Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 23 - 15 dicembre 1901

466 RTT'!STA POPOLARE l>i POLÌTICA, ÌETTERE E SC!ENZÉ SOC!At.1 volta fanno tacere la ragione poliLica. Quando il BaLLembf!rg con la sua piccola Bulgaria fu brutalmente colpito dal grande mosco,·ita, i tedeschi avrebbero rvolentieri e con entusiasmo dichi·ai·ata la guerra alla Russia. Bisma1·rk si trallenne allora come oggi Guglielmo Il contro l'Inghilterra. Oggi la Germania non sa sopportare la brutalità inglese nella gue1·ra sud-africana; la compassione per i deboli giustifica l'odio pe1· i fo1-ti. L'etica resta il fattore motore! Ma esso coincidE> in <rucslo caso pe1·fettamente con la tradizione bismarkiana della antipatia inglese. Entrambi i fattori determinano la corrente, I' agitazione. Abbasso gli inglesi! Se i tedeschi avessero altro temperamento, il francese ad esempio, dal grido alla fucilata non ci mancherebbe mollo; la massa tedesca invece è abituata ad esser governata, e non si muoverà se il governo non la muove. Non mancano però altre pe1·sone le quali vogliono trovare altre cause. L'Inghilterra è la concorl'enle più pericolosa della Germ_ania nel mercato mondiale, dicono essi, ed hanno ragione. Non solo: ma l'imperialismo inglese, se si reaiizzasse, ucciderebbe la Germania (1). La Germanin ha un grande avvenire, e tJueslo avvenire può diventar splendido quand'essa potesse prendere il po~to dell' Inghilter1·a. Coloro che pensan cos·1, razioualmente propugnano una tlotta potente, una politica militare 1·obusta, una politica comme1·ciale liberista. Costoro non odiano John Bui!, ma si dichiaran9. avve1·sat·i del medesimo. 111fondo poi pod1i amici conta l'Inghilterra in Germania; e questi amici sono di tre specie. La maggior parte di essi sono idealisti, gente cioè per la quale la Gran Brettagna è la terra classica della libertà, ed uomini cli aJfa,-i, gente cioè che vive nei grandi centri commerciali, o in città marittime dove il commercio inglese è quistione vitale (2). Resterebbero i politici. Ma a questa specie appartiene il Governo. Solo il Governo, o per meglio dire, I' Imperatore, politicamente parlando, oslenLa una cci-La anglofilia! E questo sentimento appunto trattiene il popolo. Ma niente ha allontanalo il popolo dall'Imperatore come la mancata visita di Kruger a Berlino. Come si spiega la condotta di Guglielmo Il? Ha egli vere simpàtie per gli inglesi? Ubbidisce alla voce del ,;angue 1 Ritiene egli dunque ribelli i Boeri~ Corrono fra la Germania e l'Inghilterra patti segreti e tali che la nostra neutralità si imponga? E' inso,nma necessità, prudenza politica f Nessuno può rispondere. Forse chi pensi alle condizioni della potenza navale tedesca, alle idee di rivincite francesi appena sopite, alla:siluazione tutta dell'Europa penserà che un sovrano non possa né debba, se ha coscienza della sua responsabilità, comportarsi diversamente. Ciò non toglie però che un contrasto esista fra il sentimento del popolo tedesco e la politica di Guglielmo Il. (Die 7.eit, ·7 Dic). ♦ Teodoro G. Masaryk: La revisione del Programma di Halnfeld della democrazia sociale austriaca. - « La divisione antica tra una maggioranza radicale ed una temperala nel seno della democrazia socialista tedesca polé dirsi eliminata nel congresso di Hainfeld (decembre e gennaio 1888). Questo congresso oltre di una risoluzione (i) Su questo proposito hanno tenuto conferenze violcnt.issirne il Prof. Schmoller, \Vagner, Yehring, Brentano ecc. (2) La Frak,f'iwter Zeitung rappresenta proprio questa cor• rente. N. d. R. BibHotecaGino Bianco pregiudiziale tendente a tale scopo, approvò altri 6 deliberati, nei quali erano espressi i principali deside,•ata del partilo operaio democraliro-sociale austriaco. Fu i1wll1·econclusa una Dichiara::;ione di principii che enunciava il fondamento storico-filosofico e politico-sociale di questi particolari desiderata. Questa dichiarazione di principii è marxista. Tale 1 ° programma sociale democratico iu poi completato con più deliberati del partito. Mentre questo attendeva alla sua organizzazione anche il programma si veniva e3tendendo ed allargando. Già nel Congresso del 1892 fu proposto il diritto elettorale per la donna e fu sostenuta l'abolizione dell'impo~ta indiretta a favore dell'imposta unica e progressiva. Negli ultimi anni poi il partilo dovette prendere posizione nella quistione nazionale: la vecchia veduta cosmopoJi· a fu abbandonata dopo le dichiarazioni di Adler e Penerstorfer, e fu conchiuso (a Br(inn nel 1899) un programma nazionale che in sostanza conclude per l'autonomia e la federazione nazionale. Fu infine formato un programma agrario. Il Congresso di Gl'az infatti non soltanto deliberò sulla 01·ganizzazionc del partito (il quale dal 18!)7 è formalo da 6 organizzazioni nazionali indipendenti) ma 1·egolò le norme per l'agitazione del partito nelle campagne. Né si deve lrascurai·e di dire che come conclusione il partilo operaio_ della dcmocra1.ia sociale ausliaca si accinge a stabilire un programma comunale. ln conseguenza di questa complessità e varielù del programma, ma assai più, a cagione del dubbio rinascente sull'esattezza della base ortodossa marxista del programma di Hainfeld, fu deliberalo nel -J899 del Congresso di Bri.inn una revisione di esso. La Commissione incaricata di tale compito di revisione, composta dai signori D. Adler, Dashynski, Ellenbogen, Schuhmeier, Heiner avea già traccialo e pubblicato il !'UO progetto prima che fosse presentalo é svolto nel recentissimo congresso generale di Vienna, tenuto dal 2 al 6 Novembre. E già in antecedenza si erano sollevate critiche in vario• senso nei giornali e sulle riviste del partito. Che poi la rev:sione del programma di Hainfeld sia stata determinala precisamente dai dubbi storici sul marxismo resta provalo da qua11lo segue, contro gli stessi capi-partilo che si affaticano a tener celata questa verità. Già da un articolo di Adler, nella Neu Zeit risulta che i revisionisti ebbero di mira una grande circospezione per le questioni controverse del fatalismo storico e della teorica dell'immiserimento. E a tale proposito l'Adler esplicitamente confessa che vi sono Bernsleiniani anche in Austria, benché non facciano molto rumore. Senonché l'istesso Adler si affretta, in un articolo dell'Al'beiter Zeitung, a dichiarare che la revisione non nasce che da un bisogno formale, potremmo dire estetico, di rifare la dichiarazione di Hainfeld, che del resto non costituisce punto quel che si dice un prog1•amma. Che non si tratti però d'una mera revisione estetica (Revisions1Z:;thetik) basti pensare a tutte le quistioni sostanziali che involge la crisi del marxismo. Di fatti Bebel delegato della Germania, ha nel suo disc·orso inau- · gurale, al Congresso di Vienna, affermalo esplicitamente che la revisione del programma di Hainfeld fu determiminala dai dibattiti Bernstein. E sebbene l'Adler controaffermasse che nella revisione non v'era alcuna ber: steiniata ben rispose invece il deputato Pernerslorfer, che trovò la parola della situazione quando disse leal-

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