RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 303 già demolito, voi non avete messo al cimento che la libertà del povero gerente respousalJile, tlietro al quale avevate il diritto e il clovere di starvene appiattnti. Altre volte iniziai clelle campagne per la educazione del Mezzogiorno contro colossi e coutt·o lcgioui; e in una posi a repentaglio due volte, in diverso modo, la vita mia, uon la liberti\ altrui. Per voi non disprcz:;o projo11ào, ma benevolo com patimento. Dopo tutto siete brnve persone, e son sicuro che se in qualche occasione mi crederete utile, dimenticherete l'omaggio reso ad un morto cho avevo combattuto, come voi non saper-e neppure immaginare, vivo e potente; e sono convinto a,ltresì cltc le esigenze della concorrenza giornalistica vi hanuo imposto il sacri fizio real e cl i a ttacca re un galantuomo contro Ja, vostra stessa coscienza. * * • Il recorll delle insin11aiioni liasse e dellt, calunnie sfacciate contro <lime in q nesta occasione è stato tcunt,o dal corrispollllentedel1' .Avanti da, Palermo e cli u~ periodico setteutrionale da N11poli. Comincio dal secondo, rrnche J)er rispettare la cronologi11. Quando daGinseppe Paratore appresi oerti atti cli snp1·e111aviltà verso Crispi agon i1,za11te flblii una vampata d'indignazione, e pregai l'amico di apporre la mia firma nel registro dei visitatori a Villa Lina,. l giornali 11otarono il, fatto e subito un follaiuolo napoletano ne scrisse al periodico settentrionale colla solita indignazione, dopo en 11merati, assai incompletamente, gli atti che signif:icano ostilità grandissima ed irreconciliabile fra me e Crispi. Ct·iRpi; non a 7,anardolli, che non gli era amico; non n, Sonnino che del moribondo non si prese cura alcuna; non al Re, infine, clie si mostrò sempre verso Cdspi vivo, moribondo e morto, o tiepido o avverso! Dunqnc r Avrei perdouato ad un moribondo quasi da tntti abbandonato, per ricevere il potere dnlle mnni del defunto Don Achille Lanti ... Imbecille! ... Emalvagio. Non èla prima volta che i miei rnpporti con Crispi fanno sollevare questa accusa stupida di ambire il potere sotto la monarchia, senza tenere couto delle ripugnanzll invincibili che pel mio tempentinento il potere mi suscita, e che descrissi iu un articolo: Se fossi inini.stl'O ! che a suo tempo impressionò, o cho pubblica i nell'Isola. Nel i 1894 mentre facevo il mio dovere in Sicilia per preghiern e cona siglio dei radicali, repubblicani e socialisti,- oltre che per sentimento mio, i socialisti Ret.tentrionnli si divertfrono a scagliarrni cont11melie e calu uni e nel Pnnto nero - molto nero a mio riguardo - di Reggio Emilia; e trn le alt.re cnlmrnie ci fu quelln . eh e io sarei stato premiato del mio tradimento verso i Fasci con un portafoglio. Gli stolti ignoravano, che il potere, senza ricercarlo menomamente, mi_ era stato offerto realmente in clicembre I 8 !l 3; ma che lo avevo respinto in nome del mio temperamento e dei miei principii senza menarne vanto, e prima cbe Crispi si rendesse colpevole della reazio11e,nel momento in cui anche l'Bstremci guardava a lui con siml)at.ia o con benevola cliffidenza come scrissi nel precedente articolo. Delle calunnie feci giustizia sommaria nel 1 8 9 5 nell'opuscolo : Se il Jollliiuolo si fosse limitato a manifestare la sua sorpresa o la sua indignazione per 1'11tto mio non avrei da dolermi I due granatieri del Sud-Africa: A Lord Roberts 2 milioni, a noi, niente. Sempre così!! (Liistige Blatte,· di Berlino). Oonstile Crispi ! I\Ia l'avevauo fatta prima i socialisti, i repubblicani e· i radicali di che di un apprezzamento ingiusto. i\1a il mio critico volle llare la prova cli essere ~ciocco e malvagio chiudendo con queste parnle: <I Vem1nente « no11c' 1• piìt da meravigliarsi delle ric.ercale 'ECCEN'l'ltl- • crr,\ dell'on. Colajcinni, e non 1' ci,wora spenfa l'eco <I della discussione pal'lamenlare elci clazi stil g,·mw. Il <I perdono al grancle deplorato, votrebbe essere il primo <I 1Jasso... stilla via del potere ». Il follaitiolo è uno sciocco. Infatti solamente un imbecille può qualificare come una eccentricità - la parola è stata da lui sottolineata - la parte da me presa nella questione del dazio sul grano. La, cosa è troppo gmvo per essere una semplice eccentricità : o si trntta di una campagna interessata, e perciò disonesta, da me intrapresa in favore ciel dazio 8ul grano; o cli un eri ore economico gravido di pernicioso conseguenze pel paese Il follaiiiolo se non vuole vedersi trattato da ~ciocco deve dimostrare: o che sono disonesto o cl.te so110 in errore. Ma, il follaitwlo si mostrn sciocco e malvagio eutmziando l'ipotesi che il perdono mio abbia potuto essere determinato dalla speranza di acchinpparo il potere. A chi poteva riuscire gradito l'atto mio~ Non a Giolitti, ch'era nemico personale e politico di BibliotecaGino Bianco Sicilia nel 189.J, e la ripeterono solenne nel 1899 Nicola Barbato, Tasca, Garibaldi Bosco. Se gli accusatori socialisti del l 894 potevano nvere la scusante dell'ignoranza, non può averla in _alcun modo il .follaiolo napoletano del 1901, che dovrebbe conoscere i fatti, e che ripetendo le codarde insinuazioni di setto anni or sono si denunzia per quello che è : sciocco e nicilvagio ( l). Il non assumere il potere mi suscita un solo rammarico: quello di nou poter venire a conoscenza se il follaiolo sia r~gli stipendi della Polizia. (I) Filippo Turati, nel. 1894, nella O,·itica sociale, ingannato dalle voci maligne, si mostrò ingiusto verso di me, e ne fu vivamente redarguito da Tasca. Egli non tardò a ricredersi, come deve fare qualunque galantuomo, e in un momento solenne m'indirizzò una lettera che pubblicai intera a suo tempo nella Rivista popolare, e di cui è opportuno riprodurre qnesto brano : Carceri giudiziarie di Milano. Mio carissi1no, .: Sono le ultime lettere prima che cali su di noi la pietra sepolcrale della reclusione. II cuore mi suggerisce di mandarti un saluto. Tu sei nel numero dei vecchi amici, il cui
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