Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 20 - 30 ottobre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 397 cano contro la chiesa e la denunciano come nemica del popolo, come segreta congiurata dei suoi sfrulLatori, maestra di supina vigliaccheria (che chiamano cr:stiana rassegnazione) - si può e si deve tacere in tali casi? Dov'è la minaccia ai ricchi'? Nella propaganda cattolica delle corporazioni non si fa piulLosLola salvezza loro insieme con ouella delle rnolLitudini 't Non r11mmentò il Papa stesso·, che il bene fotto al popolo risalirebbe al loro vantaggio? (I}. C.) I propagandisLi cristiani colle pl'Omesse di sollievo alle sue miserie materiali e di future miglio- ,-ie economiche sollevano le- passioni rapaci dei volghi e si confondono coi propagandisti del socialismo? Questo è il giudizio del pubblico pregiudicato, degli abbienti adombrati, dei governi anticristiani; ma tale giudizio nulla detrae alla rettitudine e alla santità di una causa salvaLrice del popolo e della società insieme. Noi dobbiamo 1·icordarci che la malasuadafames et tu,-pis egestas mette in un crudele bivio il lavoratore tra chi gli promette sollievi terreni e noi che gli promettiamo la salvezza dell'anima. Seguendo gli esempi dell'Uomo-Dio uoi dobbiamo preoccuparci dell'anima e del corpo. D'onde la superiorità del movimento nostro che alle corporazioni imprime carattere religioso. Senza questo carattere religioso il benesse1·e a11d1·ebbedisperso nella dissipazione vizio a, l'incremento ecouomico acui1·ebbe le cupidigie, il civile rialzamento alimenterebbe la passione egualitaria. LA QUARTA ESPOSIZIONE DI VENEZIA* (PRIMA VISITA). Foutane,.I e i ll11estrl del '38 - llodlu ed il bello nel brutto - Il « Sogno » del lllstolfi - PrevlaC,I e la sua seeond11 nuu1le1·a - .llali,wlu e Il • lliso » ... al pomodo1·0. La mia più viva curiosità, giungendo a Venezia per visitare e recensire, come le tre precedenti, la quarLa internazionale di Belle Arti, era pel FoNTANESI: non lo conoscevo (confesso) che per qualche tela veduLa fuga - cemenle non so dove nè quando, e che, lo confesso pure candidamente, non mi aveva colpilo in modo speciale. Confesso anche (guai, a mettersi a confessare!) che le mie prevenzioni erano... di benevola diffidenza, come quelle dell'on. Ferri pel ministero Zanardelli-GiolitLi: come il Ferri, io sono sempre diffidenle, anche se benevolo, per chiunque sia giunto al potere, alla ricchezza, alla fama, o stia per giungervi, vivo o morto; diITidenLe, mi affretto a soggiungere, più che del potente, dei suoi cortigiani; più che del ricco, dei suoi parassi ti; più che del maesLro, dei suoi scolari. E, nel caso attuale, era la visione terrificanLe dei fontanesini, che pullule1·anno certo attorno alla nuova rivendicata celebrità, quella che a priori me le rendeva poco meno che ostile, e quasi mi impediva di giudicarne serenamente con gli occhi miei, con l'animo mio. Eccomi dunfrue, in questa p1:ecisa disposizione di spirito, nella sala Fontanesi. La prima impressione, non é molto diversa da quella che m'aspettavo: un'impressione di monotonia, quasi di freddezza; nell'insieme c'è un non so che di g:·anutoso, di duro, di g1·igio, che 1·icorda il vecchio a1·azzo, un po' stinto, un po' affumicato; i cieli son poco ael'ei, le acque son poco liquide; una tetraggine novembrina incombe su tuLto, e, come d-alla scuola francese del '30 da cui il nost1·0 de1·iva, e che io slimo ma non amo, apprezzo ma non gusto, il bel sole italiano, il caldo colore meridionale, sembra bandito da queste tele. M'arresto lungamente davanti alle Nubi, che gli entusiasti del Maestro segnalano come il suo capolavoro: non mi entusiasmano. Ma mi sorprende invece, ad un (1) Qui il Toniolo è imprudente. Svela il movente vero della propaganda della democrazia cristiana. N. cl. R. * Fuori concorso, come sempre, ai premì per i critici d'arte, che fin dalla prima loro istituzione non cessammo mai di disapprovare vivamente. BibliotecaGino Bianco Lratto, e mi vince, la Campagna con gregge dopo un giorno di pioggùi. Ah, questo, si, è un capolavoro: l'armento bo~ino discende davvero, vivo, vario, animato, pel cavo del vasto vallone, lungo i grandi albed foschi; e vibra una poesia austera e solenne sulla terra e nel cielo, tra le piante, t1•a gli animali, tra gli uomini. E, rotto il ghiaccio, e convinto ormai che non si tratta di una delle solite gonfiature, io continuo a cercare e a studiare: e passo, stupito, di quadro in quadro; m'arresto a lungo, mi avvicino, mi scosto, cerco le distanze e le luci, concentro la vista su ognuno di quei frammenLi di natura umanizzata, torno ancora sui già contemplati, confronto, condenso; e, come accade per la musica difficile, « capisco », cioè gusto, soltanto a poco a poco, ma sempre più vastamente: e vedo, a mano a mano, affondarsi gli spazi, distanziarsi i piani, spiccare ben solidi, isolati nell'aria, gli oggetti; e sento, sempre più presente ed eloquente, l'anima unica dell'arLista nelle forme varie e negli aspetti molteplici della realtà: l'anima grande e buona, mite ed austera, nutrita di verità e religiosa d'ideale, aristocratica e solitaria nel concepire, democratica ed espansiva nell'esprimere. . E trovo particolarmente belli, fra questi seLtanta e più quadri, BuJe,-a imminente, coi suoi animali smarriti ed incerti sotto la cupa minaccia; Il ponte di Santa Trinita, dalle delicate prospettive di ponti e d' architetLure e gradazioni di spicchi e di lontananze; Il guado, attrav~r~o. il fium~ _cosi liquido e lrasparente ; e pi~ ancor~ l' 1dd!Ico Alttptano del Bu_qey, arioso, sereno, d1re1quasi ossigenato, l'opera più italiana, a mio parere, di questa sala ; ed infine, per non far lunghe e vaue enumerazioni, i milletiani disegni a carbone, cosi somrr.ari eppure cosi significativi, cosi semplici eppur cosi intensi! . Ed ecco, a che serve la critica : se non altro, a nchiama1· l'attenzione distratta; a cosll'ingere a guardare, dove prima appena s'intravedeva; a studiare, dove si guardava soltanto; a farsi un'opinione, dove non e1·a che un'impressione; a sentire il bello, o 1uagari anclie il brullo, deive prima non era che l'indifferente. E RooIN? È il secondo dei clous del!' Esposizione : cioè degli artisti più interessanLi e più discussi, più sino-olari e più tipici: su lui, come sul P1·eviati, sul Maliaviu (l' e finale del catalogo è un errore, nella ti-ascrizione iLaliana dei caraUet·i russi), sul Bistolfi, si scatenano tutLe le collere e tutta l'ilarità ostile di buona parte dei visitatori, come si accentrano tutte le simpatie e tuLle le ammirazioni dell'altra, non meno buona, quantunque cl;)rlamente men numerosa. Chi ha ragione? Tutli. Tutti, s' intende, quelli che discutono e che sentenziano in buona fede, e non per interessi di combriccole, di comme1·ci, di traffici sacrileghi sull'arte loro ed altrui, sulla suggestionabilità e sulla credulità della gente, sulla pieghevolezza e sulla corruttibilità di chi può premiare, comper·are, onorare, glorificare col denaro e con l'autorità collettivi. Han ragione tuLti: quelli che applaudono perché a loro piace, e quelli che fischiano perché a loro dispiace; t1uelli che giudicano dopo maluro esame, e quelli che reagiscono impulsivamente a prima vista: poiché, il bello non é che il lato oggettivo di ciò che è nel soggetto il piacere estetico, da chiunque e comunque Lalc piacere venga goduto. · E dove molti applaudono e molti altri l?rotestano, evidentemente ci sono elementi affascina11L1, ed elementi urtanti, dai quali i nervi di questi e di quelli sono in dive1·sa misura allettati ed offesi. A me, e per mio conto, Rodin non piace, preso in blocco e considerato tecnicamente; vale a di1·e, che la simpatia vivissima, entusiastica, anzi, che provo per l'originalità assoluta della sua inspirazione, per la forza titanica della sua Lempra, per la ribelle indipendenza della sua volontà, non bastano a farmi parer bella l' esecuzione spesso mostruosa, per quanto sapienle, del1'opera sua, la sommarietà b!'utale, per quanto poderosa, del suo plasmare, la disinvoltura (in linguaggio plebeo la si chiamerebbe più efficacemente con altro vocabolo) la disinvoltura screanzata, per quanto conquistatrice, della sua espressione. E non perché io ami troppo (tutt' altro !) la classica scultura levigata, accarezzata e leccata, immobile, fredda e convenzionale; io sono anzi un ammiratore fervente del rapido impressionismo geniale anche in scultura, del

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