Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 14 - 30 luglio 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 273 personale e in modo confacente alla sua vanità. Egli speculò sulle passioni dell'uomo: l'invidia, la gelosia, li~ propensione ai comodi guaùagui e la sete dei piaceri; e cercò di buttare su questa demagogia una o: mantd · lina storico-filosofica ... •. È chiaro come il sole. Cosi nacque il movimento proletario ; ed é uno schietto saggio di pensare liberista, in senso Iato, pel quale non esistono chiariscur1. E per quanto il socialismo tedesco d'oggidì sia cosa assai diversa da quello di venti o dieci anni fa, Richter rimane l'inconciliabile d'allora. La figura che gli si poteva mettere contro era quella cli Liebknecht; come questo ammirabile agitatore vide fino al giorno della sua morte il mondo diviso netto in due classi e la società borghese prossima alla catastrofe, e o non vide o trasse a quella concezione tutti i fatti da essa discordanti, cosi Richter ha seguitato e seguita a vedere il mondo con limpidi occhi manchesteriani, il mondo delle libere contrattazioni turbato solo dall'intervento intrigante dello Stato. Monarchico come sono quasi tutti in Germania, (meglio sarebbe dire : quasi nessuno é repubblicano; non mancano le fronde; manca il repubblicanesimo attivo e di passione; i socialisti son repubblicani per sola logica cli dottrina; e la logica conta mQlto meno della passione al mondo); monarchico, dicevo, il Richter é lontanissimo da ogni piaggeria o bizantinismo ; é, nella borghesia tedesca, il più geloso custode dei diritti delle rappresentanze popolari che vuole anzi allargati a vere forme cli stato parlamentare contro i sempre rinnovati tentativi di invadenza imperiale. Ricordate che cli recente egli fece avvertito il presidente della Camera prussiana di una grave incostituzionalità che stava commettend<\ nel riportare patriarcalmente alla Camera le lagnanze dell'imperatore sulla deficienza del sentimento di autorità, sulla corruzione del costume ecc. Una intemerata. Richter tagliò corto e domandò qual ministro assumesse la responsabilità di tali parole che, di per sé, non potevano avere alcun valore per la Camera. Fu uno scandalo in quell'ambiente yunleer; ma l'incanto era rotto ... Richter è insomma· dei pochi campioni rimasti in Europa - e fra essi il maggiore - di quel liberalismo che fu il vangelo rlella generazione passata. Del quale, del resto, malgrado tutte le manchevolezze - prima quella caratteristica sordità verso tuttociò che va sotto il nome di (< sociale ! » - non può dirsi che l'opera sia esaurita. Berlino, AMEDEO MoRANDOTTI. A.VVISO A.GLI A.BUONA.TI Per uariazioni di residenza, inuio copie arretrate reclami, ecc., gli abbonati debbono unire una fascetta con cui riceuonola « Riuista », indirizzando/a al Sig. Gioacchino Montalbano, Viadella Vite, N. 74, Roma. BibliotecaGino Bianco Un libroda tradurre (1 ) È il libro che Bolton King e Thomas Oke_y hanno consacrato all'Italia del giorno d'oggi. A qualcuno parrà strano il mio consiglio; ma dopo averlo letto attentamente, non esito ad emettere tale giudizio proprio ex informata coscientia. In Italia non abbiamo un libro compendioso, che riassuma con tanta imparzialit4- tutto ciò che c'è da dire sulle nostre condizioni politiche, economiche, intellettuali e sociali, e che mostri tanta profonda conoscenza decrli uomini e delle cose nostre: I signori K.ing e Okey, sia che parlino rlei maggiori uomini politici, morti o viventi, sia che si occupino delle nostre istitnoioni e di tutta la nostra vita rivelano delle qualità rare di osservatori,· un coraggio ed una franchezza mai scompagnata da tatto, che non saprei ritrovare in veruno degli scrittori italiani viventi. Esaltano Lanza, Sella, Lamarmora, Ricasoli come continuatori cli Cavour. Dipingono al vivo Depretis col suo tra~formismo e col servizio civile divenuto· una macchina da fornire maggioranze ministeriali; Crispi coi suoi difetti. coi suoi pregi, colle sue contraddizioni; Rudini, Sonnino, Saracco, Zanarclelli, ecc. Alla scomparsa dei partiti politici attribuiscono molti dei guai nostri; e alla sinistra, che fu liberale più di nome che in fatto; e alla destra confusa coi reazionari e non avente altra missione se non quella di combattere i socialisti. Apprezzano Leone Xlll e la democrazia cristiana, e danno una massima importanza ai socialisti, deprimendo i repubblicani, che mostrano di conoscere meno. Si occupano della legge e dei sistemi elettorali; della corruzione e della inaerenza governativa, fermauclosi sul caso Mirri; delfe crisi ministeriali sempre bastarde; della Ll1a,fia e della Camorra senza esagerare e senza cadere nel fanta'3tico. Assai ben fatta la diagnosi dei moti di Sicilia elci 1893-94 e cli quelli cli Maggio 1898 coi relativi tribunali di guerra e relativi processi e condanne bestiali. L'esame della ricchezza privata, elci bilanci e del tenore cli vita dei nostri operai li sospinge alquanto al pessimismo; ma non tanto da non accorgersi che c'è un notevole risveglio agricolo ed industriale e che ci sono consorzi agrari, banche popolari, casse rurali, cooperative, degni di lode e di ammirazione. Invocano la riforma dei contratti a&rari per migliorare la condizione dei contadini. Conclannano la nostra politica estera, e nell'esporre l'opera della Triplice, rimontano ai fatti di Tunisi assegnando all'Italia la sua giusta parte di responsabilità. Passo sopra all'ultimo capitolo consacrato alla letteratura contemporanea per la mia incompetenza a dirne, e dopo avere rilevato che sempre e in tutto King e Okey portano cifre con eleganza e sveltezza che non le fa parere noio~e, e che combattono la mania delle spese militari a danno dei servizi civili, mi piace fermarmi sulle lorò osservazioni relative alla nostra istru·r.ione, che in gran parte documentano colle relazioni ufficiali, e specialmente con quella Torraca. L'istruzione secondo l'avviso dei due scrittori inglesi, é il capitolo più oscuro nella storia sociale italiana, un capi t0lo di penosi progressi, cl'indif-fc. renza nazionale verso il prim0 bisogno, di presente lentezza che da all'Italia il triste primato dell'analfabetismo, accanto al Portogallo, nell'Europa occidentale. Non mancano le buone intenzioni. Il giovane regno voleva allontanarsi dai governi, che amavano (I) ltaly to Day by Bolton King and Thomas Okoy l. Nisbett et C. 1901 (21 Berney Street, Londoo, W),

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