Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 15 - 15 agosto 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITJCA LET1 ERE E SCIENZE SOCIALI 297 biente politico com'è quello dato dalla Camera e dal Senato italiano... per tacere del resto che è ancora di più. Nella imminenza del voto il Comitato centrale del Partito emanava una deliberazione che opportunamente lasciava ai deputati del gruppo di dare il voto secondo giudicavano dalla situazione politica generale e dalla parlamentare in ispecie: e i deputati repubblicani così fecero. Ma frattanto non si risparmiarono ai deputati repubblicani i più aspri assalti, gratificandoli, insieme a tutti gli altri dell'Estrema Sinistra, di o: ministeriali 't, tentando di far passare ordini del giorno recanti implicito biasimo al loro operato, col metterli in una condizione di minorità, coll'impegnarne, vincolarne l'azione futura. Tutto ciò non solo è in linea generale scorretto ed ingiusto, ma dà prova di una deplorevole mancanza di sol i darietà e di disciplina. In questo momento, come sempre, il ruentare repubblicano non ha mancato si1oi doveri verso il partito, verso i deliberati del Congresso, verso il Comitato Centrale. C'è il dissenso, c'è il malinteso; ma dov'è'/ gruppo parlaa<l alcuno dei dell'istrnzione ttniversitaria in itaiia, effetti che si verificano del resto anche in altd paesi, come la Francià e e la Germania. Essi si possono così riassumere: 1° Creazione di un numero straordinario di spostati; 2° Conclizione infelicissima degli insegnanti universitari, i quali rice,,ono spesso una retribuzione irrisoria, indegna di un paese ci vile; 3° Ufficialismo nell'istruzione, che è la negazione cli ogni progresso scientifico e rende illusoria la libertà d'insegnamento; 4° Trionfo delle mediocrità o peggio; 50 Decadenza delle attività commerciale e industriale, e quindi impedimento a qu::!lsia-siprogresso economico. Quest'ultima è, sotto l'aspetto economico - la più disastrosa conseguenza dell'insegnamento universitario pubblico. I bisogni professionali e intellettuali vengono alime.ntati a scapito dei bisogni commerciali e industriali cli un paese. Cosl lo Stato crea un numero straordinario cli spostati, di avvocati senza cause, di medici senza malati, ecc.: da cui una concorrenza sfrenata, una lotta fierissima nel la q nale. i disonesti prevalgouo, e i meno intelligenti, i meno capaci: da cui un disordine generale nella società, prodotto dallo squilibrio tra i vari ordini cli attivitìL sociale, dalla sproporzione tra bisogni e soddisfazioni. Nella questione fondamentale di principio,no. Il dissenso non può essere che nel metodo, sulla tattica. Se nel metodo o sulla tattica gli addebiti venissero dai re pubblicani Gli effetti dell'insegnamento eueopeo in china. ( Ulk di Berlino) Ho acceunato alle disgraziate condizioni econorniche degli insegnanti universitari in Italia, che ottengono una rimunerazione, la quale sarebbe sdegnosamente rifiutata da un professore cosiddetti int1·ansigenti od antiparlamentari non avrei nulla da obiettare, poichè ciò è nella logica del loro ordine di idee; ma diventano inconcepibili, insp~eisabili quando vengono da chi sta nella gran massa del partito organizzato, militante, pronunciatosi per il metodo evolutivo. Questo metodo non comporta altro svolgimento di quello che sinora gli fu dato, nè piit nè meno, salvo l'impiego di una maggiore assiduità ed energia. Volere di più o diverso, è rientrare nel metodo rivoluzionario. È questo che si vuole i Lo si dica, lo si chiarisca nelle assise, nel Congresso del Partito; e se il Partito questo deciderà non saremo noi a ritraroi ecl a mancare alla disciplina. i'IIa guardiamoci bene in faccia, prima di avventurarci in un lavoro sterile e pericoloso più che per le nostre persone, ohe sono il meno, per le masse fidenti in noi, ingenuamente e generosamente. (Lei Educazione politicci - 31 luglio). Dott. Gugl·ielmo Scilvatori: L'Istruzione pubblica superiore e le condizioni economiche d'Italia. - Ogni iutervento legislativo ha per risultato che mentre è volto a raggiungere un fine, impedisce il raggiungimento di un altro fine, perchè quelle attività che a questo secondo si sarebbero spontaneamente dedicate, vengono ri ,·olte al primo. Di qui gravissime perturbazioni nell'ordine economico e sociale. Per trovare una conferma validis~ima cli questo principio, basta semplicemente osservare i disastrosi effetti BibliotecaGino Bianco di Oxford o di Cambridge in Inghilterra; e da un insegnante delhL Colwnbia Univcrsity negli Stati U11iti. Ciò fa costriagere i professori di Diritto ad esercitare come avvocati, i professori lli Meùicina· all e· sercitare come l\ledici, i l)rofes~ori lli Lettere a dare lezioni private: evidentemente a scapito clèll' insegnamento. ~fa l'effetto pii1 grave dell'i~truziono· uuiversit-al'ia di Stato è senza dubbio la creazione di uu grave num~ro cli spostati che va sempre crescendo. Mentre !!e! 1893 con uua popolazione di 30.724.319 abitanti si ebbero 21870 iscritti, il 71.2 per 100.000 abitanti; nel 1899 con una popolazione di 31.850.67.5 se ne ebbero 26.062, cio~ 1'81.8 per 100 000 abi~anti. Quali i mezzi per rimediare a questo grave stato di cose~ · L'ideale sarebbe la completa autonomia, l'inùipeudenza assoluta dell'Ateneo dallo Sta.to; ma siccome ciò non sembra per ora possibile, e potrebbe provocare gravi perturbazioni sociali, è ·necessario comindàre con alcune trasformazioni radicali dell'organismo universitario, e cioè : 1° Aumento di tasse, le quali potrebbero esser raddoppiate. Numerose borse di studio dovrebbero essere istituite per quei giovani che mostrassero attitudini speciali, ma che per mancanza di mezzi pecuniari si vedessero preclusa la via della Università; 2° Maggior rigore negli ellami, minor facilità nel concedere le lauree: 3° Istjtuzione di altre due o tre scuole di commer-

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