518 RIVISTA POPOLARE bi POLiTlCA, Lkt'TÈRE È Sc!ENZÈ SOCIALI ga alimento e maturi suoi frulti, ogni manifestazione: ogni forma, ogni bellezza del s110pensiero; e come non vi sia genere letterario, per quanto frivolo nell'apparenza e nell'occasione, non fiaba, non favola, non canzone, non satira, non commedia, che da quel sottosuolo oscuro e profondo non attinga i succhi e le sostanze di cui si plasma e si f'a. A chi abbia consuetudine di scandagliare, o per necessità di professione, o per diletto d'arte, anime umane, riuscirà caro e grato trovare in questa vasta opera, accertata come legge universale, l'osservazione che tante volte gli sarà accaduto di fare e rifare personalmente:_ che cioè sempre s'annidi, anzi predomini spesso, in fondo al ridevole il malinconico; e che sia quindi cosa molto complessa e molto intima e molto significativa, questa manifestazione dell'anima colletti va ed individuale, « che par sorriso ed è dolore~. Tale intenzione, veramente filosofica, cli mettere a nudo la vera essenza, amara, in fondo, del riso umano, apparisce forse più evidente ancora in questo secondo volume, che va dal risorgimento delle lettere in Europa all'apogeo e alla decadenza, che non nel primo, dedicato all'antichità ed al medio evo: non essendo f'orse men vasto, e certamente poi più vario e curioso. il ciclo delle diverse famiglie etniche n delle individualità letterarie che vi è percor:oo e studiato. dalla leggenda, dalla commedia e dalla novella del Trecento italiano, ingles!l, francese, attraverso gli esordi del teatro laico transalpino e le avvisaglie erudite e gli svaghi popolari nostrani, le ribellioni grottesche dei chierici e dei monaci, il poema eroicomico e la novellà licenziosa, la commedia mordace e la maschera simbolica, il romanzo picaresco e la caricatura oratoria, fino alla monum,m tale psicologia di tutta l'anima e di tutte le anime, che si condensa e s'approfonda e si sublima nel teatro di Shakspeare. Qui, dunL1ue, chi ama la lettura sostanziosa e suggestiva, che desta ad ogni pagina grati e grandi ricordi e suscita ad ogni capitolo nuove e prolifere idee, trova pascolo allo spirito e squisito diletto alla fantasia, per molte belle serate: a me, ben inteso leggendo e facendo anche altro, molto altro, è bastato per un anno. E per l'anno nuovo .... aspetto il terzo volume. • .. Siamo a Sedan: uno squadrone di cavalleria, cacciatori d'Afl'ica,attende in sella, impaziente, febbrile, il momento d'entrare in azione: quell'azione che dovrà restare alla storia. col trRgico e glorioso nome di « cavalcata all'abisso »; ad un tratto, in mezzo a quello splendore di sole nell'azzurro immenso, che stampa sulla terra riarsa le ombre nette degli albel'i, e in cui le cose si espandono e cantano quasi in una esuberanza di vita, tuona il cannone, le creste dei colli si coronano di fumo, qualche obice scoppia a due passi dai cavalli. Ed allora sbucando dalle Ardenne, da tutte le fratte sparse di villaggi nelle radure, dagli alti boschi silenziosi, dalle piccole capanne sperdute, una -valanga di bestiame e di gent_e, cacciata dalla paura, stretta dalla fucilata e dall'incendio, si precipita, ruzzolando attraverso i ca111pie le · strade irte cli soldati, penetrnndo lungo f parchi e i convogli: villani, spingenti le ruote delle carrette, stracariche di qiobilie miserande; vecchie; t1·ascinanti carriuole BibliotecaGino Bianco stridule, su cui s' ammucchiano le povere robe annodate alla meglio nei fazzoletti; donne e bambini in pianto; sciagurati, volgenti di qua e di là delle facce attonite, degli occhi istupiditi: e chi si spinge innanzi colla pertica una banda di montoni o di ·oche, chi si trascina dietro una mucca. Alla rinfusa, cacciandosi in mezzo a quest'esodo cli miseria, le bestie dei boschi e dei campi fuggono pure, terrorizzate: delle fiere che hanno disertati i loro antri, dei cinghiali che irrompono dritto nel folto, dei lupi che spalancano in piena luce le loro pupille selvagge, degli uccelli che turbinano a stormi, delle lepri fulve che scappano alla cieca: tutto un panico immenso, corrente al rifugio verso i boschi sicuri del Belgio .... Una vo·Jpe fila come un lampo, guizzando attraverso le file dei cacciatori d'Africa: grida, scherzi, risa; per un secondo, si scorcia il crepitio del fuoco, e la morte che vola enorme su tutto ... Di descrizioni come questa, e non di cose esteriori soltanto, ma di sentimenti, di pensieri, di ansie, di sacrifici, di scoramenti, d'entusiasmi, ribocca Les braves [Jfns di Paule VictorMarguerltte (Parigi, Plon e Nourrit editori) terzo romanzo del ciclo Une epoque, che con Le desastre e Les tronrons du glaive narra con la esattezza d'una cronaca e col calore d'un poema le vicende terribili del Settanta: in questo volume, che naturalmente può stare anche da sè, son dipinti come in altrettanti magnifici quadri le gloriose cariche di Sedan, gli orrori dell'assedio di Strasburgo, l'audace colpo di mano dei franchi tiratori a Fontenoy, i cavallereschi eroismi di Denfert e Teyssien attorno agli ultimi fieri brandelli della bandiera di Francia: e son cose che non si leggono senza palpiti e senza fremiti fraterni, da quanti italia_ni lo siano veramente di sangue, di razza, di fibre, di viscere, insomma d'istinto schiettamente latino, e non solamente e freddamente, per ragioni imparate H. scuola, lette nei giornali, attinte dalla politica. •• E, a proposito cli Francia: ho qui sott'occhio,il diciottesimo bollettino della Società d,etudes italiennes, cli Parigi, cli cui é l'anima CharlesDejob, il dotto e geniale professore della Sorbona: col rendiconto dei nuovi successi acquisiti alla buona causa ciel sempre più intimo affratellamento dei due popoli, con la diffusione del nome, della lingua, della col tura nostra al di Jà delle Alpi: le borse di soggiorno in Italia fondate ultimamente pei giovani fr:tncesi desiderosi e d6gni di farsene strumento; le cattedre di lingua e letteratura italiana, isMuite in scuole e. collegi ed educandati di Francia; le fondazioni d'iniziativa privata, per viaggi di studio nella Penisola, Je conferenze fatte finora, o da farsi, durante il nuovo anno accademico, da oratori insigni dei due paesi, all'anfiteatro Quinet, nella Sorbona, su argomento italiano, e infine la lunga lista degli aderenti, ai quali non si chiede assolutamente altro che di dare alla Società l'appoggio morale del loro nome: e di nomi il cui appoggio morale è già tutto un programma e tutta una gloria, ce n'è, anche d'italiani, molti dei più illustri: cito soltanto, e a caso, Graziadio Ascoli, Giacomo Barzellotti, Giosuè Carducci, Giovanni Cena, Alessandro d'Ancona, Antonio FogRzzaro, Arturo Graf, Olindo Guerrini, Tullo Massarani, Guido Mazzoni, Gaetano_ Negri, Enrico Pan-
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