RTVISTA POPOLA.RE Dl POLITICA. LET1 ERE E SCIENZE SOCIALI 343 ennnziò nell'opuscolo: Il partito socialista e l'attualemon~en!o P?litico, f?ss_ero ~tate una improvvisazione; invece m nusc1roblJe facile chmostrare che e8se furono o sono il_proclo~to cli una lenta e matura eia lJorazione, cui crodn.rno d1 potere assegnare lit, data dell'inizio llol 1894 o che a nostro av\"i o ebboro nna prima esplicazione no(Ja PI"ef'azione al Movimento Carlista del Vnlera Parve e p_ar? a n?i. f)uindi, che le dno temlenze nel partito socialista rn11augono, e che alla pace, di 1111periodo JJiÌI o meno lungo, seguirà la lotta. Lo duo tendenze sono sostanzialmente inconciliabili: l'nna ei,senzia,lmento evolutiva e l'alt,ra rh·oluzionaria; la prima mira al presente o all'avYonire proi::silllo; ]·altra all'avvenire remoto ed alla mèta icleale. Noi ci compiacciamo del fatto che ]!I, pirezi_on~ d_el parti,to Rocialisti~ aubia dato rngione a rurati; 11.l tondo l accordo nostro è maggiore con lui che ~on gli altri. Dissentiamo pri11cipalmc11te snll.11ne~ gnidt,;iale; e su f)uesta, la sua risposta 11i contradditori aggrava il dissidio. Infatti egli pone ogni cura nella risposta a Kicola Barbato, 11elgirare la qnistiono ~ino ad llll certo punto. Le par<1lecortesi ed affettuose Yerso il nostro caro amico di Pinna doi Greci, non riescono ad attenuare il sno pensiero prececlentemeuto palesato. La compiacenzn che pone uel riprodurre in nota le parole del 'J'redsonno o la r.iprodm:ione di un altro brano ~ Jettorn dell'Eno-els dirnenticato da Arturn Lnbriola e cl1'era stato ghì ricor~ dato da un giornaletto socialistn. fiorentino, prova elio Turati co11ti1rnaa ritenere una metafisicheria. la11regi1'- dùii<tle repubblicana. L'Engals seri veva nel 1894: « Evidentemente non è a a noi cho spetta di preparare dirottameu te 1111movi- <I m~nto che non è precisamente quello della clas e, che < noi rappresentiamo. Se i ropubblicn11i e i radicali ere· « dono scoccata l'ora di muoversi, di1tno essi libero sfo"O « alla loro impetuosità. Quanto a noi, fummo troppo « spesso ingannati dalle grandi promesso di qnosti si- <! gnori per lasciarcivisi prendere 11naltra l"Olta. Yè le a loro proclaniaci<>ni, nè le loro cospirazioni dovranno ,r nic11omamente toccarci. Se noi siamo tenuti a sostenere « ogni movimento J)opolare i·ecile, siamo tenuti egual- « monte a non sacrific1ue iulla,rno il nnclco appe11a for- « mato del nost,ro partito proletario, e a non lasciar do- " cimare il proletariato in istori li sommosso locali D. Qnoste parole dell'Engels in realt.:\ fanno a calci con le altre da noi nel numero precedente riportate e in C?nclns_ioue riescono a questo : consigliano al proletanato di staro alla finestra uolla, lott,t tra monarchici o repubblicani, coll'n tensione poi proletariato non ci puc) es ere dubbio sull'esito della lotta: i re1rnbulicani rimar1·ebhero scbiacciati. Aggiungiamo cl1e essi sarebbero folli se, dato lo sviluppo del partito socialista, la tentassero, sarebbero degli imbecilli se togliessern la castagna dal fuoco per farla mangiare ni socialisti, che noi la repubblica democratica riconoscono il mezzo lJiù a1latto per arrivare al collettivismo. I socialisti secondo quest'altro Yflngelo di 11110dei <lne loro Santi P,tdri, 11011 dovrebbero muoversi se non quando si tratterà cli proclamare il regime collettivista! qne,s,te di_ch!arazioni o controdichiarazioni <lell'Engel;; - 11 I urati tiene sopratutto alle secon<le - riesco110 '.1lle seguenti illusioni: il proletariato deve rima11ere ·morte nella lotta tra repubblicani e monarchici; ma un~ lotta nella, quale non prcudereubo parte il proleta,:wt? _condurrob_b~ n.ll'inutile massacro clei primi; ~urn<l1, 1_ 1~onarch1?1 possono a.spettare con tranquillità 11 r~motiss1mo_ ~ITH"O dell'ora del combattimento pel regime collett1v1sta. D'altra parte un loico potrebbe o~servare, che essendo la repubblica democratica il mezzo più adatto per anivare al collettivismo -- altra dicliiarazi~ne cli Engels - rinunziare ad ogni sforzo per consegmre la prima, equivale alla rium17,ia u al ritardo nel consegnimento del secondo. Non_comro_entia1110,.ne svolgiamo ulteriormente per non npetero1. Avvortrnrno soltanto che i SOPialisti tedeschi, i socialisti belgi o i socialisti francesi sono essenzialmeut~ repubbl(cani e fanno anche - specialmente quell I del Belgio - propaganda atti va in favore della repubblica. Non abbiamo nominato i sociali;;ti inglesi: essi si adat~an_o~o.che_ all_'imperialismo colla guerra scellerata! I socHù1st1 1taliam, preyalendo l'indirizzo cli 'l'urat!, _di ~i;;s?lat! e_d~ Ferri, _sono rimangono ... ainonarclnci, c10è 1 nughon alleati della monarchia. LA RIVISTA, BibliotecaGinoBianco La propagandaper la pace . R!assurniamo largamente la bellissima ed opportumss1rna lettera che E. T. Moneta, Presidente della Soefetà inlernaziona~eper la P~ee, (Unione Lombarda) e direttore della Vda Internazionale, ha diretto al Presidente del X Congresso Universale della Pace di Glascow. La via additata dall'amico carissimo Moneta è la via additata altra volta da Mazzini, da Garibaldi, seguita sempre dalla Democrazia Italiana. Nell'Online del giorno dei temi da discutere la parte clic, a mio avviso, più interessa è quella che non vi si trova: la guerra, cioè, che dopo due anni continua a dc olare una va ta contrada dell'Africa del Sud. Se ne pal"lerà come d'un fatto deplorevole, ma senv.a accennare l?r?bauilment1; nè al_le cause, nè ai modi di porvi fio~, ligi alla 11rnss1ma glisse::, n'apzmye,; 11as. ], u sempre cosl, sempre la nostra concordia fu ottenuta coll'obbligarci ,·icendovolmont-e a non toccare le questioni_ pit'1 ~-itali _e piÌI ardenti. ì\[a, anche senza parlarne, voi tutti sentite quale graye colpo Jrn portato quella guerra alla nostra causa. La nostra afflizione è maggiore, perchò quella guerra è Yt 1nnt,1\ a privarci dell'argomento più efficace che noi solo_v11.1uo_a?durr~. nella ~ostra opera cli propagauda. Agh scett101, agh mcreduli, a quanti fra noi dicevano essere il nostro, idealo di_pac~ _una_chimera, la guerrn conuat.urale ali uomo, o 11 nuhtansmo uon causa ma conseguenza cli cose che l'nomo non può mutare noi potovamo rispondere tl'ioufalmonto additando l~ potente Inghilterra. Ora tutto è mutato. Come uno stato militarista del coutinonte, anche l'foO'hiltena - nelle suo classi dirigenti o uel suo popolo .'.:_ fu iu yasa dalla febbre delle co11qnisto militari. Come fu ciò possibile 1 E come avvenne ohe le società inglesi della pace, non si son caccia 1 te in mezzo alle popolazioni per impedirlo e sventarlo 'I Se il Congresso trover.ì. in sè stesso la calma e il coraggio cli fare ()uest'C'same, io credo che dovrà venire a f)Liesta conclu ione: .Le s_oci~tàp_er la paco i 11 generale, e quelle britann 1cho rn 1spec1<',non l1anno esercitato la minima i11Jiuo11zanegli ultimi destini del proprio paese perchè sogliono teners_i i_n una sfera troppo elevata: perchè S0)10 troy~o m1st1cl1e o troppo accademicl1e, e perchò gli uo11;1m1c)1e le _co1!1yongo!1?,cr~dono basti far appello ai so11t1mout1prn gentili dell uomo, alla sua religio-ità e alla sua ragionevolezza, per far trionfare lo lorr idealità di giustizia e cli fratellanza 1mi\70rsn.lesni bassi istinti dello folle. Invece bisogna toccar terra e mostrarsi nomini t"lol proprio tempo: non perdere mai il contatto cogli altri nomini, se si yuole guidarli. J~'opera. (li m_ornle elernziono fin qui compiuta dalle soCiotà bntaou1cl1e della paco, non sarà stata certamente inutile, ma qua11tlo io guardo ai risultati e ]i confronto coi progressi fatti in questi due anni dall'imperialismo, rinrnogu spa,·entuto, e dico che soo-uitando S\111f1: metlosima Yia ci vorraI?no parocclii secoli prima di gn111goi:e~Ila mèta da _noi vagheggiata. La pnnc1palo cansa d1 qnesta dolorosa sproporzione f1_-agli sforzi fatti e gli _effetti ottenuti, fu Ja predica• z1ono della pace ad ogni costo, e l'a,·ere compresa in una medesima esecrazione tulte le guerre, le giuste e le ingiuste, quelle> cli aggressione e qnolle di difesa. Con1lannando tutte le guerre si dà buon giuoco a coloro cl1e tutte le giustificano. Ora io S?no convintissimo che per arrivare più presto alla cessazione delle guone, bisogna diffondere e far a_cc~ttare dall'opinione pubblica il princiJ>io delb legit• trnutà e del dovere della difesa, e ohe a tnte!a del debole aggredito anche i più forti dovrebbero intervenire. Io ricordo di essermi tro\7ato quasi solo nel secondo Congresso in Londra, nel 1 90, a votare contro una proposta che condan?rn, 7a l'uso dogli esercizi 111ilitari nelle s~uole. Po,·ora Svizzera, quante volto sarebbe gi;\ stata distrutta da qualotmo degli stati militaristi cbo la circondano, se hì. il popolo non venisse acldestrato .fin dall'adolescem:a a quelle esercitazioni, che conti
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==