Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 20 - 30 ottobre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LHTTERE E SCJF,'NZE SOCIALI 399 male e rafforzate, poi, dai due potenti ritratti che lo fiancliegg1ano, il Contadino russo e la Contadina russa, cos·1 L!pici nella loro tristezza pensosa, rassegnata e taciturna; ma, prima di tutto, i volti di quelle sei o selle donnacce, che ridono cos't sguaiatamente, son sempre il medesimo vollo ripetuto quasi nell'identica posa, e sghignazzante allo stesso modo idiota e triviale, ami animalesco e provocatore; poi, tutto il resto è dipinto, o piuttostv scarabocchiato, con una disinvoltura ed un sansJaçon, che, come « gli sportelli sbattuti al chiudere» dell'ode carducciana, « paiono oltraggi »: l'arguta critica popolare ha chiamato subito, dal giorno dell'apertura della mostra, questo Riso del Malia vin un riso ... al pomodoro: il denso sugo scarlatto della saporita solanacea, vi è infatti !Jrodigato, con un gran mescolo a piene mani, con tutta la buccia fiammante, e non senza una buona do,,e di fuliggine piovutale sopra, giù dal camino. In quanto all'autore bisogna rammentare ch'esso è quasi un ragazzo, e un ragazzo di molta vocazione, senza alcun dubbio: ebbene perché non si è alteso, per acquistare un saggio dell'arte sua alla Galleria di Venezia, qualcosa di più maturo, di più definito, di più « uomo », anzichè accaparrarsi a caro prezzo una semplice promessa, per quanto ... vistosa, un semplicle abbozzo, per quanto macroscopico'? Perché, onorandolo d'una ammirazione cos·1 ufficiale e così positiva alla sua prima manifestazione d'ingegno vivace, esaltare colposamente in lui la naturale e perdonabile vanità giovanile, e spingerlo a c!'edere d'essere un genio precocemente evoluto e perfetto, di essere giunto oramai al sommo dell'arte, di non aver più bisogno di nuovi studi e d'altre ricerche f Ed infine, ecco .l'altra e maggior l'agione per cui questa compera sembra a me una pessima azione: che ne diranno i giovani artisti italiani 1 Diranno (e lo dicono già fin t1•oppo, e da un pezzo, eccitati e cc montati» da a_ltre ~eplore_voli e male intese. e peggi_o ~omprese .,.lor1ficaz10111)dn·anno che lo stud10 del disegno è un ferl'a vecchi ingombrante, superfluo, ed anche dannoso al pittore del secolo nuovo; che le viete l"icerche sulle combinazioni e sulle sfumature dei colori appartengono ormai alla storia antica dell'al'te, e non servono ehe ai p1·edicozzi bavosi dei ·maestrucoli d'accademia; e che infine anche il pennello, l'arcaico pennello, va messo in museo: i giovani, quelli che vincono i premì e conquistano a buon mercato, da oggi a domani, la gloria e i f]Uattrini, dipin~ono ormai con la scopa soltanto, arnese più energico, più grandioso, più simbolistico, e più ideale. E avanli sempre! Bologna, MARIO PILO. 'CClX:QCOX)"':C:XY:0:~,...C<:OCXXX:XXXOCOOCCC<>?QQ:'.,C"'QAQOOOO".':OCOOOOOCOCOOOCOOO: RIVISTADELLERIVISTÈ Pierrc Qailla,·d : I nuovi massacridi Armenia. Al pl'Ìncipio del novembre 1894 dei dispacci annunzii'lrono laconicamente i primi massac1·i di Sassoum che erano cominciati nel luglio. Ventidue villaggi erano si.ali rasi al suolo, 1088 case incendiale e distrutte, parecchie migliaia di creature sgozzate, senza che l'Europa avesse saputo niente del delitto prima che fosse stato consumalo totalmente. Dapprima il governo del Sultano, a mezzo dell'ammirabile servizio di stampa che ha all'estero, negò i fatti; poi, i rumori, a mezzo dei fuggitivi, si pi·ecisarono, l'opinione pubblica si commoss~. e la Fl'ancia, l'Inghilterra, la Russia, a mezzo di ti-e delegati, poterono prendei· pal'le ad un'inchiesta condotta dalle auto1·ilà lurdie. Malgrado le difficoltà di ogni natura che incont1·arono gl'inviati europei, essi poterono controllare nominativamente il massacro di 900 persone e confermare i t1·agici racconti. A Guellieh Guzau, 60 donne e giovanette furono. violate e poi massacrate nella chiesa, e altrettante persone sotternte vive, e per altre fuggitive si era giunti a proclamare l'amnistia, per poi avutele nelle mani massacrarle. Non solo il sovrano che aveva ordinato questi delitti non fu disturbato, ma le potenze lo lasciarono fare e non 'Biblioteca Gino Bianco s'interposero energicamente ('?) che dopo i massacri perpetrati a Costantinopoli, sollo gli occhi degli ambasciatori, dopo che 300,000 armeni furono massacrali. Dopo non vi furono "essazioni di cui gli armeni non doventassero vittime : fame organizzata, interdizione di andare da un villaggio all'alt1·0, proibizione agli emigI"ali di ritornare, imprigionamenti aI"bit1·ari, massacri parziali. Disgraziatamente è anche troppo facile fornire le pruove in base a documenti diplomatici. Tra i tre milioni di armeni residenti in Turchia, i gruppi più compatti si trovano nei vilaycts di Van, Billis, Diarbekir, Erzeroum, Sivas, e in Cilicia nei sandjaks di Kosan e di Marash; ma nelle pianure di Moush e di Sassoum essi sono incontestabilmente in maggioranza: nella pianura di Mousch sparsi in 213 villaggi, in 35,000 di fronte a 21,250 mussulmani; nella pianura di Sassoum i11proporzione presso a poco egual i di cristiLJni e mussulmaui, da 25 a 30,000 abitanti. Le tasse sono gravosissime e i Kurdi si fanno dare ogni anno almeno due montoni, un materasso del valore di 50 piastre, del burro, del nutrimento, in tutto ci1·ca 150 piastre per famiglia. A ciò si aggiungono diversi modi di usura, per esempio quello detto selci, per cui si danno 20 piastre a un contadino per ritirare un chilo di grano durante la mietitura, quando questo vale d11lle .60 alle 120 piastre (1). La Banca agricola che potrebbe aiutare i contadini non serve che ad espropriarli: un immobile di a1·meni del valore di 10,000 piastre fu venduto a. turchi pel" 1500 o 2000. La. giustizia turca poi ai_uta. . . Siccome 1l delitto della distruzione de~h armem non è stato ancora finito, occorre far cadere il coltello dalle mani dell'assassino: l'autore responsabile è conosciuto,i e l'Europa non è disarmata contro di lui. Il nostro rappresentante Cambon lo designava fin dal 12 giugno 1895. « Il Sultano si è trovalo Lutto ad un tratto ndla losi- « zione di un accusalo sen,a mezzi di difesa» ( ibro Giallo, Affari Armeni N. 68). E De la B0uliniere, nostro incaricato d'affari scriveYa: « E' il Sultano sle,so che « arma la mano di questi assassini e loro ingiunge di « distruggei-e tutto ciò che è armeno » (ibidem). Lo stesso ministro Hanatoux, a cui la decorazione in oro dell'lmtiaz dà il titolo di pachci, in un momento d'imprudente franchezza, ha denunciato il ::olpevole, quando, nel suo discorso del 27 aprile 1897 sugli affari d1 C:·eta- ha parlato di quei che avrebbero cc voluto vedei' prendere nel « palazzo d'Yldiz il responsabile di tante calamità ». Nessun dubbio sull'identità del criminale; nessun dubbio nemmeno sul di1·hto e dovere delle potenze dette civilizzate d'intervenire. Il trattato di pace tra la Russia e la Turchia a Santo Stefano conteneva un articolo, il 16°, che obbligava la Porta a mettere in esecuzione le riforme necessaiie nelle province abitate dagli Armeni, articolo i·impiazzato da un, altro _più rigoroso, il 61•, del trattato europeo resultato dal Congl"esso di Bel'iino, in cui s·impegnava la Sublime Porta « a mettere in esecuzione senz'altro i mi- « glioramenti e le riforme necessarie pei bisogni locali « nelle province abitate dagli Armeni e a garantire la « loro sicurezza contro i Circassi e i Kurdi. Essa farà periodieamentc conoscere le misure prese a quésto effetto dalle Poten;;e che r.,eglieranno per_la loro applica.::ione. Dopo 23 anni le sole misure che siano slate prese, e di cui le potenze siano state informate senza che la Sublime Porta se ne sia incaricata ufficialmente, sono stati i massacri ordinati da quello che Gladstone chiamava il Grande assassino, e per 300,000 armeni la pace delle tombe. Il pretesto, più o meno sincero, che sin oggi fu accampato per declinare ogni contenuto serio, fu che si rischiava di scatenare sulla Tucchia una crisi suprema, di provocare una guerra europea. Ma oggi la situazione non è più q!-ltllla del 1_894-9~: un'azione. isolata di alcu1~e potenze o dt una tra 1oro, s1 può esercitare senza pencolo in Orienle. Invece di rischiare una guerra si assicur·erebbe, al contrario, la pace minac~iata da una disgregazione brusca dell'impei·o turco. E bene inteso che 11011si tratta d'impadronirsi di un territorio qualunque dell'Asia, ma semplicemente di ristabilire l'ordine co11 l'applicazione di riforme elementari, reclamate come un (1) Una specie di ust1ra che, pu,· "troppo si pratica anche in Italia nelle campagne, e in larghissima scala. N. d. R.

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