Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 20 - 30 ottobre 1901

398 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI coglie 185.000 membri in tulta la Germania. Le Unioni rurali della Vestjalia - iniziate dal Barone SchorlemerAlst, il Re dei campagnuoli - si riannodano ai concetti enunziati dal canonico Moufang nel 1871, e sorgono in Miinster nel 1881; trovano imitatori in altri punti della Germania. Tra cauolici ed evano-elici si fondano le Unioni corporàtioe inte,·confessionati, e quindi una Lega (1899) che in Aprile 1900 conta 175 mila soci. In Austria il movimento cattolico ha poco sviluppo; ne ha uno rapido il . movimento dei socialisti iniziato nel 1888-89. Essi, oggi, in cor;iorazioni libere hanno arruolato 100 mila soci. In !svizzera, iniziata nel 1887 sotto la guida del socialista Greulich (~ N. d. R.) e del cattolico Decurtins si viene ad unica federazione (Sewei:.erischer Arbeiter Bund) delle varie associazioni; J)romove il Segretariato del popolo ed una vera rappresentanza di classe. In Francia la fegge del 1881 autorizza i sindacati anco misti; si svolgono le Camere sindaeali (5688 nel 1897) coordinate in 166 leghe o Unions des Sindicats con 1,062,000 membri. di cui 4:W mila operai. Nel Belgio il liberalismo ritardò il movimento co1·porativo. Col 1870 comincia il movimento del parti ouorier d'impulso socialistico. Arrivati al potere i cattolici (1886) p1•esero in mano il movimento corporativo. Sorgono molti sinda - cati operai, industriali, agricoli; nel 1.882 con Mellaerls e Schollae1·l 200 gilde campagnuole confederate nel 1891 nella Boere11boud o lega dei contadini; più tardi la Lega ' democratica cristiana che desta emulaz10ne nei liberali, e riceve consacrazione col riconoscimento giuridico delle corporazioni nel 1898. In Olanda c' è la ripercussione per iniziativa dell'abate Schaepman. In Italia la coscienza di classe ebbe fin dal 18<i8 fortunosa elaborazillne nelle società segrete, nei club operai, nelle società di mutuo soccorso. Alcune .di queste si riuniscono sotto l'ispiraziono di Mazzini in Jratetlanze artigiane; si coordinano nel congresso di Genova (1876) per le rivendicazioni operaie e si rìuniscone a congresso nel 1887, 1891 e 1892. Tale corrente fu sopraffatta dal movimento socialista in:ziato a Milano da Turati nel 1891. Si ha· il partito operaio italiano. Sorgono le Camere del laooro e se ne delibera la federazione nel Congresso di Parma (1893). Fra le sommosse e le repressioni di Sicilia e di Milano segue parallela e febbeile l'organizzazione co1·poraliva (leghe e camere di lavoro) e la propaganda socialista. La quale inattesa e temuta vede sorgere la concorrenza delle Unioni professionali catloliche, che sono diffuse specialmente nel Setten- .trione. Al principio del secolo XX troviamo secondo Kuleman e Werner-Sombart quattro milioni di lavoratori organizzali in corporazioni. Questo sorgere e comporsi del proletariato moderno in quarto stato dal fulcro aelle corporazioni è un grande fatto storico universale che indica una nuovR e profonda elaborazione sociale, che si stacca dalla precedente stratificazione. Ecmomicamente nell'interno dell'impresa il padrone continua a dirigere e rimunerare l'operaio esecutore; socialmente, fuori dell'opifizio, capitalisti e laooratori formano due classi, non indipendenti ma autonome, che devono accordarsi e coordinarsi liberamente al comune bene sociale. Si può considerare il sorgere di ~uesto quarto stato come una legge provvidenziale dell attuale momento. Tutto converge, dall'alto e dal basso, all'ordinamento corporativo; e vi contribuiscono gli studi storici, le indagini statistiche, le dottrine sociologiche. Questo movimento sospinge alla ricomposizione giuridica corpora ti va di tutta intera la società per classi a correzione del nefasto individualismo odierno. li movimento s'inspira a due grandi finalità: o al soeialismo o al cattolicismo. La grandiosità del fatto spicca , vieppiù analizzando il concetto, le forme, la funzione e gli ordinitmenti delle ,;orporazioni. a) Concetto. S'intende per corporazione un'associazione autonoma e permanente fra tutti gli addetti ad uffici economici affini, allo scopo di rappresentare, proteggere e favorire gl'interessi morali e materiali della propria classe coordinati a quelli delle altre classi gerarchiche della società. b) Forme. Sono semplici, di soli proprietari o di soli lavoratori; e miste. Prevalgono le semplici per ora per l'avversione che le vicende storiche hanno creato tra le due classi. c) Funzione. È triplice: 1° Rappresentare un ente r!ollettivo a sé, una determinata classe, innanzi alle altre, al Comune, allo Stato. 2° Farne valere i diritti (come BibliotecaGino Bianco correlativo dei doveri) dinanzi alla società intera e alle autorità costituite: è una elevazione dei diritti individuali al valore di un diritto sociale di classe. 3° Promuovere tutti gl'interessi economici, civili, religiosi, politici, morali della pl'Opria ·classe. d) Ordinamenti. Tendono ad assumere que,to sviluppo organico: dì associa-· :.ioni locali alle quali i lavoratori partecipano personalm;Jnte distinti in sezioni o gruppi di mestiere; e di rappresentan~e federali, alle quali le prime inviano delegati, che compongonsi un Consiglio ed un ufficio direttivo. Queste federazioni pos,ono essere provinciali, regionali, nazionali (E le internazionali? N. d. R.) L'ordinamento per classi tende a munirsi di speciali faeoltà legali da parte dello Stato; di personalità giuri-· dica; di giurisdizione, cioè di fncoltà di sentenziare in certe cause speciali dell'arte, di un potere legislativo disciplinare. Questi grandi corpi organici e vitali potrebb~ro un d't divenire anche politici per inviare al Parlamento tre· serie distinte di deputali o rappre~entanti : della ricchezza immobiliare; della ricchezza mobiliare; dei lavoratori. Si avrebbe un'organica l'dppresentanza poli I.ica per classi. Questo grande movimento delle co1•porazioni eleoa il proletariato alla dignità cli classe; mira 11011 a perpetuare la lotta, ma a l'iannodare 1·elazioni armoniche con le classi superiori. I suoi risultati deriveranno però dallo spirito o dalle idee direttive }inali sue, che può essere o socialista o cristiano. Ciò che non si comprende in esso è la neutralità religiosa. Contro il re~ime delle corporazioni si sollevano alcune obbiezio111, alle quali si deve rispondere: 1.0 Le obiezioni della dottrina liberale. A) Le corporazioni sono inconciliabili •!olio slancio della tecnica moderna. Invece le Trade Unions in Inghilterra ne sono il prodotto. B) Sono incompatibili con la libertà personale del lavoro e della concorrenza. Lo erano le vecchie cor- . porazioni coercitive; non le moderne libere, facoltative; accrescono le facoltà e i di1·itti delle classi operaie. Non menomano la libertà, come non la menomano tutti gli enti pubblici ai quali si deve sottostare pel bene sociale. ~, Offendono l'eguaglian:;adei cittadini davanti alla legge. Un mercante che rimane soggetto nelle sue operazioni di professione alle discipline speciali del codice di commercio, trovasi sottratto per avventura alle norme generali del Codice civile e penale~ La specie non esclude, ma si aggiunge al genere.-Oggi non si tratta della riproduzione del regime ingiustificato di privilegi, ma di una legge di più della legge di spceiflcazione propria del progresso. Si noti che i mali enormi del regime attuale di libertà o meglio di anarchia hanno preparato il terreno al socialismo. 2.' Le obbiezioni in nome dell'ordine cristiano traggono ragione e forza : dalle forme concrete delle corporazioni, dai metodi di propaganda, e dall'odierno ambiente sociale saturo di passioni e di perverse tendenze. Un Papa ci ammoni sui pericoli di queste obbiezioni discorrendo del programma dell'odierna democra-.ia cristiana. Esaminiamole. A) Con le novelle corporazioni si organizzano di più i proletari alle lotte di classe di domani~ La lotta di classe con tutti i ·suoi pericoli é nata per lo appunto dall'ind,vidualismo odierno. Ai cristiani diremo che colle corporazioni la società ebbe ordine e stabilità, e che Leone Xlii per ben tre volte le ha propugnate: pei cattolici i sodalizi corporativi ~ono parte sostanziale dell'ordine sociale cristiano. B) Colle corporazioni non si disvelano al popolo le ingiustizie di cui esso si dice vittima; non si legittimano gli scioperi e le resistenze; non si diffonde l'incendio sociale~ A questi risultati riescono e i liberalismo, ch'è rivoluzione in permanenza, e il socialismo, eh' è inesorata lotta di classi ; non già il Cristianesimo ch'è giustizia e carità per tutti sotto l'autorità di Dio. Se alle plebi che talora sentono l'acutezza di sanguinanti sofferenze e della irritazione vendicatrice, i cattolici parlano in prima del loro diritto - ciò non è che nn espediente logico pe1· renderle docili al linguaggio del dovere. Se la prudenza e la carità cristiana non acqueta i padroni dinanzi al popolo malcontento e minaccioso, dovunque è r.ossibile, taceremo I Ma memori che meglio del dire è 11 fare, opereremo ! Nondimeno v'hanno momenti decisi vi in cui non basta il fare; é necessario ancora il dire. Quando, come la bufera devastatrice, i corifei del socialismo percorrono le campagne e i distretti rQanifatturieri profferendosi come gli unici difensori degli ope1·ai; quando essi predi-

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