, rna cl,e i nostri letLori pot1·anno trovare nella Petite Repnbblique del 6 Marzo. In qucsla dic/iiam::io11edi p1·incipi, pet· noi italiani i,n~
118 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI porta specialtnrnte rilevare: che i mezzi rivoluziouar-i vi sono annunziali come possibilmente utili, ma non preferibili e non sistematici; che lo sciopero generale non può escludersi, ma deve essere consigliato con un grado elevatissimo di organizzazione, di educazioue e di solidarietà tra i proletari; che il partito socialista difende 11ellarepubblica un mezzo necessal'in di libera.:ione I' di educ~ione; ·che il socialismo 11 e.•seniialmente repubblicano:· si puo anche dire che esso ,; la stessa repubblica, poicM ,; la cstmsùme dellri repubblir·a al l'C{JimedPlla proprieti,, e del lavoro. Questa dichiaraiione di principi sembra scritta apposta come una lezione per certi socialisti italiani! Sulla qnistio111JMillemnd, che i leLtori della Rioista troveranno traLLata assai bene nell'articolo dell'illustre Georges Ranard, il Congresso votò quest'o1·dine del giorno: « Il Congresso, in es~cuzione della risoluzio11e volala « dal Congresso socialista internazionale di Parigi, sulla « partecipazione di uno o di più sociali~ti al potere l.,01·- « ghese, decide che a comi11ciA1·edalla prossimi\ legisl:i- « tura alcun socialista non potrà e11t1·are in una combi- « nazione ministeriale, sino a tanto che un nuovo Con- « gresso non avrà deciso diversamente "· Quest'ordine del giorno é un poco opportunistico,<' si risente della innuenza delle imminenti elezioni : si volle dare un contentino agli avversari di Millcrand, ed a quest'ultimo si permise di rimanere minist1·0 e socinlista sino all'apertura della Camera nuova! Nel programma di riforme,. che noi potremmo fai' noqt1·0 interamente, vogliamo notare quella, che f:òÌ rife1·isce alla soppressione della Prrsidenza della repubblica. Questa propost11 rimonta al 1848; allora fu avanzata da Jules Grevy. A noi sembra lo~ica. In una vera repubblica, che vuole vive1·e e non lasciarsi accoppare da un Cesare o da 11nBonaparte, la Presidenza è Stmpr1• pericolosa. Se poi vuolsi mantenere, allor11 bisogna 11cccttare il ,;istema preside11::iale Norcl-Americano, e 11011i! francese, in cui il Presidente dovrebhc esse,·c, come in una ve1·a Monarchia parlamentare, un j'ainrant,, una Lesta di legno. Pet• nna com111e11101•a:r.loof' di G. Mazzini. Un ~egno d4!i tempi. - La commemo1·azio11c del g1·nnde che riposa a Staglieno e che noi vogliamo, t1·a le tnnte di quest'nn110, segnalare ai nostri lettori, é quella fatta dn Edoardo Pantano a Firenze. La segnaliamo, non tanto pel valore intrinsl'CO del discorso, elevatissimo. e come il deputato pe1· Terni sa fare, ma per le circostanze caratlerisliche clip la p1·ecedettero ed accompagnano. Lasci11mo da parte il contegno, assai cortese, della stampa monarchica locale ve1·so l'oratore 1·epubblic1rno, le cui benemerenze oramai vengono 1·iconosciute anche dai suoi più accaniti avversari, e ricordiamo che il Municipio t:li Firenze per molti anni si 1·ifìutò ostinatamente a permettere che una lapide a Giuseppe Mazzini venisse posta in Santa Croce. Oggi il Municipio, benché in mano di monarchici, concede per la Commemorazione la storica sala de~ Cinquecento, ed interviene quasi al completo nelle persone dei suoi rappresentanti. Non é un segno eloquente dei tempi? Non é un segno che la figura radiosa di Giuseppe Mazzini comincia ad assumere di fronte agli italiani le proporzioni gigantesche che la storia gli ha assegnato f Notiamo ciò con sincero compiacimento, cd auguriamoci che venga presto il momento in cui gl'italiani onorino in ben alti·o modo la memoria del grande Genovese. Intanto, con vero piace1·e, dal discorso dell'amico Pautano, in cui venne lumeggiata con amore la dottrin11 economico-sociale del Maestro, riproduciamo la chiusa davvero inspirata : « Da lui che per 50 anni, lottò senia mai disperare, senza mai posare; che respinto, imprigionalo, tradito, non perdé mai né la fede, nè il coraggio: da lui elio fanciullo l:'bbe la virilità del pensiero e canuto la fìamma cd il fuoco della giovinezza; da lui traggan.:> la gioventù ed il proletariato italiano esempio e luce. Un'ora sol11 della sua vita di lotte e di sacrifici vale cento nnni d<'ll11 vita dei grandi uomini che si avviano verso l'immo1-t11lita col bollo ufficiale dello Stnto. A lui il nostro pc11siero; scaldiamoci all'ombra del suo sepolcro dove non dorme ma veglia. E 11oi lo 1·ivedrerno. « Noi lo rivedrP.mo nel giorno imma11cabil1'. in cui il popolo ila liano rivendicherà 11lla pat,·ia, la g .. 1111 madrn eomune, i suoi confìni sac1·i alla tradizione, al genio e alla lingua italiana (Applau~i .f m.r101·osi, gridu. di « ,·frn 'frieste »). « Lo 1·ivedremo il giorno in cui la bandiera che po1·t A scritto da un lato: Libertà, lavOl'fl, associa_;ioll(', e dall'altro: Patria e Umani/ii, S\·entolerà nelle valli d'ILali11, guida del popolo nell'c11•a suprema della sue rivenrlicaca1.ioni. Allo1·a i'r11le nubi d<J1l'uragano, fra le tempef:òte delle haLtap;lie, la sua fìµ;ura di apostolo e rii mart.i1·r, ro111pe11doi veli fu11eral'i si affaccierù ir-1·adi1,tadai nuovi nlbori sociali, in atto di raccogliere in sè tulti i dolo1·i, e tutte le i1·c pu1·ifìeatc, pe1· gel.tare fra le l11c1·ime n il sanp;uc dei coml,attcnti il g1·ido sup1·emo dell' amo1·e, dclln fr11tel'llitù e dell11giustizia sociale.» (Applausi p,.,._ lunga/i). Vitt,n·ia hoe1•a - l.01•d ì\l ◄•th11◄•n - Una mas◄ •ht>t•a cacl11f.a. - Da un pt"'1,,.onon ci occupiamo in questa parte della li.irista dell11 guel'l·a dl:'ll'Africa del Sud: non C<' ne siamo occupati pe1·clié 11011pos iamo nasconde1·c la noslra trisle convinzione sull'esito finale della 111cdesima. Date le condizioni dei contendenti; dato l'egoismo scellerato dei popoli cosidctt.i civili, n,rn c'è dubbio <'he i boeri 1·i111arranno schiacciati. Sono pochc migliaia, e pe1· quanto le truppe inglesi raccolte nelle taverne di Londra vogliano guadagnal'C il record della vigliaccheria, in ogni combattimento decine e centinaia dei primi rimangono sul campo; lo .~tock dei combattenti si esaurirà in un tempo più o meno lontano, nonostante l'e1·oismo, veramente supe1·umano, che i primi most1·ano in ogni Òccasione. li popolo boero non può rassomigliarsi che ad Anteo; ma E1·cole fìni1·à per istrozzarlo. E questa nosll-a conv:nzione non viene nemmeno scossa d11ll'ultima strepitosa vittoria boera di Tweebosch. Lot·d Methuen rimase prigioniero e ferito. I boeri avrébbero il diritto di fucilarlo per vendicare il loro Scheepers, che fu barbaramente torturalo dagli inglesi prima di essere fucilato, come ha denunziato Mac Neil alla Camera dei Comuni; speriamo, però, che lo tengono in ostaggio per impedi1·e che K1·uitzinge1· in,;ontri la stessa triste sorte di Schepers. In questa guerra c'é stato chi ha saputo acquistarsi una fama ugualmente grande, ma di genere ben diverso di quella dei boe1·i: il sunominato generale inglese lo1·d Methuen. Sin dal principio della campagna il suo nome è associato alle disfatte più segnalate dell'esercii.o inglese. Si può dire che egli sia il prediletto della sconfitta! Si tratta di una disgrazia 1 No. Cosi. è, pe1;ché cosi deve essere. Lord Metl1uen é un generale che ha fatto
,... I RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 119 la sua carriera nei teatri e nelle corti, nelle quali non mirava ad altro che a brillare, a giuocare, a conquistare donne più o meno facili. Il seguente aneddoto, di cui garentiamo l'autenticità, dà la misura del valore del generale inglese. Molti anni or sono si trovavano a Berlino, addetti alle rispettive ambasciate inglese e italiana, lord Methuen e il generale Osio: l'uno col gràdo di tenente colonnello e l'altro di maggiore. I due militari erano intimi a!llici benché il primo fosse un semianalfabeta e l'altro un colto e studioso uomo. Un giorno il soldataccio inglese vergognandosi della propria ignoranza, che brillava maggiormente al confronto della coltura degli ufficiali prussiani, si consigliò coll'amico italiano sulla intenzione sua di prendere lezioni sul!' a,-te clcila guerra da un capitano prussiano. li 111 aggio re Osio ne lo dissuase dichiarandogli che, riLeneva lord Roseberry e il partito liberale. Nel primo c'è ·il successore designato di lord Salisbury ed il condottiero dei conservatori. Possa egli riuscire nel campo politico ciò che lord Methuen è riuscito nel campo militare I Noi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ ~ Gli abbonati che invieran,w all' A.mministrazione della Rivista Popolare l'importo dell'abbonamento scaduto e lire una e ciriquanta, riceveramw, franco cli porto, il volume Per l' écònomia nazionale e pel dazio snl gr:mo, dell'Q1i. Dott. Napoleone Colajamii. Prossimi cicloni. \r., . ,1'"~:';' '"O;•.,;. ··.:'4 Se le nuvolette che attraversano l'Atlantico sono foriere di procelle e di cicloni, che diavolo dovrà mai apportare il nuiolone che si addensa sulla Manica! Stiano in gamba coloro che si trovano sotto! (Fischietto di 'forino). sconvenientissimo, indecoroso per l'esercito del suo paese che un tenente colonnello inglese andasse a scuola da un capitano prussiano. Lord Methuen accettò il pare1·c dell"amico e continuò a frequentare sale da giuoco e da ballo. Pare che all'arte della guerra non abbia più pensato e ne ha dato prove luminose 1,ui campi di battaglia del Sud-Africa. Il disprezzo che merita questo nobile militare che pare la riproduzione genuina del colonnello inglese della Donna Juanita, ha saputo guadagnarselo nel campo della politica un altro nobile, lord Roseberry. La maschera di liberalismo che sinora tenne, è caduta. Egli non è più un liberale imperialista, ma un semplice imperialista. I suoi discorsi sembrano oramai deltati dnl simholico Tommy Atkin, e nella foga di eccitare le folle uellà ·via del più laido jingoi~mv egli dà dei punti a Rudyard Kipling. Nessun legame ci può essere pril tra ijuanutoi msioninaommazzati ino~nainim IN ITALIA? -----=o ~- Gli italiani, che hanno la· buoria abitudine ......e: non sono molti - di leggere il grande libro dei fatti reali, che dovrebbe essere, e che in gran parte è, un Annuai•io statistico, se s'imbattono in quello italiano pel 1900, ad esempio, nelle pag:ine 133 e 312, rimangono ,,ssai perplessi leggendovi cifre diversissime sul numero degli omicidi in Italia. A pa_g. 133, accanto ai suicidi, ·e tra le cause di ,n.or·te tro\·eranno 'clte gli uo1i1ini,_él_1e· I!"~rdettei~o
120 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI la vita per mano assassina furono in numero assoluto: 1547 nel 1889 e 1540 nel 1897 (per 100,000 abitanti rispettintmente 5,2 e 4,9). Invece quando poi :11-rirnranno alle notizie sulla Giustizia penale la cifr,\ la vedranno gonfiata pei dne anni, a 3966 e 4005 (13,49 e 12,79 per 100,000 ab.). Essi crederanno che la cifra letta nella parte dell'A,,nuario destinata alla Giustizia penale, debba corrispondern maggiormente alla YeriUt, perchi• di leggieri supporranno che quella es;;endo la t·ubriGa dei reati si deve rnettere maggiore attenzione nel la sua compilazione; verranno con fermati nel la supposizione dalla eurn posta nell'indicare che la cifra comprende. non solo gli omirirli volontriri ma anche quelli oltre l'intenzione; r·ioè gli omicidi, che seguirono a ferimento. Perciò si è fol'lnata. la convinz·ionc p1'ot'on1la e generale in Lt;ilia é alestero elle circa qua/t1·omi!a nomini, ogni anno vengono ammazzaii. tra noi. E tale convinzione si esprime quotidianamente· nei di:,;corsi del caffè, della Camera dei Deputati e ne;di ,trt.icoli. dei giornali e del le riviste più autorevoli; e· su que_lla cifra si ricamano le più n1elanconicile riflessioni.! Egli è così che 110deputalo dei più colti, dei 1jiit studiosi e dei più simpatici.elle ci ;:;iano in Italia, U-iuscino Fortunato, pocl1i anni or sono in un suo tliscorso esclamava: << tutti gli anni,'. che Iddio « manda, quattromila vittime. - ossia poco meno • dei caduti di A.dua, t?•r> Mlte più dHi 1norti di << Custoza ! Pacendo i conti, abb·iamo più elle dièei « Yittime al giorno, una ogui due 01'e <i minuti - • senza dire dei novantamila ferimenti C'he in me- • dia avvengono ogni anno. Questo nel dolce p,te- « se in cui San Prance5co d'Assisi, predi<;ù Ja re- • ligione dell'amore e del perdono! » Ogni dubbio che potrel.Jbe desbtrsi nell'animo del letto1·e <lell'A,muario . ull.t ci.fra precisa degli no111ini, che annualmente vengono ammazzati in ltalia, verrà l'ugato quando legger;'t ciò che un alto magi;:;tralo, uno scrittore notissi1110 di cri.minologia, lta detto or ora sullo stesso argomento. K.affacle Gal'Of'alo nella Nuo1,ri Antologia (N. del 16 l'ebl.Jntio), per dil'endere un suo preteso CodicP ilei galantuomini, osseernYa che Luigi Lucchini µoteva bene assegnare nei processi maggiore imµortanza sociale alla difesa anzicltè all'accu,-:a; « ma cl1e le quattromila t'amiglie degli assrissi- • ,iati non saranno forse del lo stesso an·.iso •. Ebbene, la verità è assai diversa: le f'amiglie degli assassinati sono molto meno della 1netli ed è semplicemente deploreYole che un alto magistrnto debba con fermare nell'errore la massa degli italiani! D'onde derivi la contraddizione tra le cifre del1' Annuario, ch'è tale da giustifìca1'e a prima vista l'incredulità degli scettici della statistica, pochi lo sanno; ed è bene faelo conoscere. L'Annuario porta due cifre tanto diverse, perchè nelle cau.se di morte enumera gli omicidi 1·eali, e nella statistica giudiziaria penale gli omicidi aominali, ci.oè tutti quei reati che un qualsiasi funzionario pauroso, imrecille o malvagio volle qualificare come ... omicidi; poi<.:llè tra gli omicidi di cui.si occupa la Sbttistica giudiziaria penale vanno compresi, accanto a qnelli. co,isumati, cioè che hanno come subslratwn vero un a•nmazioto, i tentali e i mancati .... Tra l'omicidio conswnato, tentato e 111rmcr1to la differenza f' enorme, non solo in quanto al fatto che nel primo c'è di mezzo la morte di. un uomo, e negli altri talora non c'è neu1meno un leggero rerirnento; ma ·anche a l'iguardo della pena direesa che colpisce J'auto1·e del reato: dall'e1·gastolo si può scendere a dieci anni di reclusione; e trn ci1·- costanze attenuanti ed altri am1ninnicoli curialeschi ,-i puù ,-cendere a molto meno. :\fa c'è di meglio, ossia di peggio. Si potr,ì. !J:11'- lare di rccl11sione n di qual<;lte anno di pena i.la scontare ,-:ino a tanto clw durante i vari stadi cli istruzione del p1'o<·esso ri,nanP la qualifica di omicidii, t,1,itali o nw,,rr,,ti, pei. quali si applicano gli artiGoli 61 e 6l dell;t l'arte genen\le del Codice Penale. Ma spesso il titolo muta e il delinituente \'iene rinviato dinanzi al .... Pretore. E' così elle nel l'elenro clegl i omir.id i (lenunziati nel la sola cit.U di Palermo negli anni. 18DG, 97 e 98, come risulta da ana corte,-:e co1nunicazion1" ciel Pr-oc. del Re cav. L'antaleone, anche tra colol'O chn vennero rinviati alle .\.ssise ci sono condanne di 3 mc,-:i e giorni dieci per mancato omiei,lio. Imn1ag-ini,'ìn1oci che cosa. ne sar:ì. di quelli omicùli l'inviati, pel µ·iu<lizio, in prntura! Ora ò logica ed opport11na qne,-ta conf11sionc tra omicidi ronsumati, tentati P ,11aricali, che vrngono present:tti al colto ed ,tll'incolt.o publllico, agi i i tal ian i e ag·I i sfrctn ieri, sotto la denominazione pum e semplice di omicirli? Anzitutto non è opportuna. <J ran dc i• i I d isercd ito che ci vienù dal numero degli ou1 icid i ehe si consumano realmen lc in [tali.a. Percltè aumentarlo tl'iplican<lnln arti fi<.:iosamente? Che si tratti di una tt'ipliGazione risulta evidente dal numero degli a,nmQ,zzati e da quello deg-1 i omicirli dell'Annuario, e da tutte !e notizie, elle 110potuto raccogliel'e. A Palermo, nel 1898, f'u. rono 104 i reati. denunziati come omicidi; 3G riuelli realmente <·onsumati. A Napoli, nel 1899, i denunziati fu1'ono 295; i consumati soltanto 95. Così altroYe. ·Questa triplicazione nel numero degli ont icidi è una vera voi uttà nell'autodenigrazione. .Non è logica. Nel I' Annuar·io abbiamo Yisto che :i fa menzione esplièita di omirirli volontcwi ed oltre l' i,iten,;io,te, che sono quelli seguiti ad un ferimento, e, ni>i quali la morte non avviene immediatamente. La distinzione viene mantenuta nel ie statistiche e nei Codici dell'Austria, del Belgio, della :E 1·a11cia, dcli' Ungheria, dell'Olanda. della Sye;:i,t. Ora nell'omicidio oltre l'intenzione, cioè, nella lesione seguita cla morte, c'è semp1·e alla fin tine un ammazzato; sar-ebbe, quindi, poco male clte i due l'eati dinanzi alla coscienza pui.Jblica. se non dinanzi al Codice eù alla pena - eh' è sempre più elevata di quella clte .viene applicata agli omicidi tentati o mancati, come dal-
... RIVISTA POPOLARE Dl POLlTlCA, LE,TTERE E SCIENZE S,OCIALJ 121 l'art. 368 - Yenissero confusi. Ma è addirittura inconcepibile che ,·enµ-ano de ignat i come onii<'icli i reati, nei quali e' è la morte di nn uomo e µ·li altri nei quali non e· è cl1e un colpo di revolver ~ira tu in aria, e nei q 11ali - è bene ripeterlo - la paura o la nrnln1.giià di nn carabiniC're, ·di 1111 qualsiasi funzionario, ha ,·01i1to scoqrere un ornieidio tentato o mancato, e che per istrada si t.ra- ~rorma - per overa del giudice togato, ,·elt! - evita terminare in pretura.· Faccio esplicita menzione riel la rnal vagità del funzionario nella qualifica del reato. perchè non rare ,·olte accade che il r,mzionario volontariarnente assegni que;;to o quel I' aliro titolo al reato l'er nuocere o per giovare ali' accusato. Ba:ta pen- ,;;-ir~ clte la l iber1,ù provvisoria p11ù e,-sere negata o concessa a seconda del titolo, e che in Italia il 1·arcere prerentiro si trnò gortl';·e per anni interi, J't'f conrincersi dell'interesse i..;he ci può essere a denunziare un omicidio mancato o 1111sernplice ~paro d'arrni! ~fa perchè la Statistica giudiziaria penale mantiene questa ùe[llore,·ok cont'usione? Una delle solit e ragioni. è q nesta: la con fusione viene man tenuta. nelle ~tatistiche straniere. ~i ,Lvverta che la confusione non è co1npleta e non i_, g·enerale. \'ella statisti.ca. i.n_g·lese,ad esempio. ~i Ca menzione esplicita <lei tPntaliro di on1icidio i..;on malizia t>rerneditata (atlempl lo muutei'); in quella IJclg-a riel lr'nlatioo di ::t'sa,-sinio e ùi 01nicidio. Ci<'i rilevo da una pregevolissi111a pubblicazione di .\ 11gusto Hos<;o (1). In og-ni. modo. le altre 1rn,.ioni - tranne la Russia, l'Ungheria <' la Spag·na - non ltanno un ~rande e spei..;iale intere::;se ,L di:sti.n:;11ere t,ra omicidi co,tswnali e non l'Ons1unali, pcrchè la triste rama del primato nel I' omi<'idio non le per<;cguita, e il numero assoluto neµ-li 1111ie negli altri è n1inimo, e non si può parlare di perdite annuali di ,·it.e u1nane, (1ua.nte ··e n'ebbero in Adua ! Si acGampa un rnotini tecni<'O per mantenere la. (·onf'usione: la ilnpossibilità in rni :;i è di potere fare la distinzione pri111a clte :siano tcnninati i pro,;essi, che danno il titolo ilelinitirn del reato. I.a Direzione G (mera le del !;1 statistica ere cl e, ciel resr.o. di a,·eee riparato ali' incon\'('t1ientr· 1·olla pubblicazione del prezioso volntne sulle .VoliziP rom(llAYllPit-lriri alle Statistiche uiiutizia,•i 0 pen,,u. M,t si avverta che l'Annuario e /,a statislicu {Jilt· rlizùt,•ia penate si pulJbl icano in o;.rn i anno e i..;orrono per le mani del maggior numero degli s(ndiosi. Di Notizie comptemenlal'i non e ne l1a sinor<t che un solo rolurne; si rireri:;ce agli anni 1800•95 e non viene sfog-liato che da pocltissimi specialisti. Pare clte ne ignori l' e::;istemm anche un Raffaele Garo!'alo! La correzione, del resto, non è completa in queste Notizie eomple111eiitw•i; poid1è la distinzione vien l'atta soltanto tra orni.- cicli co,isumati, tenlrtti e m(/ncoli che arrivano ali' ultima fase del giudizio sotto ta.li titoli. E (l) Leyislation et ·latisiit11ie complw1:e de r111r•lr1wsinfractions ù la toi penale. Home !900. delle centinaia - attorno al migliaio! - dì quelli che verdono il titolo per istrada e che figurano ~empre nelle Statistiche tra gli omicidi? Il mo ti vo, però, i_, (lei tn tto in fondato. Se le Statistiche giudir.iarie penali di un anno si pubblicaf-sero appena comini..;ia.to I.' anno successi\"O si potrebbe amlllettere che nella ignoranza dell'esito del giudizio si mantenga la confusione. Invece noi siamo al me~e rli. ,\I arzo J902 erl ancora non è stata pubblicata la Stathtii..;a giudiziaria penale dell'anno .... 1899 ! E in questi volumi. consacrati esclusivamente alla statistica giudiziaria venale non e' è mai un lontano accenno al fatto ehe tra gli omicidi sono comµresi quelli tentati o mancati; anzi le (listinzioni che vi si l'anno, escl11derebbern Ghe esista alcnna confusione; ad esempio a pagina XXXIV della Statistica pel 18H8 si parla degli omicidi rti ouni spr,cie: vatA a rlir·e omicidi se,11,plici, aggl'avati e r1uati/icati, oinicicli oltre l'intenzione e omicidi cl' infanti scusabili pei· causa di onore. Quest.i. dettagli pare che siano dati. per ribadire la mnvi.nzione clte quelle cifre si riferiscano agli omiGid i reali. La distinzione tra omicidi 1·eali e 01r1icidi no111iiiali sarebbe, però, sempre [}Ossibile anche ~e le statbtiche si compilassero e pubblicassero colla massima sollec-itudine. 8e c' r un reato sulla cui natura non sono pos:;ibili gli equivoci e le attese è l' 0111icidio co,iswnalo nel quale i..;i·de,·' essere ... la morte di. un uomo. La rnnl'11sione non è ammissibile temporaneamente che tra i soli omicidi volontari e gli orni• ddi preterintenzionali. Si diano pur-e, in una statistica frettolosa, per 0111icidi tentali e ·,nrt,u.xiti le risse, i ferimenti, i sempliGi spari di. arnia; ma non i..;'i,,la morte di uomo. ed è illogico, ing-iu~to. e st:onreniente che 'luesti reati vengano conl'usi coi primi. La statistica è i I bi lancio del le cose reati; non :si deve permettere dte tli Yenti i I bi lancio delle rose immagiitarie. Eg-li f' perciò Gite mi augu1·0 che I' illu~tre Direttore generale ciel la Statistka, voglia riportar(• la 'tuistione dinnanzi alla Commissione della Statistica g-iudiziaria - dol'C altra Yolta si. trovò - e fai·vel,1 riso! ,·ere in gi1isa <.:l1ele cifre corrisponùano ai fatti t'eali. (srande è il numero degli omicidi. Yeri che disonornno l'Italia, e non c'è bisogno rii aumentare lei nostra pessima fama portandoli da l::i0I) a 4000 ali' anno. :'\on si dica che il pubhliGO e gli studi.osi sanno e possono distinguere: ai quattromila ammazzali per ogni anno ha creduto Cì iu ·tino Fortunato: del dolore delle f"amiµ:lie di quattromila ammazzati ha scritto un alti.:<simo magi ,trnto, un i I lustre criminologo : Raffaele <,arofalo. {I) l>.r KAPOl,E0XE O0LAJANNI. (1) .\le,_,1,-e rorreg-i;o le boz,e ,lei l'articolo appre~do con vivo cumpiacimenlo che l'eg-regio P,-of. D.r A. Bosco io uo opera gulla ùeliw1uen;;li in oarii ii lati ll' Eu,'opa, di cui mi auguro che a, venga al più preslù possibile la pubblicazione, sostiene la stessa mia proposta, di fare c,,sssrc:, cioè, lo sconcio che ho deplor·ato.
122 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ LaFranciaprimadelleelezioni E' molto diflìci.le rendersi un conto esatto dello stato dello spirito [Jnbblico in Francia; quando si ronsultano le riviste e i giornali ·i potrebbe credere che vi fosse una enorme àgitazione nel paese, mentre, al contrario, tutto è perfettamente calmo; i ~~rnncesi non , 'intere,;sano di nulla, o vivono ron la medesima noncuranza con ctri vive,·ano i Romani della decadenza. Vi è in tutte le classi una grande veulerie, quel che in linguaggio popolare si chiama me ne infotto; ciascuno limita il suo pensiero ,id alcune soddisfazioni immediate talora assai frivole, senza preoccuparsi del dilu~ vio che potrà venire domani. Il gran rumore f'atto intorno al pt·ocesso Dreyfus ha ingannato la maggior parte delle persone. e le ha indotte a credere che i Francesi ·ieno della gente unicamente devota dei principi. Ma qnesto gran fraca. so era ratto da giornali che cercaYano di vendere il più gran I1..umero possibile di copie; alcuni giomali . fruttavano, senza vergogna. la goffaggine degli Israeliti. Quante persone hanno fatto allora la loro fortuna accumulando nelle loro proprie casse la maggior parte del danaro che era loro confidato! ,1aurés diceva ultimamente ch'egli aveva accot tato l'amnistia percliè questa misura aveva il vantaggio d'impedire un'agitazione fittizzia, a tutto heneticio degli intraprenditori cinici cli pubblicità. e con gran danno del paese. Ma, nella s11a ingenua buona fede, e~li ignorava che il pro,·e ·so Dreyfus era stato condotto esattamente nel lo stesso modo. Durante il processo <li revisione il signor di Granclmaison depose che un giornale socialista insolvibile aveva tutto ad un tratto trovato del credito; la Petite Republique si sentì rolpita e minacciò un processo che non ebbe più luogo. La Lib1·e Parole ha detto che gli articoli di fondo <I i J aurés erano stati ten11ti una setti inana dal1'Amministrazione della Pelile Republique che voleva, prima di pubblicarli, lllercanteggiare coi ricchi Ebrei. Si sono raccontate molte altre cose; mà io mi limito a queste qui, perchè esse sono conosciute da tutti. Sotto molti rapporti il I.H'O<.;CS ·o Dreyfu,; si può paragonare ad una gnm lotta commer<.;iale tra due case rivali di pubblicità; e sotto altri rapporti, poi, rassomiglia alle contese del circo durante il Basso Impero. li paese<' stato mes::;osossopra, ma questa agitazione non corrispondeva a dei veri movimenti. d' idee; quando l'impresa i• stata chiusa i protagoni::;ti si sono divisi e presi a morsi - ciascuno di loro trovando che non aveva avuto il guadagno a cui a,·ern diritto. Sembra che la gran collera deil'aYYOC,ttoLaborie contro Reinach derivi soltanto da una ([uestione di onorari; almeno è ,1uello che si sente dire dappertutto. (l) (1) Ci. si può rlom_andare_O)!gi se_molti dei th·eifusisli compreudeslWrO 11valore de, prmc1p1 che rnvocavauo, perché si son visti Fino al processo Dreyfus vi erano molti che credevano, con tutta siRcerità, che i partiti politici, ai quali essi appartenevano, fossero diretti dalle fo1·ze µiù nobili e dai principì. Queste illusioni non hanno potuto <.;Onservarsi finito ·il pro- "esso; quando il rumore è stato estinto, si è visto che t.utto questo apparecchio ideologico era mo! te, artifìciale, e C'lie la [)Olitica era rnra111ente una cosa sporca. Da ciò i> nato un grande scoraggia- 1 1 rnento, ed ora tutti gli spiriti sono come di. orientai.i, non sapendo più s_uquale regola guidare la loro ('Ondotta. J\'on <' il processo Dre_vrus che ha rovinato ciò che re.·tava ,lello spirito pubblico in Fran<:ia, ma esso ha grandemente contribuito a rnost.rare ciò che vi era sotto il Yelo dei principi, ha messo a nudo molte realtà disgustanti. . . Bisog-na l'Ì<.:el'carele cause prol'onde dell'annicn• ta.rnento politico attuale nella grande durata della pace europea. Si <' detto spe'SO che la Francia è stata fatta dai ·uoi re; bisogna aggiungere, pel' dare tutto il suo Yalore a questa f'ormola, che i nostri re hanno non soltanto conquistata la Francia, ma che l'hanno anche un ifirnta. Grazie alla confraternita militare· l'ar,nata francese ha, infatti, in un grado eccez: zionalissimo, la facoltà cli.as ·imilazione. Da molti anni i sono pubblicate molte· memorie scritte da ufficiali strani.eri che hanno ,;en-ito sotto i\apoleone l; quasi tutti rrnno pieni di entusias1110 per il pad,·o,u, che il ca o della guerra arnva loro dato, che considera vm10 • come un vero maest1·o cti gurwra. Leggendo questi preziosi do<.;ument,i, noi comprendiamo che i.I sogno del la monarrhi.a eurovea, carezzato dall'Imperatore, non è una chimera, perchè ttitti i popoli sein brano suscettibili di assim ilazione mediante la guerra. I Russi pareYano possedere essi stessi'. q11esta facoltà cli assimilar.ione, almeno nei loro rapporti con gli Asiatici; i Tedeschi l'hanno a un grndo minore di noi; gli Inglesi non l'hanno affatto. ciò che fa la loro debolezza. · Que to fenoineno di assin,ilazione ha 11,olte cause, ma la più iniportante, sopratutto in Asia, r la confidenza nel successo infallibile dell'e'Ìercito del Yincitore; i Francesi e i Jtussi non indie treggia.no mai. quando ,·'è di 111ezzol'onore della bandiera, o non i· lo stes:;o degli Inglesi. Oa. trent'anni la Francia non Ila intrapreso delle gnrndi guerre, cosi non ci :;i può stupire ~e moltr tendenze µal'ificli(' si v,ulono mischiando al nostro clu11wi1iis,nr, tradizionale. Si cominciò ad abituarsi. all'idea clie le guerre future potrebbero anche aYer luogo lontano dalle nostre frontiere, nelle colonie d'Oriente, ed es er condotte sopratutto da truppe indigene. Allorinfiammare creutusiasn,o per il luogoleueote Mallaschilsch, che fo un uot1-vole riif.fìruw, e nou meritava davvero l'interf'~S<' che li portano certi difeu,ori di'lla morali' i
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