Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 14 - 30 luglio 1901

266 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI magistrato del Regno, il senatore Saredo, Prel?-idente del Consiglio di Stato. Ma il Procuratore del Re, Tullio, - un uomo gelatinoso, senza ossa, senza nervi e senza muscoli - non imita il De Notaristefani, e domanda ed oltiene la condanna del giornale repubblicano non oslante le brillanti orazioni dei suoi difensori Bevilacqua, Pansini, Altobelli, Semmola. E,·a il pubblico ministero convinto della colpabi. lità del 1799? sco1·geva in A.liberti la vittima di una calunniosa diffamazione 1 la sua convinzione era riuscito a trasfonderla nei giudici del Tribunale 1 Se così fosse stato, se si potesse essere convinti della sua buona fede e della sua sincerità, si potrebbe oggi deplorare un errore giudiziario di più; ma non si avrebbe da stig. rnatizzare un alto di viltà, una compiacente contor· sione dei fatti per rendere qualche servizio politico ad uomini ed a classi meritevoli di essere marchiate in fronte con ferro rovente. li dispositivo della sentenza - ancora non ne conosciamo i considerandi - e alcuni brnoi della requisiloria del Procuratore del Re suffragano il nostro giudizio. Fu proprio il Procuratore del Re, che pur avendo osato audacemente gettare del fango su tanti illustri testimoni, trattandoli da falsari, che avevano deposto contro Ali. berti per passione politica, ed- inversament~ accor· dando al deputato per Mercato l'onore di conside-. • rado come un uomo politico, fu costretto dalla ine-- sora1:ile evidenza delle prove e da un resto di pu • dore a fare questa dichiarazione : << Io non sento neppure il bisogno di soffermarmi sulla figura morale del querelante,· e discutere le ragioni che indussero costui a dal' querela, ed a darla limilando il campo della discussione, sen.a esporre alla terribile prova del fuoco l' inte1'a sua vita, pubblica e privala. << Se mi fosse lecito, se rientrasse nel compito mio e vostro, portare un giudizio sull'uomo pubblico e sull"uomo politico, io non avrei nessuna diffi~oltà di associarmi, nelle note generali e comuni, al giudizio solenne che sult' onorevole Aliberli portavano uomini autorevoli come il Giusso, il Smise, il Cavasola, il Curati, il De Martino, il Sare io, il Bovio, il Ricciardi, -il Gervasi ed altri, perchè tutti abbiamo dell'ufficio di deputato un concetto ben alto, ed anch'io penso che per aspirarvi occorrono meriti ed altitudini speciali, vasto pàt1·imonio d'idee, costanza e nobiltà d'ideali; che non sia lecito abbassare l' ufficio altissimo a servizio d'intere•si particolari, ma spenderlo tutto e nobilmente a servizio degli interessi generali del collegio in armonia con gl'interessi supremi della Nazione; e penso anch'io clie non sia lecito, per mantenere od accrescere la ba~e elettorale,- protendersi in terreni inquinati, col pericolo di lasciarci parte della propria riputazione e discreditare sé stesso e l'ufficio >J. Ed a questo linguaggio fa risconiro il dispo3itivo della sentenza che con formula nuova condanna perchè non 8zifficientemente provata l'accusa contro !'on. A.liberti. Ma come e perchè il custode della legge propo,e, e il Tril-unale accordò, la condanna del giornale re81bllotecaGino Bianco pubblicano, che con tutte le sue accuse non intese che stabilire la indeg°nità politica del deputato napolitano 1 La giustificazione del contrasto mostru.oso tra le premesse e le conclusioni si tenta colla distinzione tra prova giuridica, di cui dève tener con lo esclu~ivamente il magistrato, e prova morale ch'è di competenza del tribunale della pubblica opinione. ì\'oi non ripeteremo ciò che dissero gli oratori della difesa in favore della raggiuntà prova giuridica Se i magistrati italiani non ci avessero abituato a processi mostruosi ed a condanne altrettanto mostruose su semplici indizi potremmo anche essere generosi verso il Procuratore del Re e verso i Giudici, che condan:-:arono il 1799. :Ma essi in queslo caso rinnegarono le loro costanti tradizioni e negarono ogni valore agli indizi, ch'erano schiaccianti contro !'on. Alibel'ti. La cambiale Mamone-Capria avallat.a da Elia, dice come qualche Ispettore cli Pubblica Sicurezza poté prestarsi a deporre a difesa del vero accusato : A.liberti. li ritiro della querela A.liberti contro il .Mònitore dice quale paura il querelante avesse dell' Ispettore re Donalo, quando questi era ancora in grado di dimostrare la fondatezza del suo rapporto; e badino i lettori della Hivista: quando A.liberti ritirò la querela contro il Monito1·e, a giustificare il fatto disonorevole annunziò e promise formalmente, per consiglio dell'illustre senatore Pessina, che avrebbe presentata querel·a contro il De I.:'onato; ma la querela non venne mai! La scomparsa del famoso rapporto De Donato da s~ sola costituisce più che .l'indizio, la prova lampante della realtà del gioco piccolo. Come i magistrali non ricordarono la massima da loro sempre usata ed abusata : is j1:cit cui prodest? Nè questa è la sola scomparsa misteriosa: il processo ci ha· insegnato che si trovò strappata una pagina della fedina penale di un certo Leone, e fu strappata pe1· rendere · possibile un rapporto favorevole dell_apolizia, e la grazia chiesta ed ottenuta pel suddetto Leone dall'Alibe1·ti... Nè si creda che gl'indizi pel gioco piccolo siano soltanto quelli che si avrebbero potuto rinvenire nello scomparso rapporto De Donato: c'è dell'altro e di più grave, di ~ui ci occuperemo in ultimo per non ap1·i1·eadesso una lunga parentesi. Comunque, rimane provato che in Italia, in un processo essenzialmente politico, in un processo esclusivamente morale, :I magistrato ha voluto sorpassare il più autentico e sistematico fariseismo per attenersi alla lettera e non allo spirito della legge : alla lettera che uccide, e non allo spirito che vivifica! Se non Slifflcientemente provata l'accusa lanciala dal 1799 conlro !'on Alibe,·ti, come dice l'inqualificabile sentenza, il Tribunale non avrebbe dovuto · fare a meno di attenersi alle savie considerazioni sulla dottrina Jel sindacato pubblico svolte eloquentemente dal Semmola. In questa causa sopratutto, pnr s1.Jrpas',ando sugli addentellati che si trovano nel diritto e nella storia di Roma, i giudici avevano il dovere di ricordare ciò che Carrara, Mioghetti, Pessina, Thiers, il duca di Broglie - non mettiamo nel numero E. Laboulaye: troppo sovversivo il suo Parigi in America! - avevano sostenuto sulla ne-

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