Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 15 - 15 agosto 1901

RitTlSTÀ.. POPOLARÈ DI POLlTÌGÀ.. LET1'ERE E SCIENZE SOCtAtì . • .l f Triplice, della politica coloniale e della politica doganale, riVolÌitèfÌdola a maggior ndcument◊ dell'Italia. Questa l3 ~etità che nè le esagerazioni dégli> avversari 'suoi, hè le difese" degli amici valgono ad alterare. . • ,~ t,: Ho 1a cohvinzione che le mie parole riusciranno sgradité ·e agli avversari di Crispi e agli amici suoi ; ma scrivendole credo di adempiere al mio dovere, senza preocupazione alcuna del modo come saranno accolte. Df un uomo di cui si è detto e si può continuare a dire tanti mii.là' senza offendere la verità, orn eh 'è scomparso in modo miserevole, malamente attenuato dalle onoranze postumé, sembrami doveroso chiudere ricordando al - cuni atti. legislativi; che fanno prova di ciò che avrebbe potuto 'essere se alcune circostanze fatali non avessero altri'ménti disposto'. A Crispi si deve la riforma della Legge Comuuale e provinciale; la legge Sanitaria, ch'è una delle più sapienti che ci siano in Europa, e nella quale pose mano Agostino Bertani; l'abolizione ·della schiavitìì scellerata cui erano soggette le disgraziate cadute' n'ella rete della prostituzione ; la riforma della legge -sulle Opere pie; la ricostituzione c1ella Quarta Sezionè d!3lConsiglio di Stato; lo sviluppo delle scuole italian'e all'estero; la riforma carceraria per la quale aveva già accantonati alcuni milioni. Sinanco nella legge di Pubblica Sicurezza egli aveva innestato alcu11i principi radicalisRimi sul diritto all'esistenza, che tutti dobbiamo augurarci che nello avvenire possano avere ultériore svolgimento e più sincera e reale applic,1zione. 'Con Crispi è scomparso l'ultimo ca.mpione del periodo rivolùzion:irio; e del rivoluzionario ebbe tutte lo audacie, tutta la passione ardente, tutti i· difetti, tutta la impulsività. Egli era un uomo fatto di carne, di ossa, di _n'érvi ed appare un gigante paragonato ai pigmei sen~t fede, senza convinzione, senza energia, che sembrand t>_ssericomposti da carni flaccide, che rivestono una impalcatufa di' cartilagini poco consistente e poco resiiitente. A 'Crispi che ha molto peccato, aspettanflo che la storia lo giudichi colla dovuta imparzialità, deve molto essere perdonato perchè molto amò. Egli amò soprattitto la patria; e ii grido: Italia! Italia! che tra i rantoli dell'agonia ripetutamente uscì dalla sua bocca, possa in qu·esto momento supremo servir.e di memento agli italiani ! Dr. NAPOLEONE CoLAJANNI. Deputato al Parlamen·o. Per mancanza di spazio - alla quale non è possibile più rimediare nemmeno con la composizione più fitta - siam.o cost,•etti in questo numero a sopprimere la rubrica : Avvenimeneti Uomini, ed a rùwiare le nostre nsserva:;ioni sull'opuscolo Labriola, sulle polemiche Turati, Ghisleri, nonchè snlla successione Carcano. Gli abbonati che 'invieramw subito all' Amministrazi;~~ dell~ Rivista Popolare l'importo dell'abbonamento scaduto e lire una e cinquanta riceveranno, franco di porto, il volume Per l'econ!)~ia.nazionale è pel daziosul grano, pubblicato iZ-ft.iese"scor~ò dall'on. dott. -Nanoleone Cola- ' • -.ij anni. BibliotecaGinoBianco Pèrun'osservazione sulproteiionismo Onorevole Deputato ed egregio Amico, Con somma cortesia Ella si dichiarò pronto a pubblicare una risposta a quanto scrisse su di me· il prof. Achille Loria, nel numero del 15 Luglio 1901, nell'articolo : Ancora del dr;.zioSTf,lgrano. Eccole, coi miei più cordiali ringraziamenti, la risposta. Dopo avere accennate alcune verità, che egli chiama triviali e a tutti note, in materia doganale, il Loria combatte alcune asserzioni, che, secondo lui, mostrano essere quelle veri là tu ttogiorno disconosciute o ignorate. E aggiunge (pag. 249): « Una di « queste as~e'rzioni è dovuta a C. F. Ferraris, il qua- « le pensa che il giudizio intorno alla convenienza o (( giustizia del dazio Slll grano ESCLUSIVAMENTE di- « penda dall'impiego che i proprietarii faranno dei (< proventi che ne ritraggono. Se, egli dice, i pro- (( prietari dedicheranno tali proventi al miglioramen- (< lo dell'agricoltura, od al vantaggio delle classi la- (< voratrici, noi non avremo motivo di combattere il (< dazio, degnissimo, all'opposto, in tal caso di aver (< posto durevole nel nostro sistema finanzia,.io : ma «·se invece i proprietari spendessero il maggior pro- (< vento ritratto dal dazio in improvvidi e pazzi scia- << lacqui, allora il dazio meriterebbe irremissiva ceo- (( sura e dovrebbe essere abrogato ». Q11ando lessi la prima volta queste parole, io rimasi attonito, perchè proprio non mi ricordavo di averle mai scritte, e soltanto piµ tardi seppi che il Loria alluse ad un brano di un mio disco.rso sul 'socialismo e la riforma sociale, che fu pubhlicato anche nella rivista La Riformi Socia{e_ del 1;' agost9 i90'.). Il hano ivi si trova a pag. 73)-740, e suona letteralmente così : (< Il principio della responsabilità (< sociale reca un criterio per giudicare (non dico per (( risolvere) anche la dibattuta e sempre rinascente (( questione del protezionismo Se i padroni di im- « mobili rurali e gli imprenditori di industrie si ser- « viranno dei lu::ri derivanti dalla protezi'one non (< solt&.nto a proprio vantaggio, ma per migliorate (< quantitativamente e qualitativamente la produzione, << ridurre i prezzì, diminuire la durata' giÒrnaliera del (< lavoro, al_zare i salari, render più igienich~ le loro (< aziende e le abitazioni dei salariati, anche la mas- ((.sa dei consumatori, e i proletari pei primi, non si « lagneranno dei dazi protettori. li regime doganale (< protezioni:;ttt impone quindi ai padroni e impren- (( ditori obblighi, il cui adempimento può renderlo (< socialmente profittevole». Confrontando le due citazioni si scorge agevolment~ che il Loria ha svisato il senso delle mie parole. lo' ùo'n h9 fatta nessuna giustificazione del protezi~nismo': ho ricordato un criterio per giudicarlo in date condizioni, non per risolvere 11 problema fondamentale che esso involge; ho soltanto accennato che dove il protezionismo è attuato (e si può gridare quanto si vuole contro il fatto, ma, se il fatto esiste, bisogna riconoscerlo proprio perchè esiste), esso può trovii.rè

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