318 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LE1 TERE E SCIENZE SOCIALI Se in Italia ci sono degli albanesi da secoli, ce ne sono anche in Austr:a. Nè è titolo migliore quello della coltnra italiana degli albanesi, che io riconosco dipende dall'educazione in Roma. Ma la coltura austriac;i è anche estesa in Albania. Ecl è un grido vL10to di senso quello italico che si allarma di vedere divenire un lago austriaco l'Adriatico se l'Austria si annettesse l'Albania. Quale danno ne riceverebbe l'Italia non si comprende. La flotta .italiana è materialmente superiore a quella austriaca; perciò l'Adriatico non divetTebbe ma,re austriaco se l'Austria vi possedes~e i due miserabilissimi villaggi di Medua e di Durazzo, che non ha che 140:1 àbitanti. In quanto a Vallona appartiene all'Albania inferiore, in opposizione completa alla superiore e sn cui mancano addentellati per accampare pretese. L'Albania in potere dell'Austria non porterebbe che a questa conseguenza: ad nua lieve diminuzione ciel commercio dell'Italia. A questa nell'Adriatico, del resto, rim,trrebbero porti pili nnmerosi e più importanti come quelli di Bari, Bl'inllisi, Barletta, ~folfetta, ec11. s.,.rebbe ben diverso il caso se'l'Italia s'impailronisse dell'Alb:inia. L:t posiziono dell'A,1stria diverrebbe pesòima. E~sa ve,·- robbe minacciitta sino a Novi Baz,tr, perchò gl'italiani in caso di guerra potrebbero contare sui montenegrini. Ll commercio dell'Austria Ce-lll'Albania verrebbe dtstrntto .Perciò qualunque governo austl'iaco deve i111pedirn ad ogni coi;to tale avvenimento. (Dio Zeit -• 17 agosto). Aristide Gemeva : La qu1st1one 1della lingua a Malta. - Una delle quistioni che maggiormente interessano oggi il sentimento del nostro paese, è senza <lubpio l:i questione della lingua a Malta; ma per potere esgere in grado di avere un criterio prossimo al vero, piì1 di qLrnl che possa essere quello ispirato del solo sentimento 1i,tzionale, bisogua « sentire le due campane». La Contcmporary Review, una delle più serio riviste inglesi, pubblica in proposito un articolo intitolato « Maltese r1rievances ». L'A. comincia per dire che la stampa Haliaua ha dipinto l'Inghilterra come animatf~ da poco amicl1evoli seutimenti verso l'Italia circa la qnostione <lella ling1rn a ~falta, creando l'impressione in tut,r:t l'Etll'opa che l'fn~hilterra voglia brntalmente imporrn a quelle popolazioni una lingua di cui esse non vogliono sapere. Secondo lui l'origine di questo sentimento antinglese sembra dat,1re da una lettera del Consiglio elettivo dell'isola, diretta il 1 ° aprile 18U9 al Governatore, in cui erano esposti i lamenti relati vi a varie questioni, e speciiihnente a quelle della lingua. La Gwnetta di Malta puhblicò allora un vero attu di accusa contro il Governo inglese, ùal quale risulterebbe: 1° che la lingua inglese è brutalmente imposta ad una popolazione che assolutamente non la vuole; 2° che i maltesi sono impoveriti da gravami eccessivi. Lo scrittore della Conteniporary entra nella disamimt di tale accuse, cominciando dalla prima. La lingua a Malta, egli dice, non è italiana, come non è italiana la massa della popolazione che è di razza araba mista di italiani e di greci, a quanto è anche affermato nel Dizionario Corografico d'Italia, edito a ~filano 1863-80. A prova di ciò egli paragona il Pater Noster italiano con quello maltese. « Italiano: Padre nostro c]1e sei nei cieli sia santificato il nome tuo ecc. » « Maltese: Missierna li iuto fis smeniet. Jitkadcle ismec l', Il valore di questo argomento ci sembra molto minore di quanto lo scrittore abbia interAsse cli far c1·edere. Se prcndessimo un Pater nostcr scritto in sardo, potremmo mai credere di avere a che fare con un dialetto italiano? O che forse perciò la Sardegna non è Italia? · Secondo lo scrittore inglese ecco come_si dividerebbe per lingua la popolazione delle isole : 18'..l.0()0 sono maltesi e parlano solo il maltese, 5000 sono italiani e parlano l'italiano, 25.000 sono inglesi. E equo, egli osserva, che 5000 persone impongano, come ufficiale la loro lingua sulle altri 205.000 YLa domanda sarebbe giusta se i 180.000 facchini o contadini fossero allo stesso livello dei 5000 professionisti e commercianti, ma se questi, comC'egli stesso confessa, formano la parte intelletfoale, dirigente della popolazione, il valore delle sue domande è nullo. Dove l'autore inglese ha ragione, senza alcun dubbio, BibliotecaGino Bianco è quando esamina l'interesse che lega Malta all'Inghilterra. Malt,1, e G,ozo banno una popolazione relativa di 1600 abitanti per chilomi;tro quadrato, mentre il Belgio c'he viene subito secondo tra le regioni più popolate di Europa, uè ba 5'10. La produzione del suolo non basta pei bisogno locali, quindi l'importazione ammonta a 26 milioni, mentre l'esportazione è di piccolissimo conto. La difforenza è pagat,1, coi grandi guadagni sulla flotta, sulla guarnigione, e sni numerosi piroscafi cbe approdano all'isola: 32 milioni all'incirca passano dal Tesoro inglese sulla piazza di Malta. Malta è prospera, molto prospera, come ne fan fede lo ricche chiese, i bei fabbricati, le strade pulite, gli eleganti negozi.. Il capitale maltese investito in fondi pnbblici è calcolato a 50 milioni di franchi, quello in circolazione in 13 milioni, e quelli in deposito alla Cassa di Risparmio e alle banche a 16.122.000: una media cioè, di 1875 lire per fam:glia. L'esorbitanti e ingiuste spesi,, di cui si lamenta la Ga:::settn cli Maft,,, sarebbero le seguenti: Istituti di C,u·itù, L. st. 49.000 Lavori Pubblici ~ 52.000 Polizia . D 41.000 Acq,rn e i!Ituni1rn1.i<me >> 28.000 'l'ribnnali 22.CO0 Scuole » 15.001) Peusioui » 16.000 Dog,me . I 1.000 Poste e telegrati )) 14.000 Jgieuo . . » \-J.000 Contril.H11,ioue militare D 5.000 Se tutto ciò è esatto, Malta si troverebbe nell'invidiabile contlizione di essere uu paese S(1ll,m tasse, e il suo interesse snrebbe quello di restare possessione inglese. O perchÈ>duu1111el'Inghilterra che tiene i maltesi per la maniglia degl'interessi, trova poi il modo di rinforzarla con l'obbligatorietà della sua lingua 1 L'interesse reale e pratico <lell'[ngbilterra nell'applicazione della sua imposi?.ione è <'-OSÌ piccolo, che non ci sembrn nè pru1lente nè politico sollevare una questione che, appunt •. perchè di ordine morale; è di quelle che sfuggono a, Ct>ntrolli e misure, e che produce in [talia uu senso indefinito di 11rnlessere comt:l quello pro1lotto da un atto ostile impreveduto e imprevedibile, che ci venisse fatto da perso oa che fino ad ora a v<-Jssimocretluta animata di s~utimeuti benevoli verso di noi. (llivi-~tn Politica e Letterarfa .:... 15 agosto). A. Viallato: Italiani e francesi nell'Argentina. - Numerosi, vigorosi, labol'iosi, gl'itn.lia,ni all'estero dimostrano quanto sia vero l'aforisma- cli Alfieri elle II la pianta « uomo cresce in Italia, pili forte che altrove ». Essi portano con sè quella virtù che trionfa su tutto, quella cli esser facilmente e quasi ditppertutto contenti della loro sorte. Prima della apparizione degli italiani nel paese della Plata, la colonia francese aveva SAmpre costituito il nucleo straniero pili importante, nell'istesso tempo che il pitt attivo e il più ri.:co, ed ora si calcolano a 160.000 i frauceJi sparsi nel paese, la maggior parte dei quali hanno abbandonato la nazionalità e la lingua dei padri, modificando per~ino nelle forme spagnole i loro cognomi. Quanto agl'italiani, il censimento del '1896 calcola a 1.500.000 quelli immigrati negli ultimi quarant'anni. (-lnesta emigrazione che continua, non è nata dalle teorie ct·espansione colouialo, ma, spontanea nelle origini, si è accresciuta per imitazione; essa fugge la miseria, le leg"5i della polizia e militari: e l'esempio di quelli che, partiti poveri, sono tornati ricchissimi, trascina, specie dal_Mezzogiorno d'Italia, talora dei villaggi interi. Il governo italiano è impotente a trattenerli; il paese in cui vanno non fa niente per chiamarli, ma li accoglie con simpatia crescente. E nella città cli Buenos Ay1·es che gl'italiani nuovamente arri vati sbarcano, o sono i lavori della città. u!,'essi fanuo anzitutto. Spazzano, inaffiano, vangano, de111olisconoe costituiscono. E e il periodo dell'apprentissnye che ne dirozza lo spirito. Sull'esempio di quelli che l'istruiscono, imparano a nutrirsi meglio potendo lavorare di più e aveado la carne a buon mercato; e, a po,}Oa poco, il loro stomaco vi si abitua rinnnci:~ndo
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