386 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI i socialisti. E nominiamo l'on. Sacch: perchè la maggioranza del gruppo parlamentare radicale è composto di repubblicani larvati non abbastanza radicali. Delle tenerezze dell'on. Sacchi pei socialisti prendiamo l'ultima manifestazione. Leggiamo nella Democrazia di Cremona che un anonimo cortese ci manda segnata in diversi punti (Num. del 12 Ottobr~): « li partito oeramcnte radicale che intende l'utilità as- « soluta del positivismo politico ora completamente li- « bero nella sua azione, divenuto parlito di governo, « può sviluppare tutto un b11ga~lio di rifor·me legislative, « risolvere tutti i più complessi e arditi problemi d' in- « dole sociale ed economica, taluni, i meno, compendiati « nel Patto di Roma, tali altri, i più, nel programma mi- • nimo socialieta : questi integrano quelli. » Questo brano e' insegna che il programmn, radicale comprende ciò che c'è di meglio nel P,ttto di Roma e nel programma minimo dei socialisti. Che cuccagna! E che modestia I E del buono ce n'è meno nel primo ... Se rosse vivo Caval.otti ! Questo primo squisito dolciume lasciato cadere nella bocca dei s0cialisti, concerne le cose. L' organo dell' on. Sacchi non lesina nemmeno verso le persone. Sentite: • Se da questo estremo polo ne"ali vo della pila (i rea- « zionari), percorrendo tulli i fili accumulatori della « grande corrente di vita nazionale, giungiamo ali' altro e polo positivo, troviamo menti eleoate di pensatori, come « Turati, Bissolati e tanti altri valorosi combattenti per « le nuove idealità e cf1e del grande partito operaio che « si sta formando saranno i legittimi capitani, muovere e serrati alle sante rivendicazioni proletarie, seguendola « tattica positivista dall' on. Sacchi strenuamente difesa « anche quando per un momento si senti solo. » Turati e Bisso lati e gli altri valorosi non possono lamentarsi del trattamento avuto; non solo vengono considerati come menti elevate - e pochi, anche tra gli avversari dissentit·anno nel giudizio; - ma vengono designati come i legittimi capitani ecc. ecc. Forse potrebbero fare qualche smorfia vedendosi collocati à la suite del!' on. Sacchi nell' uso della tattica positivista; ma essi sono troppo intelligenti pèr non comprendere che l' estensore dell' articolo della Democrazia, probabilmente avrà sorpassato le intenzioni dell'ispiratore per inconscia suggestione dell'ambiente in cui vive. Il Turati del resio si sentirci. più lusingato degli altri suoi con'lpagni dalle gentilezze dell'on. Sacchi; questi, infatti. ha accettato tout bonnenient le parole da lui inventate. Anche La Democrazia condanna al disprezzo gli anarcoidi .... C'è questa sola differenza: Turati vedeva gli anarcoidi tra i socialisti; Sacchi li scorge tra i socialisti e tra i repubblicani. * * * Radicali veri, alla Sacchi - per distinguerli dai falsi alla Marcora, alla BasetLi, alla Guerci ecc., e socialisti, se si limitassero allo scambio delle cortesie, che non vogliamo nemmeno chiamare adulazioni, non darebbero diritto a lamentarci. Il guaio si è che essi si fanno la corte per potere meglio combattere i repubblicani. 'ella critica dimenticano i fatti, li falsano e in una misura assurda, che rasenta la calunnia; e su per giù adoperano, come abbiamo detto, gli stessi argomenti. li quarto d'ora esige che i repubblicani vengano additati come nemici delle riforme e del metodo positivo; e quando per pudore si è costretti a riconoscere che in Parlamento i repubblicani hanno cooperato al trionfo di alcune riforme, si lascia comprendere che essi ciò fecero per eccezione ed inCO$cientemente. BibfiotecaGinoBianco E' La Democrazia che scrive: « Anche gli studiosi idealisti, che vagheggiano forme « più adalle a popoli liberi, per non frustrarsi in vane « lolle, sull'esempio di Pantano, Socci, Barzilai, Colajanni « ed ~Itri illustri (anarcoidi?) che nel parlamento italiano « legiferano, quasi per Jor.:a d'inerzia dovranno coope- « rare col 101·0 ingegno e colla loro allività personale « al trionfo di quelle moderne riforme, che sono nel « cuore e nella mente di tutti quanti amano sincera- « mente e profondamente il nostro paese. » Ma che forza d'inerzia di Egitto, on. Sacchi! I repubblicani, entrn e ruori il Parlamento, propugnarono con perfetta coscienza le più ampie e radicati riforme; iniziarono certe critiche e certe demo Iizion i, che precedono e rendono necessarfa l'azione positiva; ed anche se non formularono numerosi disegni di legge d'iniziativa parlamentare - destinati quasi s~mpre a naufragare - additarono le grandi linee, e le vie da seguire per risolvere i più complessi ed arditi problemi d'indole politica e soci.aie. Sernm bisogno di andare a pescare nel Patto di Roma o nel Programma minimo dei socialisti, l'on. Sacchi rinfreschi la memoria colla lettura dei discorsi e degli scritti repubblicani, e vedt'.i che essi l1anno sempre coscientemente iniziato e non seguito per forza d'iner::ia. La stessa, identica accusa. formula La lotta di classe di Filippo '!'urati. Discorrnndo di Socialismo e di monarchia in Milano, nello stesso giorno in cui La Democrazi~t ne disçorreva in Cremona (12 ottobl'e) essa dichiara che non è indifferente atte form•> politiche se in qneste si substanziano le pubbliche libertà, e ci tiene a rar sapere ai monarchici del Fan/'ulla che il socialis:110 non è... monarchico. « Bisogna insistere su ciò, essa soggiurì~e, perché è 4< la verità - e va detta ai conservatori, cne paventano « la monarchia Socialista, e va dello ai repubblicani « pregiitdi:ieooli, che tropeo a buon mel'cato si danno « per i soli e veri repubbhcaui ». Con ciò si esce un poco d tll'antica formula negativa: a-monarchico, anti-monarchico, che caratterizzava e caratterizza di nuovo il socialismo italiano a differenza del socialismo tedesco e belga, decisamente repubblicano; e se la formula venisse esplicata meglio. e se i socialisti insistessero nel far sapere che ci tengono ad esse.re repubblicani, i veri radicali rimarrebbero con un palmo di naso; ma molte polemiche astiose cesserebbero tra repubblicani e socialisti e con maggiore armonia essi percorrerebbero l' immenso tratto di strada che hanno a percorrere insieme prima che arrivino al bivio che conduce: da un lato alla proprietà. collettiva e dall'altro alla proprietà. individuale. Forse l'on. Turati o i socialisti italiani verranno a questa più decisa affermazione repubblicana. Con ciò la pace coi repubblicani non sarebbe fatta, a giudicare dal Iinguaggio odierno dei socialisti, che si ostinano a presentare i repubblicani italiani come antiriformisti. La collezione dell'Avanti!, il discorso dell'on. Ferri sulla politica interna in Giugno scorso, e quelli di altri deputati socialisti, gli scritti recenti di Filippo Turati sono tutti impregnati di spirito posit.ivo e di caldo interessamento per le riforme graduali, immediate, senza pregiudizio dello ideale che diremo assoluto ma remoto della propriet.l collettiva. E noi, si sa, che su questo siamo di accordo. Vedremo se la nostra sia una voce isolata; ora preme prendere atto dell'arg ,mentazione socialista su questo terreno; arg0mentazione di cui bisogna prendere nota speciale, perchè su di essa, a nostro avviso, si fonda tutto l'armeggio contro i repubblicani, se non contro _la repubblica, elle
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