Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 24 - 30 dicembre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE É SCIENZE SOCIALI 485 RIVISTADELLERIVISTE J. Nooicow: Sociologei Pacifici. -- Il 10 aprile t0O1 il Sig. Luciano Le Foye1· ha fallo una relazione sul movirncnlo pacifico nlla Socielà ùclla Pace di Parigi. Le discussioni che la seguiranno suggeriscono numerose l'i flessioni. AnziluLlo si ù p1·of"ondamenle slupili di vedel'e come i più eminenti sociologhi r1·ancesi rncllano in seconda linea qnesla questione che è pure una delle più importanti dell'umanità. Essa è dell.., più irnpo1•lnn: i percl1è ln 3u·u1Lu1·;,dti ,:ùr'pi ù scn,prr; cur,- cl'7.i0.ialn ~Ilo stato riel loro ambiento. Non si può rnegli·o rnetlere in evidenza qucst11 verilà che considel'ando il sislem~ solnl'l: e i l'ianeli che ne fanno pn1·1e. Se il diso1·di11ec110Lico ro,se r-cgn:1lo 11..i no,t1·O sislu1nn sideru le sn 1·ebbe a 11clre 1·eg11alosul nosLr·o l'ianr,[a. È lo s'esso 11el'e~ocielà umane; la loro s1rullu1a interna ù condi1.io11aln i11Licra111e11lealla st1·uttu1·n dell'ambiente internazionale. utilità o di godi men lo (st1·ad", can11li, porti, disseccamento <li paludi, edifici pubblici, giuochi e feste di ogni specie). Senza la guerra il principio delle nazionalità sarebbe staio riconosciuto fin dalle origini della stori11, e le nazioni sarebbero associazioni di comuni, unendo cos"t alla decentralizzazione più completa delle funzioni locali, u11R cenlralizZ!lzione delle più pe1·felte delle funzioni generali. Cosi il principio della 1·appresentnnza politica, il parlamentarismo, in una pa1·ola, vi sareblic stato do tempo immemorabile: e senza la gue1·ra le couquiste della libe1·tà, che i popoli moderni pena no ·. ,•· -~· .... ~ - ,:.. ·• , - • ' l tanto a realizzare si sarebhero compiute, pe1·chè si può t1i,no<;tr11rr me, I te, :·acilmP,nt,, che tullt le l'ù, mc di di- ,:poli,1110 l,,111110 J., guCl'l'e per punto di partema e di u· 1·igine. Non sol/J; ma senza la guerra non si sHcbbc fol'lliato nelle società 1'01·ga110 di al.tacco e di difesa 11nzio11ale, cioè l'esercito e la marina, il più importante organo delle società a tluali. Se la pace fosse regnala coslantemente sul noslro globo, la slr-ullur·a delle no~lre socielà sarebbe int.ierarnente diffe1·ente da quella che è. Con la pace tutti gli sforzi degli uomini sarebbero Galanteria regalt>, Supponetelo assente. lmmediatamenfe delle forze immense, inerti e funesle, dive1Tebbe1·0 attive e benefiche: altri organ;, quello della produzione del pensiero, per esempio, a Vl'ebbero potuto acqui~ stare una importanza enorme, e avrebbero condotto a dei cambiamenti di cui noi possiamo oggi difficilmente fa rei un'idea. stati diretti verso il miglior amen lo delle loro condizioni qui, mentre con la guerra un gran numero dei loro sforzi è impiegato a distruggersi gli un i con gli allri. Se la terra ci desse tutti i lesori che nasconde, noi avremmo delle ricchezze infinitamente maggiori di quelle che noi abbiamo oggi, il benessere sarebbe universale e la miseria sarebbe totalmente sparita. Se l'uomo fosse stato più ricco si sarebbe dato anche una maggiore collura, e la nostra specie avrebbe sorpassata quella che vive ai nostri giorni, come questa sorpassa le scimmie. Senza la guerra, i gruppi umani primordiali, i comuni, si sarebbero associali, non per altaccare il vicino o per difendersi da lui, ma per intraprendere delle opere di BibliotecaGino Bianco (Rire di Pa.rigi). La guerra è precisa mente il contrario dell'associazione; essa è una diss~cia~ione di elementi vitali. Quando essa scoppia, si è in presenza di un caso di patologia sociale. Lo scambio di servizi è rimpiazzato da uno scambio di sevizie; v'è sperpero di sforzi, fusione di funzioni (in uno Stato guerriero i poteri devono essere necessariamente concentrati nelle mani del sovrano, vale a dire il potere deve esser dispotico, perché la libertà, d11un certo punto di vista, non è altro che la differenzazione delle funzioni sociali); e in conseguenza si ha diminuzione intensilà vitale, cioè della soffarenza per l'individuo. Ecco un insieme di fatti che i sociologi che studiano le associazioni (e non le dissocia::ioni) umane, non possono perdere di vista; anzi dovrebbero essere essi a para- .J

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