514,-- RIVISTA. pnPQLARE DI POLITICA., LETTERE E SC1E'NZE SOCIA LJ ad una specie d'ispirazione, tanto nell'arte quanto nella scienza, ciò è perché questi pMdotti hanno un valore eccezionale, mentre quelli degli altri uomini passano inosservati » (G. Sergi, Pensare senza coseienza, in Rio. Moderna, A. II, f. I). Non è chi non veda quanta importanza abbiano a favore della tesi fisiologica queste osse1·vazion i cieli' antr0pologo <li Roma, forte sostenitore della teorica degenerativa. Anche in torno ali' associazione logica R. Ardigò ammette tre modalità, cioè associazione volontaria, spontanea e violenta, e fa veder chiaramente che nel genio intervengono le due ultime forme, che sono pure incoscienti. li Renda fa osservare che « il dire che il processo del!' intelligenza geniale è incosciente, spontaneo e v.iolen to non è descrivere il meccanismo con cui, in esso le immagini si associano e il pensiero si feconda >) (v. Jcleazione Geniale). Ma noi potremmo rilevare che non è detto nè pure· che gli stirnoli, per l'impulso dei quali si svolgono le associazioni geniali, dipendono, e sempre, da morbosa tensione cerebrale, o da disquilibl'io psichico; già che si possono spiega,·e con la potenza intellettiva e l'equilibrio psichico 111 sommo grado, o mercè il massimo sviluppo e perfezione de' meccanismi cerebrali, dell'attività dei centri dinamo-inibi~ori e del potere regolatore. Quanto alle influenze sociali su la natura geniale, ci si conceda pure qualche considerazione. Il genio, osserva iJ valoroso F. Montalto (mio antico professore nel liceo di Reggio Ca!.) esce, come la follia, dall'ordinario pe1· un gran clisqailibrio di funzionalità psichica, ma con questa differenza, che là dove nella follia detto disquilibrio è l'esito d'un processo che dissolve, nel genio, in vece è il risultato d'un processo che evoh-e; e pure essendo non ordinaria la dinamica mentale deJ genio, non è essa patologica, o degenerativa, ma fisiologica, e la sua superiorità si connette con l'eredità sociale. Quindi il gemo avrebbe, come pel Mazzini, anche pel Montalto, pel Groppali, pel Venturi, più che un valore individuale, uno essenzialmente sociale, opponendosi cosi alla dottrina psichiatrica la psico-sociologica. Sono anch'io del!' opinione del prof. G. Sergi, che non ammette che il genio clipenda in ogni caso dall'influenza sociale. Non è essenziale, o assolutamente necessaria, ma non si può negare del tutto, a mio avviso, tale influenza sul genio, il quale, racchiudendo in sè, come in una sintesi sublime, le aspirazioni, le idealità artistiche, scientifiche e poli ti che della società da cui emerge, sa, con l'altezza suprema del!' ingegno, realizzarle, abbattendo gli ostacoli che la sua società non avea saputo superare, e producendo opere geniali, lit dove il suo mondo sociale non ne aveva dato che u11 informe abbozzo. Anche il Del Greco crede che il genio - superua giovinezza del pensiero - vada connesso allo ambiente e alla stirpe, e ne è l'ulteriore elaborazione ed integrazione. Cosi lo stesso A. Niceforo scrive: "' Là dove la temperatura sociale è molto al di sotto del minimo necessario per sviluppa1·e e fol'l1irc bt genialiLà e la produzione artistica, esse mancano o non si sviluppano, nè si manifestano abbondan lemente )) ( Italiani clel Nord ed /tal. del Snd, in Hiv. Mod. A. 3. f. 2). Nulla dunque di degenerativo, di patologico possiamo a priori ammettere nel)a etiologia del genio, il quale, come si esprime il Gallerani, « è il riflesso della natura su sè stessa ... è osservazione continua, analisi p1·ofonda, associazione perfetta, sintesi sublime ))' o, secondo la definizione del Bovio, « è quel grado supremo di sintesi, onde il pensiero, originaimen te e in un 1·apporto costante, scopre il ve1·0 » (G. Bovio, Il Genio, '1899). Laonde resterebbe ancor, come torre, .ferma ai formidabili colpi della teoria psichiatrica, la vetusta dottrina aristotelica, che, come si è cletlo, fissa da prima la virtù, da cui si degenera, poi il vizio affine a quella virtù, nel quale si· degenera, in fine, dopo qualche tempo, il bisogno di rigenl')rarsi in un ambiente rinnovato. Non si degenera quindi che dal genio in poi, e, nel campo delle intelligenze, infinito è lo sciame degl' ingegni inerpicantisi per le falde del monte della perfezione anatomo-fìsio-psichica, su la vetta del quale è il Genio, Che sovra gli altri eom' aquila vola! Molte sono adunque le ragioni, che militano contro· la dottrina psichiatrica degli uomini di genio, deJle quali io 11011 e.sposi che le principali; ed il 1·iscon trare la nevrosi epihittica, o la degenerazione, in alcuni di essi non basta per concludere che il genio abbia etiogenesi psicopatica; poi che allor,i sarebbe facile venire a curiose illazioni: si potrebbe dire p. es. che tutte le grandi scoperte scientifiche e le opere geniali. che, quali fasci luminosi, gittano vividi sp,·azzi cli luce su l'incerto e,l oscu,·o canimino del!' umanilà, olJbreviandolo cli più secoli, sarebtel'O nient'altro clie... l'Oba da squilibrati; mentre tutte le sciocchezze di questo mondo sa1·eùbe1·0 il frutto della mente de' savi! Molto anco1·a occo1·1·e studiare per raggiunge1·e l'ideale di dedul'l'e dai dati anatomici la spiegaziolle dei fenomeni psichici; perciò nelle cliffici.liindagini a venire, gioYa non lasciarsi guidare da ipotesi ingnose, da teol'iche prestabilite, ma, esclusa ogni idea aprioristica o suggestiva, procedere invece dalla base dei fatti pe·I' la soluzione di questo e di alt1·i importanti problemi antropologici e psichiatrici, nè trascurare il pe1·iodo storico, l'elemento etnico e sociale, l'ambiente psico-fisico, nel quale i genì si manifestano, e che è forse'"Causa della irrequietezza psico-fisiologica, che invade spesso queste anime eterne. Con se,·enitàcli scienziat,), rnentedi filosof"o,anima d'artista, dobbiamo apprende1·e 1 con intelligente eclettismo, dalle scienze biologiche e dalla psico sociologia il vero valore funzionale di ogni sintomo nel dinamismo psichico del genio, e la genesi e lo svi1 uppo di tanta ene1·gia psichica in un individuo. Solo allora, probaliilrnente, potremo arrivare ad una netta distinzione tra associazione Yolonta,·ia e associazione passiva delle idee, t1·a genio e follia. Jlott. :\xTONfO S~:RGI. Il discorso dell'on. Colajanni sulla Questione Meridionale. Si aVv<.:rtuno ~li ;1111iciche 11011hanno anc.,ra riccvur,, il dis(orsu dcll'nn. C,Jl:tjanni, pronunziato l't I dc:c. alla Camer:1, sulla Questione Meridionale, ..:he ciò è dipcsu dal ritardo subito ii1 Tipo"rafia, e: d:d :•ran numero di copie dovute spedire . . . Si r~mmenta ai leuori che per avere 11na copia di tale discorsu basfa 111:u1darc:t;71a (art.,lina-vaglia alla nostra An1mm1strazwne. BibliotecaGino Bianco
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