392 RIVIST,A POPOLARE DI· POLITICA, LEITERE E SCIENZE SOCIALI E' cosa spaventevole· il ·vedere le esplo·s·ioni · di violeµza omicida negli anarchici. Ma è quasi più urtante e di maggior discredito per l'umanità, più indegno ,dei venti secoli di fede cristiana, il quasi universale grido di vendetta, che invoca crudeli ed inumane pene su coloro che perpetrarono tali delitti e pel loro es.terminio. Questo f~roce grido di vendetta è la vera anarchia, il male vero e formidabii~. Il non vedere che questi infelici cooperatori della. violenza sono le vittime dei mali ai quali :110i siamo felicemente sfuggiti; il non .vedere eh'è nostro dovere aiutarli ed aiutare l'intera classe da cui essi vengonò · :._ la classe servile di tutti i paesi di Ruropa, e spècialmente di quelli, che hanno maggiormente-sofferto-; il_non volerli trattare generosamente; il grido codardo di vendetta, di sangue, di sterminio contro quelle povere creature: questa è la vera anarchia e questa è la più formidabile minaccia per l'avvenire! - Questo spirito di panico codardo, che prende la maschera di un fine senso di giustizia cacciò i Nichilisti nella frenesia del delitto, nella rappresaglia rrudel~ ed atroce. E noi possiamo dire, colla certezza di veder seguire i fatti alle parole, che lo stesso spirito di crudeltà e di repressione darà ancora una volta il frutto del male, poichè la violenza genera la violenza, l'odio partorisce l'odio. La generosa ed umana simpatia è la sola cura del male umano; e non la vile paura pel nostro comfort o pel nostro hen·essere deve gelare i nostri cuori è spegnere ogni simpatia. Ogni··atto di violenza nel nome oltraggiato di giustizia partorisce l'anarchia, ed è esso stesso anarchia. Il pensiero che i torti umani possano essere raddrizzati con nuovi torti, che la violenza e la oppressione possono esser rimedi pei mali sociali, costituisce da per sè stesso l'anarchia, quantunque sia impers·onato in qualcuno che serve la giustizia o che la giustizia amministra. L'odio non cessa coll'odio, scompariste col soffio dell'amore. A chi incom.be ricordare tutto ciò: agli stranieri senza privilegi, figli di una razza oppressa da secoli 1 o a coloro che godono di ogni prosperità e cultura, e ai qual'i sembra che la fortuna abbia donato tutti i suoi tesori1 Il fatto realmente formidabile rievocato dalla esplosione anarchica recente non è la diffusione dell'idea rivoluzionaria tra le masse; ma lo spirito di aq.archia tra coloro i quali godono di tutti i privilegi, il loro appello alla violenza come cura della violenza, il loro grido di vendetta per la punizione crudele ed esemplare di coloro che hanno già molto sofferto. Qual'è la differénza tra lo spirito dell'anarchico che crede <1i raddrizzare i torti umani colla palla e col pugnale dell'uomo prospero che chiede vendetta e morte violenta come cura contro l'anarchia; e del cittadino che prende la legge nelle proprie mani e lincia un negro sospettato o convinto di un delitto, e lo tortura con feroce crudeltà come nessun anarchico sinora è stato torturatoi In tutti e tre non alita lo stesso spirito~ Mentre l'orribile anarchia del linciaggio rimane come una macchia degli Stati Uniti, noi faremmo bene a parlare meno di anarchici che vengono qui da altri paesi attraverso l'Oceano. Chi ricorre al linciaggio e crede di fare giustizi.a colle proprie mani non differisce dall'anarchico che uccide, ed è simile all'assassino. Se la crudeltà e la violenza devono essere adoperate come cura contro l'anarchia, noi avremo nuove esplosioni di violenza e di crudeltà, sino a tanto ,che non sorga qualche uomo di vero coraggio e di larghe vedute, come sorse Alessandro III nella Russia tormentata dai nihilisti, che proponga di rimuovere i sintomi del male colle cause che lo BibliotecaGino Bianco generano, portando così la pace alle nazioni e sollevando sè stesso all'onore più grande della terra. ~ IL PARTITO SOCIALISTA E LA. LOTTA DI CLASSE f®l. Uso a non curarmi ,delle contumelie, che per al- -cuni miei contràddittori tengono luogo di argomenti, _mi affretto invece a rhipondere alle obiezio~i che muove al mio modo di vedere intorno alla lotta di classe l'amico e compagno carissimo E. C. Longobardi: uno de' molti colti, modesti e sinceri combattenti, che vanta il Mezzogiorno, usi a pensare con . la propria.testa, e disposti ad accettare la verità senza . guardare donde venga, se da amico o da avversario, da un illustre capo-scuola o da un umile gregario, dal Padre Eterno o da Belzebù. Quando si discute con gente, che ha lo spirito settario, e che vi odia perchè non condividete le sue opinioni e non giurate anche voi nelle parole del Maestro, si spreca tempo e fiato: quando invece si ha di fronte un contraddittore sereno ed onesto, si riesce quasi sempre a limitare il dissenso, se non ad eliminarlo completamente. Cosi, questa volta. Il Longobardi riconosce che da parte mia, e del Bernstein e del Sorel, non si è negato il concentramento capitalistico, ma si è negato che esso possa mai assumere le fantasticate proporzioni e determinare la catastrofe dell'ordinamento economico e politico attuale. La questione non è, dunque, di sapere se aumentino o diminuiscano le classi medie rimpetto alle ricche da un lato e alle povere dall'altro, e tanto meno se la grande produzione o la piccola offra maggiori' vantaggi. La questione è: deve il Socialismo attuarsi ad opera esclusivamente della classe operaia, ovvero devono partecipa1·e alla sua attuazione, nella misura delle loro forze, anche le classi medie'? quale contributo possono dar queste? come coordinare i loro sforzi a quelli della classe operaià 't Non discutiamo se l'esistenza di queste classi sia vantaggiosa o meno a temperare i rigori del <..ìapitalismo. Io credo di si. Il Longobardi mi obbietta « lo spirito di resistenza e la coscienza rivoluzionaria che la grande industria dà al proletariato ». Può darsi che abbia ragione, ben<:hè mi faccia dubitare l'esempio degli Stati Uniti, dove si trovano di fronte potenti capitalisti e numerose falangi di operai, le quali se sono animate da spirito di resistenza al Capitalismo, non hanno però acquistata la coscienza socialistica; dove il socialismo ha fatto e fa. assai minore progresso che nelle società europee, nelle quali la classe possideote é più frazionata. Comunque sia il Longobardi conviene che poiché le classi medie esistono e non sono prossime a scomparire, il problema da risolvere é: quale _contegno deve tenere il partito socialista di fronte ad esse? Dato pure che il partito socialista debba essere esclusivamente il partito della classe operaia, deve esso far da sè - considerando la Borghesia tutta. come un'unica massa reproba e reazionaria; od allearsi ad alcune frazioni di essa contro le al tre? Marx, coerente alla sua ('.Oncezi-0necatastrofica, consigliava l'alleànza con la grande borghesia contro la piccola, per il più rapido annientamento di quest'ultima. Turati, non ostante rabbandono della teo-
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