363 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCJJi,NZE SOCIALI dazi e per certi prodotti. Non è il ?aso di pot_ere _sperare l'elisione del dazio in Germama con la nduz10ue delle tariffe ferroviario quando il dazio sul vino sar:ì portato a 24 marchi. . L'esportazione del vino nostro, adunque, dipenderà sempre, ed <"Ssenzialmente, da~ bisogno che se ne ~eutirà all'estero e dai dazi che si dovranno pagare. Ecco il punto che non si deve perdere _di mira se non ~i vuole fare falsa strada ed andare mco11tro ad amaro delusioni. All'uopo bisogna avere esatta conoscenza delle condizioni dei mercati esteri. · Della perdita definitiva del mercato france~e mi sono occupato nel libro citato: f'er la economia nazio,rnle ecc, e in altri articoli della Rivista. · . In Francia tra poco ci saranno due milioni di et_tan piantati a viti che daranno il minimo prodotto di 80 milioni di etto'litri oltre quello dell'Algeria e della Tunisia. Nel 1900 si ~bbe un raccolto di 70 milioni cli ettolitri e c'era uno stock di 30 milioni degli anni procedenti. In settembre 1900 il vino nel Mezzogiorno si vendeva a L. 5 l'ettolitro ed anche a L. 2,50 ( Uide). I francesi temono tanto l'importazione italiana che si sono convertiti al ... liberismo! Il mercato austro-ungai·ico sostituì. quello francese in seguito al trattato di commerci? del 1892, chlì c1 res~ dei "randi servigi. Ma anche nnnovata la clausola <11 favo~e - e in Austria-Ungheria, come si sa, sono poco ben disposti a riconcederceia - sa1:e?be follia s1~e_raro di continuare a collocarvi da un nuhone ad un m!l10ne e mezzo di ettolitri. La piantagione dell"e viti a111ericane in Ungheria è talmente avanzata, che fra po~hi anni ad oriente si ripeterà il fenomeno che già abbiamo constatato ad occidente - in Francia. La diminuzione della nostra esportazione verso l'Austria-Ungheria è già cominciata,: nel 1° semestre del 1900 fu di 667,698 quintali lordi; in quello del 1901 disc~sc a :-l29,2:a (1). La deficienza del raccolto del Mezzog1orno può avere contribuito a questa cousidere,:ole diminuzione; ma non può aver fatto scendere la nostra esportazione al disotto della metà. In Germania non fu mai considere,,ole la nostra esportazione; nel 1900_(1° semestre) tra vini !la t~glio ~ di diretto consumo vi esportammo 54,244 quintali netti, che discesero a 34,091 nel corrispondente periodo del 1901 In Germania· pei vini da consumo diretto vi anmentò l'importazione francese; e per quelli da ta~lio la spagnuola. Si badi: la concorrenza spagnuola e~ a~ veva fat.to retrocedere prima del 1900; non vale qui nd1 spiegare la diminuzione del 1901 col cattivo raccolto nostro del 1900. Del resto, rest-ando quale fu - e coll,i crescente concorrenza spagnuola e francese, senza coutare la turca, ciò è assolutamente impossibile - pel passato rimane sempre poco considerevole. Ne"li Stati Uniti la nostra esportazione fo sempre poco 0considerevole; c'è quindi poco da sperare anche non tenendo conto della semplice diminuzione avvenuta nei vini in fusti nel primo semestre 1901 - galloni 50,146 contro 112,914 nel 1900 (2J e compensata in parte dall'anmento del vino in bottiglie - casse 31_,l:124 contro 23 597. Ivi ci risentiremo della concorrenza francese· e 1~ produzione locale ha già preso tale sviluppo, che Ìa società italo-svizzera di San Prancisco ha cominciato ad accreditare i vini del paese sotto nomi californiani. ~· La Repubblica Argentina è l?er noi un_merc~to_a~s:ii più importante della Germania e ~egh. S~at1.~n1tJ; vale di più di quello dell'una e degli altrt rnm1ti; ma perdiamo terreno. :f; sempre la Spagna che ci viene addosso! Nel 189H vi esportammo 184,506 ettolitri; arrivammo a 193,147 nel 1900; ma il leggero aumento assoluto venne annullato dalla perdita relativa: per dieci anni la nostra esportazione vi aveva tenu~o il primo po8to; ma l'i~b: biamo perduto nel 1900 e l ha pr~so la Spa,gna, !a cui importazione da 157,2 8 ettohtr~ ~el _1899, arrtv'> a 198,153 nel 1900. Le cifre che si nfenscono a qnest,1 due anni, sono significanti in quanto ci avvertono che (1) Queste e le altre notizie c_he seguo_?Osono tratte dal , Bol/ettino di t1otizie agra(!{ (Ufficiale) n. 2.>. Settembre 1901• Blbl 0~) tg~al one ec@v~ it3ifri..,B.a3, i progressi spagnuoli 110n furono determinati dal cattivo raccolto ciel mezzogiorno italiano del 1990. . Infine dobbiamo dire nna. parob della Sviziera. V1 esportiamo ancora oltre 300 mila ettolitri; ma la Spagna o la Francia ci fanno asprn concorreuza. Se sapremo mantenere nel nuovo t:-attato cli commercio i patti attuali, nella. miglioro delle ipotesi _ed_aiutati {fa opportune ri,luzioni delle ta.riffll ferrov1ane, potremo sperare di conservare il posto attualo. Ed ora vengo alla eone] usione. . , . Nulla, proprio 11 nlla dubbiat~ro 1n11 sperare clall,) 111cremento della, nostra esportazione . .Anche se Roos1welt, come si afferma, si convertinì. alla politica dei trattati di commercio :t baso cli reciprocità, i nostri guadagni sul men•.ato deo-li Stati Uniti saranno assai sc:u-si: la concorrenza della ]!'rancia e della Spagna ci starà alle costole· ma ci converrà sempre di conchiudere un trattatd sulla base del Fair trade poichè non ò il solo vino, che l'Italia esporta.. . . La non lieta prospettiva sulle nostre esport,az1on1 non ci dove però, scoraggiare in alcuna guisa. L'Italia, in base alla' sna passata produzione media di 30 milioni di ettolitri all'anno, non hrt bisogno che di esportare un paio di milioni di litri all'anno. Il m~ggiore consu_m,o interno può, quindi, faci111~enteassorbire t~le 9uant1ta, ed avev,t perfettamente rag10ne l'on. Luzzatt,1 after1nando che il problema vinicolo si risolver;\ qualora gritalian\ si persuaderanno cli bere sette litri all'anno a test:t d1 vino in piL1. . . · Perciò tutti i nostri sforzi e tutta la nostra poltt10<t ocono111icadevono co11Yerg<:1re1: ° ad unificare il mercato italiano colla modificazione delle tm·iffe ferroviarie e dei noli marittimi; 2° a rarefare la quantità del vino ~nl mercato facilitando la distillazio11e dei vini scadenti; 3° a 1iworirne il maggiore consumo colrabol iziono o colla trasforrnarzione del dazio interno e coll'aumento del la forza di acquisto delle/ nostre masse lavoratrici. Se però si aumeutasse la produzione del vino - erl aurnonterebbe inesorabilmente se si dovesse in parte abbanclonaro la cerealicoltura per la viticoltura, come consiO"]ia il Loria - allora il problema tliverrebbe insolubile, e la crisi si aggraverebbe iu proporzioni assa~ dolorose. Ciò dovrebbe servire d'insegnamento a quelli analfabeti - e qualcnuo di essi nel Mezzogiorno pl'esiede delle Camere di corn11u,rcio! - i quali essendo direttamente interessati nella protl1uione del vino, sogghi<Y11aro11s0prezr.ante111onte quando nell'iuteresse doll'ag~·icoltura it,iliana. difesi il dazio si.I grnno. Allo1_-a come oggi, iu base ai fat,ti ecl rii pii1 eleme _tare_s~en - mentalis1110 sosteuni esservi nna strettca sohclanet:t tr11, i vari rami' della produzione agrari,\. E lo stesso avviso energicamente espresse in On1ela l'amico o collega :\Iaggiorino Ferraris. Da tutto questo stnùio. che mi sono sforzato cli reHùore esatto e sereno, risulbt una co11clusione generale che non esitai di enunziare parlando ai miei amici politici ed avversari ecouoUJici cli )filano: l'ltalia. nelle future trattative per la rinnovazioue dei trattati.di commercio non deve preoccuparsi soverchiamente della voce vino· ;d essa non deve sacrificare gli altri rami dell!t prod~1zione nazionale, checchè ne pensino economisti autorevoli come il prof. De Viti tlo ~farco. So bene che questo mio avviso rinscirà ostico noi Mezzogiorno e in Sicilia; ma quando nel nrio paese natio sostenni nel l880 un'aspra lott,a contro coloro che si ralle..,ravano della denunzi;\ clel trattato cli commercio coli~ Francia, restai solo e riuscii i_nviso. I fatti rni dettero J"flO"ione;me la ùa11noadl<sso, piena e completa .. c,Ji avvers:ri di allora. Se non fossi ascoltato ol'a, n1i ~cputorei fortunato se i fatti mi dessero torto. Dr. NAPOLEONE CoLAJANNr. Deputalo al Parlamento. AVVISO A.GLI ABBONA.TI Per variazioni di residenza, invio copie arretrate reclami, ecc., gli abbonati debbono unire una fascetta con cui ricevonola « Rivista», indirizzando/a al 8ig. Gioacchino Montalbano, Viadella Vite, N. 74, Roma.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==