464 RIVISTA POPOLARE DI POL!TJCA, LETTERE E SC1E'NZE SOC/JIJ.1 L. Cais0tto di r:hiusano : Per l'ideafederale. - « All'Ila- « lia settentrionale, sopra tutto economicamente e de- « mograficamente, l'Italia meridionale era molto più vi- « cina dopo il 1860 che ora non sia (Nitti - Nord e Sud, pag. 198•. Naturalmente l'uomo d'ordine impone qualche riserva allo scienziato: il Nilti non osa dichiarare apertamente che frullo delle vigenti istituzioni sia quello di andare sempre più innalzando quelle barriere che già dividevano la Penisola, prima del 1860, e prefer:sce cadere nell'ingenuità di attribuil'e tale grandioso fenomeno storico alla causa meschina, quanto infondata, di meschinissime parzialità governative; mentre non mai come nel caso dell'annessione delle provincie meridionali si può 1·invenire il naturale destino che speltà sempre ai paesi annessi, cioè di essere trattati quali provincie di conquista. li sogno di un'unità materiale, costituita, non sull'armonia, ma sulla distruzione delle parli, in arte é concetto antiestetico ed in politica è delitto di lesa patria. Voler fondere in un unico stampo le marcatissime dif- _ferenze regionali, il carattere del calabrese e quello del veneziano, è cosa assurda, pericolosa: eppure non ad altro mirarono gli sforzi dei governi, con tutte le leggi e gl'istituti politici, giuridici e militali, troppo materiai_ mente unitari. Quali siano stati i risultati economici di tale aberrazione ce lo dice in parte il libro del Nitti. L'autore è meno felice dovei vorrebbe dimosll'a re che il danno del Mezzogiorno si tradusse in vantaggio del Settentrione, mentre é troppo evidente che, in proporzioni maggiori o minori, tutte le regioni 'ìtaliane risentirono perniciosamente gli effetti del malgoverno unitario. Il Sud fo trattato da provincia di conquista, da colonia d'impo1·tazione a vantaggio del Nord, ma come calcolare sul bilancio sel.lentrionale le enormi perdite subite, per essere stato inceppato in tutti i suoi movimenti dall'asso1·bente, dal dispotico governo lontano? La conquista é tornata veramente in èanno del conquistato, come del conquistatore, senza di che il Settentrione d'Italia, per le felicissime sue condizioni naturali si troverebbe più avanti, che no! sia, nella gara moderna delle industrie e dei commerci. La questione finanziaria, sarebbe ancora poca cosa, se, al seguito degli economisti, non fossero venuti ad aggiungersi anche gli antropologi, per segnalarci la sempre crescente differenza delle razze che si dividono la Penisola. Ma ancor ben di rado avviene anche oggi al paese di udire una schietta, intera parola, pur da coloro che, fa. cendo pubblica professione del vero scientifico, dovrebbero testimoniare tutta la verità, null'altro che la verità. Così, al pari del Nitti, ne1nmeno il Niceforo osa trarre le logiche conclusioni dagli studi compiuti. Egli studia la popolazione ital\ana e la trova caralteristicamento .. divisa in due parli: italiani del Nord e italiani del-Sud. I primi ari brachicefali, i secon_di mediterranei bruni dolicefali; Jifferenze enormi, dividono i due popoli, formandone due razze distinte: due Italie. E, vedi combinazione, eccoti precisamente molti dei caratteri antropologici specifici alla ras::a che abita il Me::zo9iornn d'Italia, come: bassa sta tura, crani piccoli, con piccola capacità, fronti basso con minimo diametro frontale, stretto perimetro toracico e peso relativo assai piccolo, sembran•, anche rioelare, nota il Niceforo, una serie di degenerazioni orga,niche, e piu specialmente quelle degenem:.ioni che sonn dovute atla denutrizione. Alla degenerazione fisica fa riscontro il pervertimento morale, e le statistiche del Niceforo ci dimostrano come non soltanto il delitto, nelle sue forme più gravi, fiorisca in proporzioni BibliotecaGino Bianco maggiori nel Sud, ma come gl'indici di sua riduzione, notevolissimi al Nord, siano appena sensibili nel Mezzogiorno. Per cui ogni anno che passa sempre accresce le differenze intellettuali e morali che dividono le due razze ita- -liane. Ben padrone, chi se la sente, di ridere alle spalle di questi « girovaghi misuratori di teste e di nasi; » l'uomo sensato però, non può Il meno che piegusi riverente dinanzi ai risultali sperimentali che segnalano l'influenza dei fattori materiali sui fenomeni morali e che ci insegnano come, regolando i primi, si possano migliorare quelle condizioni morali e so<!iali, lasciale', pur troppo finora, nel governo dei popoli, in balia del caso, mal sorrello da un cieco empi1·ismo. Co!i, constatala la depressione meridionale, la logica condurrebbe ad in 'icarne la ragio11e nella miseria economica e ad investigarne le cause rimediabilissime, per porvi riparo, ma simile naturale spiegazione cond•1rrebbe per chine politiche pericolose, mentre è naturale all'antropologo il premere sull'importanza dei dati che la sua scienza segnala. Ed ecco che il Niceforo prefel'isce invece anestarsi a tratteggiare le due psicologie proprie alle due r11zze e, in queste differenze psicologiche, studiare la r·agione della fortuna del Nord e delle miserie del Sud. Gli Ari settentrionali, egli dice, meno pronti d'ingegno, ma di più tenace volere e più facilmente disciplinabili, sono meglio adatti alle battaglie della civiltà moderna che non siano i mediterranei meridionali, di mente svegliala, JT,a incapaci di ponderDzione e di perseveranza, e poco acconci a stringersi coi vincoli di mutua solidarietà. L'affermazione non è nuova. Basli accennare al circolo vizioso tra civiltà e disciplina, e all'antagonismo che corre tra genialità e riflessione. È tanlo impossibile ad un popolo arretrato in civillà il possedere carallere ponderato ed amore alla rlisciplina, quanto ad un popolo progredito il conservare la f'1eschezza e la genialità dell'epoca giovanile, assieme alle virtù virili, proprie dell'epoca di civiltà maturata. Cos't ben può dirsi come le differenze psicologiche delle due ltalie non tanto siano effetti di dolicocefalia o di brachicefalia e caratteristiche assolute e irreducibili di due 1·azze distinte, quanto piuttosto indici di due differenti stati nel cammino della civiltà. Perché i- liguri, che pure appartengono alla stessa razza meridionale, non presentano quelle stigmate dPgenerative che l'ant1opolngo scopre nei loro fratelli del Sud e delle isole'? Perché i liguri, con tutta la loro dolicocefalin di mediterranei bruni, hanno avuto, nella loro storia, la fortuna di più felici governi propri, ciò che li ha discip'.inali alle lotte de!la civiltà moderna, e resi meno sensibili ai danni dell'accentramento attuale. I popoli meridionali, invece, sollo il giogo dei passati governi assoluti, videro a poco a poco inaridirsi quelle correnti di civiltà, fiorile già con la Magna Grecia, e che pe1· tutto ì'anlico medio evo si e1•ano prolungate . con le repubbliche marinare, tali Trapani e Amalfì, che non meno di Pisa, di Genova e di Venezia contribuirono a dare fondamento al diriLo marittimo di quell'epoca. Vero è dunque che la controversa questione tra Nol'd e Sud eccede la portala delle investigazioni antropologiche, dalle quali riceve però nuovi lumi, e coifl\•olgo ancora intere!-santi problemi slorici, economici, politici e sociali. (Cuttw·a Sociale - 1 dicembre). ,o. Le arionidelle società anonimedevonoessere nominative~- Si afferma che fosse intendimento del ministro delle Finanze di far stabilire dalla legge che le azioni delle So-
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