Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 15 - 15 agosto 1901

292 RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI L'Italia è sotto il peso di due illusioni anarchiche (Oh! perchè anarchiche f): l'illusione ddla ricchezza naturale; l'illusione della naturale superiorità nostra su altri popoli ... (Ho sospetto invece che essa si creda troppo al disotto degli altri popoli e che sia vittima del pregiudizio della ,;uperiorità della razza anglo-sassone). ì\on solo; ma tutti gl' italiani si credono superiori ai propri governanti. Perciò riesce difficile il governare bene anche a coloro che lo potrebbero. L'illusione della ricchezza naturale è grave sopratutto perchè divisa da molti politici autorevoli che hanno agìto e governalo pl'Oprio come se I' Italia fosse ricca davvel'O. Di tali politici Francesco Crispi rimane il prototipo; ma, pur troppo, non è il solo. La verità dura è que;.ta : l'Italia è naturalmente povera; e lo è in senso assoluto e in senso relativo. La ricchezza privata nostra, infatti, non è neppure la metà di quella rispettiva della Francia, del Belgio, degli Stati Uniti, dell'Inghilterra. La storia remota e la recente cospìrarono a metterla nella condizione presente d'infòrioriù economica. La sua terra, coltivata da migliaia di secoli é esaurita; la malaria la rende meno produttiva; le montagne occupf.\,_Dtrooppo spazio ; la sua popolazione è troppo densa ... ~fa ciò nonostante F. S. ~itti c'è l'ha a morte coll'oligantropia, che uccise Roma e l' Ellade e ucciderà la Francia e inalza un inno alla fecondità delle donne italiane che, rendono l'Italia ricca di uomini ... poveri! E della fecondità si compiace perchè l'indu~tria e il commercio si sviluppano in ragione della popolazione. (Ma non si accorge, che dowemmo allora ·essere già ricchi?) Un grande avvenimento, che 8i deve ad un italiano, nocque maggiormente al nostro paese sotto l'aspetto economico : la scoperta dell'America, che spostò il centro della vita economica dal iVIediterraneo all'Oceano. Poi venne la scoperta del vapore e dette il primato al carbone, che non aLhiamo; o ne abbiamo pochissimo. D'onde la miseria delle nostre forze motrici. Tufine noi esaurimmo molte (orze nelle lotte per la ricostituzione a nazione e rimanemmo in coda a quei paesi che esistevano quando noi ci apparecchiavamo a riprendere il nostro posto al sole. . .... . Il concetto erroneo sulla ricchezza mi.turale del paese indusse alla finanza allegra anche i nostri maggiori uomini parlamentari - tra i quali Ylinghett i, che non ammetteva che la Francia fosse due ,·olle più ricca dell'Italia. Conseguenza : non vi è alcun paese di Europa, tranne forse la Ru%ia, in cui i contribuenti paghino allo Stato e agli enti locali quanto paga il contribuente italiano. L'Inghilterra con oltre 40 miliardi di reddito paga meno di 5 miliardi ; l'Italia con 8 miliardi paga 2273 milioni. La prima meno di un ottava parte ; la seconda più di un quarto. La pressione tributaria, qui~di, è gravissima e sui poveri e sugli agiati. Leroy-Beaulieu distinse : paesi ad imposte lievi che pagano dal 5 al 6 °[o del reddito totale : il Belgio ; B blloteca Gino s·anco pa<'si ad imposte moderate, che pagano 1'8 01 0 : l'Inghilterra ; e paP.si ad imposte gravi, che pagano dal!'11 al 12 °1 0 : la Francia. A queste bisogna aggiungere una quarta categoria: quella dei paesi ad imposte gravissime, che pagano il 25 01 0 : l'ltalia. Con ragione, perciò, Gladstone considerò il popolo italiano come il più tollerante, che esista al mondo. Una vanità folle, ch'è parso patriottismo, ha fatto credere che l'Italia potesse spendere come i più grandi paesi. Si pensò: se l'unità ollre che colle battaglie si è ratta coi discorsi e coll'entusiasmo. non si può creare anche la ricchezza cogli stessi mezzi ~ E per creare la ricchezza ... si sono aumentati vertiginosamente i debiti e le spese. In quanto a' debiti se ne fecero per un milione al giorno dal 18(32 in poi! J~ in quanto alle spese la mania del governo si comunicò anche ai corpi locali. Questa manìa, adesso, assume la forma di politica di lavoro. È bene, intanto, avvertire che si deve Hfatare un pregiudizio: quello dello aunrnto dell'idra burocraticlrl.. L'Italia nuova ha una burocrazia meno numerosa di quella dei suoi antichi staterelli. Francesco Nitti, con ragione, osserva che all'illusione della ricchezza che spinse l'Italia alle spese pazze, ora succede l'illus;one delle economie. È una illusione, perchè non c'è alcun bilaocio su cui possa farsene. E cosi egli afferma perchè é di quelli che credono che non si debbano toccare [e spese militari. Anzi egli che ripetutamente ha criticato le spese improduttive nei lavori pubblici, non ha trovato una parola di prote!"ta e di biasimo contro i dieci miliardi che follemente, e direi quasi scelleratamente, sono stati assorbiti dalla guerra e dalla marina con quei risultati che tutti conoscono da Custoza e da Lissa in poi. E questa dimenticanza, ch'è voluta, fa torto al libro ed all'autore, e mi spingerebbe a fargliene aspro rimprovero. :\Ia mi riconcilio tosto con lui seguendolo nella sua protesta contro l'influenza etnica, accettando idee, che sono il prodotto di /atti, sostenute da venti anni circa da persona che conosco da vicino, e che le sostenne quando il lomb1·osismo infestava l'Italia, e creava discepoli impertinenti e sciocchi, che ripetevano pappagallescamente ciò che il maestro, sempre geniale, annunziava. E mi riconcilio con lui, seguendolo amorevolmente, nello sguardo che egli getta sull'avvenire d'Italia. Il :\"itti noo é stato certamente pietoso, e non ha nascosto le piaghe della patria. I mali veduli, però, non gli hanno inacidito il pensiero; sicchè il lato buono non gli è sfuggito. Tranne la Germania, l'Ungheria e gli Stali Scandinavi, egli confl>ssa, nessun paese di Europa ha progredito dopo il 1860 quanto l'Italia; e coloro che blaterano cli decaden,;,a latina non sanno quello che si dicono. L'Italia ha progredito assai intellettualmente; e nella sua emigrazione · ha una forza espansiva, che, ben diretta, le sarà di gran giovamento. Ha progredito economicamente; ma deve accelerare il passo per mettersi a livello degli altri paesi. All'uopo deve rinunziare a credersi predestinata ad essere nazione agricola e marinare-

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