304 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI • .. . Il follaiolo di Napoli ba un confono; trovò un co~- pagno in un certo Albus che da Palermo manda corrispondenze all'Avanti! Prima di occuparmi di lui apro una parentesi. Alla corrispondenza, con relativi sot.to titoli, è apposto q.uesto titolo generale: La coerenza cli un deputato repubblicano. Vedremo dopo la recondita ragione del titolo, che voglio sperare non sia stato trovato da Leonida Bissolati; intanto noto che ci vuole un cor!1ggio superlativ? in un socialista a rilevare la pretesa mcoerenza altrui, giusto in questo momento?· in c11i la incoere_nca dei socialisti - illustrata splendidamente da Labnola e Merlino tra gli altri - è tanta che ne creperebbe d'indigestione il più mastodontico animale antidiluviano! E torno in carreggiata. q Albus vuole mostrarsi scrupoloso e riproduce il telegramma mandato da Caltanissetta al Giornale di Sicilia. In quel telegramma, incompleto, già c'è tanto per i smentirlo e convincerlo che non si era trattato di un'apologia, ma del riconoscimento di una :verità storica pur~ e semplice, che io credetti doveroso fare, e che altri scrivendomene, qualificò no~ile e generoso atto, che dovrebbe onorare tutta la vita mia. Il sentimento di alcuni socialisti è ·alterato; perciò gli atti doverosi per me, generosi per gli altri, di vengono un'aberrazione! Non contento dell' aberrazione to·ut court, - cosa umana e perdonabile - insinua un movente volgare e basso soggiungendo in parentesi: che non voglio s1ip- • porre elettorale. Qui è evidente la malafede. Non è immaginabile l'ignoranza in chi seri ve da Palermo, dove tutti sanno che le lotte elettorali più aspi:e nel mio collegio le ho combattute in nome del mio anti-crispismo. In una delle più recenti e delle più contrastate, mentre Crispi era vivo, 1ninistro tenmto e onnipotente, la mia sola ed unica piattaforma elettorale venne costit,uit.a dal mio pamphlet: Consule Orispi, che Cri spi non potendo fare oppugnare vittoriosamente dai suoi scribi, fece sequestrare da magistrati compiacenti .... (1) E poi perchè cercare moventi loschi all'atto mio doveroso o generoso, a seconda cbe viene giudicato da me o da altri 1 Basterebbe guardare ai miei precedenti per convincersi che si tratta di un difetto - giacchè tale appare ad alcuni socialisti e repubblicani - del mio temperamento. Sin dal 20 Dicembre 1892, quando denunziai le patrim·calità della Banca Romana, a Crispi che si era unito al coro degli stolidi Miceli nel vituperarmi, risposi sereno: Potrei rispondervi malamente, ma nie ne astengo ... Combattei, e quasi solo, una lunga lotta contro Giolitti, onnipotentissimo ministro sostenuto da parte dell' Estrema sinistra nel 1893; ma quando lo vidi iniquamente 1tttaccato nel 1895 dalla banda crispina, mi ribellai, e mentre tutti avevano quasi paura di nominarlo, io lo difesi proprio contro Crispi vivo, provocando sinanco un'irata interruzione del mio buon amico personale Luigi Morandi. Mentre i Fasci sorgevano, e sembravano vitalissimi, e se ne magnificava la forza, e trovavano adulatori dapperricordo si confonde con quello della nostra giovinezza, dai quali nè aspre1.za di polemiche, nè bi1.zarravicenda di eventi, possono allontanarmi durevolmente. ~fi pa,-rebbe di 1nanca.-e a me stesso se l~sciassi su di mo ,·icliiud •.-e il sepolc,·o smza averti mandato un abb,·acdo » Turati era Turati. Gli Alb11s e i follaioli forse mi denunr.ieranno alla Polizia alla prima occasione, se il conto loro tornerà. (1) Il Giornale del Popolo, nel protestare, a proposito di un articolo del Resto del Carlino per non essere confuso tra coloro che mi avevano scom,,nicato, conchiude: « Erberto "pencer rifiu1ò la candidatura alla Camera dei Comuni, osservando ch'egli non avrebbe potuto ascriversi ad alcuno dei partiti attualmente esistenti. Siccome non è l'organizzr.zione d'un pa1tito repubblicano a Castrogiovanni che abbia assicarata l'elezione di Napoleone Colajanni, resti egli alla Camera, forte della fiducia dei suoi elettori, e dell'effetto e della considerazione di quanti, alla Camera o fuori, hanno in pregio l'ingegno e la sincerità delle opinioni. )) E possibile che sia ignorato a Palermo, dove sono conQsciutissimo, ciò che è noto a Genova~ Biblioteca Gino Bianco tutto, io li attaccavo mostrandone la base fallac~ e i pericoli nascosti, nella Rivista Popolare, allora duetta da Antonio Fratti, nel Secolo e in altri giornali. Ma quando sopraggiunse l'ora del _pericolo e della persecuzione, mi levai, con tutta ·Ja mia buona volontà e con tutt.a la poca forza di cui disponevo, a loro difesa e neri vendicai la memoria in quelli Avvenimenti di Sicilia che fu dichiarato libro 11,ureoda Felice Cavallotti, che Albus sicuramente non ha letto, e che se avesse letto non avrebbe compreso per daltonismo morale e sentimentale. A questa condotta mia, che qualcuno arrivò anche a <lire ingenua, e che rende intelligibilissima a chiunque ha cuore; la giustizia resa a Crispi morto, fa riscontro quella di qmdche socialista a mio riguardo personale, e ciò eh 'è peggio, di molti socialisti - delle vere collettività - che rimarrà memorabile negli annali della viltà umana. Obi botoli coraggiosi e valorosi dinanzi ai cadaveri, che forse avreste anche il coraggio di farla da Maramaldi, leggete ciò che Arturo Labriola b11, scritto testè dei so(lialisti di Tori no: « Mentre l' indomani della semaine sanglante il Consiglio rlirettivo dell'Internazionale rivendicava la causa delJa Comune macellata; tuonava ancora il cannone per le vie di Milano che i socialisti torinesi insult11Nano le vittime proletarie della ferocia di Bava-Beccaris, qualificaudole : barabba e teppisti ! Insulto che disooora soltanto chi lo sottoscrisse D. (1) Il signor Albus probabilmente appartiene alla categoria dei socialisti che vituperano i massacrati. Egli non è in condizioni morali di comprendere chi disarma dinanzi ad un morto. * •• Dopo tutto comincio a dubitare che Albus non si sarebbe i;;candalizzato del mio discorso di Caltanisset.ta, se questo non gli avesse somministrato l'occasione di una serqua d'insinuazioni contro un repubblicano. Egli infatti dopo la riproduzione del telegramma al Giornale di Sicilia, conformemente al titolo suggestivo apposto nella corrispondenza all'Avanti! aggiunge: <I Dopo cli che, mi sia lecita una sola domanda: Che <I ne pensa l'Italia clelPopolo 'I Perchè Arcangelo Gbisleri, « il quale dà continuamente consigli ai socialisti e fa <I scongiuri, e profetizza, e rompe le scatole a Filippo Tu- <I rati e ad Enrico l!'erri, non pensa ai fatti di casa sua << non si occupa dei deputati repubblicani inneggianti <I a F. Crispi 'l.. Ma. il bello è questo: che i Ghisleri « d'Italia vorrebbero che noi socialisti ci soffermassimo « lungamente alla pregiudiziale politica (trascurando gli « interessi del proletariato) per aspettare la repubblica. <I quella tale repubblica, che dovrebbe essere fatta - « se non sbaglio - mercè il concorso di deputati come · <r il Colajanni... ! · « Se dovessimo aspettare certi repubblicani italiani, « per dio! staremmo freschi! D Pare impossibile che queste maliguEI sciocchezze si possano scrivere da un socialista, che dovrebbe conoscere uomini e cose, prima di giudicare a forza di punti ammirativi ed interrogati vi. Dirò in ultimo del mio repubblicanismo; intanto rimando Albits a tutta la collezione della Rivista Popolar-e, per apprendervi ciò che tutti i correligionari hanno ripetuto a squarciagola. Sono i socialisti che si sono vantati dapertutto in Italia di avere ridotto alle miuime proporzioni i repubblicani; sono essi che hanno fatto una continua/a .e sapiente campagna di sofismi e di demgrazioni contro la repnbblica; sono essi che l,anno ingenerato nelle masse il più deplorevole scetticismo sulle forme politiche, predicando che repubblica e monarchia si equ"ivalgono; sono essi che procacciaronsi per tanto tempo la simpatia dei monarchici e che perciò mi dettero agio a scriYere l'articolo : L'ingratitiicline dei monarchici (l-livista Popolare 30 agosto ] 898); sono essi che si sono fatti alleati dell'on. Sacchi nella campagna contro la pregiudiziale repitb· blicana dichiarandola allegra o metafisica; sono essi (1) li Labriola aggiunge in nota ch0 la firma di Morgari fu 1pposta al manifesto dei socialisti di Torino senza saa au, toriziazione. Ai moti del 1898 consacrai un libro che venne lodato - pare impossibile - anche dall'Àvanti- Nella Rivista Popolare accennai molto pru<lentemente al manifesto di Torino; come in Twnulti e reazione feci un cenno fogacissimo della testimonianza monarchica di De-Amicis innanzi al Tribunale di guerra cli Milano,
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