RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 47 li Cancelliere dell'Impero dichiarò che il progetto era stato coscenziosamente studialo allo scopo di meglio tuiclare l'ag1·ic0ltura, il commercio e l'i11dusll'ia. Che esso 11011significava I' abbandono della politica dei trattali commerciali, bens·1 un mezzo efficace per migliorarli soslanzialtr,ente. Che nell'interesse dellç1esportazione industriale i Governi tedeschi erano i11te11zionali di proseguire in tale politica, fermo pérò restando il concetto di rinforzare la protezione agdcola. Q:iasi ciò non bastasse, nella sodula del 3 dicembre, 1•ii;poridendo al democratico Richter, il Cancelliere co11fermava che il proget•o era stato prepa1·ato in completo accor<lo fra i vari. GoYerni, ed aggiungeva che la Germania non si Lt-ovava nella condizione di rinnovare, ad ogni c;1st~, i trattati di commercio. Da queste parole e dall' 11tteggiamcnto del Governo lungo la prima lettura del progetto, apparve cniaro che il Bulow s'era compromesso in tal modo col partito agrario che ogni conce.;;sione, da parte sua, nel senso di mitigare lo sp:1•ito protezionista della ta1·iffa, sarebbe stata difficile. Il progetto, bencltè :I p1·incipio della tariffa minima non fosse stato accolto che per i ,:e,eali soltanto, aumenta in forte misura tutti i dazi sulle merci agricole, cr.mprcse quelle che la Germania può produrre in quantità molto limitata. Ad onta di ciò, non ne sono completamente paghi gli agrari intransigenti, i quali sognavano gabelle ancora più alte e più energiche misure di rappresaglia contro gli Stati che, domani, non troveranno convenienza di negozia.re con la Germania. Ma è certo che intorno all'attuale progetto si 1·agg1·upperà una fo1·Lemaggioranza, la quale rendera v.ana ogni ppposizione e deciderà dell'esito favorevole. Se la tariffa andrà in vigore, i con;;umi ne avranno moltissimo male, e fo1·se anche il commercio di uscita : da ciò prendono argomento g\'industriali, i liberali e i socialisti democratici per minacciare guerra ad oltranza contro l'ac,:ordo dei partiti conservatori impegnati nell'approvazione de' nuovi dazi. Si dice che tra gli arnesi di guerra vi sarà anche l'ostruzionismo parlamentare, il quale, in questo, caso, aVl'ehbe le simpatie dei consumatori dell'Impero, che non son pochi, e che pur contano qualcosa nell'operosità e nella fortuna economica di quel paese. L'oslruz?onismo, con le sue violenze, potrebbe portare a due risultati: o al f'ilil'o del progetto, con probabile crisi nella Cancelleria dell'Impero; o ad una crisi p8l'- lamentare la quale, in ultima analisi, non risolverebbe nulla, perché l'ostruzionismo potrebbe essere ripreso nel nuovo Reichstag, non essendo ammissibile che tutti gli oppositori ne sieno allont.anati. · Che dalla situazione possa venir fuori un terzo risultato, che, cioè, Gove1·no e opposizione, maggioranza e minoranza possano mettersi d'accordo su di U!I comune progetto, appare assai difficile, troppo discordanti essendo gl'interessi che li ngitano. Comunque, la situazione si chiarirà tra breve, perché la nuova tariffa dovrà servire di base ai futuri negoziati, e questi sono ormai prossimi all'inizio. I nuovi trattali dovrebbero essere sottoscritti prima del 31 dicembre 1903 - epoca della loro scadenza. Naturalmente, il dissidio non si risolverà con soli criteri economici. Altri elementi vi concorrtlranno e faranno sì che la situazione si complichi, si allarghi e si renda sempre più difficile. Una crisi nella Cancelleria dell'Impero non porterebbe profondi cambiamenti nell'indirizzo politico della Ger~ mania. Si sa, ormai, che Guglielmo II ia da sé, che i BibliotecaGino Bianco cancellieri non sono che i suoi portavoce. Ma pure, in questo caso, intorno al nuovo Cancelliere, dovrebbe delinenrsi una situazione nuova, con criteri c0ncili&Livi, con compromessi di diversa natura, per appagare tanta molteplicità di appetiti. Molto, insomma, dipenderà dai propositi del!' opposizione, e, soprattutto, dai mezzi più o meno violenti di cui essa intende servirsi. Intanto, il progetto di canalizzazione potrà correre miglior fortuna. I protezionisti agrari, riconoscenti del modo con cui il Governo. s0stienL i loro interessi, potrebbero secondare, su questo riguardo, più di· quanto non l'abbiano fatto per il pas,ato, i disegni d"II' Imperatore. Ma ancor qui bisogna lottare con la diffidenza degli agrari. Essi, più volte, han fatto intendere che il progeLLo di canalizzazione non sarà· approvato se prima non lo sarà quello della tarifla. E i conservatori tedeschi han dato scmp1e prova di g1·ande :enacia: non c'è da spc1·are in una tardiva resipiscenza, Intanto la crisi economica si allarga minacciosa. Molte fabbriche lavorano a prezzi 1·ovinos1, la disoccupazione aume,~ta, si affievoliscono i commerci. Nell'ottobre decorso, gl'mtroiti delle strade ferrale sono diminuiti di tre milioni e mezzo di marciti rispello a quelli· corri,;pondenti dell'anno prima. Si nota una diminuzione del 5 0(0 nel t,·affico. Centottanta case berlinesi esercenti le industrie metallurgiche ed elettriche lrnn· chiesto al governo prussiano di ottenere le ordinazioni dello Stato anche a prezzi di costo; per non essere obbligale a licenziare altri operai. Lungo il tl'Ìrnestre del 1901 si ebbero 2337 fallimenti, mentr·e nello stesso periodo del 1900 non se n'erano avuti che 1765. Si crede -!he il numero si sia notevolmen-te accresciuto negli ultimi mesi. La crisi ebbe ripercuzioni dolorose nell'industria navale: il grandioso cantiere << Nettuno » di Roslock, ha dovuto licenziare 600 operai. La situazione bancaria non è migliorata. Molti bilanci si chiudono con forti deficit, e si assottigliano sempre più i dividendi degli azionisti. E' una crisi di sviluppo, lo sappiamo. La Germania troverà modo di risorgere e di riprendere il cammino, con la consueta energia. Ma le infermità presenti, per quanto fuggevoli, han bisogno di cure pronte ed efficaci. La tariffa proposta è il rimedio salutare, è il rimedio necessario~ 2. In questi giorni, in cui tanto si parla dell'accor.do italo-francese riguardo alla Tripolitania, sarà utile dare qualche notizia sui commerci di quella Reggenza. Parecchi anni or sono, persona competente, delegata dalla Camera di Commercio di Vicenza, si recò in quei paesi per studiare le condizioni economiche dal punto di vista delle nost1•e esportazioni. L'indagine, per qunnto scrupolosamente compiuta, portò a conclusioni poco incoraggianti. Si tratta, infatti, di paesi in gran parte poveri, con popolazioni maomettane· poco industriose e di scarsi consumi. La superfice, 1,033,400 chilom. quadrati, è abitala da circa un milione tra Berleri, Arabi, Mauri e Negri. Vi si producono lo sparto, l'orzo, la lana e l'avorio. Nei suoi mari si pratica la pesca delle spugne, oggetto di speciale industria per i pescatori siciliani. La principale importazione è costitui La dalle farine e dai tessuti di cotone, vengono poi il tabacco, lo zuc-
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