Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 23 - 15 dicembre 1901

RIVISTA POPOLARE Di POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 461 I' artisLa 11011ebbe a crearla e fantasticarla nel suo cerYello: ma solo a s :oprirla, a sentirla, forse nella sua bimba medesima, ed a fissar·la perenneme11le nel marmo. Più Ye1·islicoa1H:cwanella rnodellazione, e lutLavia più simbolico nel significalo, giudico il gruppo di FELirE BrALETTI, Abbandono: u11uon10 e una donna, non più gio,·ani e neppu1· belli, s'a!)ba11do11anoinfatti, dopo chissà quante lolle contro gli o,-,Lac-olei i pregiudizi sociali e morali, e quindi contro sé SLè;,si,ront!'O gli spasimi del sentimento e conlro le ribellio11i del senso, a un amplesso doloroso e La1·di \'O; e sollo i 101·0 corpi nudi e avvizziti snoda ancora le pigre spire moribonde, aggrovigliale ed informi. la viscida id1·a del pellegolezzo e della pruderie; ma ad una delle sue Leste mostruose, appena accennala nel masso grezzo, il valido pugno del- !' uomo ha spezzale nella sua colle1·a sacrosanta le zanne; e ad un'altra, la donna tien~ ancor strclta nel pugno la lin5ua prsLifera. Opera non perfella, ce1·to, ma profonda e indiml'nlicabile, a cui applaudo di tutto cuore. • . . Graziosi, nella scultura verista, alcuni b1·onzi del 81,:-,;r,cwRE; ig11obile il CiccajuoLo del TnE:sTACOSTE; supe1·be, come sempre, le molle statuine del TRouo~;- TZKOI; ed anche belle, ma 1~01n1uoYe né irnpressio11anLi, molte allre statue e busli e gruppi e medaglioni d'ogni matel'ia e d'ogni soggetto, d'og:1i fol'ma e d'ogni firma. Tra questi, non metto però i due cavalli Decaduti di URBANONoxo, malgrado quel non so che di chincaglieria che dà loro la perfezione eccessiva degli accessori, e in modo pai-LicolBl'cdei finimenti: pe1·chè c'0, sollo quelle volga1·i bardalu1·e da tram, sotto le pelli scarne e qua e là deturpate dai guidalescl1i, nello stesso automatismo stanco del passo strascicato, la rivelal1'i'ce nobiltà dei profili, la finezza signorile dei crani, l' eleganza inalterabile delle 03sature, !a purità ge11tiiizia delle forme, che alleslano, contro ogni insulto del cieco destino, il privilegio sacro della razza supei-iorc. E spero cbe nessuno 'Yoi-rà lrova1·e iITiverenlè, per un naturalista, la sponlanea associazione d'idee, per cui quest' ultima mi 1·ichiama in mente l'immagine dei magnifici busti in marmo di PIETROCANOxrcA, le più perfette sculture, forse, di tutta l'esposizione: rappresentauo Tommaso VaUauri, LaDuchessa di Genova madre, Gesti: siamo sempre, dunque, nell' aristoc1·azia: e tulle le aristocrazie vere e naturali, organiche e psichiche, son degue della medesima ammirazione, e incutono a tutte ·1e anime pure lo stesso l'ispelto. Inulile aggiungere che '(Ui lo scultore ha profondamente sentita e distinta c1uella dell'ingegno, quella del sangue e quella dell'idealità, e che ha saputo divorsamente improntal'11e, con una bravura affatto geniale, i suoi marmi. Ed ecco ancora l'ultima, la noYissimr, la nascente aristocrazia, proclamata nei podernsi altorilievi, davvero monumentali malgrado le piccole dimensioui, di CoxSTA:-ITIN MEUNIER: Netta vena e La miniera, sono infalli due nuovi canti del gr11ndc poema del rude lavoro sollena, cui egli studia cd esalta da tauti anni con estro titanico: gloriosi cant•, semplici e g1'ezzi come le anime oscure che essi 1·ill'aggono, forli come le b1·accia e le gambe che vi si tendono nella lolla col masso, nudi e quadrati come i magnifici torsi che Yi giganteggiano den lro la roccia squarciata. Men c::olcssale mi sembra, al confronto, l'enorme gesso del BUTTI, inspirato allo stesso soggello, IL Lavoro, ma che, vicaversa, rappresenta il riposo del mi11ato1·e: la sua figura, magnificamente modellala, sa d'accademia e di rosa; esprime, sì, la St'rena coscienza della forza, l'organico orgogl.o della polente belleua \'irile, for.s'anBiblioteca Gino B~nco che il rinascere intimo e l'ingigantire, per entro le nude membra plebee, della dignilà umana per lanti secoli narcotizzatavi dall'azzimata classe dominat1·ice; ma infi11c, io preferisco ancora i 111inaL01d·ei l Meunie1·, perché sono minatori ve1·i ed aut ·nlici, studiati laggiù, nel ne1·0 ipogéo; mentre cost,1i.... non è che un buono e b~avo modello, travestito, o meglio t1·asnudalo da minatore. Conclusione. Anche la 'fUarla esposizione di Venezia è, come le tre precedenli, u11gr3nde avvenimento arli- • stico; tulli i paesi civili vi afferma110,variamente ma nobilmente, la 101'0genialità con qualche opera insigne; e gl'italiani d'ogni l'eg:011e,gl'italiani veri, intendo, gli ostinatamente italian;, non sono né per la media, né per il numero cd il valoro delle opere culminanti, secondi ad alcuno. Bologna. MARIO PILO. ~~e:,,:~~~.>WOOOXCWCX::OW~>OOC<XJOOC lOCCOJOl SPERIMENTALISMO POLlTICO -SOCIALE Le Joggie agricole negli Stati_ r uiti d'America Col nome di « Loggie agricole» inlendonsi negli Stati Uniti c1uelleistituzioni, cl.e vanno sollo il nome di granges. Il grange è un ente collettivo agrario, che si centralizza nel NationaL Grange, o Loggia ag1·icola nazionale, avente sede in ·washington, dividendosi e suddividendosi. Nella declciration of purposes, promulgata trentacinque auni or sono, e tullora in vigore, il Nationat Grange definisce gli scopi dell'Associazione come appresso: « Sviluppa1·c u11morale più elevato fra i soci di ambo i sessi; aumentare le comodità ed altrallive delle case dei soci, e fortificarne l'attaccamento alla •profess;one ag1'icola; promuovei e la l'eciproca cooperazione ed acCtlrdo fra i soci; m~ntenere l' osse1·vanza delle leggi e stimolare J· emulazione nel lavoro; 1·idurre le spese sia indiYiduali che sociali; comperare di meno e produrre di più, a fine di rendere le aziende agricole sufficienti a sé stesse; diYersificare le colture, e non impiantare più di quello che si può collivare; concentrare le esportazioni, vcnde11dome110materia prima e più prodolli finiti; sistemare il lavoro e calcolare intelligen'emente sulle probabilità; sco1·aggiare il sistema di comperare e vendere a credito, quello delle ipoteche, della moda e di ogni allro sistema tendente alla prodigalità ed alla bancarotta ... « Noi dichiariamo altamente, come risulta ne!la nostra legge organica, che la nostra Associazioue - nazionale, regionale o locale - non riveste alcun carattere politico o partigiano, nessuna loggia agricola potendo, se fedele ai suoi obblighi, discutere questioni politiche o religiose, od indire riunio11ipolitiche, o nominare ca11didati e nemmeno discutei-ne i rispettivi meriti nelle sue riunioni. « Noi teniamo sempre presente che nessww coi divenire un patrono deU'agrù.:oLura l'inuncia aL diritto e docera inalienabile di ogni cittadino americano di p1·endere it dovuto interesse alla politica clel suo paese. Ma al contrario egli è in dovere di fare quanto può nel partilo al '(Uale appa1·lieue per reprimere corruzione ed inganno, p.:;r Yigilare acché solo uomini competenti, one,ti e fedeli, che non indietreggino nel patrocinio degli interessi della nostra industria, vengano nominali a cariche di fiducia, e per vedere che venga attui Lo il principio al quale doVl'ebbe informarsi ogni rnembro della nosl1·a Associazione, cioè clic la carica debba cercare l'uomo e 11011 l'uomo la cari.::a ».

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