RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 285 Composto il ministero e chiusa la Camera per le vacanze natalizie, mi chiamò in Roma con tre telegrammi i11calzautissimi a firma del suo segretario Cav. Vaccaro e mi credetti in dovere di andare alla capitale. La sera del 30 Decembre, appena arrivato, fui per la seconda ed ultima Yolta in casa sua, e mi pRrve d'incontrarmi con un uomo di \'erso di quello col quale mi ero intrattenuto pochi giorni innanzi. Gli :wvenimenti dolorosi di Sicilia lo ave\~auo allarRiflessionidi Kriiger. - Ora che la guerra si fa soprattutto contro le nostre donne, mi meraviglio piuttosto come re Edoardo, il cavalien, non ne assuma il comando in capo. (Simplir.issimus di Monaco) mato e addolorato straordinariamente. Della Sicilia mi parlò per oltre due ore, mostrando una conoscenza esatta e profonda delle cause che avevano generato i moti clei Fasci e i relativi tumulti sanguinosamente repressi, ecl esponendomi una serie di provvedimenti economici, amministrativi e politici che intendeva prendere per eliminarle. Ascoltai silenziosamente e ammirai la lucidità delle idee e la rettitudine degli intendimenti, e quando ebbe terminato gli chiesi : perchè avete chiamato me voi che siete il ministro che potete realiz::are, purchè l~ vogli,ite, le buone proposte comuniccitemi f E lui di rimando: Le mie idee per essere fra.dotte in leggi hanno bisogno cli un certo tempo ; intanto in Sicilia clivmnpa l'incendio, e t11 che eserciti ù~jluenza s11Ue masse devi percorrerla per ricond11rregli animi alla calma, Biblioteca Gino Bianco facendo conoscere quali sono le mie intenzioni. Per'quanto il compito assegnatomi avesse potuto prestarsi alle calunnie e alle insinuazioni - e vennero copiose dai socialisti settentrionali prima, e da certa canaglia crispina dopo - non esitai un istante a promettere ohe an·ei praticato quanto egli da me desiderava. E l'indomani, 31 Dicembre. ripartii per la Sicilia col propo• nimento di percorrerla e predicarvi il verbo del ministro siciliano, che prometteva giustizia e riparazione alla sua isola natìa. Il 3 Gennaio avvenne la proclamai-.ionedello Stato di assedio, l'arresto di De Felice, e tutto il resto. Un mio asprissimo telegramma annunziogli che nulla pitL volevo avere di comune con chi gittavasi stoltamente nelle braccia della reazione, e ritornai verso di lui a quell'antichissima ostilità, ch'era stata interrotta da poco pitL di quindici giorni di reciproca fiducia e di cordiali rapporti. Come e perchè Crispi mutò tanto rapidamente di proposito in tre giorni? Certo sull'animo suo fecero ;f. ·, di:> J: "<I-\_ . ·•~, ....... \~ --~--~------'--~ Bernslein attrae, come osserva con rammarico il compagno Singer, ogni specie di piccoli corpi, così nella fisica {1) come nella politica. (Lustige Bliitter di Berlino) impressione le notizie sul ripetersi dei tumulti in Sicilia, ma certamente contribuiroU\'Ì di pit1le sinistre influenze di coloro che gli erano intimi. Si assicura che alla reazione lo volse maggiormente il telegramma di un suo amico che consiglia vagli di rifare contro i secessionisti(?) dei l 1'asci, e in pro dell'unità cl'Italici, la spedizione dei Mille! ., ... La parte da me presa contro Crispi, vivente e potente, mi permette di sorpassare sulla q11istione morale e sulla vita privata di Crispi, caduto e disceso nella tomba. Dirò di lui, colla maggiore imparzialità che si può attendere da un contemporaneo, che è stato ed è uomo <li parte, ma che ha almeno l'intenzione sincera di dire di lui colla massima serena obbiettività. Con troppa leggerezza e con troppa insistenza si scrisse cli Crispi borbonico e di Crispi cattolico. Df'llle idee della primissima giovinezza non si può essere responsabili : esse rispecchiano più che la mente dell'individuo, l'ambiente in cui è nato e cresciuto. Certo è che i Borboni non gli perdonarono, e rimase profugo dal 1849 al 1860. Certo è che egli, pur proclamandosi credente nel Dio di Mazzini, negli ultimi istanti di vita sua tenne lontano da sè il prete cattolico. Coe• (I) Be,·11stein in tedesco vuol dire anche .Ambra. N. d. R.
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