► ► RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 445 sotto la monarchia. Tengano conto di questa differenza importantissima i nostri avversari. Con ciò noi non intendiamo lodare o giustificare tutto ciò che di cattivo si opera nelle repubbliche. Tutt'altro. Sanno i nostri avversari che noi poniamo ogni cura nell'additare ai nostri amici italiani il male che deturpa talune repubbliche nell'attuale momento storico. Lo additiamo senza perif'rrLsi,senza veli pietosi, senza eufemismi ipocriti, peechè noi, sperimentalisti per eccellema, ed amatori sino al fanatismo della sincerità, crediamo che si farnbbe opera non solo disonesta, ma anche dannosa nascondendo in tutto o in parte la real tù. Additiamo e stigmatizziamo fieramente la corruzione e la tendenza militarista, che si delinea negli Stati Uniti sopratutto per avvertire chtl la repubblica corrompendosi e decadendo ::;i avvicina e si trasforma sostanzialmente .... in monarchia; e che i repubblicani veri se vogliono veder durare e pro:perare le istituzioni a loro predilette devono tenersi lontani dai difetti, che mettono in pericolo la repubblica negli Stati Uniti. LA RIVISTA. tezza, la combaltiviLà, talvolta l'acredine: era sempr~ in dissidio coi vicini, ma non perdeva mai la linea del parLito c•mservatore, neanco qua11do il suo umore non risparmiava la Cor·te; anzi allora e1·a più conservatore del Re. A Colajanni, versato in altri studii, manca l' attieità del Bonghi e '!uel 1·iso arguto che invitava a ridere: anch'egli non avrù mai pace co' v1crn1, ma non perdel'it mai la lineu democratica, anzi la calcherà più forte, se crescerà il d•ssidio. « Conosco Pantano da quasi quar-ant' anni, da quando - giovanissimi allora - egli portò a me da Lug~no a Trani un incarico di Giuseppe Mazzini. Pantano è essemialmente un uomo di governo, per la prontezza del- !' inluito nelle situazioni diffidli, per la ril-lessione tenace sui problemi urgenti, e per la sufficiente preparazione nelle cose economiche. E f,ure egli sacrificherà il posto che gli sarebbe deslinato da queste altiludini ali' ideale del pa1·tilo. « La fibra virile, il loro gea<lo cospicuo nella politica e nella coltur:i, la coscienza della responsabilità salveranno quesli due uomini dal e< lransfugio )), cioè dalle facili conversioni: essi non potPanno parlare e votare se non come fecero per tanti anni, che sono il loro patrimonio di onore. « lo dunque non chiamo pretesto il loro allontanaRitorno dei contadini dal Congresso di Bologna. Chissil che uou ctteogaoo dai Congressi le grazie chitste invano ai sautuari miracolosi. PER UN GIUDIZIO DI G. BOVIO su Colajanni e Pantano La secessione repubblicana ha provocato una efflorescenza epistolare abbastanza interessante Non possiamo, però, fare a meno di pubblicare la lettera che l' on. Bovio ha mandato ad un giornale di Roma, e che riguarda specialmente gli on. Pantano e Colajanni. La diamo integralmente. « Il gruppo repubbticano allraversa una cLrta crisi. Coloro che, giudicandolo in isfacelo, se ne ra!l':lg1·ano, affrettano il riso e ignorano che i partili, se sono vitali, lasciano, a traverso le crisi, soltanto un po' di scoria. « Io non dubito della buona fede e della le11ltà degli amici nostri allontanatisi dal gruppo, ma due conosco piu intimamente: Colajanni e Pantano. « Conosco il primo da trent'anni, laborioso, sperimeulalisla, impressionabile talvolta, leale e saldo sempre così nelle amicizie come nella fede. A Colajanni accadrà come al Boughi, che era il maggiore umanista del Parlamento, ed aveva degli umanisti della rinascita la svelBibliotecaGino Biar:,co (Uomo di pieil'a di ~Iilauo). mento, forse momentaneo, dal gruppo: non sono uomini da mendicare pretesli: se Yolessero passare, lo farebbero a viso aperto e con parole chiare. Si sono allontanali per loro e< apprezzamenti » intorno a certe deliberazioni del partito che saranno meglio valutale tra poco. L' esempio di Pantano, che mette il mandalo in mano de' suoi elettori, è buono, vo1·rei vederlo imitato in occasioni consimili, e significa che se nel loro giudizio vi è stato alquanto d'impulsivo e di personale, nulla ci può essere di personale nei loro fini. ... « Quanto a me, sono rimasto al mio vecchio posto non solo perché sono « impietrato denLro » - ve ne fan110 fede i miei chiru1•gi - ma anche perchè nessuno vuole e può menomare la mia libertà, senza della quale non saprei pensare e vivere. Chi me ne compenserebbe'? Quando dai fatti risulterà chiaro che ogni idea buona ed attuabile sarà, nelle nostre discussioni, secondata dal!' approvazione concorde, ed ogni proposta cervellotica cadrà sotto il peso della propria insulsaggine: quando snà provato che chi nelle occasioni improvvise o inopinate troverà la parola meglio rispondente alla siluazione, ra\;coglierà erompente da tutti gli animi il consenso: quelli che furono i nostri migliori in tante loti.e comuni, torneranno a noi, ricondotti dal fallo che è più fol'te del sospetto.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==