Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 1 - 15 gennaio 1902

498 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE J;; SCIENZE SOCJA.Ll stanza del defunto uomo di Stalo, perché a lui non era dato definire le controversie di sì alla importanza insorte, e rinviò le parli ali' udienza del giorno 20 gennaio del Tribunale di Napoli. Questa la semplice nota di cronaca ch'è stata preceduta e seguita da vivaci discussioni e da proposte che rappresentano il massimo dell'aberrazione morale e della sfacciataggine politica. Sentiamo il dovere d'intrattenercene. Anzilulto vediamo che cosa può contenere l'archivio e il diario di Francesco C1·ispi, ch'è tra le carte suggellale arbitrariamente dal governo italiano. L0 Note, documenti ed osservazioni sul periodo rivolw;ionario e formativo dell'unità d'Italia. Meriti e demeriti dei nostri uomini politici dalle carte di Francesco Ci-ispi verrebbero meglio lumeggiati. Sappiamo, ad esempio, che é interessantissima la corrispondenza di Crisp con Giuseppe Mazzini, che dal primo viene chiamato il Santo, e trallato sempre con una specie di venerazione. 2.0 Gran parte degli elementi dell'Archivio triennale di Carlo Cattaneo. Se il grande lombardo abbia ceduto gr_aluitamento o abbia semplicemente venduto le sue cHle a Francesco Crispi,- per noi è cosa di secondaria :mporlanza. Certo é che i documenti e le osservazioni di Cattaneo passarono nello mani di Crispi per essere pubblicali; ed ha ragione da vendere A. Ghisle1•i d'insistei-e su di ciò nell' ltalia del Popolo, sebbene da parte autorevole ci si assicuri non esservi ·alcun c!té relativo all'Archivio Triennale, ma solo la corrisr.ondenza intima ed un opera inedita. Que,;lo si presumerehb~ col lume deHa semplice logica; questo risulta all'evidenza dalle lettere e dalle dichiarazioni del grande federalista, che organizzò a vittoria delle cinque giornate e che fu tanto odialo dai Sabaudi. L'obbligo della pubblicazione assunse C,·ispi; quell'obbligo non possono cancellare i suoi esecutori testamentari. Se Io cancellassero commetterebbero una infamia. 3.0 Documeati interessantissimi sui costumi politici ... e morali italiani relativi ai periodi nei q1tali Crispi fu al gooerno. Dalla pubblicazione si vedrebbe che molte fame sono usurpate, e che alcuni di coloro che oggi vogliono seppelliti o dislrutli ad ogni costo il diario e le parte di Crispi, in nome dell'interesse supremo della pa- .tria, questo sostengono egoisticamente per salvare la propria reputazione. 4°. Documenti attinenti alla politica estera, alla Triplice allean.a ecc. ecc. Chi non vede la necessità pel popolo italiano di conoscere certi retroscena che concernono quella politica estera che rappresenta il suo maggiore disastro economico? 5.0 Documenti che spiegano come e percluJ Crispi inuugurò e prosegui la reazione in Sicilia. Crispi era uomo debole e subiva l'influenza di persone che a lui sembravano devote o che gli appari vano sinceri patrioti. Il diario e i documenti ci direbbero come avvenne il rapido mutamento lra il prog,·amma esposto a Colajanni nella notte del 30 Dicembre 1893 e la reazione iniziata il 3 Gennaio collo stato d'assedio e coll'arresto di De Felice e compagni. 6.0 Documenti sulla rottura delle rela;:ioni commerciali colla Francia. L'on. Mirabelli in un articolo interessante ha messo in sodo nell'Educazione politica la responsabilità di Crispi da un lato e quella delle istituzioni monarchiche dall'altro in quell'infausto avvenimeuto. Ma Crispi aveva scarse cognizioni economiche, e i documenti ci farebbero conoscere, forse, quali uomini lo ispirarono e consigliarono. 7.0 Infine i documenti 1·elcdioialla misteriosa guerra BibliotecaGinoBianco { di Africa. Già l'on.• ColaJanni nell'articolo dedicato a Crispi (N. 0 del 15 Agosto 1901 -della Rivista popolare) aveva accennato alla esistenza di documenti compromettenti augusti personaggi. Chi può ancora dubitaref A chi volesse avere in proposito mag~iori informazioni raccomandiamo la lettura del libro di StiP,lmann su Francesco Crispi (London, Graut Richards 1899 'pag. 212, 215, 216, 217). Con la libertà di stampa che godiamo in Italia, il Fisco non ci permetterebbe nemmeno di riprodurre qualche brano. Su questo proposito riescono di singolare importanza queste esplicite dichiarazioni di Primo Levi, che fu per lunghi anni direttore della Rij'o1·ma, che amò, e ne fu riamato sinceramente, Francesco Crispi, e che fu sollo Crispi capo dell'Ufficio coloniale al ministero degli affari esteri. Il Levi, adunque, senza tema di smentitci, nella Rivista Moderna che egli dirige, afferma esplicitamente: « nessuna responsabilità diretta ed indiretta per tutla « la campagna d'Africa, e specialmente per la giornata « d'Adua, può essere fatta ricadere su Francesco Crispi; « nes.una accusa d'imprevidenza può essere a France- « sco Crispi equamente rivolta; « se nel governo vi fu allora insufficienza, non tanto « di apprestamenti militari, quanto di criterii direttivi, « la ragione di tale insufficienza non é menoma mente « derivata da Francesco Crispi; « delle cause e delle conseguenze della giornata d « Adua, che non fu il disastro peggiore, Francesco Cri- « spi è innocente nella più larga misura compatibi•Je con « le sue funzioni di presidente del Consiglio dei mini;;tri « di un governo costituzionale, in un paese parlamentare». Queste dicniarazioni coincidono a capello e vengono completale da ciò che l'avvocato Paratore, intimissimo di Crispi, scrive in un'articolo del Tag di Berlino che ha fallo il giro non solo della stampa italiana, ma anche europea. Ecco le sue precise parole: « C'è Adua però. Ma l'impresa Africana resta ancora « un rnislero, ed é assai amaro constatare la facile ac- « quiescenza del popolo italiano. Le rivelazioni del " Pun- « golo parlamentare ,, hanno turbato gli amici di Crispi, « e qualcuno ha osalo anche smentire. Ebbene gli amici « di Cl'ispi sa11110che le lettere esistono. Gli ,.miei di « Crispi si ripetono da due, da tre anni, i particolari « della tragedia africana, senza avere il coraggio di le- « var la voce. E ancora viva la persona che andò a Mas- « saua incaricala dal presidente dei minisLr-i per inda- « gare su Barattieri! È ancora viva la persona le cui « parole Crispi ripeteva al re: Maestà, dicono che io cio- « glio la mia Lissa ed il mio Persano! C'è qualcuno che « ha dovuto sfogliare i verbali dei Consigli dei ministri! « C'è il marchese Di Rudini, il quale può affermare che « il re, per ben cinque giorni, non volle ricevere il mi- « nistro il quale gli portava la pace firmala con Menelik!. .• « Ma tutti costoro oggi tacciono, quando ancora Adua, « come una maledizione sanguinosa, si lancia sulla tom- « ha dell'Apostolo. Crispi si sacrificò e tacque: per lo stes- « so re non conservò -rancore. Solo, avvenuto il regici- « dio di Monza, avendogli una rivista tedesca chiesto un « articolo, ebbe uno scatto: Non posso sc1·ivere di Um- « berta I» Difronte a questa massa enorme, colossaie, di documenti, e di notizie e di ricordi personali c'è stato un pubblicista che ha fatto questa semplice e strabiliante proposta : bruciamo tutto I Questa sola proposta dovrebbe essere considerata come una istigazione a commettere un reato. Gli esecutori testamentari di Francesco Crispi pare che non arrivino alla proposta dell'auto dafo, degno dei peg-

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