376 RlVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE I~ SCIENZE ::,QC/ALI TUNISI E I SUOICOLONI Guglielmo Ferrero, nell'Europa Giovane, scrivendo della costante e vertiginosa attività della popola<ione londinese, dice che pare come. tutta quella gente, in marcia trionfale sulla via della fortuna, Yeda scritta innanzi ai suoi occhi, a lettere luminose, sullo sfondo del cielo, il grande motto della razza ingle~e : Time is money Or passeggiando per le vie cli Tunisi, sia per le grapdiose aoenues o addeùtrandosi in quelle anguste strade murate dalle bizzarre case arabe. tutta quella popolazione indigena. riversata quasi tutto il giorno, in piccola parte, sui magnificati caffè fraoc'3si, ed, in gran parte, sdraiata colle gambe incrocicchiate sulle stuoie, distese dinanzi gli angusti ed affumicati caffè arabi di Tunisi, par che dica : Il lao:Jro n?n è nostro dovere, Allah provvede a tutto. Questa terra, che venti secoli or sono, fu ravvivala dalla benefica influenza colonizzatrice di Roma, che la rese uno dei più grandio•i suoi.granai, fu poi teatro· d'incassanti scorrerie barbariche, di lotte intestine, di selvaggie insurrezioni che la resero desolata e squallida, e consumarono questa razza, che perduta ogni energia civile,. non ha conservalo che l'ideale del piacere terreno e celeste. E, dopo tante vicende che l'imbarbarirono, questa regio.ne risorge e s'avvia ad un avvenir-e promettentissimo. Dopo l'occupazione del 1881, compiuta dai francesi, per difendersi dai krumiri, e per proteggere il Bey, la Francia ha inva•o tutti i campi delle attività pubbliche e private. Ciò che sintetizza l'azione francese in Tunisia, il rapporto tra protetti e protettori, è l'art. 1 ° delle convenzioni stipulate al Bardo, nell'8 giugno 1883, lra il gommo françese ed il Bey. Esso dice: « Affine di facilitare al governo francese il compito del suo protettorato, Sua Altezza il Bey di Tunisi s'impegna cli procedere alle riforme amministrative, giudiziarie, finanziarie, che il governo francese giudicherà utili ,,. Infatti la Francia. sempre a nome del Bey, ha proceduto a tutte le riforme, ha creato istituzioni che ha ritenuto opportune per la protezione ed amministrazione della Tunisia. Ha fondalo dei trit unali secondo le istituzioni francesi e delle Corti d assise sui generis, nelle quali rispettando i diritti degl'indigeni e degli italiani ivi residenti, ha stabilito cJ~e si acc0rdasse il diritto ai giudicati di scegliere, nella com posizione dei sei assessori o giudici popolari, tre della prnpria nazionalità, potendo però sempre chiedere di essere giudicalo da a55essori, tutti francesi. La nazione proteUrice ha fondato dei Yasli e solidi istituti. come camere di commercio, banche, e scuole classiche e d'agricoltura. E, volendo avviare un grande movimento c,)mmerciale ha inalvealo sul lago di Tunisi un canale che da Goletta arriva sino al porlo, destinato a diventare uno dei più importanti ciel Mediterraneo. da rivaleggiare con quello antico della vicina Cartagine. Ha fatto attraversare le vastissime e già deser~e campagne, da ferrovie, stradali, ponti, canali d'irrigazione, e seguendo le ormt:i della colonizzazione romana, ha costruito- o restaurato dei colossali acquedotti, ha riattivato le grandiose ci terne romane, che si offrono all'osservatore come monumento d'una grandezza passala e presente .. li protettorato francese infine ha crealo, e viene sempre più consolidando, l'impalcatura d'una promettentissima civiltà avvenire. Biblioteca e.no B.anco Ma quest'impalcatura venne materialmente costruita, e si va ingrandendo, per l'opera rii turbe innumerevoli e sempre crescenti di lavoratori, venuti dalla vicina Sicilia. E come noi riconosciamo ben volentieri la serietà e la solidità dell'indirizzo che la Francia ha saputo dare alla colonizzazione tunisina, vorremmo però che non si dimentichi come le leggi cli natura non si possono distruggere. Si possono comprimere, ma scatteranno come una molla per ripigliare il loro corso regolare. E se l'abilità politica francese e la debolezza ed imprevidenza d'un ministro italiano, mista all'inettitudine colpevole d'un ministero, che per un'illusoria trattato di commercio fece cadere questa regione in mano della Francia; nondimeno la posizione geografica, le tradizioni, l'indole degli abitanti, la maggior attitudine dei Siciliani a colonizzare, la loro sobrietà e modicità nelle richieste della mercede, determinano un'enorme immigt·azione di agricoltori ed operai siciliani, accompagnati da qualche capitalista. Ma que,;ta immigrazione avveniva anche prima dell'occupazione franeese. Epperò la preoccupazione incalzante di buona parte della stampa francese pel pericolo_ ita'iano, che fu riepilogalo alla Camera da Camillo Pellelan e da A. Berthelot, ed esplicala da Jules Saurin in un libro non privo di larghe vedute (L'inoasion sicilienne e le pJuplement française de la Tanisie. Paris 1901) è infondata, e partìgiana ed anzi maniaca quando arriva, come è arrivato un giornale tunisino ad intravvedere gli spettri di nuovi Vespri Siciliani. Gli agricoltori che abbandonarono la loro isola natia, non vennero con preoccupazioni patriottiche, tanto meno insur1·ezionali, ma solo per trovare lavorn, che per una multiforme crisi che travaglia la loro terra, non hanno potuto trovare in essa. Jules Saurin sostiene inoltre che l'emigrazione italiana intelligente, cioè di dottori, avvocati, commercianti, è venula sempre crescendo a di~misura dopo la convenzione del 1896 colla quale l'Italia rinunziò alle capitolazioni, accettando il protettorato francese, col compenso della rinnovazione del trattalo di com- . mercio del 1868. E richiama quindi l'attenzione della Repubblica francese su questa immigrazione pericolosa e favorita dfl chi sa quali arcani fini politici. Contco essi in ia,pecial modo, come contro gli esseri più pericolo,i s'è rivolta l'ilalofobia, sintetizzala nel recente decreto che limiterà dal 1002 l'esercizio dell'avvocatura da parte degli italiani in Tunisia. Ma che cosa v'ha di strano e di pericoloso se nella fila di l30,000 emigrati italiani si trovino in mezzo a tale enorme massa di lavoratori del bral!cio, qualche lavoratore del pensiero, sia esso commerciante, medico od avvocato? E se non si limita il diritto d'immigrazione ai lavoratori del bracci!), perchè limitare l'esercizio forense ai loro connazionali, che meglio d'ogni altro possono rappresentare e difendere i !ero diritti? Colonizzazionitealo-francese. La più grande estensione di terreni Tunisini, posseduti da Europei, è in mano dei francesi. Dalla statistica ultima rilevata dalla Di1·ezione d'agricol - tura e commercio risulta che ai francesi appartengono 467.371,86 ettare ed agli italiani ~ppena di 3 ·1.523 5. Noi 11011 esitiamo un'istante a nconoscere la sup~riorità morale ed intellettuale dei capit!llisti francesi rimasti in Tunisia coll'intendimento d1 av- ' . I viarvi i varii sistemi di agri•!Oltura razwna e. Ma se non vogliono diventare coloni di ci.ttà (come molti giovani francesi, che solo perchè mdossan? degli eleganti vestiti di campagna e si fanno amm1-
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