3H RIVISTA POPOLARE DI POLlTICA LETTERE E SClENZt:: SOCIALI prorncato i più violenti cot1fliLti di naziot1alità per mezzo del gruppo capitanato da Schonerer e da Woll'. Quando le mene insistenti dèl Pangermanismo venner0 denunziale da André Cheradame nel suo libro interessante: L' Europe et la queslion d' Autriche qualcuno sorrise e vide nella de11um:ia la tendenziosità di un francese, che voleva attizzare la zizzania tra i membri della triplice rilleanza. Oggi, però, non è lecito a chicchessia di po,·i-e in dubbio la realtà degli intrighi pangern1anici e dei pericoli, che nascondono per \"llalia tutla: li ha documentati io una serie cli articoli importanti pubblicali nel Neues Wierier Tagblalt un tedesco autentico, il deputato G rabmayr. li pangermanismo mi,·a alla fine dell'Aust1·ia e i"Alt deutsche Verband, che n'è l'ol'gano nel vicino impero, prende le mosse e le ispirnzioni da Berlino. D'onpe le ire e le proteste degli austriaci tedeschi, comii Grabmayr, che non vogliono saperne cli essere as s01·bili oell'lmpero Germanico d'onde f'orse la gi11slizia, parziale almeno, che alc11ni organi importanti rendono agli italiani del T1·entino riconoscendone il diritto a.I l'autonomia, come fece, all'i11domaui del Comizio di Trento, la Neue Jreie Presse cli Vienna. Quali siano i pericoli del Pangermani~mo, a•sai pii't minaccioso del panslavismo, lo disse Giovanni Rovio - provocando le interruzioni degli ascari della tribuna dei giornalisti - nell'ultima discussione sulla politica estera; ed è assai ca1·atlerislico che a Bovio oggi dia ragioue un corrispondente aulo'revole da Vienna di un giornale come La Stampa cli Torino (N. del :!3 Luglio), eh' è partigiano della Triplice alleani·a Di fronte al pel'icolo cli una g1·ande Ge1·mania che vuole il Trentino, che \·uole ad og11i costo Trieste, che forse aspira a calare in Lombal'clia come ai tempi di Barbarossa, che cosa ,-i deve e si p11ò fare ? Mutare la nostra politica estera ; liberarci dalla Triplice. Ma il curioso e l'interessamento sla in que Lo: I incornpatibililà d'interessi dell'ltalia nella "f'riplice non è coli Austria, ma colla Germania. Oh l come mutano col tempo le situazioni politiche e i rapporti tra i gruppi etnici! ltaliaoi e slavi .e ungh ·resi e austriaci che sono in continuo conflitto trn loro sul!) sponde dell'Adl'iatico clo.vrebbero cess re dall'odiarsi e conver,.;ere tutte le loro fo1·ze _contro il comune nemico, la Germania, che minaccia di sottoporli lutti al suo giogo du1-issimo ! E giusl-> il parere e~presso, senza alcuna esitazione e colla massima orècisione da un valoroso etnologo italiano, il prof.· 1 ·a1·lo lJe Stefa11i (della Scuola degli Studi Superiori di Firenze) che in u.1a s11ccosa monografia ( Albanesi, Slaoi e Italiani nell'Adriatico. Napoli, Detcke11 e Rockoll, 1901) l,a so, tenuto vigorosamente: to l'Autonomia completa dell'Albania, che sarebbe un gran pericolo per l' J talia se in mano dell'Au 0 tria, e lo diverrebbe per l'Au. tria se dovesse cadere nelle mani nostre; 2' l'alleaaza tra_ l'Italia e l'Austria-{: nghe1·ia contro la Germania. « E reciproco interesse, egli dice, che A.u;;ti-ia e Italia siano riunite; nè i dolori solferti nel sel'vaggio o J1ell'esilio, che i Veneti non hanno ancora dimenticato, debbono far velo alla realtà delle cose. D'altro lato, parte politicùmente prepo11de1'ctntJ dell'impero è \'ùnghet·ia. la quale, sebbene etnicamJnte cos't diver,:;a ha nei suoi ri 1·0\g;menti, nella sua 1·Jle:1Zione e nella sua costitu~ione t,1.nti puuti di contatt•) con l'ltalia, ed i cui inte1·cssi nella penic;ola balcanica, fino talora io certe secondarie particola1·ità, collimano tanto con quelli dell'ltalia ». .\la è possibile quJsta alleanza. sincara e proficna sin,> a tanto che gli italiani cle l'lslria della Dal ma ia e del Trentino saranno oppressi o dai teJe,;chi o daglt slavi? Giammai. Perciò per l'impero Aust1·0Biblioteca Gino Bianco Ungarico la salvezza nou può venire che da un alto di giustizia: dall'autonomia piena ed intera, da accordarsi agli italiani, dal porli sul piede dell'uguaglianza cogli altri elementi etnici. E lutto ciò saldame11te, 01·ganicamente non è possibile che colla trasformazione dell'lmpero in uno Stato federale. Nella lrasf'ormazioue sta la concli,-:ione di vita del\' A ustr1a-Ungheria; e culla fede1·azione incomincerebbe per essa un u~ione nuo1·a e poderosa in prò della civiltà e della libe1·tà dei popoli orientali. La grande Svizzera, darebbe ciò che uon può dare un lmpern fo11dalo ormai esclusivamente sulla venerazione per un veglia1·clo la cui scomparsa è imminente. Un irredento. Ai p1•ossimi. nume,·i: Prof. r.. F. Fcrrari~: Ancora clel cla::;iosnl grano. Prof. Gius p11e Sahioli : Le clcmsolc protrettrici del lcivoro 11eizmbblici appalti. G. DJ Gennaro: Il nostro clebito ipotecnrio. G. l'nratot·e: Siitlo svilnppo c1ella marina mercantile in Germanici. P1·of. C11'11illoV,icr·aro: L' Istrn~ione elementare in Italici. Guslavo U>Jl Vecchio: ll pensiero soci11lecli Tolstui. .Enricn Leone: Stilla « Postuma D cli Carlo Marx. Dott. A.11tonio Sergi: Intorno al. .fenomeno geniale. Prof. frnnc~sco .Ual"iaai: Socialismo J~niinisino etc. etc. Gli egregi autori ci scusino ancora, ma lo spazio è pii1 cle8pota d'uno Czar. Il làVOr□ 8ÙU~ativo Ilall8 s~u□l8 Il Ministero della pnbhlic,i· ist:rul.i.one ha pubblicato· un grnsso volume (llirca UJillu pagi11e1sull'ordinamento cld lavoro educativo nrlle sc11ole elementari; cioè: insugnamento elcile priwe nozioni di agricoltura; lavoro manuale; lavori donneschi, igiene ecl economia do1110stic,t; piccole industrie cas,Llingho o rnrali. Noi avremmo voluto e dovuto occ11parc.mn prima, ma la nHtncarnm llello spazio cn lo ha iml'edi•o. Questo iudice fa com l'reDtlere di primo flèchito, che la puliblicazioue dovrelibo c:;sero assai importaute e degDa di MSSCl't:l coniJu)tat:t dagli insugnanti, dagli amminist1-atori dei corpi locali e da qua11ti a 111a11J0'i8tl'llzione; e in essa voglio110 vedere un 111<:1zr.o di ctluca,1io11(' nou solo, ma ,wche ili sviluppo ecouo,uico; - acni non si acceuna, di proposito nul Yolum · ; e vi si avrebhe dovuto insi,;tere JJJOltopt:1r inllnrre molti il gnardare con maggiore benevolenza di lavoro oclncativo per i risn!- tati 111ateriali. a 1io11lnnga sc·adcnza, che putÌ prodnrro. ~.fa l1ctroal,uente l'irnporta11>:a, che doYrclJlie avero '/ Non si pnù negarglieb (lei tutto. Sen·e se nou altrn come mc1nento : diee ciò eltc si tlovrcobe foro, ma che non si è fatto. C'è una parte st!Ltistica accurata o sincera nella quale ;rnù ,.rovvrc soddisfar.ione la va11itiLdegli i11sognanti, dei donatori dei 111u11icipi chu vi sono notat,i co111cbene 11101·itiG. l'inseg11auti inoltre vi tro,·ernnno tutte lo istruzioni per J'i11segna>11e11topatico rlell"agri<"oltura. riel lavoro m,Lmmlo, doi la,·ori t'c111minili, ecc. E la statistica indiclter,L p11rn quali :,;ouo le provincie che ha11uo CO· mi11ciato n t':.iro ciù che tut,te clovro\.Jhero t'aro. Ln poche oss0rv:1.;,;ioni che. os1JOrremo sulla relazioni\ del DircLtorc Capo Di visiouc G. Castel] i all'ex-mi 11ist,1·0 Uaccolli. rinsci--anoo ol'portu11e per clri:iriro le condizioni . vero dell'ltali,t sul J:1,,·oro educativo nelle scuole elementari. Anr.it.ut,to si rilevi cho nella relazione del Castelli c'è una certa >Llllp11llosit:ìalquanto a1l11laturia, che 1Je11si addice ,ill'o'( 1ni11istro, cni t"l"ltdiretta o le ctli bno11e, ec:iullenti i11teuzioui spe~so crn110 gnastato tfallo st,ilo 11ut~11iloqu11nteeho Jasci,tv,1, Slli'l'orro 11,olti fatti not-0n,li, lù, dovo 11011c'erano che molte pa.role o molte pro- . 111es,m.cl1e atten1lo110 la n•alizzazione. Quc$tO otti11IÌ~mo e$agernto dd relatore sin· dalle prime traspare 1hlla
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