Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 20 - 30 ottobre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 387 l'on. Turati non condanna più .... almeno nella Lotta di classe. Egli nel citato articolo <lel settimanale cli Milano imposta bene la quisti0ne, con l'abilità sua che tutti gli riconoscono, quando a dimostrare eh~ I~ forme politiche non gli sono i1uli(fer·enti soggtunge: «. Ma a_ppunl~ per_ciò, quan~o 1~ mo~arcbia é aggre- « dita dai reaz1onar1 e da essi minacciala di abbandono « solto il pretesto che diventa socialista é be11 naturale « che riserbiamo le nostre collere ai reazionari. > Benissimo. Ciò giustifica il ministerialismo att~1c1.lecle_isocialisti; e si sa clte noi non la pensta,110dtversamente. Ma non giustifica affatto la campagna antirepubblicana. La lotta in difesa dello St~tuto Albertino, che fu il grande contenuto dell'ostru~ionismo, non fu combattuta dai soli socialisti. Piaccia o non piaccia ai mistificatori socialisti, che sono capaci di negare la luce del giorno se i suoi raggi possono illuminare chi non è socialista, anima e mente direitiva di quella , lotta fu il repubb!icano Edoardo Pant:-1.no, come propulsore ulti1110e decisivo fu Giuseppe De Felice, che se è ·socialista convinto, non ha falsi pudori e si proclama altresì repubblicano ardente. Da De Andreis a Colajanni, da Uolàjanni a Pozzato, a Uomandini che sono gli ultimi arrivati in Ol'~linedi tempo nel gruppo parlamentare repubbllcano, tutti furono concordi coi radicali e coi socialisti nella difesa dello Statuto. Il "rido più ostile al positivismo odierno fu emesso0 dall' on. Bissolati; i propositi più antipositivi e più avversi ai criteri che manifesta adesso, nelle riunioni della Sala rossa, come egli stesso confessò nella Critica socia1e, furono avanzati .... da Filippo Turati; il grido: Costituente levato da Pantano e rJpetuto da. tutta l'Estrema era costituzionale e ricordava un impegno solenne della monarchia Sabauda. Abbiamo scritto: tutta l'Estrema sinistra fece eco al grido di Pantano; ma dobbiamo còrreggerci. Ci fu un solo membro dell'Estrema, uno solo che non volle sottoscrivere la mozione che doveva presentare il deputato per Terni per la convocazic,ne della Costituente; e questo solo deputato fu l'on. Sacchi. ~gli, ne siamo sicuri, ci sarà grato di ([uesto ncordo, che fa prova della sua grande chiaroveggenza ed avvedutezza. La motivazione giustissima della maggiore ostilità. socialista contro i reazionari monarchici di cui ci siamo occupati non giustificherebi.>e in alcun modo ciò, che contro la verità, scrive la stessa Lotta di classe, cioè Filippo Turati, sul pensiero antiriformista e sul metodo dei repubblicani a rincalzo delle oi.>biezioniclell'on. Sacchi. Gli sforzi ùell'on. rappresentante per Cremona nell' accentuare il suo distacco dai repubblicani, anche a spese delle verità, possono a-Ila fine spiegarsi c<•l proposito deciso di rendere ì~ aule ministeriali sempre più accessibili al suo partito: e noi non esitiamo a confermare ciò elle altra volta abbiamo scritto sulla utilità di un partito radicalP costituzionale t1uale lo intendeva una volta !'on. Sacchi; ma sono addirittura inconcepibili nell' on. rappresentante per Milano che non aspira - e di questo siamo sicurissimi, non ostante le insinuazioni che si lanciano da ogni parte - a rappresentare la parte di Millerand a benefizio della monarchia, quanùo questa non è minacciata nel suo minimo contenuto liberale. Ebbene contro la vel'ità, lo' ripetiamo, l'on. Turati ha scritto : . « Quei repubblicani che si aggrappano corno ostriche « alla famosa pl'e9iudiziale mettendo come provala la « l<;>rosupposizione, che é pure conlraslala dall' espe- ~ r1enza, essere la monarchia incompalibil_e con le riBìb110eca l:i1noB1ancu « fori:ne progressive, e, sostanzialmente e necessaria- « men~e - e sempre - reazionaria-, non possono ac- « cogliere tale concetto e però fanno della caduta della cc monarchia _lacondizione_ sirie qua non di ogni pro- « gresso. _Essi, ne~l~ quesl1one politica, sono quel che « sono g!1_anar_ch1_c1nella qujslione economica; come gli « anarchie~ es_s1dicono: tanto p_eg9io,tanto meglio. La « monarchta liberale é la .peggiore delle monarchie per- « ché la piu difficile ad abbattere. » ' « Q_uìé il nost!'O ?i~senso fondamentale dai repubbliC< cam del\a pregtudiztale - non dai repubblicani che « ~ono tait per un11 profonda aspirazione di giustizia « ideale per cui - non altrimenti di noi- condannano « in principio il privile~io politico ed ereditario senza cc mettere !_'abolizione dt tale privilegio come porro unum « necessarium1 senza farne una condizione assoluta, pre- « cedente ogm loro attività o cooperazione politica alla cc democratizza1.ione degli ordini politici ed ali elevamento « delle clas~i <:1,iseredaleed alle trasformazioni giuridi- « ch_e.e soc18)1 ~·eclamale dal popolo, e che il programma « mm_uno soc1ahsta approvato dal Congre1<s0 di Roma « ha m tre grandi serie elencate, dichiarando il loro rap: « porto di me.uo a fine coll'ultimo ideale socialista. » Noi che abbiamo stima grande per Filippo 'l'ur:1.ti, e che lo amiamo sinceramente, abbiamo letto con vivo rammarico tale brano in così stridente contraddizione colle realtà, le quali egli non può assolutamente ignorare. A lui, sul terreno dei fatti parlamentari, ripetiamo che le riforme immediate e prossime furono invocate e caldeggiate dai deeutati repubblicani e suffragate dal loro voto; a lui ricordiamo, che gli astensionisti repubblicani, i quali della caduta preliminare della monarchia fanno il porro unum necessarium per le riforme, sono una sparutissima minoranza, per quanto in tale minoranza siano uomini che rispettiamo come Giannelli, MorminaPenna, Albani ecc., a lui non dovremmo avere bisogno di rammentare che nel socialismo italiano e in quello internazionale è più vigorosa che non sia tra i repubblicani di casa nostra, la corrente che crede inutili o dannose le riforme; a lui che vive a Milano e che legge l'Italia del Popolo, non dovremmo sentire il bisogno di ricordare che anche il Ghisleri, che sembra attualmente il repub• blicano più intransigente, ha riconfermato, rispondendo a noi, la sua antica fede evoluzionista:, che ne fece uno dei discepoli più sinceri di Alberto Mario; a lui, infine - e ci sembra una vera enormità di vederci a questo costretti - dovrebbe essere assolutamente superfluo ricordare che la formula del tanto peggio, tanto meglio non scaturisce da alcun libro, da alcuna teoria di repubblicani, e che più degli anarchici quella formula è caratteristica - patognomonica, direbbero i medici - del socialismo cosidetto scièntifico: è la logica e necessaria conseguenza della dottrina marxista, è la quintessenza della teoria catastrofica. Il tantissimo peggio, tantissimo meglio, nella sua espressione genuina, si verificherebbe il giorno i.n cui da un lato starebbero un miliardo di proletari, dall' altro un centinaio di proprietari. I socialisti elle vogliono rimanere marxisti e vogliono le riforme fanno salti acrobatici meravigliosi interpretando i loro evangeli. Bernstein che in Germania vuole rivedere la dottrina in senso riformista è avversato e quasi scomunicato dai suoi compagni, ed è rimasto in minoranza anche nel Congresso'di Lubecca, dove il proprio pensiero rimase miseramente soccombente, non ostante che sia stato difeso dalla sua viva voce, che non aveva potuto farsi sentire nei precedenti congressi dei sociaiisti tedeschi. E' veramente cosa ingiustificabile, on. Turati, che voi che tutto ciò non potete ignorare 1 abbiat;e tentato di affibbiare ai eepubblicani, pel solo gusf,odi distinguervi da loro, pur professandovi rep-ubbli-

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