Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 19 - 15 ottobre 1901

RIYISTA POPOLARE DI POLITICA LE1TERE E SUENZE SOCIALI 367 si può 1;eg,ue che se i temperanti uon aumentano, auu1eutauo, però, i consumatori cli bcn:1,ucle alcooliche e specialmente di birra. La Germania i>er impedire cltc il popolo lasci la bevanda, nazionale, la birra, ha im posto sul vino un dazio di 20 marchi (ta.r~O'acli favore) al quintale; cioè u11 dazio del 100 per ceuto snl valore del vino stesso. Potremmo forse alqtrnnto rialzare il dazio sulla birra che ci viene dalla Gerurnnia e clall'Austria-Uugberia, se lo statti quo dovesse dalle nostre alleate venire altemto; 1l1ai viticultori cli Casteggio non ,wrebbero da sperare molto, poichè l'importazioue clell,1,birra germanica ed austriaca uel 1900, ad esempio, non fu che di 50,738 etto! itri. In quanto alle sotìsticazioni del vino si devono fare le stesse constatazioni eh,, da tewpo imrnemornbile si fecero sul coutra,bbaudo: i dazi altissi111i lo fecero fiorire; così gli alti prezzi del vino ne incoraggiano la sofist-icazioue. L'Ungheria. osserva l'on. Ottavi, ha forse in Europa la legge più severa contro i vini artificiali; le 1wn1J al'rivano a 5L00, 10,0UO e pitt fiorini, nitre la prigi-Jue. Eppure la. mala pianta, del li~ sofisticazione, inconiggiata dall'alto prezzo del vino, ha prodotto il raddoppi.Lmeuto nel 1900 delle contravvenzioni e delle condanne del 1899. Un negoziante uel Gonwiercio di Milaùo ha poi constatato, che non c'è pit't co1nenieuza i11 Italia, coi prezzi attuali, a fabbricare vi11i artificiali. Le cantine sociali, come lcs assooicitions de vini/ication, possono uH1,ntenero ,llqtrnnto i prezzi; ma c~rta· mente non potrnnno mai edercitarc l'a,zione dei trnst~ 11,11iericani.E, giustamente osserva !'on. ;\I. ~'el'l'a.ris, per dare buoni risulk1,ti le cantine sociali devono avere mezzi pecuni;i,ri; con ciò si. riafferma l,1, se1nprc constat.at,1, necessità del credito a.grario. Non si dimentichi inoltre che i trnsts tengono s;1esso alti i prezzi disci • plinando la produzione; <iioè limitandola o proporzionandola alle richieste e al consumo. A Casteggio, in Lllla regione cioè dove la sta1upa democrat,ica assai diffusa vuole fare credere che imperi il liberis1uo economico, si domandò proto1,ione contro i vini tli Turchia o cla.zi di rappresaglici contro i pro• dotti concorrenti come la birra. Non me ue sorprenclo in gui ·a alcuna, e il c,1,so frt da me previsto. Kella Camera dei IJeptltati, il 20 n1r1,rzo di qnest'auno, ri volg<Jntlomi ,1,i setteu trionali li be risti dissi che non ern lontano il giorno in cni il Setteut,rione avrebbe domandato JJl'Otf\7.ionecontro i vini strnuiel'i, rinunziando all'entusiasmo liberista di una volta. Gih: qtiando vogliamo esportare tntti predichiamo liberismo; ma quando ci vedituuo minacciati da importar,ioni similiu·i diventiamo rapidamente prote:ionisti ! Lo stesso fenomeno ha constatato il Gide in Franci,i. « Nou tarderà il giorno in cui i ,·iticnltori francesi che prote3tavano contro ogni trnttato di commercio colla· Spagna e l'Italia, nel timore di \'eder0 entrare i loro vini in Francia, reclameranno co11 insistenza dei trnt· tati di commercio coi medesimi pàesi, nella spernuza di vedere aperte le porte ai loro vini: essi saranno liberi scambisti come lo erano 30 11,nni fa. Uno di essi mi diceva: <I Noi ritorneremo libel'o-scambisti appena. « vi avremo il nostro tornaconto. Io amo quesk'l t'rnnchezza tutta meridionale.» « Il fenomeno in verso è avvenuto in Italia; ma il movente è identico e tale movente ha. determinato strani o improvvisi Yoltafaccia come ho dimostrato nel mio libro: Per lei economici nciziona le e pel llci~io s1il grnuo. Ma l'Italia ha giusto motivo ili ,tlhu·m,1,rsi della importazione dei vini stranieri t In tesi generale data ];1, nostra sopraprodnzione non c'è da temerne. E l'onore• vole Ottavi 11011teme cho l'i 111porta1,ione I.urca. La 'l'tlr· chia, importi, ettolitl'i 04,052 nel L899; ett. 46,724 nel 1900; è arrivata ad ett 93,3'8 nei primi Slitte mesi del 1901. Probabilmente vi è del vino greco che entrn sotto bantliern turca pagando lire 5,77 invece di 12. <I Turchi e greci dice !'on. Lnzzatti, divisi cl1, Dio, riconciliansi traverso il liquore dell'amicizia D. Jfo torto, però, a non allarmarsi della importazione francese: sarebbe già stata considei·e,·ole se non si fosse corso ai provvedimenti doganali impcdcnclo l'entrata dei vini alcoolizzati. E contro i 'l'nrchi c'è ,la fare, poichè lo stesso on. Ltlzzatti ritiene che Ja Turchia non ha il ,]iritt,o ili godere d<'llh1,buiff,1, ili fan,re pel v\no. Con1u11que, nessuno peuseriì. che t'impedire l'entrata di BibhcJecaGinoBianco 1·0 mila ettolitri all'anno possa rialzare considerevolmente il prezz'o dei vini. l\leritano maggiore atteuzione le proposte intese a diminnirc lo st0k del vino e ad aumentare il consumo all'interno. Il primo scopo si ottiene agevolando la distillazione dei vini scadenti. Qui osta l'intere~~e del l<'isco. Il qnale secondo i calcoli del Carnpredon d'Albaretto Yerrebbe a perdere circa 30 milioni all'anno col ritorno alht legge Doda del 1889, che forma la glorh\ di Edoardo Panta1w, che la difese e la fece trionfare. Credo che il calcolo sia molto esagerato; ma se realmeute la, perdita dell'erario a ta,nto ammontasse, l'economia nazionale restituirebbe da un lato ciò che le sarebbe concesso da,ll'altro. Il consumo rlel vino verrebbe considerevolmente au• meutato se ai sold,lti di terrn e di mare si classe nn quarto di litro di buon viuo al gion10 invece di quella bevanda amarognola che si pretende sia caffè, ma che di caffeina non contiene un grammo in ogni cento chilogramn.ti. Si tmtterebbe, in qucstaguisa di aumentare il consumo di circa wi milione e me;co cli ettolitri all'anno; più della metà della quantitil, che esportavamo negli anni migliori del la nostra esportazione, e quando non eraYamo ancora 32 milioni di consumatori. Allo stesso scopo si riuscirebbe coll'r1,bolizione completa del dazio éli consumo, che diminuendone il prezzo diminuirebbe anche le adulterazioni e. aumenterebbe la v,m1lita elci buon Yino. In parte si raggiungerebbe l'i11tonto anello colla sostituzione dell'imbottato o di altro da1.io e()nivalent.c, ehe peserebbe meno st1i consumi, perchè ripartito egualmente non su pochi milioni di ettolitri, ma su tntta, la produzione nazionale. Ifa inlìne una grande importanza la questione delle tariffo clei trnsporti marittimi e ferroviari Le tariffe attuali 1100 tengono conto della conf:ìgu·razione geografica 1lell'ltalia. L}t quale con la sua forma di stiva,le, ass,ti lunga, fa ·ì che le vicende atmosferiche di una grande regione 11011 siano identiche a quelle tli un'altra. Uosì mentre nl'l 1900 il raccolto fu ubertosissimo nel Piemonte o dette luogo a quella mevente di cui si parlò .da. principio, in Sicilia e nel Mezzogiorno invece fu molto scarso. Che cusa sarebbe avvenuto in un paese, in cui le tariffe ferroviarie e i noli delle Società sovven1,ionate mira~sero allo sviluppo della economia nazionale 1 Il soprnppi tt del Settentrione si sarebbe riversato nel Me1,7,oglurno e in Sicilia, pel prezzo e pel consumo si avrebbe avuto un unico mercato. Invece si ebbero due mercati con prezzi alti e vi va ricerca nel Mezzogiorno, e con viva offerta ·e prezzi bassi nel Settentrione. Il caso _perfettamente inverso si ebbe negli anni preccdent .i., ']Uando la crisi vinicola infierì uel Mezzogiorno e in Sicili,t; per parecchi anni di seguito. ;\fa si può rinscire con la modificazione delle tariffe ferrovia.rie a favorire l'esportazione all'estero, come spemno i vitict:ltori di Casteggio"/ Ecco una. illusioue, che bisogna dileguar..i ,iffinchè il problema si affronti con chiara conoscem,1, tlei suoi termini e si possa adegua- . tàmente ri,;olvere. • .... Cowe le tariffe ferroviarie possano servire acl annnllarc o mitigare gli effetti degli elevat,i dazi di entrata ce lo lta es1)osto 1'011. Luigi Luzzatti, svelnndo quali nrnii sottili e s,,,iisitmnente avvelenate prepcirino i tedeschi contro i tede-~chi. Dice l'elo']uente e dotto tlepntato di Abano, che l'Austria-Ungheria di frnnte al progetto <li tariffa doganale gcnuanica ribasserobbçi in tr.l guisa le proprie tariffe ferroviarie per le merci spedite in. Germania da eli1lere it1 buona pa.rte, pe1· qnanto è possibile - è l'on. Luzzatti che sottolinea !;1,frase - l'effetto dei maggiori dazi tedeschi. Di più, profittando della sua eccellente posizione topografica, 1·inccirerebbe tntti i noli clelle merci teclesche tmnsitcinti nel suo territorio e dirette ai Dalcaui e all'Oriente, infliggendo così alla Germania dello gravi perdite per punirla clella e· srtcerbr1,zioue doganale. (Il Sole di ì\lilano, 27 settembre 190 I). Queste armi squisitmnente avvelencite può :u1operarle l'Anstri.t Ungheria che è padrona della maggior parte delle sne reti ferroviarie. Kon così l'Italia, che per ottenere facilitazioni nei trasporti e riclu1,ioni di tariffe deve fare I unghe e noiose trattati ve colle sue compagnie fenoviario od riccorclare loro dei compensi. Inoltre qnest,'anna può riuscire llliCilliale per certi

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