RJVIS1'A ijOPOLARE DJ POLJTÌCA, LÉ1TERE É SCJENZÈ SOCIALI 55 vecchia famiglia patrizia, il fattore, il piccolo borghese indipendente. « lt. 0 Gl'impiegali dei ricchi abitanti delle città sono obbligati a seguire la volonlà dei padroni. Ma questi impiegati s.enza proprietà hanno il diritto di suffragio, e le famiglie patrizie, i fattori e i piccoli borghesi sono odiati dai ricchi monopolizzatori. Ecco il modo di alleare questi tre elementi: La rivista ebdomadaria propost11 dall'Ordine Ariano rappresenterà gl'intP.ressi di queste classi, mostrerà il pericolo che le minaccia, e domanderà che il suffragio sia basato sui piccoli proprietal'i allo scopo di proteggere la famiglia, il focolare, la patria stessa; domanderà che una rapp1·ese11tanza del Senato sia data alle famiglie patrizie: e infine domanderà la restaurazione della monarchia per proteggere l'integrità delle carte coloniali, la Costituzione senza çmendamenti, gli affa1·i pubblici, la libe1·tà e l'indipendenza degl'individui e l'interesse delle famiglie di fronte allo sfruttamento operato dai sordidi miliardari e di fronte al cieco odio della classe operaia che precipita il paese ora verso la tit•annia socialistica, ora verso quella del monopolio». Tale il programma, i mezzi e la clientela del partito realista in America. I suoi partigiani, dichiara Messire F. G. Forsaith da Fron,ac, hanno fede nella realizzazione delle loro aspirazioni. (Enropeen - 11 Gennaio). • Tenente-Colonnello Delanney : E' possibille'invasiondeel• I' Inghilterra? - Sarebbe impossibile negare che le ultime manovre occidentali francesi avevano lo scopo di mostrare ai vicini d'oltre Manica della Francia che questa si occupa di un possibile conflitto con loro, e, bisogna aggiungere, che prende le sue misure in_ conseguenza. La guerra della Francia con l'Inghilterra sarebbe un male. L'Inghilterra può essere antipatica al più alto grado, ma gli interessi vitali delle due nazioni non ·sono in contrasto, e l'antipatia non giustificherebbe una guerra. Pure, se domani paresse opportuno ali' Inghilterra di t:ombaltere la Francia, essa lo farebbe, e se essa riuscisse a distruggere l'armata francese, il suo potere non avrebbe lim:Li. È soltanto la flolta francese che salva l'Europa dal giogo dell'Inghilterra. Anche ammettendo che l'Inghilterra abbia un maggior numero di navi, questa superiorità è bilanciata dagli ufficiali e marinai francesi, dalla _qualità migliore delle corazze e l'immensa superiorità dei caunoni navali francesi: e i francesi possono avere le migliori speranze per il giorno nel quale le due flotte dovessero incontrarsi. In primo luogo, se i francesi vincessero, l'Inghilterra sarebbe completamente in loro potere. In secondo luogo se avvenisse una battaglia egualmente dannosa ad ambedue, tutte le navi essendo rovinate, o in riparazione, la condizione dell'Inghilterra sarebbe appena migliore. Il mare divenendo libero in tal guisa, un esercito francese potrebbe passa,·e il canale senza impedimenti. In primo l11ogo,se pure l'Inghilterra vincesse sul mare, e ne divenisse completamente padrona, potrebbero ancora i francesi osa1·e !'invasione dell'Inghille1·ra '? La opinione unanime degli uomini• di mare è che la cosa sarebbe pt>ssibile, e avrebbe ogni probabilità di successo. Un ammiraglio, la cui competenza è generalmeute riconosciuta, si espresse cosi : « Approdare in Inghilterra è l'opera di una notte senza luna. » Evidentemente, vi é una gran differenza di opinioni sul modo pel quale, dopo il suo approdo, un esercito francese in Inghilterra potrebbe ricevere le vettovaglie. Ma questa difficolr,à è tutt'altro che insuperabile, ed i Boeri hanno dimostrato come sia possibile mantenersi Bibli.0tecaGino Bianco con i viveri del nemico, ed ucciderlo cou le sue provvisioni da guerra. L'invasione del territorio inglese da parte di un esercito francese è cosa semplice e facile, e non vi può esser dubbio sul successo di una operazione simile, anche ammettendo il caso piuttosto improbabile che l' Inghilterra fosse ancora signora dei mari. L'esercito invasore dopo essere approdato su terreno inglese, potrebbe, se vittorioso, fare a meno di ogni aiuto dal di fuori, e troverebbe in Inghilterra le risorse necessarie per vivere e per combattere. (Pall Mall Magazine). CamilloSupino: lndividuali;:mo ermiomi<:o. Torino Frate1'i Boeca 1902. L. 2,50. L'autore, dato il concetto dell'individualismo, che dimostra non essere più o meno naturale del collettivismo, ne traccia le origini teoriche da Grozio ad Adamo Smilh prima, e poscia sino a Spencer ed a Max Stirner che lo coP-dusse alle sue pi[t logiche conseguenze, coll'affermazione che l'individuo è il termine antagonistico della Società. L'evoluzione dell'i!ldividualismo economico poi mette in relazione coll'evoluzione dell'individualismo politico, che alla sua volta genera il liberismo doganale.L'individualismo trionfa sinò a tanto che la domanda non diviene inadeguata all'offerta e non degenera in una guerra sfrenata e rovinosa. Allora per reazione si affaccia il prolczionismo, da principio negli Stati Unili nel 1875 - e noi non consentiamo in questa data e nemmeno in quella della Russia (1876) - e poscia un po· dappertutto. Anche in Inghilterra si riaffacciano le tendenze protezioniste. L'individualismo riesce a trasformare la concorrenza in monopolio (e perché non ricordare il Merlino?), concentra la ricchezza e genera la pluto ~razia; donde i Cartelli e i Trusts colla loro onnipotenza ed immoralità. L'indivi- · dualismo trasformatosi nel suo opposto, e che non era stato mai favorevole alle classi lavoratrici, diviene oppressivo delle medesime, e fa rimarcare le differenze enormi nelle condizioni. Sorge l'intervenzionismo - la parola non l'adopera il Supino - e con questo, dice Engels, le classi lavoratrici divengono anth·ivoluzionaric; sono i partiti dell'ordine che vengono uccisi dalla legalità. Se nei rapporti fra produzione e consumo l'individualismo economico é contrassegnato da un crescendo conlinuo di anomalie e d'ingiustizie, queste raggiungono il culmine nei fenomeni della distribuzione. La critica socialista costringe !"economia polilica alla revisione dei suoi principii sorge la scuola storica e dei socialisti della cattedra; cosi ai criteri individualisti della responsabilité individuale si propone (Ferraris) di sostituire i tre principi della responsabilità so~iale , della giustizia sociale e dell'arbitrato sociale. Si sente il bisogno della coazione - necessaria anche coll'individualismo spencedano - e cresce la funzione dello Stato. Questa la tela de.I lavoro del SÙpino, breve di mole ma ricco di contenuto, ed esposto con chiarezza. Solo in ultimo avremmo desiderato maggiore determinatezza sull'azione dello Stato. lng. FilippoLaccetti : La pittura cdtà 1V Esposizione lnternazionrile d'Arte a Venezia. Napoli, Stab. Pierro e-· Veraldi. 1901. Chi legge le prime parole della conclusione di questa, rassegna critici!, present.ala più <,; come. una raccolta di « sensazioni dalle opere pittoriche destale e che come
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