402 RIVISTA T'OPOLARF: nJ POLITICA, LFTTERE E scnc;;N7,E SOCIALI Ione, Pellegrini, Zabeo... Dato questo stato di fatto, esso non può a meno di ripercuotersi sui singoli individui ed avere rifl~sso sulla loro azione specifica in Parlamento e fuori. E troppo umano, perché così non sia. In molti casi la P.reoccupazione'elettorale, intesa certo nel senso più nobile ed alto, quello di non perdere il collegio, non tanto per sé stessi, quanto per il partito, ha influenza temperatrice dil'elta sull'eletto; il quale non può esimersi dal considerarsi come la ri!<ultante di varie forze combinate e non l'effetto di una forza sola. Laonde il pensiero di non urtare con determinati atti le convinzioni o gl' interessi morali di una parte del r.orpo elettorale, sia pur la minore, ma .della quale si ha bisogno per riescire; e da ciò, per taluni, la· repulsa alla iscrizione formale nel Partito, la non accettazione dell'ordine del giorno del Congresso di Firenze, certi voti, certe dichiarazioni, talvolta dissonanti dai desiderati emessi dalle organizzazioni del Partito, o dall'attitudine assunta dal gruppo in date questioni: come ad esempio i voti di Colajanni, Garavetti, Pozzato, Valeri, contrari alla mozione Berlesi per la immediata abolizione del dazio sul grano. Ciò può essere deplorevole, ma é inevitabi'Je, date non solo le diverse origini elettorali dei deputali repubblicani, ma anche la disparità dei bisopni economici e delle condizioni locali delle regioni eh essi rappresentano. E di questi fattori non si può fare a meno di tener conto nel giudicare dell' azione dèi deputati. Poiché, venendo ad un esempio pratico, non é giusto gridargli il crucifige contro e lapidarlo se occorre, a un deputato come Colajanni, di jede repubblicana provatissima e di alte benemerenze per il Partito, quando nella quistione dei dazi e su un principio di scienza economica ancora controverso, a proposito della mozione Berlesi dice: - Io non voto questa mozione così come sta, primo, perché trionfando, essa rapprèsen~a la rovina i'inmediata della regione che rappresento, della Sicilia (e lo dimost1•òcon una serie di argomenti, dei quali non si poté disconoscere il valore), poi perché sarebbe la negazione della convinzione scientifica, che mi sono formata e che da anni vado professando dalla cattedra e propugnando nella stampa. >} « Si può, si deve, é utile anche, per questo fatto, negare a Colajanni il diritto di dirsi 1·epubblicano, e cassarlo come reprobo dai quadri del partito f Via ! » A Gustavo Chiesi, che mi si mostrò sempre amico costante e affettuoso non mando ringraziamenti, egli non ne ha bisogno. Gl'indirizzo qualche chiarimento e gli ricordo alcuni episodi, che se fossero stati presenti, alla sua mente lo avrebbero distolto da qualche erroneo apprezzamento. Nei miei scritti, nei miei discorsi, nei mie atti non mi lasciai mai preoccupare ed influenzare dal1' interesse elettorale, per quanto, anche a giudizio del Chiesi, ciò avrebbe potuto essere cosa non solo umana, ma anche utile al partito; ed io lo sfido a citare un solo scritto, un solo discorso, un solo voto, un solo atto che gli possa dare ragione. Ebbi dai miei elettori il mandato più ampio e la più completa libertà di giudizio e di voto;' ma quando sospettai che i miei elettori avrebbero potuto desiderare che io votassi e parlassi contrariamente a quello che io pensavo; quando potei temere che l'opera mia da loro potesse essere biasimata, non esitai un solo istante a mettermi in regola con la mia coscienza e ad eliminare qualunque equivoco. · Credo fermamente che il Deputato non possa andare a parlare ed a votare contro gl'interessi e contro l_a volontà degli elettori; ma credo del pari un miserabile chiunque vada a parlare ed a votare contro la propria convinzione. Epperò quando corse· la voce che sarebbe venuta in discussione una proposta di legge sulla circoscrizione territoriale in Sicilia, conoscendo che parecchi miei concittadini avrebbero desiderato che io la combattessi, e sentendo che se ciò avessi fatto avrei commesso cosa contraria alla mia coscien1.a, convoca_i subito gli elettori di CaBibliotecaG,noB,a.nco strogiovanni per dichiarare loro che se essi volevano che io parlassi e votassi contro quella proposta ero pronto a presentare immediatamente le dimissioni per farmi sostituire da altro deputato. GU elettori mi autorizzarono a rimanere al mio posto lasciandomi completa libertà di azione. In altra occasione dimostrai il rispetto agli elettori e quello dovuto a me stesso. Votata nel 1898 la legge sugli infortuni nel lavoro nel mio · collegio, dove sono molte miniere di zolfo, sorsero molte proteste pubbliche contro la legge e contro .. di me che l'avevo propugnata. Si scrisse che io avevo tradito gl' interessi del collegio. Non esitai un istante a restituire il mandato ai miei elettori, ed insistetti nelle dimissioni non ostante una manifestazione della Camera clre per me non poteva essere più lusinghiera. Fui rieletto dopo una lotta asprissima e con una schiacciante maggioranza. Dica ora l'amico Chiesi se si poteva in modo più esplicito tener conto. dei diritti degli elettori senza venir meno alle proprie convinzioni, e cor:- regga il suo giudizio errato. . . · Non un discorso fu da me pron.unziato, non--·un voto fu d_ato contro la mia fede politica, apertamente confessata e nota a tutti i miei elettori. Egli ch'è stato in Castrogiovanni, e che al mio diletto paese natio ha consacrato un bell'articolo nella sua non mai abbastanza }(>data. Sicilia Illustrata, lo sa, e mi meraviglio come per un momento abbia potuto dimenticarlo. Essendo noti agli elettori i miei principi repubblicani: che cosa poteva costarmi l'ascrivermi ufficialmente al partito repubblicano f'uori della Camera, se già facevo parte del Gruppo parlamentare repubblicano? Non· m'inserissi perchè mi ripugnava quella forma di disciplina; tale ripugnanza mi tenne lontano dal gruppo socialista, col quale ho non poche affinità. Non iscrivendomi nei ruoli ufficiali mostrai buon naso: tolsi ogni diritto e ragione alle scomuniche sciocche. * * * Ed ora con viv.o senso di disgusto vengo alla relazione su Criteri del partito repubblicano circ_a l'azione dei suoi cleputati presentata al Congresso di Ancona. Se questa relazione non fosse che l'effetto di uno stravaso di bile di un individuo sentirei minore il bisogno di occuparmene; ma alla maligna elucubrazione dell'avvocato Magri è venuta l'approvazione colìettiva del Congresso, e il largo consentimento della stampa repubblicana, l' uno e l'altra illusi certamente dal puritanismo e dal ri:- gidismo cli questo nuovo inquisitore robesperriano. Nella relazione del!' avvocatò Magri ci sono le amenità, le insolenze e le sciocchezze do·gmaticamente presentate come verità ~ssiomatiche; le in-· sinuazioni calunniose che egli ha il dovere di do-· cumentare. E tutto questo po' di roba va a colpire alcuni deputati repubblicani non solo, ma anche i loro el-ettori. . Cominciamo dalle amenità. L'avv. Magri nella distribuzione delle forze repubblicane in Itali.a scorge le ragioni etniche. Lo rimando ad Arcangelo Ghisleri, che saprà tirargli le orecchie; ad ogl)i modQ spero che in una edizione riveduta e corretta aggiunga qualche sapiente elucubrazione sul!' indice cefalico dei romagnoli - i più repubblicani - e dei calabresi - i meno repubblicani d'Italia. Se non sa maneggiare il craniometro si rivolga a qualche antropologo lom brosiano. , · . Accenna al dovere di fw•e te. c_osc,ienze repubblicane; ma cli questa fabbrica llelle coscienze mi occuperò altra volta in un moni_ento di buon umo-
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