Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 15 - 15 agosto 1901

296 RlVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE S00lALl pertutto più che da noi, poichè s'aggira intorno agli otto a1mi, cioè dai 6 ai 14 anni ed anche ai 17, compreso un triennio di scuola complementare pure obbligatoria. Se non che, altrove, la coazione, o non si esercita, perchè la scuola soddisfa a bisogni imperiosamen te sentiti dalle famiglie, comode o sussidiate, oppure esercitasi per davvero, come nella Scozia, dove la multa pei genitori arriva fino ad una sterlina, che si paga senza remissione : e non parlo della Svizzera dove in un solo anno s'inflissero L. 28.237 di multe e 473 arresti (1) e della Svezia dove, in seguito alla seconda ammonizione inefficace, i figli sono sottratti tout court alla tutela dei genitori. In Italia invece, escluse poche grandi città come Torino e Milano, le multe derisorie per altro o non s'infliggono, e non si pagano tutte e costantemente. Il Ravà riferisce, quanto al movimento di tutta la popolazione scolastica d'ambo i sessi e gradi: Anno '71--'72 iscritti 1.545.790 >> '75-'76 » 1.722.669 » '77-'78 » 1.830.74!) » '85-'86 >> 2.075.941 )) '95-'96 » 2.297.216 >> '97-'98 » 2.359.96!) In quest'ultimo anno furono esaminati complessivamente 1.454.265 ed approvati 1.056.020. « Sicchè - scrive il Ravà - tra alunni e alunne, in tutte le scuole del Regno, gli esaminati furono in ragione del 61,62 per cento degl'inscritti. Gli approvati furono nel rapporto di 72,62 sopra 100 esaminati, e di 44,74 sopra 100 inscritti. » Dal quadretto surriportato si rileva pria di tutto che il moto di lenta ascensione nelle iscrizioni, non fu per niente accelerato dall'intervento della legge sull'obbligo, nel · 1877. Restringendo i computi alle tre prime classi, obbligatorie, e comprendendo anche gl'inscritti nelle scuole private, abbiamo : 2·§;.::: ~ Cl:S t.o ~ UJ o Anni Obbligati Iscritti :Mancanti ~-~-~ Prosciolli gjb()j:!~ :... e:::; o. p.. o .Q) ;;; <=~a I 95-96 2.475.910 1.830.69-2 645.218 263.0481 198.368 96-97 2.410.365 1.803.786 607579 289.443 201.470 97-98 2.405.322 1.846.646 558.676 296 934: 220.039 _ Il Torraca, per la parte che lo riguarda, commenta (pag. 83): « Concludendo; se l'istruzione elementare di primo grado dà qualche frutto, questo è rappresentato dal rapporto dell' 11,87 010 tra gli obbligati iscritti e coloro che, dopo tre anni vengono prosciolti. Oltre gli obbligati inscritti alle scuole inferiori, vi sono 461,960 alunni che hanno superato l'età dell'ob- (1) Caratte1·istica, in Inghilterra, la terra classica della libertà individuale, l'istituzione dei boy's beadles, la cui funzione è chiaramente spiegata dal nome, ed è paragonabile a quella di cui tratta il seguente recentissimo avviso del Comune di Tiel in Olanda: <I Gl'impiegati comunali e gli agenti di polizia sono autorizzati ad arrestare un fanciullo che la legge obblighi ad andare a scuola, ove lo incontrino in istrada nelle ore di classe... » BibliotecaGino Bianco bligo ed è lecito supporre non solo che molti di que sti ultimi appartengono alle terze classi o sezioni, ma ancora che proprio tra i fanciulli e gli adolescenti, i quali hanno superato l'età dell'obbligo, sia compreso il maggior numero degli approvati. Per conseguenza, non ostante la legge, dopo tre anni, sono prosciolti pochissimi degli obbligati o quasi nessuno». Dopo ciò, non sappiamo come, sia il comm. Torraca che il comm. Ravà, per il quale gli elementi di fatto rimangono invariati, non siano venuti nella onesta determinazione di proporre, a sal~aguardia della nostra sincerità e serietà, l'abrogazione della legge terribile. Se non l'hanno fatto, certo sarà stato perché i valentuomini avranno ritenuto ingeneroso l'infierire contro un morto ... che non fu mai vivo. Tentammo già dalle colonne di questa stessa Rivista la dimostrazione della impossibilità in cui trovasi la nostra scoletta - anche a prescindere dal modo con cui la si lascia vivacchiare - ad esercitare alcuna influenza educativa. (Continua) CAMILLO VACCARO RIVISTADELLERlVISTE Gustavo Chiesi : Il malinteso. - Corre da qualche tempo tauto nel partito socialista che nel repubblicano una specie di n,azioue contro i deputati, che, o bene o male, nel Parlamento italiano rappresentano l'uno e l'altro di questi due partiti popolari. Varie sono le ragioni di tale reazione, ma i fatti che ad e~sa diedero ragione di manifestarsi apertamente furono due: il voto del 22 giugno dato da tutta l'Estrema compatta - e quindi anche dei deputati repubblicani e socialisti - al ministero, e il fatto sanguinoso di Berra, del quale il ministero, colle lodi prodigate al tenente De-Benedetti alla Camera e al Senato, ha assunta iutiera la responsabilità morale. Del talle levatosi contro i deputati repubblicani e socialisti, ed al quale ha dato l'occasionale il fatto di Berra, c'è qualcosa di malinteso che se non è ben risolto, ben chiarito, può condurre a scissioni, dalle qtrnli la compagine dei partiti nostri, più che scossa, può uscire rovinata. Ciò che è avvenuto in questi giorni nel partito socialista milanese non può tardare di avvenire anche nel partito repubblicano, for~e prima, ma certo al Congresso del Partito in Ancona. Che il dissenso tra la rappresentanza parlamentare del partito e varie personalità di organi e frazioni del partito stesso esista, sarebbe da ipocriti il negarlo. E poichè il dissenso non può essere sulle questioni fondamentali di p1·incipio, verte indubbiamente sulle questioni di- metodo e di tattica. Già la questione fu delibata quando per la fatalità della situazione politica parlamentare si andava sempre più avvicinando e rendendo inevitabile il momento nel quale i fleputati repubblicani, al pari dei socialisti e dei radicali avrebbero dovuto dare un voto, non di pura schermaglia parlamentare ma di palese appoggio, al ministero monar'chico Zanardelli-Giolitti, il quale poteva tenere in serbo sorprese .come quelle di Berra, e può tenerne ancora altre peggiori. Gli animi del partito erano divisi; chi opinava in favore, chi contro; ·chi voleva condizionare il voto ad imposizioni e patti inaccettabili del ministero, o se accettati, inattuabili per un ministero com'è quello in carica, ed in un am-

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