Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 2 - 30 gennaio 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 31 L'on. di Laurenzana, ad esempio, dovrebbe spiega1·e per •1uale e vera ragione rifiutò il mandato che il Governo aveva affidato a lui insieme col Damiani nella questione Crispi. L'on. Guardasigilli dovrebbe spiegare perché e da chi gli s0n venuli cerli consigli sospeltosi, • che delerminarono ordini telegrafici alla Procura Generale di Napoli. L'on. Presidente del Consiglio dovrebbe spiegare pe1·- chè e con <1ualfondamento presta orecchio alle esagerale paure che gli si esprilllono da persone non degne di fede. L'on. Ministrò dell'inle1·no donebbt· spiegare la ragione ..... giuridica del suo intervento. Il Governo, ipfine, dovrebbe spiegare la ragione, la utilità, la convenienza di una riu!l ione lenula a Roma, ed alla quale parteciparono - o grande miseria! - senatori e deputati crispini presieduti da u11membro del Gabinetto, menl1'e Crispi agonizzava. E non parliamo di tulle le proposte di decreti, di p1·ovvedimenti legislativi, di progeLli di espropriazioni ecc. ecc. Confessiamolo: a~biamo sorriso amaramente pensando che proprio a noi fosse dato il compito di difendere strenuamente la privata proprietà! E' tale la massa dei dubbi, giganti, che il bisogno di luce pubblica è oramai in tutti prepotente, e dichiarazioni precise, nette, alle quali seguano falli si rendono ne-. eessarie Perciò - lo diciamo ancora una volta - la interrogazione dell'On. Coljljanni, la quale, probabilmente, innanzi allo incalzare degli avvenimenti,. sarà trasformata magari in interpellanza. Il dibattito giuridico vogliamo lasciarlo sereno, e non abbiamo espressioni sufficienti per contl annare la sconveniente e falsa trattazione della questione legale, che un ex magistrato, abbastanza avariato, ha osato fare in un giornale politico quotidiano di Napoli. Vogliamo dire questo però: che la coscienza pubblica non si brucia, che il sospetto, se generalmente è peggiore di una certezza dolorosa; in politica é sempre peI"icoloso. Vogliamo affermare que,;lo ancora: che la ingiustizia mossa dalla pau1·a, non por·ta fortuna agli uomini con1e ai popoli. Esisteranno, a Villa Lina, documenti che 1·iguardano il nostro mondo politico-parlamentare: le persone che possono temere, non sono e non debbono l'Ssere numer-ose. 01· bene, tuLla quella falange che la coscienza ha pur·a, deve aver· sete di onestà, deYe volere una epural,ione, - e per questo appunto non può non esser grata ad una giovane donna, che cos·1 fer·ma, ha saputo lottare contro la violenza pubblica e p1·iYata. Resterebbern altr·i pregindizì, figii della ignoranza che impera sovrana fra i nostri politicanti. Erberlo di Bismark pubblica (li Volume 1902) letlere che diplomatici, governanti e sovrani dirigevano al padre, ed anu11nzia un terzo volume ancora più importante. li più grave é questo, che codeste lette,·e, E1'berto di Bismarck rivendico clagli A rchioi della Cancellel'la. Non basla. La sconfitta di Koe11iggraet% nella guerra del 66 aust1·0prussiana era stata attribuila al Maresciallo von Benedek. Il nome del comandante l'esercito austriaco era passato alla storia sotto il peso della fatale giornata. Qualche storico aveva dubitato ed indagato, ma il silenzi o dello apparentemente responsabile rendeva sicuro il giudizio. BibliotecaGino Bianco In questi ultimi mesi è venuto alla luce un volume nel quale é raccolta tutta la corrispondenza del von Bene- <lek,_e da essa resulta chiaramente d1e al disgraziato generale si impose la volontà imperiale. Si afferma che l'imperatore <li Al)stria abhia autorizzata questa pubblicazione'. Ed al101·a? Noi ci auguriamo che la questione nei suoi molteplici lati veuga risoluta come l'onesto ed il giusto richiedono, ma troppa gente gusta giù il calore <:!ellafiamma guizzante, troppa gente vede già carta bruciata, troppa gente è giù pronta a ridurre col piede disonesto cenere i fogli annerrili e raggrinziti dal fuoco.· La mente nostra torna ad Enrico Heine. ì~ poesia: ma il tragico umoI"ista nutriva di tanta amara realtà i suoi rnrsi e la sua esistenza! Nella Prefazione allo Memorie, egli non voleva esecutori, cui affidare i suoi documenti, per non provocare infedeltà e tradimenti. - Ci sono ferite nella mia vita, soggiungeva, dovute alla mano degli amici, più che dei nemici. Il poeta vicino alla morte continuava: « 'La notte è muta: balle la pioggia su i tetti, sibila il « vento di autunno ti la povera stanza dell'ammalato è « deserta, Sulla mia poltrona io giaccio, senza dolori. « Una cara imagine entra pian piano, sen1.a che la « porta si muova, e tu siedi su i guanciali, ai miei piedi. « Poggia la tua bella tesla sulle mie ginocchia ed odi, « senza guardare. « Voglio raccontarti la leggenda della mia vita. « Se qualche gocciolone cade su i Luoi riccioli, sla tr~n- « quilla: non è la pioggia che batte su i letti. Non pian- « gere, stringimi la mano, taci ». E qui una pausa tragica, che solo le fiamme eloquenti, accese da Massimiliano Heine, potrebbero riempire. La cara imagine non aveva potuto impedi1·e la distruzione. Che la figliuola di Crispi sia più fortunata! A lei, al paese lo auguriamo nonostante che voci maligne, le quali traggono forza dal valol'e delle persone sospet 1 ate e dalla somma degli interessi disputati, affermino la scomparsa dei più gravi documenti. L'Imperialismo iog·lese. - Esso percorre la sua china fatale! L'Inghilterra non potendo domHrè i Boeri manifestamente si propone di distruggerli. l campi cli concentra::ione dove si compie lo sterminio dei fan~iulli non bastano; non bastano le vandaliche distruzioni delle fatlol'ie; non bastano gli scontri nei quali i valorosi combattenti per la libertà lasciano la vita: si 1·icorre alle fucilazioni di coloro che vongòno presi prigiouieri, se hanno qualche importanza, sperando cos"i di Lerrorizzare gli altri. Hanno fucilato l'eroico Scheepers, che cadde nelle loro mani, pei·ché ammalato; e fucileranno tra non guarì Kruitzinger. Invano. I Boeri seguitano a combattere; e l'Europa o il mondo civile assistono impassibili alla distruzione di un popolo, che dev'essere trattato brigantescamente solo perché sono 500,000 che combattono pel diritto contro un impero di quattrocento milioni, che combaltP, per la conquista brutale. L'Europa e il mondò civile assisterono con minore indifferenza alla ·strage degli Armeni; e ciò é un segno di viltà. Gli Stati si permisero r1ualche osservazione al grande a~sassino, pe1·ché lo con><iderano come un grande ammalato, perché sanno ch'è debole; ma non fiatano di fronte alla scelleratezza della Grande Brettagna perché

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