Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 19 - 15 ottobre 1901

378 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI cio ed il rendiconto fanno capolino nell'opera de' nostri parlamentari, come di passaggio, di straforo male accetti e peggio considerati. Tali menzogne alle quali bene spesso pensiamo ci sono state ultimamente esposte, in tutte le loro tristi conseguenze, in una modesta e preziosa relazione presentata al VII Congresso nazionale dei ragionieri di Venezia dal prof. Riccardo Bachi, che ci suggerisce molte utili considerazioni ed alcune buone proposte. Si sa come avvenga l'approvazione del rendiconto nel nostro Stato : presentato in due grossi volumi di 2000 pagine con l'accompagnamento di una brevissima relazione della Corte dei conti e di alcune considerazioni generali della Giunta del bilancio, viene in- uno scorcio di tornata, con un automatico moto di alzata e seduta, senza alcuna discussione inviat0 agli, archivi e.... alla storia. Esso, cosi, viene a mancare al raggiungimento dei due uffici per cui é compilato e presentato, non serve come istrumento 1\i quel controllo che le Camere debbono esercitare sull'opera ministeriale, non é un opportuno specchio della vita finanziaria dello Stato, in quanto, _per la sua voluminosità e per il tecnicismo dei termini adoperati, male si presta ad essere compreso da quelli che non sono competentissimi in contabilità di stato. Il rendiconto, co:si, null'altro ~esta se non l'ultima pagina di un lungo e paziente lavoro contabile. Accompagnano il rendiconto i progetti di legge per la sanatoria delle eccedenze di impegno. Ora, il fatto della possibile esistenza di queste leggi sanatorie é per sè stesso un incitamento ad eccedere negli impegni previsti dal bilancio, perché, come dice il prof. Besta, « tale fatto, mirante a men0mare lo abuso valse a dargli apparenza legale ». Infatti, queste eccedenze hanno gravato gli eserc1z1 1888-89, 1897-98 di un peso toccante complessivamente i 176 milioni circa, e nell'ultimo esercizio i 18 milioni e mezzo. 1 Che cosa diventa il bilancio? Che vi è della volontà sovrana della Camera? cc Nei dicasteri, si dice in una relazione dell'on. Pompili, s'è andata infiltrando questa usanza, di considerare da un lato, non un limite e un precetto assoluto lo stanziamento, dall'altro non un vizio biasimevole l'eccedenza ~- L'eccedenza di impegno adagio adagio è venuta quasi a prendere posto fra le forme legali di alterare le primitive autorizzazioni, di impinguare le primitive dotazioni. Cosi il bilancio - malgrado il magistero dell'assestamento che fa la previsione, l'autorizzazione conte1:pporanea dei fatti, - è divenuto un arnese grossolano, non più uno sirumento di precisione per il freno legislativo. Il bilancio, e specialmente il rendiconto, hanno dunque un'importanza più che altro formale nel nostro Stato, ·il quale, in tutto quanto è decorazione, forma, cornice segue da vicino la Francia, dove le cose, a questo riguardo, vanno anche peggio. « In Francia, dice il Bachi, la loi de reglement da bul,qet viene presentata e votata anche dieci o dodici anni dopo la chiusura dell'esercizio cui si riferisce: quasi sempre in una sola seduta, fra la disattenzione dell'assemblea, si votano le lecro-i che approvano quattro o cinque rendiconti. Ne~~un oratore domanda la parola: non avviene discussione generale e non avviene discussione speciale: fra il massimo disinteresse i rappresentanti della nazione compiono questo « atto supremo di controllo » alzandosi unanimamente dopo la lettura dì ciascun articolo, ed il governo attribuisce alle quattro o cinque leggi date di giorni diversi per non occupare troppo spazio in un ~olo fascicolo della Gazzetta Ufficiale 1,. Bibl'otecaGinoBianco In Francia e in Italia il controllo parlamentare, per mezzo del rendiconto, è nullo: forse alla funzione di esaminare il rendiconto e di criticare, e giudicare, per mezzo sun, l'opera ministeriale è inadatta un'assemblea di persone in gran parte incompetenti in materia finanziaria e amministrativa ; migliore è il procedimento inglese per cui si affida ad una Commissione permanente parlamentare. La Committee of pabblic accounts, ha l'incarico di esaminare i conti, di compiere investigazioni dirette negli uffici, sopratutto di interrogare i funzionari_. Questa Commissione presenta alla Camera un rapporto sulle irregolarità segnalate e sulle riforme desiderabili, ed i membri della Camera fanno interrogazioni, raccomandazioni, propongono mozioni, eccitando magari, quei gravi provvedimenti contro i ministri che la procedura parlamentare consente. L'istituzione di una Commissione parlamentare riveditrice cd investigatrice dei conti propone il Bachi, Commissione la quale potrebbe avere quella speciale autor-ità, che le deriverebbe dal fatto di essere emanazione del potere legislativo e che, per qualche rispetto, può mancare alla Corte dei conti. • Contro l'irregolarità della eccedenza degli impegni, indice e fonti di disordine, il Bachi propone di ritornare soltanto al principio supremo che, in via normale, in materia di bilancio « non si debba mai violare quanto ha stabilito il Parlamento,cosi che avvenga da noi, quanto avviene in Inghilterra, dove cioè, secondo la parola di Lord Beaeonsfleld: « Il ministro non possa far aprire neppure un watereloset senza il consenso del Parlamento ». Il Bachi agcriunge, poi, la proposta di una speciale responsabilità di funzionari colpevoli di eccedenza d'impegno. Ma, sopratutto, occorrerebbe così. in questa come in altra cosa., cosi nella vita pubblica, come nella vita privata, cosi negli impegni piccoli come nei grandi, in tutte le esplicazioni dell'attività che portano rap- . porto da uomo a uomo, un po' più di scrupolo nell'adempimento del proprio dovere, un po' più di rigidità nell'attenersi ai campi che ci sono segnati dai nostri uffici, un po' più di onestà largamente e austeramente intesa. Se la conoscenza della gestione finanziaria, in tntte le sue particolarità, è ben poco conosciuta dalla gran parte degli uomini ai quali la pubblica amministrazione è affidata, certo può dirsi che la pubblica opinione non h1,1-d,i• quelle che sono le spese e le rendite dello Stato, se non un assai rudimentale concetto. Anzi possiamo dire che questa incompleta conoscenza è patrimonio di u.na piccolissima, esigua e privilegiata parte di cittadini paganti. La gran maggioranza nulla sa delle pubbliche spese e del modo con cui si fanno ; forse ben pochissimi han visto i grossi volumi dei bilanci e dei rendiconti, e certo, vedendoli, moltissimi rimarrebbero inorriditi e stupefatti,~come davanti ad uno spettacolo incomprensibile. · Cosi non è in Inghilterra, dove il governo ogni anno pubblica lo Statistical abstraet Jor the United lringdom, ricchissimo di cifre e di notizie opportunamente disposte, e ogni mese, nella rivista bit)liografica The Bookseller fra le government pablications si trova tutta una serie di lìbri da due, tre, quattro danari, che sono conti dei vari rami dell'amministrazione, così offerti al pubblico : i municipi e gli altri corpi locali - seguendo lo stesso indirizzo - diffondono a prezzi miti fra i cittadini, i loro rendiconti e le loro statisti che. Tutto questo, naturalmente, avviene perché in In-· ghilterra l'interessamento per la cosa pubblica non é

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==