Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 22 - 30 novembre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LEITERE E SCIENZE SOCIALJ 423 i;ro suffragio di ogni ordine di cittadini, i.o fui politicamente il candidaro della parte repubblicana. Se quindi non posso, in questione così grave, arcogliere il vostro appello di uni.formarmi al deliberato del Congresso di Ancona, senza tradire la mia coscienza, primo, indiscutibile mio dovere è qnello di mettere, come faccio, il mandato che rni conferiste a disposizione vostra, pronto a dimettermi se vi parrà elle questo dissenso renda incompatibile di fronte a voi la mia situazione parlamentare. La vita pubblica del nostro paese ha bisogno ami.tutto e soprattutto di sincerità, cli lealtà. li nostro dissenso, per quanto doloroso, potrà servire tutta.via a qualche cosa: a portare un modesto contributo all'educazione civile e politica del popolo italiano, Con affetto immutabile. Roma 29 Nooe111bre1901. P.DOAIWO PANTANO, nota formula del perinde ac cadaver, P?teYano sorprendersene. Parlai e votai come le mie convinzioni m'imponevano, e come, a mio avviso, consigliava l'interesse del paese in generale e del Mezzogiorno in particolare. Ricorderete del pari, però, elle quando la disciplina riferivasi all'azione non •~sitai un istante a sottomettermici illimitatamente come, ad ese111pio,durante il periodo ùell'ostntzionisnio. Fui sempre al ·mio posto più ubbidiente di qualunque ubbidientissimo fantaccino. Tutto sommato la riserva fatta entrando llel gruppo non produsse alcuna incompatibilità tra noi. Oggi mancherebbe, pen;iò, ogni ragione di distacco <la voi, se un fatto nuovo non lo rendesse inevitabile. Il congresso di Ancona decise, e la maggioranza cl i voial tr-i accettò, che non potessero fare parte del Gntppo parlamentare repubblicano se non quei deputati i quali preYentivamente si fossero iscritti nel Partito repubblicano italiano. Tale iscrizione pel passato pareYa cosa EROI: I ,..,,.,. ln;.:-lesi (,liwi11=i al clt/,pcl/tJ di 1,,,/hii): Co1·ag-gio,Torn,11_1·c,oraggio. che son qu:'t io a guardarti le spali,,! Nel separa~ram~l iruppaorlamentare repuoolicano Cw·i amici, Coloro tra YOi che furono presenti alla prima riunione del gruppo pcwtamentcwe repubblicano quando esso si differenziò dal gruppo ;·aclicale, ricorderanno che dichiarn·i esplicitame11te, che mi riserbavo di essere irulis<.:iptinato. Quanti mi conoscevano non si sorpresero menomarneutc del la mia rlicltiarazione, pofohè a loro era ben noro che male mi adattavo a qualsiasi co-tr-izione, dico cosi, formalistica e regolamentare. l\fa è bene ricordare che in cinque anni cl i con vivenza solamente rtue volte ebbi a distaccarmi dalla maggioranza ciel g·ruppo: la prima volta quando votai in favoee del mini.stero Saracco; la seconda nella discussione e nella votazione su Ila- mozione Bertesi-Agnini rwr l'abolizione del dazio sul grano. Il mio primo atto d'indiscipl inatez;r,a ebbe se non il vostro consenso formale, la vostra simpatia; poichè voi t.:omprenùeste che io solo era logico votando in armonia ai discorsi tenuti dall'Estrema Sinist1·a, che parlò per bocca dei suoi migliori oratori in favore di Saracco e votò contro, Il secondo atto d'indisciplinatezza si riferiva ad un tale grave problema economico che solamente gl' intransigenti più fanatici e coloro che intendono la disciplina nella stessa guisa in cui la intendono i gesuiti colla loro ubbidienza cieca e illimitata agli ordini dei superiori, rispondente alla BibliotecaGino Bianco (L1tsfigc /:Jliiiier cli Berlino). poco seria, se 110n lesi va della dii;nità di per,;oHe he con la loro vita - di trentine e quarantine cl' anni! - e coi loro scritti avevano dato prove innumerevoli della sincerità della loro fede e della saldezza delle loro non improYvisate e non interessate convinzioni. Perciò mi rifiutai sempre di in seri vermi nei enol i del Partito colla serena co- ,-:cienza di poter 1nostrare cogli atti meglio che colla ricevuta dei 60 centesimi pagati rilasciatami tl,Ll Ca;;,;iei-e, quello cl1e pensavo e quello che fosse. :'\on vi na. condo inoltre che la iscrizione mi sembrava un atto ehe implicava la sogge;r,ione verso la rappresentanrn ufficiale dei partito ed il dovere di quella illimitata disciplina, che mi ripugna. L'iscrizione m'imponeva il dovere cli ubbidire alle ingiunzioni di 1111 Comitato estraneo al gruppo parlamentare, che vivendo fuori dell'am- ' biente, i.n cui il gruppo doveva spiegare la sua azione, non l.)OteYagiudicare della convenienza di. tutta l'opera sua. L'iscrizione creava tali obblighi la cui violazione dava diritti alla Dire;r,ione del partito d'imporre una determinata condotta sotto pena di. vedersi rimproverato non solo, ma cancellato dai ruoli e politic,1mente squalificato. Ciò ch'era avvenuto a De Felice nel partito socialista mi faceva pensare a ciò elle sarebbe avvenuto a me con maggior facilità, data la mia indole; ma quelli che erano dubbi e timori, negli ultimi tempi divennero certezza. Fui scomunicato da alcune società di Roma per aver sostenuto i diritti della storia: fui trattato da avversario del

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==