Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 15 - 15 agosto 1901

294 RlVf~TA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI senia la circolazione, la quale poi ha la ragione sua nella produzione, nel consumo, nella distribuzione. Come voler negare la interdipendenza fra queste manifestazioni della vita economica? come poter spiegar le une senza aver presenti le altre? Come stuòiar quelle senza seguirle in queste? Dite dunque della grande produzione, del consumo stesso senza toccare delle strade ferrate, delle navi, delle banche, delle borse, della posta, del telegrafo - strade ferrate, navi, ban.:he, bnrsa, posta, telegrafo esaminate astrazion facendo dalla produzione, <lai consumo, dalla distribuzione ! Non c'é fatto più sicuro e più chiaro, che possa caratterizzare la odierna evoluzione economica, come lo sviluppo della circolazione. In un giorno oggi si spostano 3000 milioni di kg. di oaaetti, 4 milioni di persone e si spediscono 175,000 tJ~grammi e 8 milioni di lettere. . . Ciò posto, é naturale che nel m,o ,studio sulla Marina, io non isoli il fenomeno, ma lo consideri cosi come palpitante si svolge, ed incastonato come é nel grande anello che stringe la Germania moderna. Un anello le cui singole parti hanno il medesimo col.ore, un anello che ogni attività non sperde e concentra. Lo sviluppo economico della Germania ha impressionato il mondo. Quanti, dopo la guerra dei trenta anni, prevedevano la resurrezione della borghesia teutonica? ' Eppure, popolo di contadini e di poeti che alla astrazione dedicavano il loro idealismo ed il loro tempo, i tedeschi, in pochi anni, a marcia forzata, sono giunti a tal punto da muovere la gloriosa Inghilterra. , In questa disperata lotta economica fra gli anglosassoni io vedo il maggior segno dell'epoca. Ma - e l'ho detto altrove - la lotta, per la Germania, la quale ha una iperproduzione pericolosa, ha una importazione considerevole, dipende troppo dagli altri paesi per i generi necessari, si riduce alla ricerca di sbocchi, di mercati nuovi. , Debbo io dimostrare la funzione della circohizione in questo grande movimento? Il sogno della più grande Germania, annunziato da Guglielmo II al Reichstag \16 gennaio 1896) importa la signoria del mare ( Seeherrschaft). E nel marzo 1.894, battezzando un piroscafo a Danzig, un ministro dell'impero diceva: « L'imperatore é convinto che il nostro avvenire « non p )ssa esser trattenuto nei confini della patria, « ma che la forza tedesca debba esser sperimentata « al cli là dell'Oceano. « Al popolo tedesco si presenta l'avvenire come un dilemma: o essere un popolo eminentemente « marittimo (meerherrschendes Wolk) o non essere». Ed il popolo dai monti e dalle pianure, dalle fabbriche, dalle officine e dai campi, dalle scuole e dalle università rispondeva col grido: Il nostro ·avvenire e sul mare I (Gontintu~) G. PARATORE L'istruzioneelementarien I·talia L'unità italiana, proclamata dalla. rea rettorica, vittoria di popolo rigenerato, fu invece ~ e non occorre più insistere nella dimostrazione - opera e non del tutto e dappertutto cosciente della borghesia, la quale, con promesse il cui crmtenuto non poteva essere che volgarmente economico, riusci a mobilizzare le popolazioni ignoranti e rassegnate. Conseguita poi l'unificazione, i patriotti sinceri del Nord e del Sud, si ritirarono da parte od emigrarono, per onestà o disgusto: gli altri presentarono i conti Biblioteca·Gino.B.anco alla comunità. I borghesi illuminati dell'Italia settentrionale batterono, senza perdita di tempo. al sodo: vollero e seppero ottenere subito la realizzazione delle condizioni di viabilità e d'altro, necessarie allo sviluppo della grande industria - intento pel quale in verità s'erano mossi. Gli altri, quelli rlell'Ita)ja meridionale, cui mancava la percezione chiara del moto economico che si veniva iniziando, si contentaro~10 della conquista dei consigli comunali e provinciali, e - fumo e non arrosto - degli applausi che quel tale popolo incosciente e i rettili della , stampa profondevano ai ridondanti loro discorsi nel giorno della festa nazionale. Arrosto o fumo però, qualcosa andava concessa ·anche alle classi povere per la loro importante prestazione d'opera, Il fumo furono, per .le popolazioni misere ed incoscienti, i 'tanti diritti statutari loro octroyés, e tra questi il diritto all'istruzione, pane dell'intelletto. Ma non potendo esse, per ragioni storiche, saper apprezzare quei diritti, né come beni attuali, nè come strumenti pel conseguimento di beni avvenire - ne trasanclarono l'esercizio: ed intanto raffreddavasi il loro entusiasmo per le discorse nella festa nazionale. Il lungo servaggio - piega dell'anima - persuadeva loro la rassegnazione e lo scetticismo : e furono « utili, pazienti e bastonati ». Le classi dirigenti compresero allora che avrebbero potuto risparmiarsi anche la concessione del fumo, ma era troppo tardi. Le scuole; comunque né desiderate, né comprese, erano oramai promessa pomposamente ed improvvidamente fatta e firmata: e - assenti gli interessati - tra un borbottìo e l'altro, dovettero venirle istituendo. Furono però, presso noi - appunto perché non rispondenti ad un bisogno organico, reale, cosciente, della collettività - una importazione meccanica, fatta di mala voglia e destinata a tradire lo scopo pel quale venivano sorgendo. L'Italia é fatta : badiamo a non fare gl'Italiani : ecco la formola che parve informasse parole ed atti delle classi dirigenti, rispetto alla scuola popolare. Il Canton Ticino, da noi non diverso per razza e postura, ha saputo in· mezzo secolq liberarsi dalla . vergogna dell'analfabetismo (1), che rendeva e rende noi degni del Lodge bill - vero cordone sanitario contro l'ignoranza delinquente• - minacciatoci dagli Stati Uniti. Partendo in condizioni quasi simili alle nostre, il Canton Ticino, nel 1896 riduceva la percentuale de' suoi coscritti analfabeti all'l,27, mentre noi si è sempre al 40 ! Con ragione quindi !'on. Del Balzo, nella recente discussione sul Bilancio della Pubblica Istru·zione, diceva occorrere di questo passo almeno altri 50 anni, perchè noi si possa raggiungere la Germania ... e avrebbe potuto dire semplice- . mente il Giappone, come si vedrà in seguito. Veramente, a guardare il movimento della popolazione scolastica in Italia dal '60 in qua, non sarebbe da disperare, ma non si tratta che di quadri senza un riscontro reale e duraturo nel profitto degli alunni. Il Ministero della P. I., con lodevole intento, ha trasformato da un quadriennio le semi-clandestine relazioni della Direzione Generale per le scuole .primarie, in veri volumi. Sd ne ebbero finora due, (1 V. articoli di G. Rensi nella Critica Sociale, Anno Vlil, N. 10 e seguito.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==