RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 385 chiesta Napoli per poter i·isorgere non ha che da divorziare coi vecchi elementi, che la oppressero e la dilapidarono. E l'arena elettorale napoletana questa voi ta ha una piattaforma di programmi e di tendenze che auspicano bene pel suo sperato risorgimento. Da una parte la massa dei clerico-moderati e dei libe1·ali, cioè a dire, i responsabili delle jatture napoletane: dall'altra il fascio democratico e il partito socialista. Dall'una parte la lotta per la riconquista del potere pe1·duto, per reinstaurare il malgoverno dell'ieri, fonte di lucri non sudati; dall'altra la bandiera della resu1·rezione civile della città Noi vorremmo che la cittadinanza napoletana ancora sana e incontaminata si stringesse attorno ai partiti nuovi e immacolati. Vorremmo che la lista democratica, forte di nomi intemerati e di incrollabili coscienze, controllata dal partito repubblicano e dal radicale, ora nascente, riuscisse ad attrarre le forze degli elementi borghesi, commerciali, industriali ecc.: come vorremmo che la lista socialista sapesse conquistarsi a fianco alla maggioranza democratica la minoranza del Consiglio, sorreggendosi alle classi operaie della città. Ma purtroppo Napoli non è ancora matura a questa evoluzione di parUti, :1. cui pertanto tende con forza inesistibile. E questo scope di rigenerazione e di rimutamento alla vita pubblica, sarà solo possibile a Napoli quando il governo rompe1·à ogni solidarietà coi mercenarii del mandato politico. E questo ci pare l'ausilio magLa negazione tli Dio. l,'ombra,dl Gla1lsto11e: Ed io che calunniavo il Re Bomba! giore e il concorso più importante che possa chiedersi dallo Stato a vantaggio di Napoli. E questo Napoli vuole assai più che non il concorso finanziario cosi elaboratamente figurato dal Saredo nella sua Relazione. O ci inO'anniamo, o la questione di Napoli resta fuori di quelle pagine. Il riassestamento delle finanze e il riscatto dei ser.vigi sono dei provvedimenti provvisorii e fors' anco' dannosi finchè un'onda nuova non abbia sottratto dalle mani delle avide clientele i congegni pubblici napoletani. E a far ciò occone una sollevazione della coscienza pubblica, la quale può attendersi soltanto dal lavoro serio e fecondo dei partiti nuovi della città. Questo non poteva dire il presidente del Consiglio di Stato nella sua Relazione la quale purtuttavia resta fiero monumento di nobile e disinteressata professione della verità. Oggi è una Commissione Reale d'Inchiesta che viene a confessare la colpa dello Stato ·nel lasciare preda alle fazioni politiche voraci i centri amministrativi del Sud. Così, senza volerlo, è dall'opera stessa dello Stato, è dalla confessione stessa della classe conservatrice che più suggestivo discende l'ammaestramento della necessità di democratizzare lo Stato, rimutandone le basi. Perchè solo allora la questione di Napoli che è poi la questione di tutti i comuni del Sud, potrà dirsi definitivamente risoluta. Dott. ENRICO LEON,E. BibliotecaGino Bianco TRA DUE FUOCHI (Radicalie Socialisticontroi Repubblicani) ~ Il caso sintetizzato nel titolo di questo articolo, in Italia non è nuovo. Ci fu un tempo in cui Giuseppe Mazzini fu fatto segno ad ogni sorta di caI unnie e di vituperi dai monarchici di ogni ri-' sma, da Bakounine e dai socialisti. Però, siccome ciò che ripetesi nella storia dell'umanità ha ·con sè sempre qualche lato nuovo, che serve a distinguere ed a differenziare gli avvenimenti tra loro; così anche adesso nella convergenza degli attacchi che partono da socialisti e monarchici rad icali contro i repubblicani, c'è l'elemento nuovo, che serve a distinguere il passato dal presente, Una volta, anarchici e socialisti da un lato, e monarchici dall'altro, nel prendere di mira Giuseppe Mazzini partivano da punti opposti. La qualità delle ingiurie e delle calunnie, che si scagliavano contro il grande genovese era sostanzialmente diversa. Gli uni lo chiamavano retrog,·ado, prete, spia; gli altri lo temevano, lo de-, nunziavano e lo perseguitavano come rivoluzioI grancli delinquenti. ,/i:: "}· , .... , Uno almeno (MusolinoJ è ,nesso fuori di circola:::iorre. (Pasquino di Torino). nario. I denigratori si mantenevano tra loro nemi.ci irrèconciliabi li. · Adesso monarchici radicali e socialisti amoreggiano tra loro nella forma più commovente ; si lisciano e si carezzano reciprocamente; ricorrono spesso agli stessi argomenti per combattere i repubblicani e adoperano sinanco le stesse parole di: nuovo conio. oi non esitiamo a dichiarare - perché nostra norma assoluta è la sincerità - che del flirt tra radicali e socialisti noi che ci si.amo visti sempre bersagliati da tutti,abbiamo sentito le punture della invidia. E perché non confessarlo1 Ricordiamo con singolare compiacimento i giorni, che sembrano già tanto lontani - misurando la distanza dall'asprezza delle presenti polemiche-, durante i quali on nous toutoyait anche coi socialisti e coi radicali: i giorni del compagno Pelloux. Perciò proviamo un certo rammarico nel trovarci nuovamente soli nel percorrere l'antica nostra strada. . Dei rapporti cordiali e commoventi .si hanno prove innumerevoli. Basterebbe la collezione dèl.: l'Avanti! da un anno in quà per i socialisti. Dal:.: l'altra parte si hanno le ripetute dichiarazioni dell'on. Sacchi ; il quale non pada o. non scrive di politica senza un sdilinquimento dolcissimo verso
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