Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 1 - 15 gennaio 1902

516 RIVISTA. POPOLARE DI POLITlCA, LETTERE E SCIENZE SOCIAL.1 ' vena dello Stecchetti; l'erudito paziente ha ucciso quasi il poeta di Postuma e Polemica. E' l'erudizione che in buona parte ha rovinato le lettere, è la scienza, che cammina sempre e che raggiunge dei limiti affatto insperati. Da una parte la metafisica, che si sforza di risolvere l'arduo problema del nostro divenire e che si riflette nei romanzi neocristiani del Fogazzaro e ciel Tolstoi, del Sienkiewtz e di qualche altro scrittore francese; dall'altra la filosofia tenta di sviscerare i reconditi misteri dell'anima nostra; la fisica indaga l'universo, badando a un orizzonte sempre- più vasto e sconfinato; infine la sociologia e le altre scienze politiche fanno sforzi poderosi per risolvere la questione economica e sociale, questioni ardenti che urgono e minacciano. Questo scorcio di secolo è l'apoteosi della scienza. I letterati non si sono potuti ritirare più indietro: la vita nostra è divenuta talmente complessa che gli scrittori non possono più pensare a scrivere opere, che li cattivino la simpatia e la tavola del signore, come nei secoli scorsi; i letterati adesso debbono confidare nel proprio ingegno e nella propria atti• ,,ità, senza aspettare niente dal principe, cui si tenta assottigliare giorno per giorno la lista civile. Il rispettabile pubblico non crede piu nei maghi e nei castelli fatati, deride come corbellerie gli stregoni e le fate od altri mostri chimerici, e la fede vacilla tra le incertezze amare del dubbio; perciò lo scrittore non può passar sopra le esigenze ciel tempo e deve uniformarsi alla legge di adattamento. L'epoca nostra, assetata cli sapere, colla coltura che va sempre più diffondendosi, non può leggere pe1· semplice diletto, che sarebbe da gente oziosa, mentre il tempo urge; ma vuole nei libri trovare qualche utile, onde i romanzieri si acconciano alla massima oraziana « 1110nendo pari terque clelectando >); e il romanzo diventa un capitolo di sociologia, il bozzetto una discussio11e socialista, la poesia u u canto rivoluzionario. Altri si astraggono dalla vita, ci danno personaggi simbolici e soprannaturali e un mondo piu o meno inverosimile, ove tra vergini clorotiche e linfatiche troneggia il proprio carissimo «io»: sono gli « ubermensch »; ma la loro arte è artificiosa nella. forma e nella sostanza, e, come tale, se può avere il momento di celebrità, è destinata a cadere, come tutte le cose contro natura. Il simbolismo, del resto, alla stessa· guisa dell'esotismo si spiega facilmente: avendo la scienza distrutte tante chimere (e il Leopardi ne rimpiange amaramente la distruzione), e tanti sogni di vita futura, l'uomo tenta costruir nella mente un mondo diverso: secondo Nordau, questa è un::. manifestazione del pessimismo che ha invaso l'umanità, la quale cerca un lenimento alle agitazioni clell''.lnima nei romanzi simbolici; o in quelli che trnsportano la fantasia in regioni lontane od inesplorate, coine gli esotici; o in quelli che descrivono tempi passati, come gli storici. In quest'ultimo quarto d'ora anche il romanzo storico - che è romanzo d'erudizione - 1·ivive per opera dei neo-cristiani, i qual i in disaccordo colla Chiesa e col diavolo, cercano di riportare la traYiata umanità alle teorie trascendentali. Ma il romanzo erudito ha forse 1·aggiunto il suo apogeo col France, arnabile pensatore, che trattiene per lo più il lettore con una simpatica causerie filosofica, mezzo atea e 1oezzo deista, ma con fine :;aporè attico; mentre il racconto è legato ad un filo. tenne corne t1uello del r,1.gno. Da noi t(Ui cc ne ha Biblioteca Gino Bianco dato· un saggio il D'Annunzio col suo Vergini delle Rotte, indigesta mole di quattrocento o cinquecen Lo pagine, il cui argomento insignificante potrebbe bene essere il tema di un'l novella graziosa. Intanto i nostri critici fanno delle desolanti e fondate querimonie sull'arte; tutto perisce, il romanzo, il teatro, ove l'adulterio e la seduzione sono di 1110cla, il melodramma, la poesia. I nostri eruditi, invece, chiusi nelle biblioteche, spolverano con indefesso lavoro gl'incunabolJ e i palinsesti e ci preparano per via di monografie, una completa storia letteral'ia e civile. Speriamo che questo lavorù imp1·obo di erullizione non ritorni perfettamente inutile; ma sia invece una dotta preparazione all'arte nuova, cha certo risorge;'à nel secolo ventesimo. ENRICO GRDIALOJ. STELLONCINI LETTERARI* La bonne soirée - Albori d'ar1e - Todas las literaturae - Surgit amari aliquid .... - La cavalca1a all'abisso - Riviste e bollettini - Letteratura, critica e sociologia. In quello scrignetto di gemme che sono gli Emau~ et Camées di ThéophileGautier, lo squisito poeta ha tl'a le altre una poesia indimenticabile, La bonne soirée: I~ un tempo cane, egli dice: pi'ove, nevica; i cocchieri a cassetto hanno il naso paonazzo; come sarebbe buono, in questa iniqua serata cli dicembre, starsene a casa, vicino al fuoco! La poi tl'oncina, bene ovattata, dal sun angolo al calduccio, vi tende le braccia, e sembra dirvi, con una carezza, come un'amante: « Va là, rimani! ... » Attraverso il _paralume rosato, a frastagli, co111eun seno bianco fra le trine, traluce lattea la lampada, e mette un 1·i- · flesso Ll'anquillo fin sulla volta. Nel silenzio non s'ode che il batter monotono della pendola, ciondolante quieta il suo disco d'oro, e il vento che geme aggirandosi pel conidoio, e tentando invano d'insinuarsi a tradimento fin qui. C'è ballo all'ambasciata inglese: l'abito nero è lì che aspetta sulla seggiola, con le braccia penzoloni; il panciotto sbadiglia, e la camicia ostenta invitandomi i polsini lucenti; gli scarpini ve1·niciati, a punta aguzza, riflettono il fuoco; e accanto alla cravatta bianca, s'allungano come rnani piatte i guanti glacés. Bisogna uscire (che seccaturn !) e f"a1• fila all'arrivo, e seguire al passo gli equipaggi delle superbe beltà, dai bla:soni miniati sulle portiere e impressi sui lineamenti; restare in piedi contro una porta, a veder sfilare la folla degli invitali, i vecchi musi e i freschi visetti, le marsine a cuore e i busti scollacciati, le schiene fiorite di pustole dissimulate d'aeree trine, i bellimbusti, i diplomatici dalle facci e opache i nsignifìcan ti....; e non poter scavalcare la siepe ùelle matrone dagli occhi • Alla parola ~ lt'lterar, •, iotendo dare il sigo· Jicato più ampio: quello che mi lascia la maggior libertà di argomenti : quello in cui possa comprendersi qualsiasi soggetto, che, rivestito di forma letteraria, interessi nou l'10telligenza soltanto. ma anche il gusto. Un libro di L"ri,1. per esempio. un articol'l di Turati, lm ,liscorso-di Bovio, sono sempre, di 1111aluuquecosa essi trattino. vere ed alle oper·e d'arte della parola, non i1iai meno, e L,~Jvolta più, olei versi d' uo poela. olP.ll:1 p1·osa d'un ronrn111.iere,o delle scene d'un dramn1atu1·go.

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