RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SO CIALJ 283 porto di Genova, con grande allarmo e sorpresa dell'Europa. Il colpo cli mano della Spe1,ia faceva il paio col 'l'mttr1to di Bisacqitino ! Ma all'uno e all'altro prestò fede precisamente per la profonda cou vinzione che egli aveva della ostilità della Francia contro l'Italia. - Certamente egli non era del tutto in errore credendo in tale ostilità; ma l:i. ingigantiva - in ciò socondato diabolicamente da Bismal'k - e le dava proporzioni inverosimili, ohe gli facevano scorgere l'influenza dei ministri della Repubblica in ogni avvenimento non lieto pel nostro paese. Eppure, Francesco Crispi, con accento di profonda sincerità, affermava sempre ùi amare la Francia, e di ritenerne indispensabile l' c~i- [ Gli animali nocivi all'agricoltura. I ' .. ·-:. altre nazioni, cl.te della nostra erano assai piit ricche per risorse naturali e per evoluzione industriale avanzata. D'onde la sua megalomania vera; altrimenti non potrebbe qualificarsi la sua passione per la grandezza d'Italia, che doveva riuscire disastrosa pel paese, perchè conduce ad una politica, nella quale - in parte anche per la grettezza dei suoi collaboratori - era esiziale la immensa sproporzione tra i mezzi e il fine, che doveva produrre saorifizi grandi e sfor,;i economici superiori alle forze reali, non seguiti da risultati adeguati e producent1 in ultimo un senso penoso di sconforto contrario alle intenzioni di chi voleva produrre una tonizzazione della energia nazionale. f rancia ed Inghilterra. ... -·. .. ~[.t1~~ .· ---~·~ _;.,· -;;:·-::: ..... -~ - ~-. Il Paese nostro stia bene in guardia contro l'invasione degli uccellacci cacciali dalla Francia. Il vecchio fucile tSoppressione delle Co11g1·egazioni,·eligiose) può servire ancora. (Asino di Roma) stenza come grande nazione nell'interesse dell'Europa e della civiltà! Dove la sua sincerità ora completa era nell'amore intensissimo per una Italia gra.nùo e gloriosa; di che si ebbero anche commoventi testimonianze negli ultimi istanti di vita sua, nei pochi intervalli di lucidità, che gli lasciavano i deliqui o le ovaueseeoze della lunga e tormeo tosa agonia: l'Italia si affacciava alla sua mou te, e all'Italia era consacrata ogni parola che gli veni vi~ strozzata nella gola dal rantolo della, morte. Ma la sua ignoranza, della economia e dello scienze sociali rese vano in gran parte questo suo grande amo1·e alla patria, di cui non seppe e non potè mai valutare al giusto le condizioni reali, e metterlo in esatto rapporto con quelle degli altri paesi. Egli credeva in una Italia prodigiosamente ricca, e la cui ricchezza poteva aumentarsi smisuratamente con una politica ardita e inframmettente. Credeva ùov_er0so ell utile pel nostro paese, ciò che non era sicuro che lo fosse per Biblioteca Gino Bianco Il Gallo (la l!'t·ancia) : Io sono spennato, è vero, ma anche tu (il leone inglese) non stai meglio di me. tAllmle :alla debolezza· semp.-e maggiore dell'It,ghilte,·,·a,. (L'.Assiette ~aubettrre di Parigi) E su di un altro punto era innegabile;o:potente la sua sincerità: nel sentimento rigidamente unitario, a cui tutto avrebbe sacrificato, anche la libertà, nei tempi migliori della sua vita, quando:appariva nell'agone po• litico campione valoroso della 8tessa Dea. Questo ardente amore per l'unità, mentre lo indusse a non mostrare alcuna predilezione per la sua natla ~icilia; men• tre lo spinse a.Ila repressione violenta e continuat,i del moto dei Fnsci, che egli stoltamente giuclic;wa antiunita.rio, lo mantenne sempre legato al concetto mazziniano. E ciò coutribul di sicuro a mantenerlo sempre insolitamente rispettoso verso il grande di Staglieno, anche quando questi lo fulminava nei suoi scritti, e non lo onorava che del suo disprezzo. • .. ;j; C'è una leggenda sulla forza della volontà, e sulla energia cliFrancesco Cri spi. La si ammise giudicando da certe apparenze; ma ad intenderla rettamente bisogna tener conto della grnnde influenza che es,~rcitava.no sull'animo
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