Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 1 - 15 gennaio 1902

504 IUVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOC!All nè altri monarchici oseranno negare autorevolezza: dei discorsi inaugurali delle sessioni parlamentari pronunziati per quarant'anni da Vittorio Emmanuele II e da Umberto I... In tutti quei discorsi si constatava: la mancanza di giustizia, il p1·0fonclo e gene,~ole malessere economico, la necflssità di ui·genti pro1;vedimenti, Dove trovare una migliore e più autorevole documentazione del giurlizio assolutamente contrario a quello enunziato dai nostri avversari? A tutto questo aggiungeremo un ultima considerazione. Si giustifica la monarchia principalmente in nome dell'unità .. Ebbene l'unitù per ef-- sere cosa viva, vera e proficua non dev'essere soltanto materiale e a base di compressione; ma volontaria e morale. Sotto questo aspetto colla •parola di Bonghi e di altri abbiamo dimostrato che il sentimento unitario è in ribasso; e del fenomeno si ha un indice patente e interessante nell'aggravato dissidio tra Nord e Sud, che non si elimina nè colle frasi ampollose, nè colle buone intenzioni. DunqueL Il malessere ~conomico in Italia è in diminur.ione da qualche anno; ci sono in/lici innegabili del miglioramento. Noi non vogliamo negarlo perchè non siamo settari e le convinzioni po1itiche non ci fanno velo alla mente e non ci rendono pessimisti contro la realtà. Non siamo pessimisti per sistema politico; politicamente, se fossimo dei disonesti capaci di ne- . gare la verità, non avremmo interesse ad esserli. Il miglioramento attuale, che ci auguriamo di vedere continuato ed accentuato, per essere valutato al giusto dev'essere messo in rapporto: 1• colla somma dei sacrifizi passati; 2° col miglioramento raggiunto dagli altri popoli; 3n coi fattori principali, che l'hanno determinato. · · l° A niuno verrà in mente di negare che ci sia sproporzione enorme tra i sacrifizi compiuti dalla nazione per quarant'anni e la situazione presente, specialmente dal punto di vista della finanza dello Stato. Certamente la nazione meritava sorte migliore; e migliore e più presto l'avrebbe avuta se diversa fosse stata la politica generale, cui si accennò fugacemente. Non ostante gli enormi sar.rifizi fatti, la monarchia non riuscì a debellare le due maggiori vergogne d'Italia. 2° Il miglioramento nostro è ben poca cosa messo al paragone con quello degli altri popoE, ottenuto più rapidamente e con· minori sacrificii. Al disotto di noi forse c'è la Spagna; la quale ha subito una vera catastrofe colla guerra di Cuba, ha commesso gli stessi errori nostri, ed ha ordinamenti politici disadatti alle proprie con• dizioni ed alle proprie tradizioni.... precisamente come l'Italia. 3° I fattori principali dell'attuale nostro miglioramento, come rilevò l'on. Colajanni iniziando BibliotecaGinoBianco la discussione sui Provvedimenti finanziari il giorno 19 Dicembre 190!, sono estrinseci all'ltalia, e di essi non ha alcun merito lo Stato. Uno è rappresentato dal-miglioramento straordinario degli altri popoli, che ha sospinto a. centinaia di migliaia gli stranieri in casa nostra, lasciando per lo meno da tre a quattrocento miJ.ioni all'anno. L'altro è una conseguenza diretta del nostro malessere economico e morale, ed è rappresentato da quei trecentomila italiani, che emigrano all'estero, e mandano o portano in Italia altri tre o quattrocento milioni all'anno. Da queste premesse risulta: o che il miglioramento è avvenuto non ostante la monarchia; o che questa ci ha dato il meno che ci poteva dare. . . . Un ultimo punto da discutere. Il Giorn(lle d'Italia scrive: Lo stesso Colajanni dovè dichiarare due o tre anni addietro, che la repubblica oggi in Italia sarebbe un disastro per le conseguenze a cui menerebbe e che si risolverebbe in danno della libertà e delle conquiste civili della nazione. Le precise parole del Colajanni si trovano nell'articolo; Ancora eletta Sinistra (Riv. Pop. 30 Settembre 1899) e vanno integrate con tutto ciù che serve a far conoscere il suo intimo pensiero. Ecco' il brano che suggerì la citazione del diario monarchico: • Conséio dei risultati che la tattica · « liberale inglese ha dato, e <lei vantaggi che al- • l'Inghilterra ha assicurato il metodo evolutivo, « non esitai a dire in Parlamento e fuori - sol- • levando un certo scandalo tra amici ed avver- " sari - che in Inghilterra non sentirei il biso- << gno cli dichiararmi repubblicano. Lo sento in • Italia perché trovo tanto diversi -e tanto peggio- • ri i monarchici liberali e pseudo conservator.i. • Aggiungo ancora· che, a mio avviso, mancano • sino a questo momento quelle condizioni che la • storia ha creato in Inghilterra, e che sono indi- • spensabili per la evoluzione lenta e pacifica po- • litica e sociale. • L'azione cosciente e intelligente, ferma e co- • raggiosa dei monarchici liberali avrebbe potuto • creare tali condizioni; le vicende del nostro ri- • sorgimento', l'origine plebisèitaria della nostra • monarchia avrebbero potuto e dovuto facilitare • tale compito altissimo. Ma disgraziatamente i • nostri monarchici pel passato non si mostrarono • nè liberali, nè intelligenti, nè preveggenti; quan- • do vollero esserlo mancarono di energia e fini- « rono sempre col chiarirsi infetti dalla tabe ma- « ledetta del servilismo, che li trascinò alla co- • stante ed esclusiva preoccupazione degli inte- « ressi della dinastia. C'è da rammaricarsene vi- • vamente; e me ne dolgo profondamente io, re- • pubblicano, perchè temo che la follia reaziona- • ria, l'inettitudine e l'incoscienza dei cosidetti li- • berali condurranno il paese ad una situazione •catastrofica.Ora la catastrofe rivoluzionaria non ◄ ·◄

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